Visualizzazione post con etichetta comunicazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta comunicazione. Mostra tutti i post

sabato 6 luglio 2013

Ripensamento.

Affrontare senza paura le scelte della jungla della vita. - Laos 2012


Il post di ieri era chiaramente una captatio benevolentiae come hanno capito bene tutti coloro che mi conoscono bene. E' il tipico modo di fare dei vecchi biliosi, apparentemente mostranti falsa bonomia, in realtà maligni ed invidiosi dei successi altrui, che aspirano continuamente a rassicurazioni, vellicanti il loro ego smisurato, già convinti di essere i più furbi del mondo e che inevitabilmente dopo di loro verrà il diluvio universale vista la pochezza che li circonda. E' la solita storia della falsa modestia del tipo, nulla se mi considero, tanto se mi confronto, che, venendo meno ogni tanto, cerca disperatamente rassicurazioni. Che ci possiamo fare, è che ci disegnano così e in fondo un po' lo siamo davvero. Ringrazio comunque collettivamente quanti ci hanno tenuto a battermi metaforicamente una mano sulla spalla, sottolineando che "no, Pierino, non è vero che hai la testa grossa", come nella vecchia barzelletta. Quindi tranquilli che non ho nessuna intenzione di mollare questo esercizio quasi quotidiano, esangue, è vero, per carenza di lettori e di commenti, ma di grandissima soddisfazione solitaria, una sorta di onanismo scriptorio, comune in fondo a molta gente e per cui non mi vorrete far sentire in colpa. Continuerò variegando, come di consueto i miei interventi secondo l'ispirazione del giorno, tra immagini, amarcord datati e incavolature quotidiane, perché questa in fondo è la vita, un pout pourri di sensazioni mescolate, in cui non si deve far prevalere la specializzazione accanita dell'appassionato che perde di vista il generale, dando completa via libera alla incosciente nonchallance del tuttologo superficiale, che quanto meno si diverte vivendo. Credo che comunque sia il modo migliore di trascorrere quanto ancora mi è concesso. Dunque non aspettatevi grossi cambiamenti per i prossimi cinque anni, a meno di colpi di testa improvvisi ed inopportuni, non si sa mai quali siano le pieghe sconosciute e le prove a cui ti metterà di fronte il karma. Per intanto, dopo questo chiarimento con allegata dichiarazione di intenti, godiamoci questa estate iniziata e passiamo oltre. A dopodomani.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

venerdì 5 luglio 2013

Quinto compleanno.



I compleanni vanno festeggiati. In molti casi però possono anche essere occasione per fare un punto della situazione. Vediamo un po'. Questo blog ha cominciato a muovere i primi passi, appunto con un post intitolato Cominciamo, cinque anni fa, in un luglio caldo in cui ancora non si capiva la dimensione della crisi che stava arrivando ed in un momento di spensieratezza tale che non mi ha fatto comprendere in cosa mi stavo cacciando. Per voi che mi seguite e per me che porto questa croce (e delizia) è giunto il momento di fare un esame autoptico per capire dove vogliamo andare (chi siamo, da dove veniamo, ecc.). Cinque anni non sono pochi. Hanno prodotto quasi 1500 post (siamo a un soffio), oltre 200.000 contatti da 143 paesi (inclusi Mongolia, Yemen, Gabon e altri che non ho mai avuto la possibilità di visitare), per oltre il 92% dall'Italia come è ovvio, quasi 400.000 pagine consultate. Il record di visite giornaliere è stato di 185 e quasi di 500 pagine. 171 followers fissi. Numeri tutto sommato piccoli, ma neppure troppo per un blog generico, quale è il Vento. I commenti molto pochi, che hanno appena superato i 5000  e la frequenza delle visite giornaliere poco al di sotto delle 100, che ormai da parecchio tempo mi affligge, stagna senza crescere, in quanto appare ormai come il limite fisiologico del blog, non sono certo un dato che possa entusiasmare e impongono dubbi e riflessioni. Quello che quasi tutti i giorni  mi sforzo di buttar giù smanettando sulla tastiera, interessa qualcuno o deve essere destinato solamente ad uno sfogatoio personale di dubbi, di invettiva, di presuntuosa affermazione di cose e di idee? 

Vero è che tutto questo scrivere ha anche prodotto, per mia grandissima soddisfazione tre libri ed almeno altrettanti pronti ad essere editati, ma questo è più una gratificazione personale, quella di stringere tra le mani un volume col tuo nome scritto sopra, un quadretto appeso al muro con un assegno di dollari 21, 85 non incassabile di "diritti d'autore", ma per il resto questo lavoro, che mi occupa per un paio di ore al giorno, appare sempre più fine a se stesso, che di una qualche utilità effettiva. Che fare allora? Dare una svolta restringendo i confini del lavoro, limitandolo ad esempio ai viaggi o alla fotografia o a qualcosa di altro, che so io i ricami all'uncinetto, che mi dicono seguitissimi o addirittura ai sex toys, per scendere su argomenti di interesse più moderno e generale, oppure piantare lì e dedicarsi a qualche cosa di più utile e produttivo? Una decisione non facile da meditare, che sicuramente questa estate, che parre finalmente cominciata, mi aiuterà a rendere più delineata. Bisognerà decidere cosa fare nei prossimi cinque anni. Qualunque sarà, dubito però che riuscirete a liberarvi così facilmente di me. Un segnale da parte vostra, di qualunque tipo, sarebbe comunque di un certo gradimento e potrebbe anche influenzare le mie scelte. Non credo davvero a fondo nella democrazia popolare, tuttavia il tiranno illuminato deve anche saper ascoltare. Il mio amico Paularius, prima di ritirarsi nelle Termae delle sacerdotesse callipigie, lo farebbe senz'altro.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

venerdì 1 luglio 2011

Tre candeline.


Dai che mi sta passando, in fondo non è niente di grave; è solo che quando cadi in una vicenda kafkiana, ti innervosisci ed è sbagliato. Magari prima o poi ve la racconto perchè fa proprio ridere. Invece oggi cade un giorno particolare, che voglio condividere con voi tutti, proprio perchè c'entrate anche voi che avete la pazienza di stare a sentire questo stillicidio di vaneggiamento tuttologico e multiforme. Infatti , il Vento dell'Est compie tre anni. Che non è poco, per uno che faceva fatica a scrivere un biglietto di auguri. Superati gli 800 post; oltre 40.000 contatti; quasi 100.000 pagine visitate e 15.000 visitatori unici da 110 nazioni diverse e l'ultima chicca, proprio ieri da parte di Kilie, che abbraccio con simpatia, essendo arrivata da poco, il 3millesimo commento, che per questo si merita citazione e linkaggio. Contemporaneamente per la gioia di molti (ricevo continui rimproveri verbali per il mio assillare) è partita la newsletter n. 200. Mi assicurano, quelli che sanno le cose, di non alzare la cresta, che sono cifre piccole, lo so, da blogghetto di periferia, in linea con la mancanza di specializzazione del lavoro; giustamente la gente ha meno interesse a perdere tempo con le parole in libertà degli altri, men che meno a commentare sul nulla e sul non specifico, ma vi assicuro che, in ogni caso, mai avrei pensato, all'inizio, che questa attività avesse questi numeri e potesse dare questo piacere. Non solo, ma il sistema ha fatto sì che, per relazione causa-effetto, ne sia nato anche un libro, la cosiddetta versione cartacea, cosa che mai avrei pensato di fare nella vita e che ha ottenuto anche un consistente successo editoriale, permettete almeno che ne meni vanto, avendo solo in quest'ultimo mese addirittura raddoppiato le vendite effettive. Il blog è davvero uno strumento potente. Riassume in un unico sistema una serie di potenzialità inconsuete.

