martedì 9 luglio 2019

Central India 21 - Bhopal

Verso il mercato


Il cortile della Grande Mschea
La grande moschea di Bhopal non è molto lontana nelle forme da quella di Delhi, forse addirittura un po' più grande e circondata da prati verdi dove la gente si siede a godersi i raggi del sole in questi giorni, che per gli indiani devono essere considerati molto freddi. I due alti minareti svettano in un cielo costantemente azzurro, fuori sulla scalinata di accesso e nella rampa che conduce all'ingresso laterale non c'è la folla concitata che arriva dal Chandni Chowk, l'affollatissimo mercato circostante. Qui invece respiri un senso di calma e di abbandono nella cornice di un piccolo lago, uno dei tanti che a Bhopal, interrompono la frenesia costante delle megalopoli indiane. Una famigliola è seduta su una larga stuoia ed i due bimbi cercano di avvicinarsi curiosi di facce strane, sgambettando sull'erba, mentre il nonno sorride, fiero della sua discendenza che sa mostrare coraggio. Dentro, nel vastissimo cortile, poca gente, non è ancora l'ora della preghiera, qualche turista col naso all'insù, a valutare le dimensioni della cupola, qualche anziano all'ombra dei colonnati, un paio di salafiti con incolte barbacce nere che si lavano i piedi nella vasca centrale. Un'aria di tranquilla pausa dalla vita cittadina, che subito fuori, riprende convulsa e movimentata. Ci inoltriamo in una serie di cortili collegati da stretti archi e passaggi oscuri che ti riportano a facciate rosse, alti muri con finestre cieche, porticati dietro i quali si alternano negozi di stoffe, scarpe, sari colorati e sciarpe di pashmina. 

La Jama Mashid
Dalla disposizione della merce e dai prezzi si intende subito che questa parte del mercato è rivolto ad una clientela più ricca e sofisticata, ma appena usciti, superata la mischia di motorini e risciò, dei carrettini ricolmi di frutta, ti puoi infilare direttamente nella parte più genuina del bazar. La strada si stringe immediatamente riducendosi ad uno stretto budello, ai cui lati le botteghe, piccoli ambienti, spesso ridotto ad uno stretto corridoio che si affaccia sulla via, si susseguono le une dopo le altre, quasi ammucchiate e ridondanti di merci che debordano a grappoli al di fuori delle porte, appese a mazzi a tutte le altezze quasi volessero con la quantità, subornare con violenza le merci del vicino. L'offerta è davvero sovrabbondante. I venditori di chincaglieria, braccialetti, orecchini di basso prezzo, mostrano pile infinite di materiali per la più parte di plastica coloratissima ricoperta di specchietti e lustrini. Altri hanno bacheche piene di puntini rossi da applicarsi alla fronte nelle più varie fogge, le tikka, altri ancora mostrano montagne di scarpe e ciabatte alla rinfusa dove mi sembra impossibile riuscire a fare il paio, in caso di scelta. Di tanto in tanto si nota un negozio più grande e strutturato, con vetrine vere e proprie, sono gioiellerie che espongono ori e argenti, le cui seggiole all'interno sono sempre occupate da grassi deretani avvolti in sari o salwar camiz di pregio, che nascondono teste impegnate a gettare sguardi golosi tra collane e bracciali, mentre il padrone pesa sul bilancino antistante il gioiello prescelto. 

Interno della moschea
La ragazza più giovane, probabilmente una futura sposa, osserva quasi in disparte come se avesse poca voce in capitolo per quanto riguarda la scelta, mentre madre, suocera e zie varie, battibeccano agitate elencando i pro ed i contro. Davanti a loro il turbante rosso del gioielliere rimane immobile, l'occhio quasi perso nel vuoto, come fosse disinteressato, pesa via via i pezzi indicati, dice il prezzo con voce neutra in attesa della richiesta di sconto. Il budello è incredibilmente affollato, si fatica a procedere, tra una ressa che si spinge e cerca a sua volta di andare avanti in una marcia faticosa e lentissima, complicata maggiormente dal continuo strombettare delle motociclette e dei motorini che tentano di farsi strada per avanzare in un luogo assolutamente incongruo per loro, ma che invece sembra del tutto naturale. A Bhopal la percentuale di mussulmani è piuttosto elevata quindi tra questa folla colorata e variopinta, accanto a donne che ostentano sari dai mille colori, vedi gruppetti di ragazze completamente coperte di veli neri e niqab tesi, che scoprono soltanto gli occhi, tra le quali magari spicca un velo giallo o rosso intenso, quasi la proprietaria volesse distinguersi tra la folla. E' davvero una fatica farsi largo in questa massa densa di corpi alla ricerca di una direzione, più divertente rimanere fermi magari in qualche angolo che consenta una posizione leggermente sopraelevata a guardare il fiume che ti passa davanti, per apprezzarne i visi, le forme, gli sguardi, immaginando le storie e le vite che ti circondano. 

