giovedì 6 febbraio 2020

Cina 44 - Feng Huang, l'antica città della fenice


Feng Huang di notte

Costumi Miao
Anziana Miao
Il tassista mi guarda stralunato dopo che ho sfoderato la mia frasetta preparata con molta cura, poi prende il biglietto della prenotazione che ho comunque tenuto pronto, non si sa mai che qui parlino un dialetto che non comprende la mia "perfetta" pronuncia cinese e, come mi aveva scritto il gestore Leon (curioso questo vezzo che hanno i cinesi a contatto con gli stranieri di crearsi un nome inglese), telefona alla guest house per farsi spiegare la strada, che tuttavia mi sembra poi, assai semplice visto che siamo proprio sul fiume vicino al ponte del centro. La città di Feng Huang è molto piccola raffrontata alle megalopoli cinesi e superata la periferia si arriva velocemente al centro storico il cui ingresso è segnato da una grande statua che rappresenta una fenice dorata, appunto una feng huang (凤凰). Secondo la leggenda infatti, una coppia di questi uccelli magici arrivarono qui e, meravigliati per la bellezza della città distesa sulle rive del fiume Tuo, costruita qui nel periodo detto degli autunni e delle primavere, rimanendovi per sempre a certificarne l'assoluta unicità e conferendole il nome, infatti il toponimo completo è: 凤凰古城 - Fènghuáng Gŭchéng - Antica città della fenice. In effetti la sfilata delle antiche case su palafitte lungo le rive del corso d'acqua che scorre lento tra le colline, è un colpo d'occhio magnifico ed è un altro dei paesaggi simbolo molto presente nella classica pittura cinese. Qui sono stanziate le minoranze Miao e Tujia e queste costruzioni, oltre trecento quelle originali perfettamente conservate, alcune di epoca Ming e Qing, la maggior parte di oltre cento anni, si estendono per vasti spazi lungo una ventina di vicoli strettissimi e percorribili solo a piedi tutto attorno alle parti rimasti delle mura del periodo Ming che difendevano la città.

Le case palafitte
Un tempio
L'altro punto topico è il ponte coperto che scavalca il fiume e porta nell'altro quartiere sull'altra riva. La nostra guesthouse è in una bella posizione sul fiume e dal balconcino della nostra camera puoi restare a goderti lo spettacolo del fiume con le zattere che lo percorrono lente. Qui hai davvero la sensazione di essere spostato indietro di qualche secolo. Certo, come ovvio, anche qui ci sono un sacco di turisti anche se ufficialmente siamo fuori stagione, ma accidenti ne vale certamente la pena. D'altra parte viene pubblicizzata come la più bella piccola città della Cina, un motivo ci sarà. Quindi molliamo tutti di corsa in camera e ci buttiamo nelle viuzze contorte. Il tempo è sempre troppo poco e stanchi o no, ci riposeremo a casa. Cammini lungo i vicoli che corrono paralleli al fiume. Le case di legno e di pietra si chiudono ai tuoi fianchi creando un ambiente scuro e antico; si passa solo a piedi e con fatica. Qualche carretto che porta merci ai vari negozietti si fa largo a fatica e deve essere spinto con forza per superare le erte salitine che rendono il passaggio un su e giù continuo. Molti strambugi offrono cibo locale dall'aspetto alieno che li rendono poco identificabili. Si dice che la cucina sia qui particolarmente piccante. Occorrerà stare attenti stasera. Il pepe del Sichuan aromatico e il peperoncino molto potente che pende a grappoli nelle cucine sembrano imperare ovunque. Molte anziane con grandi cappelloni neri sembrano badare proprio alle attività gastronomiche che riempiono gli angoli delle viuzze di fumi e profumi. 

Un cortile
Ma questa è anche la città delle pietre semipreziose, quelle coloratissime che piacciono tanto ai cinesi, in particolare è famosa per il cinabro, un minerale di mercurio di un rosso acceso, col quale si fanno monili di ogni genere e oggetti particolari, difficili da definire, delle palle di dimensioni diverse, anche gigantesche, pesantissime che, se illuminate da dietro si accendono di barbagli luminosi che riempiono le pareti di sfumature sanguigne. Ce ne sono interi negozi pieni, così come oggetti di corno a di bufalo, con cui si ricavano varie paccottiglie amatissime dai turisti che si affollano per comprare. Le vecchine ammiccano sotto i cappelloni, come fai a non lasciarti convincere all'acquisto. Sul fiume invece il passaggio è ancora più stretto e scorre come una sorta di passaggio coperto sotto le case a palafitta che ormai sono per la maggior parte alberghetti. Uno dei punti più affascinanti è quello che va dal ponte coperto, dove ci sono le case più antiche fino all'altro ponte, dall'architettura fantasiosa che è dotato di una specie di sovraponte a forma di piccola pagoda da cui si ha una bellissima vista della città. Qui attorno si scatenano le donnine che affittano i vestiti tradizionali. I cinesi evidentemente amano moltissimo farsi interi servizi fotografici, bardati con queste vesti luccicanti e colorate, in particolari questi dei Miao, usati nelle festività, con grandi cappelli di (finto) argento che sembrano corone ricoperte di pendagli e lustrini. Il ponte poi, è il luogo ideale per appoggiarsi alla balaustra in pose vezzose ed occhi graziosamente rivolti all'insù. 