Un gran numero di persone ha sempre ambito a scrivere i propri pensieri ed i propri sfoghi, ma anche se nella maggior parte dei casi la naturale voglia di esibizione li avrebbe voluto mostrare al mondo, questi rimanevano nel fondo di un cassetto, come morti, come le casse di diapositive accumulate nel corso degli anni a prendere polvere ed a scolorirsi man mano. Invece quello che adesso sto scrivendo, non solo è ontologicamente a disposizione di chiunque voglia leggerlo, che stia in Nuova Zelanda o in Perù o soltanto dietro casa mia, ma costui, subito dopo, può intervenire, dire che non è d'accordo e arricchire la discussione con il proprio punto di vista. Per tutto questo, grazie ad Adriana che mi ha iniettato il virus, grazie a tutti per il vostro interesse  che continua a stupirmi e che aiuta certo molto a continuare 'sta cosa, che comunque rappresenta un impegno decisamente piacevole e che ovviamente non mi avrebbe accalappiato se non mi desse in ogni caso una intrinseca soddisfazione. Vedremo fino a quando il piacere di farlo manterrà viva la voglia (per altre cose ho constatato che le due sensazioni viaggiano di pari passo). In effetti tutto questo può sembrare davvero incredibile ed è la forza vera del mezzo e la ragione del suo successo, incluso il fatto che ogni cosa, immagini, scritti, musica e chi più ne ha più ne metta, resterà lì, in sonno ma disponibile, per lo meno fino a quando tutto il supporto e il meccanismo rimarranno in funzione. La pergamena sta resistendo da un paio di millenni, le tavolette di argilla da oltre 4000, i chip di silicio, chissà.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:


giovedì 13 maggio 2010

Grazie a tutti.

Un numero tondo. Un numero a cui certo non credevo di arrivare. Eppure non sono neanche due anni che con un' astuzia dialettica, la mia amica Adriana, solleticando il mio esibizionismo, mi ha spinto a cominciare questa avventura, che mi ha preso e che forse è andata al di là delle intenzioni iniziali. Questo è il cinquecentesimo post della serie, forse anche troppi se valutiamo i contenuti, ma nessuno buttato giù tanto per fare, ve lo assicuro. A questo hanno corrisposto anche oltre 20.000 contatti da 90 paesi diversi, che mi sembrano una enormità. Certo qualcuno ci è capitato per errore e quasi la metà di circa 10.000 lettori diversi, dopo esserci capitato se ne è ritratto con orrore o semplice noia, rimanendoci pochi secondi per non tornare mai più, ma molti ci sono ritornati un numero notevole di volte, direi che si sono quasi affezionati, hanno lasciato commenti di simpatia e sono diventati, e mi voglio spingere abbastanza in là, una particolare specie di amici, che non hai mai incontrato, ma che incontreresti volentieri, magari solo per fare una risata insieme o per provare una delle loro fantastiche ricette o per discutere qualcuno dei concetti che a loro volta lanciano in questo etere amorfo, ma così prolifico che è il web. Qualcuno, pochi purtroppo, perchè mi piacerebbe suscitare qualche polemica, non troppo astiosa naturalmente, ha criticato le cose che dico. Meno male, come sapete, mi piace mettere in discussione i concetti e la certezza di essere nel giusto è un dato che non mi appartiene. Troppo pochi, dicevo, perchè invidio quei blog dove le opinioni diverse si intrecciano e la discussione si fa dura e spigolosa, lasciando però sempre qualche seme utile in giro. Ho tentato anche ieri, ma vedo che i risultati sono scarsi, anzi negli ultimi tempi ho notato un certo calo di attenzione, che naturalmente mi spiace, ma capisco che dipende solo da me; i miei argomenti sono probabilmente diventati troppo ripetitivi e la mia speranza di superare stabilmente i cento contatti giornalieri si è infranta sulla scogliera dell'indifferenza. Va bene, prometto che cercherò di rinnovarmi, tentando di essere più curato, interessante e meno ripetitivo (si sa che sono doti che migliorano col passare degli anni, ahahahahah). Intanto un grazie a tutti e da domani, tanto per cambiare torniamo in Cambogia, dove momenti difficili si addensano su un vecchio corpo sfatto e ahimé troppo delicato. E adesso scusate, ma vi lascio perché devo andare dal dentista e sono già nervoso.

sabato 1 maggio 2010

Pubblicità

Qualche amico mi ha fatto notare, garbatamente per la verità, la mia resa incondizionata al mondo reale, criticando seppur senza acredine, la scelta di ospitare in queste pagine dei link e dei banner pubblicitari. In linea di massima, potrei anche essere d’accordo di fronte ad una linea dura e pura e capisco le osservazioni di chi vorrebbe un web libero da orpelli e riempitivi inutili agli interessi specifici, ma nel mio caso specifico, io, da buon tuttologo, sono molto interessato a capire il meccanismo di funzionamento delle cose e, in generale, mi ci lascio andare per tentare di penetrarle. Il caso specifico della pubblicità di internet è particolarmente interessante. Sono rimasto subito affascinato dal sistema per cui, e non siamo molto lontani da un inizio di intelligenza artificiale, la pubblicità che si decide di ospitare nelle proprie pagine, viene formata automaticamente in base, credo, a complessi algoritmi, in modo che compaiano annunci assolutamente attinenti all’argomento trattato nei post. Già questo fatto di per sé mi delizia. Che la macchina capisca in automatico qual è il punto di interesse di quanto io scriva o pensi, mi sembra incredibile e comunque è un bel passo rispetto al fare calcoli velocemente, il punto chiave filosofico del computer. La seconda cosa che mi sembra congruente sta nel fatto che il web è una delle poche cose rimaste libere e dove è possibile fare cose, leggere, studiare e informarsi infinitamente in modo gratuito. Tutto questo funziona e va avanti grazie ai meccanismi ed alla logica della pubblicità. Mi pare che ci siano solo vantaggi a fronte di un piccolo disturbo visivo di occupazione di spazi. In linea generale, quando giro nella rete e leggo cose che mi hanno interessato, quando ho finito clicco sempre qualche pubblicità. Tutti hanno un vantaggio da questa piccola, semplice e non fastidiosa operazione. Perché? Intanto non mi costa nulla, solo un piccolo clic e intanto posso considerarlo anche come un piccolo segno di apprezzamento per quanto ho letto, per lo sforzo che ha fatto l’autore nel comunicarmi qualche cosa. In secondo luogo, proprio per il meccanismo di cui abbiamo detto prima, se mi interessava l’articolo di cui ho letto è probabile che mi interessi, a livello informativo, anche quello che viene pubblicizzato a fianco, essendo attinente. Ad esempio, leggendo articoli di viaggi su vari siti, ho potuto controllare le opzioni dei voli disponibili o gli itinerari proposti da diverse agenzie di viaggio, in un caso ho addirittura risolto un problema, trovando una soluzione vantaggiosa per un mio viaggio in Tibet in un altro caso mi sono iscritto ad un sito che non conoscevo che mi ha offerto delle soluzioni che mi interessavano per stampare i miei libri di fotografia. Quindi a volte una funzione di utilità non trascurabile. In terzo luogo perché con un clic contribuisco a far girare il sistema, la cui gratuità e libertà, che speriamo continui, è fondata proprio tutta sul business della pubblicità. Così alla fine sono tutti contenti. Io che non ho speso niente e ho avuto una informativa supplementare, il sistema che prospera e seguita a presentare sempre nuovi contenuti se continua a guadagnare, il tizio che ospita la pubblicità perché con il suo hobby, può divertirsi senza pagare, proprio grazie a questo sistema che gli mette a disposizione strumenti complessi e che addirittura gli riconoscono qualche centesimo di tanto in tanto.

sabato 27 marzo 2010

Cronache di Surakhis 28: elezioni!

