martedì 5 marzo 2019

Bangla Desh15 - On the beach


La scuola coranica

Cox's Bazar è davvero un altro Bangla Desh. E' una località di mare che si è sviluppata proprio secondo gli schemi per i quali in occidente si concepiscono le città di mare. Per la vacanza, per la vita da spiaggia, per quel modo di vivere, assolutamente incongruo per la vita d'oriente e che invece è tanto cara al nostro stile di vita sviluppatosi solamente nell'ultimo secolo. Questa che era una località con un piccolo porto di pesca e un mercato locale, dal quale ha derivato il nome, si è subito adattata grazie alla spiaggia immensa che si confà all'immagine vacanziera che abbiamo dato al mondo. Tutti i bengalesi poveri sognano un giorno di venire qui a fare le "vacanze" all'occidentale, tutti quelli, non molti, che se lo possono permettere, l'aspirante middle class, cercano di trascorrere qui qualche giorno, passeggiando poi sulla lunga battigia, in sari colorati e preziosi o salwar kamiz di seta e pashmina, che il costume da bagno è ancora di là da venire, e di fermarsi nei locali che danno sulla spiaggia a bere qualche bibita con l'ombrellino. Quando ho parlato con qualche bengalese, lavoratore all'estero, della mia intenzione di venire in questo posto, lo sguardo si è mutato subito in occhi sognanti e sono uscite le espressioni tipo: è il luogo più bello del mondo e similari e stiamo parlano di gente che vive tutto l'anno in un resort alle Maldive, di fronte a una lagna da sogno oppure che lavorava in qualche ristorante davanti alle spiagge dorate di Ras al Hadd, popolate di tartarughe marine in Oman.

La spiaggia
Diresti che questo atteggiamento è incomprensibile e invece no. Come non si può comprendere l'orgoglio nazionale, di chi lontano lavora duro per dare alla propria famiglia a casa di che vivere decentemente? Bisogna capire e assentire col capo, quanto tutto questo viene definito, con una certa esagerazione, come una delle meraviglie naturali del mondo. Ma quale è la realtà? Siamo, è vero, davanti ad una spiaggia infinita e larghissima di sabbia scura, per la verità sorprendentemente pulita, sulla quale puoi passeggiare senza mai pensare di arrivare a vederne la fine. Parliamo di decine e decine di chilometri. In qualche punto c'è qualche tipo di attrezzatura, ombrelloni di paglia e sedili che consentono l'utilizzo del luogo per una sosta prolungata in spiaggia. Tuttavia l'acqua è piuttosto opaca e priva di trasparenza, il fondo un poco limaccioso e degrada molto lentamente verso il largo. Come ovvio c'è plastica in giro e se, donna, ci arrivi in costume da bagno ti sentirai sicuramente a disagio, circondata come sarai, da altre donne completamente vestite se non velate, non tutte per carità. Risulterebbe anche, ma non ho assolutamente prove di questo, riporto solo quanto dicono le guide, che al di fuori delle aree riservate agli alberghi sulla spiaggia, ci potrebbe essere la presenza sgradita di importuni disturbatori ed inoltre si sconsiglia di aggirarsi da soli lungo la riva dopo il tramonto.

Al porto
Insomma al di là del buon punto di vista del calar del sole sull'oceano che scenderà esattamente di fronte a voi ad occidente, la sagoma scura delle palme e la risacca lontana, direi che l'entusiasmo della middle class locale è di decisa sopravvalutazione, ma tant'è questo è un paese assolutamente particolare, dove senti ancora storie incredibili e dolorose, anche lasciando da parte i problemi della miseria assoluta, che certamente sono i più dolorosi. Ci sono ragazzi che, forse attratti dalle conoscenze che arrivano attraverso i normali canali di informazione che ormai sono uguali in tutto il mondo, dalle telenovele bolliwoodiane e turche che impazzano su tutti i canali, sognano situazioni assolutamente incongrue alla morale ed allo stile di vita ancora corrente. Ho sentito di amori impossibili, specie in città dove il controllo ossessivo delle famiglie può essere all'apparenza meno pressante, di relazioni durate anni, tra giovani, di ragazze rimaste incinte e quindi costrette dalla famiglia all'aborto, perché il ragazzo non era considerato all'altezza del matrimonio e poi fatte sparire, forse consenzienti o meno, in città vicine. Drammi per noi impossibili da capire, eppure ancora evidentemente molto presenti. Vere e proprie tragedie per chi deve viverle e subirle. Per cui direi che possiamo, senza troppa critica, lasciarli sognare la sabbia dorata di Cox's Bazar, dove la vita è sogno per molti e gli scialli delle ragazze si gonfiano alla brezza del mare. Se quando torni in albergo i piedi sono poi neri, che importanza ha!