Al mercato
Poi, magari vieni attirato da qualche oggetto, una borsa, una collana ed entri a toccare a vedere da vicino e comincia tutta quella consueta fase di contrattazione, quel balletto di richieste e di offerte, che non sai bene se diventa un fastidio o un divertimento, ma che sembra un rito obbligato con partenze assurdamente distanti da entrambe le parti e che si dipana in un tira e molla che pare non finire mai anche se entrambi i due contendenti sanno già in principio quale sarà la cifra finale a cui si è destinati ad arrivare, ma che nessuno dei due vuole pronunciare per primo, pena lo sbandamento della trattativa e la rimessa in discussione di tutta la procedura. Esci col tuo pacchetto in mano e ritorni a farti largo tra la folla, a schivare una moto con quattro persone a bordo, il padre con la barbaccia che esce da sotto il casco, l'ombra nera di una donna completamente velata, due o tre bambini di età diverse trattenuti alla meglio sulla sella interna. Più in là, due ragazze ti guardano ammiccanti e senza ritrosia non appena avvertono che stai cercando di scattare una foto. Sono sguardi curiosi che non si negano, anzi spesso sono i primi a chiedere a loro volta un selfie assolutamente disinibito. Poi se riesci a buttare l'occhio al di là dei muri spioventi, delle tende che coprono i passaggi, tra archi e vicoli laterali, appaiono palazzi e facciate importanti anche se un poco sgarruppate; una piccola moschea che si cela in una piazzetta segreta, il vimana scolpito di un tempio dedicato a Shiva che indovini dalla groppa nera del toro Nandi che nasconde l'ingresso. 

Impianti elettrici
Questa è l'India ruspante, lontana dalla monumentalità delle sue meraviglie architettoniche, l'India dei vicoli e del mercato continuo, dei carrettini cigolanti e dei ciclorisciò che si fanno largo col tintinnio dei campanellini, tra odori forti di verdure lasciate a marcire, di fumi di olio bruciato, di spezia dolce e pungente che si spande fuori dei pentoloni lasciati a sobbollire. Questa è l'India di cui sono innamorato e che mi dà emozione. Sono rumori di fondo che senti nell'aria, anche quando sei fuori dalla folla, quando prendi un thé nero sulla terrazza davanti al lago. Davanti, più sotto, la banchina da cui ancora partono i battelli che portano i turisti fino all'isolotto ormai scuro, alle prime ombre della sera, quando le luci non sono ancora accese. Più lontano, ritmar di cembali, forse un corteo di un matrimonio, questa è la stagione. Una coppia ad un tavolo a fianco, beve una bibita e si guarda negli occhi, mentre il sole comincia ad infiammarsi di rosa. I sentimenti sono uguali come da ogni parte, ma qui ancora convive l'approccio occidentale e moderno, con la ricerca del futuro compagno tramite annuncio  o sensale, con tanto di trattativa estenuante tra le famiglie sulla caratura della dote. Qui ci sono tanti mondi ancora che si confrontano, che forse spesso saranno destinati a scontrarsi. Intanto la sera scende definitivamente, i camerieri ci chiamano, comunicando che la cena è pronta, raccomandando però di fare una buona recensione su Tripadvisor; gli ultimi barbagli di luce tra gli stracci velati di nuvole, assumono sfumature cangianti, aranciate con qualche tocco di azzurro verde, sarà la tonalità della diossina. 

In scooter

SURVIVAL KIT

Jama Mashid - La grande moschea in stile Moghul, con tre cupole e due grandi ed eleganti minareti è forse la più grande moschea dell'India. E' situata tra un piccolo lago e un grande giardino.  Vi si accede tramite una grandissima scalinata arrivando nel vasto cortile di preghiera interno, attorno locali per gli studenti coranici. Si può entrare liberamente lasciando le scarpe all'ingresso. 

Un cortile


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