Alba radiosa, nuvole alte sfumate di tenero verde di primavera, vento leggero che portava lontano gli effluvi delle centrali a merda, dalla città verso le bidonville esterne, dove comunque gli abitanti avevano altro a cui pensare. Ma certo, le cose si stavano mettendo meglio, che senso aveva parlare ancora di crisi, come insistevano a fare Peninentes e Morigeratores, luridi spurghi di fogna, pessimisti e detrattori di ogni cosa, insistendo a tirar fuori dettagli come l'aumento delle soppressioni degli schiavi, una riduzione necessaria e sacrosanta per razionalizzare la produzione, quando i segnali di ripresa erano ormai evidenti a tutti. I trasporter per i resort di lusso della terza luna erano quasi raddoppiati, l'uso di Openminder, la miglior droga sul mercato aveva avuto un ottimo incremento e anche l'indice di cessione dei figli alle banche degli organi era cresciuto, tanto che potevi farti un fegato nuovo con poche centinaia di crediti. Però è inutile, c'è sempre chi vuol vedere, interessatamente, il bicchiere mezzo vuoto. Eppure tanto era stato fatto, anche nella direzione del risparmio della macchina imperiale. Per esempio si erano finalmente riuscite ad abbattere le folli spese delle campagne elettorali con l'introduzione del nuovo sistema di votazione, che in un sol colpo aveva risolto anche le infinite diatribe sulla manipolazione dei televoti che nascevano sempre dopo lo spettacolo elettorale Votando tra le stelle, sempre da parte dei soliti perdenti per altro, che andavano insinuando che pacchetti consistenti venivano inviati al calcolatore direttamente dal palazzo imperiale e dai suoi centri del controllo olovisivo. Paularius ne era particolarmente orgoglioso essendo stato uno tra gli ideatori del nuovo sistema, che stava lì sotto gli occhi di tutti, era solo una ottimizzazione scentificamente testata dei modi precedenti. La scienza statistica aveva fatto passi da gigante ormai e attraverso studi acclarati si era convenuto che non era indispensabile far votare tutti, cosa tra l'altro evidente anche senza fare gli intellettuali spocchiosi, ma bastava raccogliere i voti tramite un sondaggio. E' ovvio che anche questa forma aveva subito le solite ingiuste critiche, basate sul fatto che le opinioni di voto erano raccolte dai centri di polizia del regime. Si sa che a certa gente non va mai bene niente, ma per fortuna l'approfondimento degli studi aveva portato a restringere sempre di più il campione necessario ad aveve un risultato corretto, cioè a far trionfare gli uomini indicati dall'Imperatore, fino ad arrivare allo straordinario risultato di ridurre il campione ad una sola persona. L'UMA. L'uomo medio assoluto che racchiudeva con la sua decisione la decisione di tutti; quale più straordinario punto di arrivo per la democrazia. Finalmente il Popolo aveva nelle sue mani, per lo meno in quelle del suo rappresentante effettivo, il potere di nominare il governo del pianeta. Era stato scelto quindi un certo Durando Tritaminchie che viveva in un quartiere proletario di Harappa e di lì a poco sarebbero stati resi noti i risultati del suo voto. Paularius era tranquillo perchè il suo gruppo di Corruptores che stava trattando con Durando da alcuni giorni, aveva mandato di fare offerte a crescere senza limite, a fronte ad ogni tentativo dei Corruptores dell'opposizione. Se la sarebbe cavata, prevedeva, con l'esenzione dagli obblighi contributivi, un posto perpetuo al ministero delle tangenti sulle forniture sanitarie, una conduzione olovisiva per la figlia che voleva fare l'etéra nel famoso programma "A chi la do" ed una tessera di accesso al Club Dei Lenoni, circolo esclusivo che aveva a disposizione la più ampia scelta di covarianti sessuali dell'universo, incluse le Macrovulvae di Aldebaran III e le ambitissime Risucchianti della luna di Vega II. Comunque per tranquillità aveva trattenuto il resto della sua famiglia nel centro di sicurezza per accertamenti. Arrivò a casa mentre dagli altoparlanti stradali, l'olovisione annunciava tra squilli di tromba il radioso futuro del paese del governo dell'imperatore, appena confermato. Poteva andare a riposare tranquillo. La democrazia aveva trionfato ancora una volta.

Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

http://ilventodellest.blogspot.com/2009/07/cronache-di-surakhis-17-vacanze-estive.html
http://ilventodellest.blogspot.com/2009/08/cronache-di-surakhis-18-keep-e-put.html
http://ilventodellest.blogspot.com/2009/08/cronache-di-surakhis-19-lasta.html

domenica 27 dicembre 2009

Lettera aperta al Signor Sindaco di Alessandria.

Lettera aperta al Signor Sindaco di Alessandria.

Egregio Signor Sindaco, approfitto del fatto che subito dopo Natale, tutti sono satolli di cibo ed assolutamente inclini a trovare soluzioni condivise nel generale clima di bontà che in questi giorni si è disteso sul paese come una cappa lieve, per scriverLe questa lettera aperta, certo che Lei, che so molto attento alla comunicazione ed alle sue sottigliezze, le darà un’occhiata non distratta. Io ho la sventura di risiedere nel quartiere che il fulmineo abbattimento del ponte Cittadella ha reso assai duro da vivere. Certo è stato magnifico vedere, se come sembra era necessario, in una settimana ed oltretutto in pieno agosto, mese insolito per lo svolgersi dei lavori pubblici, ogni pietra del ponte sia stata portata via con una efficienza rara ed encomiabile. Pensi che io mi ero addirittura aspettato che con altrettanta rapidità cominciasse la costruzione del nuovo ponte, anche per sbugiardare le Cassandre che pretendono che quelli della nostra età, non arriveranno mai a vederlo. Gente di poca fede senza dubbio e forse si fa male a definirle Cassandre, che, come ben si sa, non era ascoltata, ma vedeva perfettamente il futuro; speriamo di no. Ora, si sarebbe trattato, quantomeno di rendere il meno invivibile possibile il quartiere Piscina per gli anni che verranno, siano quelli che siano. Io penso che concorderà con tutti noi che ci abitiamo, che la scelta logistica che è stata fatta è stato un tragico errore che trasforma nelle ore di punta, tutto lo Spalto Borgoglio, reso tragicamente senza vie d’uscita, in un budello privo di speranze, che costringe i residenti (gli altri no, per fortuna, giacchè tutti hanno capito come, giustamente, sia esiziale alla salute fisica e mentale, frequentare questa parte della città) a compiere un percorso infinito, andando a destra per chi vuole andare a sinistra e viceversa, un giro dell’oca mortale con coda punitiva ad ogni rotonda, sbattuti fino alla prigione del Londra senza passare dal via. Ore ed ore che passeremo in macchina per anni, ammorbando l’aria per le centinaia di chilometri in più percorsi senza colpe, lanciando maledizioni a chi ha imposto questo contrappasso dantesco. Per la verità a tutto c’è rimedio, in questo caso, poi, basterebbe, senza alcuna spesa, a costo zero si direbbe, per lo meno, provare a fare un intervento minimo che, di certo, e qui tutti ne sono convinti, agevolerebbe e di molto anche se non risolverebbe del tutto, il problema. Infatti l’apertura della rotonda del Liceo Scientifico, consentirebbe di smaltire tutto quel traffico (di residenti) che debbono inutilmente proseguire fino alla ronda successiva per tornare indietro creando una doppia coda; inoltre l’apertura dei varchi di Spalto Borgoglio, inopinatamente chiusi, consentirebbero a chi deve andare verso lo Stadio di evitare di gravare ulteriormente il flusso verso la stazione. Io penso che Lei sia stato mal consigliato e che adesso, chi ha deciso con pervicacia di non voler correggere un errore così evidente, La costringa non soltanto a incaponirsi in questo cul de sac senza uscita, ma anche a gettare 500.000 euro in una inutile ulteriore rotonda, come ci ha ben illustrato nella lettera che ha avuto la cortesia di mandarci. Riconoscere un errore è sintomo di umiltà e di intelligenza, oltretutto quando si può correggere senza spesa. La prego, dimostri di saper prendere le distanze da chi non vuol prendere atto dei fatti, per poter con giusta ragione continuare ad essere uno dei sindaci più amati d’Italia. Lo sa, il volgo è suscettibile, ci vuole un attimo a perdere il favore delle masse. Con l’augurio che questi giorni di pace e serenità Le consentano di meditare con calma sul problema, lontano da cattivi consiglieri, Le invio, con immutata stima, i miei più cordiali saluti.

Enrico Bo

Come prevedevo il nostro Sindaco mi ha prontamente risposto quanto segue:

Caro
signor Enrico,

purtroppo
la dimostrazione di cosa vuol dire aprire la rotonda dello scientifico l’ha
avuta qualche giorno fa. Un buontempone lo ha fatto di soppiatto nel pomeriggio:
risultato? Quello da voi preconizzato? No: coda fino a largo Catania, coda da
San Michele, coda dal cavalcavia, coda fino in piazza
Garibaldi.

