lunedì 21 novembre 2022

São Tomé 20 - Roça São João


Dal web - João Carlos da Silva


Tris pesce, papaya e banana
La Roça São João è in cima alla collina sopra il paesetto che circonda la baia sottostante e ci arrivi per una salita sassosa e circondata dal bosco che finisce nel grande cortile davanti a quella che un tempo era la casa padronale. Ci siamo venuti, dopo debita prenotazione naturalmente, per provare questa esperienza secondo me assolutamente inusuale e di certo inattesa in un paese come questo. Da molti anni, un personaggio assolutamente unico per questo angolo di Africa dimenticata, João Carlos da Silva, un cuoco sognatore e artista, originario dell'isola, ma che ha maturato la sua esperienza in Angola e poi in Portogallo, ha voluto creare una sorta di ristorante laboratorio dove offrire a chi arriva fin qui, i sapori sconosciuti dell'arcipelago, con la stessa meticolosa e puntuale attenzione di un ristorante stellato europeo, cosa che non può che stupire in quanto è davvero un genere di offerta che non ti puoi aspettare da queste parti. 

Vinaigrette di tonno
Naturalmente il personaggio è diventato famoso e da decenni partecipa a importanti trasmissioni televisive come Na roça com os tachos della rete RTP Africa (se volete date un'occhiata qui), ben nota in tutti i paesi di cultura portoghese ed in tutta l'Africa, più volte rilanciata  dalle TV inglesi e mondiali, dove racconta la sua utopia, che non consiste solamente nel voler far conoscere i sapori di queste isole al di là dei limiti dell'area lusitana. Non solo, infatti la sua fondazione è una continua fucina di idee e di progetti per sponsorizzare l'arte e l'artigianato sãotomense che utilizza l'area espositiva detta Cacau, dove si possono vedere le opere degli artisti locali ed un raro filmato di inizio '900 che racconta la vita e la produzione del cacao alla Roça de Rio do ouro ed è base di importanti iniziative come la Biennale, la RoçaLingua, incontro di scrittori e poeti di lingua portoghese  ed una fittissima agenda culturale di iniziative varie. Insomma tutto converge all'obbligo di non perdersi un posto del genere, sperduto nel pressi di in un poverissimo paesino di pescatori, creato sulle rovine di una piantagione del passato, con l'intenzione di recuperare una storia ed una dimensione culturale di una nazione, anche a partire dalla cucina. 

Melanzana e pesce grigliato
Il luogo naturalmente è molto bello e la grande terrazza sulla baia, vale di per sé la voglia di sedersi ad uno dei tavoli bene addobbati, per prepararsi a questa esperienza. Qui ci lavorano una settantina di persone e almeno venti si occupano del ristorante, subito dietro puoi vedere le cucine dove una decina di addetti si alternano a griglie, fornelli e tavoli di lavoro. Il gruppo dei camerieri invece si prepara al servizio di questo assai lungo menù degustazione che ci dovrebbe declinare un percorso gustativo dei vari sapori e profumi dell'isola. Diamo prima un'occhiata ai grandi vassoi che contengono alcuni dei frutti e delle verdure che vengono coltivati qui intorno e poi il responsabile del nostro pranzo ci chiama al tavolo per una sorta di aperitivo di apertura. 

Pollo e banana
Per la verità siamo solamente sei clienti ed il dispiego di forze appare addirittura esagerato, ma si sa che quando bisogna ballare è necessario farsi trovare pronti. Eccoci dunque a portare alla bocca quattro minuscoli assaggi, un seme di cacao seccato, un grano di pepe rosa, alcuni pezzettini di zenzero e un pezzettino di cioccolato fondente da masticare tutti assieme, su consiglio dello chef, seguiti da un sorso di vino rosso di Murça profumato e persistente che contribuisce a far esplodere in bocca all'unisono i profumi masticati e che poi accompagnerà tutto il resto del pasto. Devo dire un approccio molto interessante che ci conduce al tavolo vieppiù curiosi e pieni di aspettativa. Intanto assieme ad un piattino di piccoli pani bianchi appena sfornati e fragranti, viene servita una ciotolina di sottili scaglie di cocco insaporito da zafferano. Poi come antipasto arrivano tre assaggi costituiti da una insalata di pesce con mango, lime e scaglie di cipolla; un quadrotto di papaya con maracuja ed infine banana al forno con un'erba locale, zenzero e olio piccante, e mi sembra che questo sia il piatto che più mi ha colpito. 