Pescatore
Intanto appena sorge l'alba, bisogna assolutamente vedere una delle attrazione della città, il mercato del pesce. Vicino al minuscolo porto dove arrivano le pesanti imbarcazioni di legno cariche quando è ancora scuro, sorgono diverse costruzioni dove fin dalle prime luci c'è una grandissima confusione. Dai moli malandati è tutto un andirivieni di portatori che trascinano enormi ceste, da soli od in coppia, cariche di ogni genere di pesci. Questi vengono divisi poi per varietà e dimensione ed esitati in una lunga tettoia che rappresenta il mercato vero e proprio. Qui sono trattati, aggiudicati e poi trasportati via dai vari compratori. Ci sono, sparsi in giro, tutti i vari attrezzi di pesatura. Alle spalle del mercato, una grandissima fabbrica del ghiaccio sforna continuamente enormi pilastri bianchi che vengono poi spezzati in un grande cortile. Macchine tritatrici, provvedono successivamente a trasformare le schegge ottenute in una granatina di piccoli frammenti che riempiono i secchi adiacenti. Una catena umana si incarica di prelevarli ed andare a riempire le casse in cui alternativamente vengono gettati i pesci acquistati, colmate fino all'orlo prima di essere ben chiuse e stivate sui diversi mezzi di trasporto che provvederanno a portarli a destinazione. Davvero un grande movimento, comunque ben organizzato a prescindere dalla sensazione di luridume e di puzzolente residuo di frattaglie che invade ogni angolo. Anche camminare tra grandi tonni, cumuli di barracuda, aguglie lunghissime e decine di altre specie esotiche proprie di questi mari, risulta difficile; ad ogni passo rischi di scivolare e di finirci lungo e disteso dentro, oltre che impuzzolentito fino alla punta dei capelli. 

Mercato del pesce
C'è di tutto, dal vecchio pescatore con la barbetta rossa di henné e la coppoletta bianca salafita, al moderno commerciante in giacca nera, che sceglie la merce da comprare annotando tutto su un libricino, ragazzi di fatica che caricano e scarico e nullafacenti che si aggirano con aria dubbiosa. I pescatori che hanno ormai finito la loro fatica, si riposano sulle murate delle loro imbarcazioni prima di ricominciare un'altra dura giornata di lavoro. Una grandissima confusione insomma, ma come sempre davvero interessante da vedere. Tanto anche qui dopo una decina di minuti la puzza non si sente più. Poi, data un'ultima occhiata dalla piscina sul tetto dell'albergo, dalla terrazza bar, deserta ed in attesa di clienti danarosi in vacanza, è il momento di andare verso il piccolo aeroporto in periferia, non senza rimanere di nuovo imballati in mezzo alla teoria SUV rombanti delle ONG di tutto il mondo, che escono dagli alberghi di lusso per dirigersi verso sud, ai campi della vergogna della disperazione Ronghya. Invece proprio vicino all'aeroporto, abbiamo l'occasione, grazie alle conoscenze di Eusuf,  di andare a visitare una scuola pubblica confessionale, questa volta di matrice islamica. Bisogna premettere che la corrente preponderante dell'islamismo bengalese sunnita è quella Sufi, decisamente più tollerante delle altre. In questa grande scuola ci sono ragazzi e ragazze dalle elementari alle superiori. 