È
proprio vero che ogni tanto manca a qualche mio concittadino il senso
dell’astrazione. Non bastano le simulazioni al computer (trova tutto sul mio
sito www.fabbio.it) occorre provare. Il che
equivale a dire che se non metto la mano in bocca al leone non sono convinto che
me la stacchi con un morso.

Purtroppo
il flusso del traffico indirizzato tutto su un ponte non poteva che portare
squilibri che, nei prossimi mesi si compenseranno con due misure convergenti: la
costruzione della rotonda davanti al palazzetto (si ricordi che serve anche un
elemento fisico di contenimento e riduzione della velocità se parliamo di
sicurezza stradale) e la conclusione della tangenziale fino al casello di San
Michele. Occorre avere solo un po’ di pazienza e un po’ di fiducia in chi ogni
giorno studia questi problemi e individua soluzioni
possibili.

Contraccambio
a lei e famiglia i migliori auguri di buon anno con ancora una postilla: se un
ponte si può demolire in fretta non altrettanto tempo ci vorrà per costruirlo.
Come avrà certamente letto il 22 dicembre abbiamo firmato l’accordo di programma
che mette a disposizione 18 milioni di euro per la realizzazione entro il
dicembre 2012 del nuovo ponte Tanaro, che certamente – anatemi di Sgarbi a parte
– percorreremo insieme.

Piercarlo
Fabbio

Carissimo Signor Sindaco

Innanzitutto La ringrazio per la pronta risposta, ma La prego non sia così irritato, Le ho scritto durante le feste proprio perché tutti sono più sereni e disposti al dialogo ed anche a prendere in considerazione punti di vista diversi. Io, fossi in Lei, non avrei timore di mettere alla prova le teorie dei miei esperti, soprattutto se si può fare senza spendere un Euro. Quello che è successo l’altro giorno in seguito all’inopinato e sciocco intervento estemporaneo di qualche buontempone, non può essere preso a testimonianza, proprio per la casualità e l’irregolarità dell’evento. Invece lasciare aperta la rotonda dello scientifico per 3 o 4 giorni sarebbe una buona (e gratuita) prova per rafforzare le Sue ragioni e dare una soddisfazione ad una bella fetta di popolazione (votante) che altro non aspetta che di essere convinta della bontà di alcune scelte.

Per il resto concordo assolutamente che nessun ponte può essere costruito in una settimana, ma sicuramente un ponte dovrebbe essere abbattuto solo il giorno antecedente alla posa della prima pietra del nuovo ponte e non con un anno di anticipo, tanto per portarsi avanti coi lavori. Sarebbe stato un anno in meno di (certamente inevitabili) disagi. E non è mica poco.

Con rinnovata stima

Enrico Bo

martedì 8 dicembre 2009

Puzza di fogna.

Che odore strano nell'aria. Ve lo dico chiaro, ho la luna storta. Oggi la nebbiolina è ancora bassa, non si capisce se vuol piovere o fa solo finta, per bagnare la voglia di ridere. Un tempo inventato apposta per il cattivo umore, per guardare il bicchiere mezzo vuoto, per leggere solo le notizie pessime, cioè godersi completamente tutto il gornale. Ma come si fa a ridere. Domenica un allenatore ha ordinato alla sua squadra di fermarsi e lasciar segnare gli avversari, perchè il gol che avevano appena fatto non era sportivamente corretto. Che fairplay! Seguire una legge non scritta che ti fa sentire in obbligo di non approfittare di qualche cosa per semplice "lealtà". C'è da farsi venire le lacrime agli occhi, come sono di certo venuti ai tifosi di quella squadra, che infatti hanno assediato per circa due ore allenatore e giocatori negli spogliatoi per menarli, o al presidente della squadra stessa che ha dichiarato che tocca all'arbitro giudicare cosa è corretto, mentre il dovere di chi è pagato da lui è vincere in ogni modo, forse voleva aggiungere anche segnando con le mani che magari poi vai ai mondiali, sempre che l'arbitro non veda. Ma cosa ci sta succedendo? Per carità, lo so bene, che certe schifezze ci sono sempre state e sono presenti, forse geneticamente in fondo ad ogni animo umano. Forse proprio questo è il segreto del trionfo della nostra specie, la cattiveria che c'è dentro ognuno di noi, la voglia di prevaricazione, la paura di essere deboli e quindi, oltre ad avere paura di tutto quello che non conosciamo, che ci è ignoto, anche l'autogiustifuicazione ad utilizzare tutti i mezzi, meglio se sono scorretti, per ottener ciò che vogliamo, che riteniamo un nostro prevaricante ma irrinunciabile diritto o semplice voglia. Però fino a non molto tempo fa questo sentimento, questo odio verso l'altro, era tenuto in fondo all'anima, quasi sconosciuto a noi stessi, emergeva dalle fogne del nostro scontento solo di tanto in tanto, ad alcuni con più frequenza che ad altri, certo, ma sempre occasionale e vissuto con una sorta di vergogna, di pudore. Veniva fuori un negro di m. e tutti erano inorriditi e chi lo aveva pronunciato veniva guardato con dispregio; corruzione era una cosa sporca, ti macchiava irrimediabilmente. Il fallimento per una azienda era talmente vergognoso, che qualche commerciante non osava neppure pronunciarla la parola, per non esserne contaminato per sempre. Poi qualcosa è cambiato, forse l'aria, forse si è esaurito l'afflato di ricostruzione che segue tutte le grandi tragedie storiche, forse soltanto qualcuno che ha preso in mano la tastiera della giostra e della comunicazione ha saputo tirare fuori il peggio di noi e lo ha nobilitato. Non sono stati necessari molti anni, segno che eravamo ben predisposti. Essere ignoranti non è più una vergogna; puoi esser un puttaniere, andare a trans, corrompere, rubare, usare tutti i mezzi più illeciti per avere quello che vuoi, intorno a te faranno spallucce, anzi ti invidieranno, vorranno essere al tuo posto. Se, potente, ti pescavano nel letto sbagliato, eri squalificato per sempre, oggi anche le signore , si dan di gomito, e dicono:- Almeno gli piacciono le belle donne- e sognano di essere loro in quel letto a godere di quei privilegi. Corrompi? Tutti cercan di capire come hai fatto per imitarti ed ottenere i tuoi risultati. Sdogani di fatto il razzismo? Stuoli di vecchietti terrorizzati dall'uomo nero ti adoreranno e ti pregheranno di far le ronde sotto casa loro. Si presenta la famiglia come un punto fermo, per averne col plauso di tutti almeno due o tre. Personaggi che si sposavano con riti pagani e inneggiavano ai druidi con le ampolline, ora brandiscono i crocifissi come clave, pur di attizzare il già caldo fuoco dei fondamentalismi. Non ci credono certo, chè il cristiano è altra cosa, del tutto contraria, ma porta voti. Più ne fai e più il risultato nell'urna ti darà ragione. Ogni tanfo mefitico, prima chiuso nella cloaca dell'io profondo, incoffessato, diventa profumo con cui adornarsi con orgoglio. Ormai sdoganata, non è immoralità, non è amoralità, è soltanto la nuova morale a cui bisogna adeguare i comportamenti per non essere guardati male. Coraggio, povero allenatore, hai fatto un errore, adesso lo hai capito anche tu e probabilmente, come tra l'altro hai già dichiarato, non lo rifaresti, ma non puoi pensare che finisca così. Ogni buona azione non resterà impunita. In arrivo un deferimento dalla Lega (Calcio, ben si intenda) e probabilmente il licenziamento nelle prossime settimane.

martedì 6 ottobre 2009

Cronache di Surakhis 21 : autunno.