Mango cotto e maracuja

Segue, forse per azzerare i sapori, una ciotola di frutto dell'albero del pane essiccato alla curcuma. Il successivo antipasto è costituito da tonno in una delicata vinaigrette con accompagnamento di insalata di cocco fresco, papaya verde e avocado, molto buono. Poi abbiamo avuto delle fettine di melanzana (tipo pizzaiola) con formaggio portoghese stagionato e pesce grigliato con verdure (patate dolci e arance con olio di oliva locale alla vaniglia). Non ricordo, ma ne sono quasi sicuro, se i pallini della foto fossero di salsina alla liquerizia per completare la complessità dei sapori. Di seguito, un complicato piatto caldo di pollo con fagioli neri accompagnato da un involtino di banana con formaggio, bacon e citronella ed aggiunta di una pallina di arachidi e fiori incogniti con olio piccante pilipili. Anche questo piatto è stato molto soddisfacente per insieme di sapori e alternanze delicate e pungenti. 

Fejohada di pesce
Quindi è arrivata una fetta di mango cotta nel sale con frutto della passione, in due versioni seguito da una specie di insalata di ananas con uva, guava, cioccolato al pepe rosa e gelée di mango come legante, delicatissima. Infine il piatto forte, una fejohada con tonno e olio di palma. Il contorno era costituito da manioca, batata al forno con curcuma e riso pilaf allo zenzero. Infine per completare il pasto, due dolci entrambi ottimi. Il primo con una pasta di formaggio bianco con confettura di papaya e maracuja mentre il secondo davvero piacevole è stata la banana cotta al vino aromatico e cannella spruzzata di cioccolato prodotto nella roça, seguito naturalmente da un forte ed aromatico caffè sãotomense, una miscela di arabica e robusta decisa, a completare un pasto ricco di sorprese. Ora, pur non essendo questa tipologia di pranzi, costituito da moltissimi tipi di assaggini diversi, che se da un lato hanno il pregio di presentarti i tanti sapori che il luogo mette a disposizione, dall'altro rischiano di confonderti le idee per la troppa varietà, a me non troppo gradita, devo dire che l'esperienza è stata inaspettata e piacevolissima al tempo stesso, in quanto trovare in un'Africa così periferica e si può dire selvatica, un tipo di ricerca così raffinata e decisamente occidentale come spirito, mi ha davvero piacevolmente sorpreso.

Confettura di papaya e formaggio

Al termine del pranzo alle signore è stata omaggiata anche una rosa de porcelana, il fiore meraviglioso che rappresenta l'isola in tutto il suo rigoglioso splendore. Varrebbe certamente la pena di fermarsi qui per la notte ed approfittare delle altre offerte culturali: lezioni di storia locale, corsi di cucina che devono essere davvero interessanti vista la ricerca che ci sta dietro, le passeggiate nella roça e nella foresta anche in bicicletta o in canoa, l'itinerario delle erbe medicinali e la galleria d'arte con le opere esposte degli artisti locali. Senza contare che il luogo con la sua allure coloniale è davvero unico e piacevolissimo da vivere e da gustare per un soggiorno più prolungato. 

Banana cotta e cioccolato

Ma il turista frettoloso ha sempre la necessità di andare perché la strada da fare è ancora lunga e già il fatto di avere sostato a lungo alla terrazza sulla baia spettacolare, è già troppo e poco importa se fuori continua a gocciolare, bisogna salutare ringraziando e riprendere la via del sud che riprende tortuosa dopo il paese, arrampicandosi nella foresta che diventa sempre più fitta man mano che si attorciglia intorno a capi e e vallette tagliate da fiumiciattoli che indovini mutarsi in valanghe vorticose di pietre e di fango non appena le piogge si faranno più intense verso l'interno. Il manto di asfalto, alla faccia di quanto è stato paventato, è ancora buono e si viaggia con una certa disinvoltura, tanto che per poco non vedo la pattuglia di poliziotti che mi piazzano subito davanti alla faccia, la paletta inequivocabile che mi obbliga alla sosta. Accidenti, non sarà la solita solfa predatoria dei paesi del terzo mondo, spero! Il ragazzo in divisa è invece molto gentile, controlla i documenti dell'auto, per fortuna avevo guardato bene dove fossero alla partenza, la mia patente e poi mi saluta con un cenno della mano augurandomi buon viaggio non prima di avermi raccomandato prudenza per le condizioni della strada più a sud. Anche la poliziotta al suo fianco mi sorride. Vedete che essere prevenuto è sempre un errore. Intanto ha anche smesso di piovere.


SURVIVAL KIT

La terrazza del ristorante

Roça de Sao João - Angulares - Si tratta di un Ecolodge piuttosto famoso, dove le poche camere basiche ma molto economiche, sui 50 € la doppia, vi daranno l'opportunità di vistare una zona bellissima, oltre che di incontrare una celebrità dell'Africa lusitana, il cuoco - poeta João Carlos da Silva e di gustare il suo menù degustazione (completo a 25 € + i vini) all'altezza di uno stellato europeo ma a prezzi africani. Una occasione culturale e gastronomica da non perdere, anche per il solo pranzo non dimenticatevi di prenotare. 





 

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2 commenti:

OLga ha detto...

Bravissimo questo cuoco!I piatti sono meravigliosi.Notte

Enrico Bo ha detto...

e pensa che siamo in Africa!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!