Scolaresche
Veniamo accolti con grandissima cortesia e col desiderio evidente di mostrare il valore dell'istituzione. Il preside ci porta in giro mostrando aule e organizzazione generale. Ci presenta ai vari insegnanti che ci fanno vedere i testi di studio, i più importanti dei quali sono dedicati all'inglese ed alle materie scientifiche, oltre ovviamente alla religione. Nell'aula di informatica, un gruppo di una decina di ragazzi e ragazze stanno lavorando attorno alle tastiere. Il maestro di inglese che ci accompagna dopo averci mostrato i ragazzi certamente più bravi, li fa cantare. Hanno voci dolcissime, specialmente i maschietti. Poi non resiste e ci propone lui stesso alcune canzoni di tema religioso che canta con aria ispiratissima e voce piuttosto impostata tra l'approvazione generale. La tradizione Sufi, pur essendo piuttosto tradizionalista, dà grande importanza alla musica ed alla poesia, sia nell'espressione religiosa che nella vita di ogni giorno, questo in palese contrasto con altre visioni islamiche che invece la riprovano assolutamente bandendola come manifestazione riprovevole e diabolica, da condannare senza remissione. Dopo la meritata serie di applausi, ce ne andiamo salutati da tutte la scolaresca al completo chiamata a raccolta dagli insegnanti e schierata con le uniformi bianche e blu, i bambini con il cappellino bianco, le bimbe col velo. Non manca il responsabile politico del partito della barca che ci tiene a far notare il suo fattivo apporto all'istituzione. Sulla pista sta già rullando il nostro aereo che torna alla capitale.

La pesa del pesce



SURVIVAL KIT

Classe elementare
Cox's Bazar - La località è la più nota ed apprezzata da tutti i Bengalesi, come paradiso vacanziero marino. Per cui non mostratevi troppo delusi, per il fatto che la spiaggia sia, certo grandissima e sconfinata, ma di bellezza discutibile. Comunque potrete passeggiarvi o sostare in uno dei tanti locali che forniscono asciugamani e attrezzatura da spiaggia. Qui non sarete disturbati. Chiedete lumi al gestore sulla possibilità di stare in bikini o meno. Il bagno però forse è meglio farlo nelle varie piscine degli alberghi. La lunga strada che costeggia la spiaggia, Sea Beach road, è sempre sovraffollata e ricca di mercatini, oltre che essere piuttosto lurida. La spiaggia invece è ragionevolmente pulita.

Classe di religione
Il mercato del pesce è l'altra attrazione da non mancare. Nella zona del porto, al mattino presto per vedere tutte le imbarcazioni che arrivano dal mare cariche di pescato. L'attività è frenetica e ci si può aggirare a lungo senza nessun problema. L'altra zona da vedere è quella fuori città verso nord, sulle spiagge dove ci sono tutte le attività riguardanti l'essiccazione del pesce stesso. E' un'area molto vasta ricoperta di banchi e stenditoi, trespoli e steccati su cui il pesce viene appoggiato per essiccarsi. Odore garantito. Altro interesse possibile dell'area sono i campi profughi dei Ronghya a qualche decina di chilometri verso sud della città. Per chi ha questo tipo di interessi, bisogna tuttavia essere in possesso di un preciso invito/permesso di accesso, da parte di una qualche organizzazione che operi nell'area. 

Il maestro canterino




Classe di informatica
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BD14 - Cox's Bazar

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Les centaines d' ONG et leurs membres en "vacances" au Mali , au Niger,au Burkina fasso ,au Togo ,au Benin ,pour ne citer que leur présence en Afrique , nous ont beaucoup énervés aussi .Voilà où part la quasi totalité des dons que leur font les personnes généreuses qui n'ont aucune idée de leur train de vie sur place !Vu de nos yeux ,vu .
Jac.

Enrico Bo ha detto...

@Jac - Exactement!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!