L'autunno su Surakhis era cominciato da poco; l'aria rinfrescava già un po'. la temperatura ormai era sempre attorno ai -20°C e cominciavano a sfarfallare, quasi ogni sera le flocculazioni di metano che al mattino coprivano il terreno di un bell'azzurro pallido. Paularius era esasperato, i dolori alla schiena lo avevano talmente sfinito che si era fatto trapiantare una colonna vertebrale nuova, ma si sa, su Surakhis la sanità era quello che era e nonostante tutti i crediti che aveva dovuto cacciare, avevano dovuto sacrificare tre donatori per avere una colonna decente. Dato che per queste operazioni non era conveniente tenere in vita il donatore si era fatto innestare anche le iridi del terzo che erano di un blu intenso. Ci aveva sempre tenuto ad avere uno sguardo ammaliante. Aveva invece soprasseduto ad utilizzare anche un apparato riproduttore nuovo, perchè le mani da quelle parti gliele avevano già messe una volta e non era stata una passeggiata. Adesso si sentiva un po' meglio, ma tutte quelle iniezioni gli avevano reso le chiappe insensibili anche alle vibromassaggiatrici. Non se la sentiva ancora di lavorare, ma, approfittando della sua momentanea assenza dal ponte di comando, tutti i succhiasangue ne avevano approfittato per saltargli alla gola. Era persino venuta fuora quella vecchia storia di corruzione con cui si era impadronito della miniera, roba che ormai nessuno ricordava più ed era anche ampiamente prescritta, ma sfruttando il fatto che il suo gruppo di corruptores non aveva potuto seguire la faccenda e pagare il giusto ai giudici era stato condannato a cacciare un miliardo di crediti al suo avversario di sempre, Cirricus il finanziatore. Quei dannati corruptores, incapaci di prendere una decisione se non gli si dice tutto, esecutori di quarta categoria buoni a nulla, mentre lui era malato, avevano trovato la scusa di non poter più intervenire a causa dell'opinione pubblica stanca di quei trucchetti. Ma quale opinione pubblica, quella ce l'aveva in mano completamente, grazie anche ai trattamenti subliminali che legalmente erano ormai stati inseriti in tutte le trasmissioni e dunque lo adoravano. Presto sarebbe stato anche nella terna tra cui scegliere i nuovi Santi. Certo quei crediti non li avrebbe mai cacciati fuori, c'erano ancora i rimanenti undici gradi di giudizio, ma era il fatto in sé che lo disturbava e il non avere tutto sotto controllo come al solito. Intanto si imponeva di sostituire il responsabile della sua squadra di corruptores, quell'avvocato Molini che già da un po' stava sulla lama del rasoio. Diede l'incarico ad un tetraploide vegano ermafrodita, che lo aveva già aiutato in molte occasioni e poi si catafottessero tutti, l'importante era avere il controllo dei plasmatori mentali e dei rubinetti dei contatori dell'aria. Decise di andare a stendersi un po'; tutte quelle storie gli avevano fatto venire mal di testa e anche un po' di febbre.

martedì 29 settembre 2009

Cronache di Surakhis 20: discopatia.

Paularius era piegato in due dal dolore. Da quando, due giorni prima si era svegliato e scendendo dal letto gravitazionale, aveva appoggiato il piede sinistro sul prezioso tappeto di morbido pelo di Ferlak, una lama incandescente sembrava essere penetrata tra la quarta e la quinta vertebra della sua vecchia schiena. Con rabbia aveva scostato le candide membra delle tre ancelle multisex che gli avevano reso gradevole la serata e, dopo aver cercato di mettersi in piedi, si era trascinato fino allo studio, lanciando maledizioni a tutto l'universo e tenendosi qua e là per non cadere riverso, fino ad abbandonarsi nella grande poltrona in cerca di una posizione in cui il tremendo dolore provasse linimento. Subito erano stati convocati i cerusici di diverse scuole ed ognuno aveva dato un suo specifico e sempre costosissimo medicamento, dall'ultimo grido della ricerca medica, agli antichi infusi di erbe ed agli impiastri strofinati con zelo da mani sapienti di schiavi acquistati specificamente per questo uso. Nulla era servito. Era di pessimo umore, così ordinò che fosse vaporizzata all'istante la pattuglia di Morigeratores che attendeva da tre giorni di parlargli per piatire migliori condizioni per gli addetti alla miniera. Certo da quando era iniziata la crisi, si erano dovuti un po' restringere i cordoni, ma tutto era in funzione del loro bene futuro, anche se questa gentaglia non lo voleva intendere. Se la società proprietaria della miniera, cioè lui, non avesse potuto generare i soliti consistenti utili, loro sarebbero presto diventati carne per la banca degli organi, quindi le restrizioni prese erano solamente nel loro interesse e questi avevano anche il coraggio di lamentarsi, con lui e con tutto il male che aveva. Maledizione. Non ne poteva più di tutta quella democrazia, di tutti quei diritti, sparpagliati così come il parmigiano sulla pasta alla klapper (quanto gli piaceva il sugo di quei piccoli ometti spremuti e ripassati nel vino di Hort, solo che erano diventati così rari da trovare, si nascondevano sempre meglio i furbacchioni, ma sempre non abbastanza per evitare, al giusto prezzo, la tavola di un grande gourmet come Paularius). Era ora comunque, che il governo prendesse un indirizzo un po' più severo di quello di ottenere consenso tramite un lungo ma lento lavoro di induzione mentale attraverso i media, che, d'accordo, erano tutti controllati dal governo e contenevano una serie (consentita da apposita legge e controllata da apposito garante) di induzioni subliminali all'adesione totale verso l'Imperatore, ma era pur sempre un lavoro che richiedeva tempi lunghi e le proteste, seppure sempre più fioche disturbavano il buon andamento della società. Erano queste preoccupazioni che gli avevano fatto venire il mal di schiena, certamente! Si sarebbe dovuto decidere prima o poi a rivolgersi alla banca degli organi (dove, d'altra parte, aveva la maggioranza delle azioni) e prendersi una colonna vertebrale nuova. Con la crisi, tra debitori diretti e genitori che cedevano i figli non potendo più pagare i mutui, adesso c'era un sacco di donatori giovani e la banca non aveva nemmeno più dovuto ricorrere ai Twoseas bond, che l'astuto ministro aveva emesso per incastrare gli istituti di credito. Mica siamo nati ieri, pensò Paularius a bocca storta. Peccato che per ricavare una colonna vertebrale completa, bisognasse sacrificare il donatore, non aveva senso mantenerlo in vita, come quando gli si prelevava solo un arto od un organo semplice. Eh, i costi aumentano, ma la gente se ne frega, vuole tutto gratis! Anche la terza luna di Surakhis tramontò infine, in un livido cielo verde marcio e come diceva l'antico proverbio, con la terza luna verde, il bel tempo si perde.

mercoledì 16 settembre 2009

Elogio della tuttologia.

Uno dei motivi per cui alcuni miei amici mi disapprovano (vero Mariuccia?) è che il mio assunto principale recita: "Piuttosto che fare una cosa molto bene, preferisco farne molte male". Sarà pigrizia congenita, sarà incostanza cronica, sarà una curiosità genetica che mi spinge a sfarfalleggiare suggendo il nettare della conoscenza qua e là a piccoli morsi come per testare cucine diverse. Tanto per farvi un esempio, non conosco bene neanche l'italiano (come avrete notato spesso), ma per contro, mi sono interessato di penetrare i meccanismi di almeno una decina di lingue e di altre lo faccio ogni volta che ne ho la possibilità. Così mi sono iscritto alla benemerita congregazione dei tuttologi come avrà notato chi ha la bontà di seguirmi. Questa disciplina, negletta e vituperata, quando non derisa e disprezzata, mi affascina e mi conquista ogni giorno di più. Si è detto che lo specialista sa quasi tutto su quasi nulla, mentre la stupenda posizione del tuttologo è che non sa quasi nulla, ma su tutto. Questo lo mette in una straordinaria posizione di vantaggio, in quanto (se riesce ad essere anche intelligente e questo purtroppo non si impara) lo mette in grado, quando è in presenza di uno specialista, di poter ascoltare qualunque cosa, riuscendo, quanto meno a capire di cosa si sta parlando e potendo quindi fare al medesimo, domande pertinenti che lo rendono partecipe, mentre con gli incompetenti della materia può comunque tenere banco, certo (sempre se è intelligente e non si allarga troppo) di non dire scemenze. Può partecipare, con i suoi limiti a tutte le discussioni e questo fatto continuerà ad arricchirlo e a stimolarlo a guardare in altri pollai. Vi ricordo che comunque tutte le grandi teste dell'umanità sono stati enciclopedici, come si diceva un tempo. Oggi però, con lo sterminato aumento delle cognizioni possibili, l'appellativo di tuttologi mi sembra più calzante, proprio perchè data la mole di materiale disponibile bisogna contentarsi di sempre minori informazioni su ogni campo, visto che anche questi si moltiplicano a dismisura. Non dimenticate che il tuttologo è poi sempre il centro della festa, proprio perchè è in grado di parlare ma, soprattutto stare ad ascoltare tutti, virtù questa molto rara e quanto mai apprezzata in particolare dagli specialisti. Vi sarà capitato di chiedere ad un amico appassionato di montagna se preferisce arrampicare libero o in cordata e quello non vi mollerà più, se gli date retta mentre vi enumera le ultime novità tecniche e così via. Certo da un lato, questa esasperazione specialistica mi preoccupa, dall'altra mi consola. Chiedevo l'altro giorno ad un amico medico il nome di un buon angiologo, specializzazione assai specifica (consentitemi la tautologia) e lui di rimando, mi ha chiesto di precisare se mi interessava specializzato nelle vene o nelle arterie! Tra un po' sarà dura anche per noi tuttologi stare dietro a tutto. Comunque, uno dei maggiori difetti imputatici è quello di essere troppo prolissi e parolai, forse per coprire la nostra ignoranza e nascondere i nostri limiti, per cui la pianto di allungare il brodo, tanto avete capito tutti che oggi non sapevo cosa dire ma non volevo esimermi da questo appuntamento quasi quotidiano, d'altra parte sono o no il miglior blogger degli ultimi 150 anni di repubblica?

