mercoledì 21 settembre 2022

Recensione: S. Shankar - Il fantasma del tamarindo


 

 Al di là  del titolo, a mio parere non molto azzeccato, questo bel romanzo di ambiente Tamil, anche se l'autore è anglofono, che piacerà agli amanti della letteratura di altri cieli, si fa leggere tutto di un fiato, nell'ansia di capire come va a finire. Una saga familiare che si snoda dagli anni tragici della grande Partizione, fino alla fine del millennio, infarcita di topoi, comuni alle letterature di tutto il mondo, a partire dagli amori impossibili e tragici, padroni schiavisti, poveri massacrati dallo strapotere che sta implacabile sopra di loro, ricordi di infanzia, sognati e confusi. collegi implacabili e così via. Il tutto inserito nello sfondo della storia indiana degli stati del sud, dove, subito dopo la cacciata degli inglesi si formarono gruppi rivoluzionari, idee ardite e movimenti passionari che ancora oggi agitano la politica di quel paese. Sono presenti tutte le più classiche icone indiane, gli attori bolliwoodiani, la distanza tra paria e bramini, la povertà, il rapporto tra uomini e donne, i contrasti familiari e tra strati sociali. Insomma una serie di condimenti che tuttavia, men miscelati fanno di questa masala novel, una piacevole anche se triste lettura che porta pagina dopo pagina ad una fine non inattesa, anche se straziante. Ben tratteggiati i personaggi, chi conosce il paese non tarderà a figurarseli, nelle loro figure e nei loro caratteri. Sarete proiettati in un'India del sud sempre avvolta nella polvere rossa e rovente dei suoi miserevoli villaggi, in attesa di un monsone che fatica ad arrivare per spegnere i sentimenti violenti, gli odi atavici, le vendette incrociate. Passione politica e amori contrastati, una bella miscela alla fine. Se amate l'India vi piacerà sicuramente.


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