venerdì 26 giugno 2009

Teheran

Sono stato solo una volta in Iran e per di più l'unica città che ho visto era Teheran. Ero partito prevenuto naturalmente e mi aveva invece molto spiazzato la cortesia, il modo di fare, voglio esagerare, un senso di nobiltà di gesto nelle persone con cui sono venuto in contatto, in aziende, uffici, personale di servizio o semplicemente nel bazar, dove non ho avuto quella sensazione sempre un po' sgradevole di assalto allo straniero che può la buona occasione della giornata, da non lasciar scappare, che ho sentito spesso in altri paesi definiti poveri. Anche nel bazar, stranamente, la gente parlava a toni bassi, senza urlare, trattando con garbo. Ecco, avevo avuto la percezione di mancanza di sguaiatezza anche dall'uomo che girava la pastella nel calderone, prima di farne palline da gettare nell'olio bollente. Tante barbacce dall'aspetto severo che si scioglievano in un sorriso quando ti rivolgevi loro; l'icona del terrorista dei fumetti che invece al di là del bancone ti chiedeva con garbo se il cambio dei 100 dollari lo volevi da 10 o da 50. Non so se è una colpa l'irsutismo e glabro non è sinonimo di buon uomo. Forse Teheran è una cosa e le periferie ed il resto dell'immenso paese un'altra; si sa che i poveri sono ancor più brutti, sporchi e cattivi. Quindi è difficile interpretare con mente serena, quanto si vede in questi giorni nei TG. E dire che è più facile farlo per chi, come noi ne è fuori e non si prende le manganellate o i proiettili o peggio ancora sarebbe contento se andasse tutto all'aria. Da quanto vedo non riesco a definire se, come credo per Tien An Men (forse sbagliando, certo), sia un movimento fortemente minoritario ed enfatizzato, se sia invece, anche se di minoranza, ma comunque forte e diffuso e quindi tale da rappresentare un momento con cui il regime si deve confrontare e fare i conti, impossibile da soffocare in questo modo, o addirittura invece la valanga che potrebbe definitivamente seppellire la teocrazia, come preferirebbe decisamente il nostro mondo. Lo vedremo nei prossimi giorni, mentre intanto i ragazzi, sempre loro, continuano a morire con la testa fracassata. Nuovi martiri per la nuova rivoluzione o solo usati, come al solito, dai prossimi signori del paese. E' curioso, tra l'altro, che orecchiando i commenti che si sentono tra le persone a noi vicine, quelli che si sbracciano di più per sostenere l'unica via possibile della guerra civile, sono spesso le stesse persone che stavano dalla parte dei sistemi usati da alcune forze dell'ordine, come per la caserma di Genova, tanto per fare un esempio a caso. Non è la prima volta che il nostro mondo si schiera con prontezza, ignorando tutto di quelle situazioni, di quelle storie, per trovarsi poi robuste sorprese. L'unica cosa che invece si deve rilevare con interesse, che emerge prepotente dai fatti, è che questa rivolta è forse la prima che viene documentata al mondo, non da giornalisti, non da inviati, che, a quanto pare , sono ormai assenti completamente, i pochissimi presenti arrestati o impossibilitati a comunicare, ma dalla tremenda potenza del nuovo mezzo mediatico che qualcuno ancora sottovaluta. I telegiornali di tutto il mondo fanno il pezzo con gli spezzoni di Youtube e i messaggi di Twitter; sono i giornali di domani, bisogna sottolineare questo fenomeno del tutto nuovo e travolgente. Sono le persone comuni a fare informazione e pur in una situazione così caotica, pericolosa e tragica, non si possono far tacere. Riprendono (e riprenderanno dovunque capiterà nel futuro) dalle finestre e dai portoni le Ronde in camicia verde (o di altro colore) dei Basiji che spaccano le teste di chi non la pensa come loro; che i regimi autorizzano ad operare, come è sempre successo nei paesi che a poco a poco precipitano nelle gorgo delle dittature, in luogo delle forze ufficiali di polizia, che forse esiterebbero di fronte a un modus operandi violento o assassino. Bisogna ragionare molto sulla potenza del mezzo e sulla garanzia che conferisce alla libertà e quindi contrastare decisamente ogni proposta di controllo dello stesso , anche se coperta da scuse di vario tipo, dalla protezione dei diritti d'autore e compagnia cantando. La rete si sta rivelando come il più potente, innovativo e libero tra i mezzi a disposizione dell'uomo, non perdiamolo e teniamo i riflettori accesi su Teheran.

giovedì 22 gennaio 2009

Quasi primavera

C'è il sole oggi, finalmente, quindi il tema di meditazione è:
1. E' facile governare la testa della gente.
2. Basta un attimo e di noi non rimane memoria
3. Bello è vivere in una terra che non ha bisogno di eroi
Come di consueto per condensare i tre punti in un unico discorso vado a pescare nei miei ricordi. Vjacheslav era ricco, molto ricco, eppure, in quel 1993 di grandi novità, era la prima volta che usciva dall'URSS e tutto gli sembrava bello e diverso, anche una cittadina spenta ed anonima come Alessandria. Era ansioso di raccontarsi, con l'entusiasmo di chi esce dal guscio e si guarda intorno avido di imparare, di provare, di conoscere. Veramente non era proprio la prima volta che lasciava la Russia. Mentre gli chiedevo se non avesse mai visto neppure qualche paese all'interno dell'area sovietica, il suo viso si rabbuiò mentre risaliva la scala degli anni. Certo, uno lo aveva visitato, molti anni prima. Era d'inverno, un inverno molto freddo, quello del 1968 e lui, che era ancora un ragazzo, trascorreva il Capodanno in una gelida tenda con i suoi commilitoni, accampati tra le colline, lontani dai centri abitati. Le razioni erano insolitamente abbondanti e di buona qualità da giorni e anche la vodka veniva distribuita senza troppa avarizia. Poi arrivò l'ordine e lui, addetto alla mitragliera, era nella colonna di carri blindati che entrarono a Praga. Era il gennaio del 1969 e tutti erano ben motivati, sapevano bene(da settimane glielo spiegava il commissario politico) che l'Occidente stava per invadere la Cecoslovachia e che i fratelli Cechi li avevano chiamati in aiuto, per proteggerli e difenderli dall'invasore. Era pronto, nel suo slancio giovanile, a combattere per loro, ma mentre il suo carro avanzava sferragliando lungo la grande Uliza Venceslao, comprese subito che c'era qualcosa di strano. Emergeva con quasi tutto il busto dall'oblò del suo tank e girandosi intorno vedeva la folla, la folla dei Praghesi, che non gli lanciava fiori e grida di benvenuto, ma soltanto insulti e grida di "tornatevene a casa". In russo. Quella gente per cui era pronto a combattere, gli mostrava i pugni con ira, oppure lo guardava soltanto con sguardo severo e triste, molte donne piangevano. Uno shock, un ribaltamento di valori. Piano, piano cominciò a capire, risalì alla cura con cui nei giorni precedenti erano stati evitati, addirittura proibiti i contatti con la popolazione. Le sue certezze si sgretolarono a poco a poco in quella acerba primavera, man mano che le richieste di spiegazioni erano aggirate od ignorate. Per sua fortuna non dovette mai sparare e non seppe mai neppure di Jan Palach e degli altri ragazzi. Però la sua verginità condiscendente fu perduta quel giorno e negli anni a venire, guardò sempre chi prendeva per oro le dichiarazioni ufficiali del regime, con l'occhio di chi ha visto. Oggi la maggior parte delle persone con meno di 40 anni che conosco, non sanno neppure chi sia Palach. In un attimo la memoria svanisce se non l'hai vissuta direttamente, specialmente nei luoghi dove i problemi sentiti come i più gravi sono la presenza dei Rom e gli sbarchi a Pantelleria.

lunedì 12 gennaio 2009

Orsi polari

Non ne posso più! Adesso mi sembra proprio che si sia toccato il fondo. Ogni certezza svanisce. Proprio io, che facevo del dubbio la mia religione, una cosa, almeno, la ponevo nella bacheca delle verità scolpite nel cristallo. I ghiacci si stavano ritirando drammaticamente. I pinguini Vigorsol lo testimoniavano anche ai più scettici (ma ormai non ce n'erano più) e contribuivano comunque ad arginare il problema con una loro soluzione originale. Il polo nord era solo nominale, la banchisa un lontano ricordo; clip di orsi bianchi alla deriva (probabilmente gli ultimi della specie ormai quasi estinta) erano seguiti da elicotteri voyeristi che ne spiavano la nuotata appesantita, con un deprofundis lacrimevole di una giovane giornalista (?) specializzata in notizie drammatiche. I documentari abbondavano di alci che per il gran caldo si tolgono la pelle contro le betulle, volpi che non diventano più bianche ma rosse di rabbia, foche in bikini ad abbronzarsi, gatti delle nevi con accessori da sabbia, husky canadesi con la lingua che tocca terra, mammuth che spuntano fuori quasi vivi dal permafrost siberiano diventato pappetta. Anche le navi rimpiangevano di non aver più iceberg contro cui andare a sbattere, mentre agli eskimesi venivano inviati aiuti sottoforma di canottiere caraibiche. Intere nazioni sommerse dalle acque, acquistavano terreni negli stati vicini per poter migrare legalmente i propri abitanti reietti, nei prossimi roventi decenni. Da qualche giorno, i giornali e quelli che li scrivono (ma ha senso chiamarli giornalisti) ci raccontano che è tutta una balla, che si sa bene da più di un anno, che la banchisa polare non è mai stata così estesa, che il suo spessore sta crescendo, che il numero degli orsi polari è in costante aumento (per cui sarà bene cominciare a pensare ad abbattimenti selettivi), addirittura è quasi certa una nuova (piccola, per fortuna; anche questo è certo) era glaciale. Ma questa gente (giornalisti mi pare una parola grossa) dove le prende le notizie? Perchè si dà retta a tutti quelli che aprono la bocca e danno fiato, oppure lo fanno perchè hanno interessi, devono vendere qualcosa o devono farsi votare o farsi ascoltare da qualcuno e ne fanno cassa di risonanza, dando per certe ipotesi prive di conferme reali. Poi la gente ci crede, dà per scontati gli assunti e vota o si comporta di conseguenza rinuncando a verificare, a controllare, a non dare per certo, a pensare. Adesso basta! Marocchino con Nutella. Ma sarà poi buona davvero?

martedì 11 novembre 2008

Kilometri zero

Tra le molte cose su cui Carlin Petrini fonda la sua religione e su cui da buon agnostico non sono d'accordo, ce n'è qualcuna che invece mi convince o quanto meno mi attira. Ad esempio concordo assolutamente sul fatto che è molto meglio seguire la stagionalità consumando i vari prodotti nel giusto periodo dell'anno. Mi intrigava inoltre la teorizzazione del kilometro zero, sia per l'accorciamento della filiera che per un minore spreco di carburanti dato dalle immense distanze dai luoghi di produzione. Detto fatto, per non rimanere solo su di un piano di speculazione teosofica, in agosto fermavo la mia auto lungo la circonvallazione pinerolese attratto da un bel cartello che prometteva: Frutta. La rubiconda signora mi offrì delle pesche (bruttarelle invero) a 1,50 Euro e fichi (piccolini ma appena raccolti) a 4 euro (al kilo!). Poichè ormai mi ero fermato presi una cassetta di pesche e qualche fico nascondendo la mia irritazione, mentre la madama, essendo ormai l'una passata, si allontanava su un gigantesco SUV nero sbuffante che zigzagava tra due grossi atomizzatori per trattamenti antiparassitari. Irritazione mutatasi poi in nervosismo quando giunto nel paesino di montagna, al negozietto "la boutique della frutta" le pesche erano 1,49 e gli stessi fichi 2,80. La filiera l'ho accorciata, ma mi si è allungato qualcos'altro anche perchè parecchie pesche le ho buttate mezze marce (non riesco a mangiarne 10 chili in tre giorni). Inoltre ho fatto anche la seguente riflessione: -Se si va dal contadino (in media 40 km tra andata e ritorno) e si comprano (esagero) 30 kl di frutta, consumiamo circa 1 litro di carburante ogni 10 kl di frutta. Se invece un TIR porta 30 Tonn. di frutta da 2000 km di distanza, consuma 1 litro di carburante ogni 100 kl di frutta (circa, naturalmente).-
Dove sto sbagliando? Perchè devo continuare a farmi domande invece di adagiarmi tranquillamente e seguire l'onda?

domenica 26 ottobre 2008

Un santo d'altri tempi

La rilettura dei classici sorprende ogni volta per la sua aderenza senza tempo alla realtà. Evidentemente certi topoi sono eterni ed universali. Ieri mi ha deliziato la rilettura di questo affresco sulla comunicazione del Boccaccio nella prima novella del Decameron che vi ripropongo.
" Era questo Ser Ciappelletto piccolo di statura, calvo e molto assettatuzzo. Egli essendo notaio e mercatante, avea grandissima vergogna quando uno de' suoi istrumenti (come che pochi ne facesse) fosse altro che falso trovato; de' quali tanti avrebbe fatti di quanti fosse stato richiesto, e quelli più volentieri in dono che alcun altro grandemente salariato. Testimonianze false con sommo diletto diceva, richiesto e non richiesto; e dandosi a que' tempi a' sagramenti grandissima fede, non curandosi fargli falsi, tante quistioni malvagiamente vincea a quante a giurare di dire il vero sopra la sua fede era chiamato. Aveva oltre modo piacere, e forte vi studiava, in commettere tra amici e parenti e qualunque altra persona mali e inimicizie e scandali, de' quali quanto maggiori mali vedeva seguire tanto più d'allegrezza prendea. Invitato a qualunque rea cosa, senza negarlo mai, volenterosamente v'andava... e per ogni piccola cosa, sì come colui che più che alcun altro era iracundo.... e così le taverne e gli altri disonesti luoghi visitava volentieri e usavagli. Imbolato avrebbe e rubato con quella conscienzia che un santo uomo offerrebbe. Gulosissimo e bevitore grande, tanto che alcuna volta sconciamente gli facea noia. Perché mi distendo io in tante parole? Egli era il piggiore uomo forse che mai nascesse. La cui malizia lungo tempo sostenne la potenzia e lo stato ... per cui molte volte e dalle private persone, alle quali assai sovente faceva ingiuria, e dalla corte, a cui tuttavia la facea, fu riguardato."
E quindi in seguito ad una serie di menzogne strepitose, alla sua morte:
"...sì il mise nel capo e nella divozion di tutti coloro che v'erano che, poi che fornito fu l'uficio, colla maggior calca del mondo da tutti fu andato a baciargli i piedi e le mani, e tutti i panni gli furono in dosso stracciati, tenendosi beato chi pure un poco di quegli potesse avere.... Il dì seguente vi cominciarono le genti ad andare e ad accender lumi e ad adorarlo, e per conseguente a botarsi e ad appiccarvi le imagini della cera secondo la promession fatta. E in tanto crebbe la fama della sua santità e divozione a lui, che quasi niuno era, che in alcuna avversità fosse, che ad altro santo che a lui si botasse, e chiamaronlo e chiamano san Ciappelletto; e affermano molti miracoli Iddio aver mostrati per lui e mostrare tutto giorno a chi divotamente si raccomanda a lui."
Ora, coloro che hanno la bontà di seguirmi, attendono il mio consueto απροσδόκητον finale. Oggi non serve ha già detto tutto Boccaccio.

martedì 21 ottobre 2008

Teatro

Oggi voglio solo segnalarvi che:
Venerdi 24 e Sabato 25 Ottobre Nunzio Caponio e Francesca Falchi svendono le loro menti al Teatro Olata a Quartucciu (Cagliari) con: DENTROTERAPIA“...una seduta di psicoterapia dove una donna parla ad un uomo. Tra di loro un telefono che squilla, scandendo un match fatto di intuizioni e ragionamenti. Scoprirsi per scoprire. Segreti nascosti e rivelati, imbarazzanti fughe, mondi che si intrecciano. Un ironico ed acuto affresco sulle manie e sulle fissazioni della mente di due individui che si fronteggiano in cerca di una via d’uscita da una realtà che non gli appartiene più, in direzione di mondi altri...” a soli 5 "euri" approfittatene!

domenica 12 ottobre 2008

Aggiornarsi per non soccombere

L'aggiornamento è di importanza fondamentale. Per non soccombere in questo mondo difficile dobbiamo continuamente tenerci in contatto con quanto ci circonda per non perdere il treno. Ecco perchè in questi giorni non sono sparito, come qualcuno ha potuto credere, ma mi sono preso una pausa sabbatica (veramente da martedì a sabato) per un viaggio di studio al seguito del Museo di Agricoltura del Piemonte. Abbiamo percorso le dolci colline del Jura, immersi in un foliage autunnale che non ha da invidiare al New England, per ricercare sapori antichi a lenire le ferite del corpo e patinare gli occhi di colori pastello per molcire l'animo. Occasione centrata di cui forse vi parlerò anche nei prossimi giorni, dopo un'opportuna decantazione delle sensazioni. Intanto però voglio fare una riflessione sull'importanza della buona comunicazione. Nel corso degli approfondimenti dei giorni di studio abbiamo avuto l'opportunità di vedere un importante Museo del vino che illustrava i particolarissimi e famosi vini della zona, tra cui i rari Vin Jaune e Vin de Paille. Il primo prodotto dopo più di sei anni di invecchiamento in botticelle dove si forma una spessa fioretta che grazie ad un Saccaromicete proprio della zona non acetifica, ma dà al vino un caratteristico sapore (appunto il jaune) e il secondo prodotto facendo seccare i grappoli appunto sulla paglia con le tecniche dei vini passiti. L' approfondita degustazione che ne è seguita, che ha investigato a fondo tutta la gamma dai rossi Trousseau, Poulsard ai bianchi Macvin, Jaune, Vin de paille e Cremant ha manifestato nella pratica una desolante piattezza e mancanza generale di bouquet, che unita a prezzi di assoluta affezione devono far riflettere sull'importanza della capacità decisiva della comunicazione. Quando parlo di vini con il mio amico Ping in Cina o con altri conoscenti di ogni parte del mondo, nessuno osa mettere in dubbio l'assoluta predominanza qualitativa dei vini francesi. Questo primato non viene mai minimamente contestato e parlarne implica immediatamente un sospetto di lesa maestà. Il prezzo viene quindi giustificato facilmente e si corre quindi solo per il secondo posto. Come sempre quindi pensare di più e dare di meno per scontate le verità assolute. Comunque siamo usciti dalla cantina con piedi e occhi decisamente rotondi.

mercoledì 17 settembre 2008

Bio o io?

Evviva, finalmente al post Il maratoneta è partita la polemica. Un buon risultato, però, visto che voglio entrarci a gamba tesa, ne faccio oggetto di un nuovo post.
Ma ahiahiahi! sento odor di talebano...Le certezze supportate solo dalla fede portano a pensare che il giusto, il buono, il sano stiano tutto da una parte e di là... solo il lato oscuro. Certo la convinzione di essere nel giusto fa sembrare migliore qualunque cosa; l'effetto placebo ha risultato positivo per almeno il 60% (così diamo un senso anche gli ottimi risultati dell'omeopatia). Forse è più importante la conoscenza, che porta a fare le distinzioni (magari sbagliando). Chiunque abbia minime conoscenze di tecnologie alimentari sa che l'unico olio di oliva da usare è l'extravergine e che i formaggi fusi e i pregrattuggiati sono lo scarto degli altri formaggi. E che un prezzo basso è quasi sempre accompagnato da bassa qualità (che però non combacia sempre con la nocività); ad esempio un formaggio fuso prodotto correttamente(che lascio mangiare a voi) è sicuramente non nocivo, mentre lo può essere un magnifico formaggio di alta malga (che amo molto) prodotto con scarsa igiene e animali non controllati (quante febbri maltesi un tempo!).E tutti preferiscono il Brunello al vino del bottiglione, ma che c'entra col biologico? Non confondiamo poi questo con le frodi alimentari, che c'erano con i Ciravegna e ci sono anche tra i produttori biologici. La realtà è che la sanità di un prodotto non ha niente a che fare con le sue qualità organolettiche. Il sapore, il profumo, la consistenza al palato delle fragole che mi segnala Noi Ricchi (che amerei mangiare in quanto ne sono ghiotto) derivano solo dalla varietà scelta, dalla giusta stagionalità, dall'equilibrio idrico, ecc. non certo dalla coltivazione "biologica". A Merinos che si chiede se gli servono gli OGM, dico che sicuramente ai Liguri dove c'è la più alta percentuale di tumori all'esofago servirebbe un basilico OGM con basso contenuto (naturalissimo) di estragolo (il più potente cancerogeno naturale conosciuto per questo tipo di tumori) per avere un pesto più sano se pur non per questo più o meno buono. E mentre noi respirando veleno e mangiando schifezze ormai campiamo in media 80 anni, i nostri nonni e bisnonni schiattavano verso i 60, bevendo un vino fatto pestando l'uva coi piedi (che bello) che oggi tutti verserebbero direttamente nello scarico. E comunque ricordate che l'agricoltura è concettualmente un procedimento contro natura. Il biologico è terminato al tempo dei cacciatori-raccoglitori, fatevene una ragione.

sabato 13 settembre 2008

Il maratoneta

Ma siete sicuri? Ma siete veramente sicuri? Ogni giorno rimango stupefatto dalla tranquilla certezza di chi mi circonda, dalla assoluta mancanza di dubbio, dall'accettazione dell'informazione come assioma. Ma siete sicuri che la plastica sia più inquinante del vetro? Ma siete sicuri che i cibi "biologici" (che aggettivazione idiota) siano più sani degli OGM? Perchè devo sentirmi guardato con occhi stralunati e sospettosi se manifesto insofferenza riguardo ai commenti malevoli dei nostri giornalisti inviati alle olimpiadi cinesi, per cui ogni fatto è stato sottolineato solo nei suoi aspetti più negativi (che ovviamente ci sono anche) con una acredine ed un astio difficili da giustificare (evidentemente solo da me). Ma siete sicuri che l'autodeterminazione dei popoli sia un dogma e quindi ok subito al Kossovo indipendente; ma siete proprio sicuri che i Tibetani vogliano in maggioranza l'indipendenza (ma tanto adesso non c'è un politico che si ricordi se il Tibet è in Asia o in Africa, forse non l'ha mai saputo) e allora come mai siete sicuri che Ossezia e Abkazia non abbiano lo stesso diritto? e allora la Tansnistria e il Donbass? Qui vi volevo, siete sicuri? Adesso tocca a loro e bisognerà prendere posizione prima che i comportamenti degli altri vi dicano come la dovete pensare!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 121 (a seconda dei calcoli) su 250!