Lungo le vie
I piccoli templi lungo le stradine, hanno anch'essi una struttura particolare che tiene conto della disposizione delle altre costruzioni e delle costrizioni causate dal poco spazio, All'interno, ambienti fumosi e statue che incombono sui fedeli, tra volute di incenso e tintinnar di campanellini. Quello tibetano è popolato da qualche anziana monaca rasata che prega negli angoli più nascosti. C'è un senso di raccolta religiosità, non turbata dalla folla che rimane fuori preferendo lo shopping. Solo una ragazza si è affacciata timidamente, poi si avvicina all'altare principale e, accesi due bastoncini di incenso, si inginocchia e prega a lungo prima di infilarli nella sabbia del braciere davanti ad un grande Avalokiteshvara dorato, che spero, le concederà la grazia richiesta con tanta convinzione. Fuori, nonostante la gente, l'atmosfera è davvero di un altro tempo. Le case attuali hanno un impianto visibile che risale al 1704, 43esimo anno dell'imperatore Kangxi, tutto è rigorosamente riportato negli annali dell'impero, che registrava anche il numero degli amplessi in cui l'imperatore si impegnava ogni notte con le varie concubine. Evidentemente nella camera da letto imperiale c'era di default uno scriba che prendeva nota anche delle varie posizioni. Questa era la tradizione. D'altra parte anche da noi, nella camera da letto del re Sole al mattino si radunava la nobiltà per assistere alle funzioni fisiologiche del sovrano, così almeno si dice. Intanto mentre scende la sera, tutte le case sul fiume dette Diaojiaolou (吊脚楼 - case dalla base sospesa), si illuminano nei contorni, dai bordi laterali ai profili dei tetti, dando vita ad uno spettacolo che si riflette nelle acque del fiume come una quinta teatrale davvero mirabile. 

Il ponte coperto
I bar ed i locali sono pieni zeppi di gente che si gode lo spettacolo del fiume illuminato. Approfittiamo allora per andare allo spettacolo di danze tradizionali. La sala è piena zeppa ed i miei vicini, mi attaccano subito bottone approfittando del figlio che parla inglese e vogliono sapere tutto, chi siamo e da dove veniamo e come facciamo a girare per la Cina e perché e se ci piace. Insomma un interrogatorio in piena regola. Poi si scatena lo spettacolo, con bei costumi balli e danze, tamburi, sonagli, mangiafuochi ed equilibrismi e poi il numero clou, con un  tizio che cammina su lame di ferro arroventato a piedi nudi che fumano ovviamente, tra i gridolini e gli incitamenti della folla. Poi si esibisce un evidentemente famoso maestro di calligrafia che scrive con aria ispiratissima alcune strisce di carta che poi vanno all'asta tra il giubilo della folla. L'artista poi si ritira e continua a scrivere a soggetto per i clienti rimasti a bocca asciutta che non vogliono tornare a casa a mani vuote. Insomma divertimento popolare interessante anch'esso a capire la mentalità di questo popolo, allo stesso tempo ingenuo e scafatissimo. Usciamo che è ormai buio e il paese sembra un presepe illuminato di minuscole luci gialle. Le donne in costume, le lanterne colorate, i caratteri dipinti sugli stipiti delle porte saranno pure finti ma regalano una bella sensazione che probabilmente oggi in Cina è ormai difficile trovare e forse è proprio questo che cercano i turisti che qui accorrono a frotte. Chiacchiera chiacchiera, i piedi gonfi come salame da sugo, qui lo stomaco è vuoto e bisogna pensare a buttar giù qualche cosa.  

Il ponte alto


SURVIVAL KIT

Trasporto merci
Feng Huang - Antica cittadina a 250 km da Zhang Jia Jie, raggiungibile direttamente solo con il bus, per treno o aereo occorre arrivare in grandi città vicine (come appunto Zhang Jia Jie o  Chang Sha) e poi trasferirsi fin qui per almeno una notte. Il centro storico è molto uniforme e ben conservato. C'è un biglietto unico di 120 Y che consente la visita di tutti i più importanti palazzi storici, 4 i più interessanti mentre i templi sono gratuiti. I vicoli sono pieni di negozietti turistici e locali tipici. Dietro al ponte storico dall'altra parte del fiume c'è un locale dove alle 7:30 si fa uno spettacolo di danze e scene tradizionali delle etnie Miao (durata 1:30 h a 73 Y). Bella la passeggiata lungo il fiume sopra le mura. Possibilità di giro in barca, ma la sfilata delle case si ammira ugualmente dalla riva opposta. Lungo i vicoli si incontrano ancora molte donne anziane in costume. Particolarmente affascinante la vista notturna, quanto tutte le case lungo il fiume sono illuminate creando un aspetto fiabesco. Moltissime le possibilità di alloggio in centro, prezzi per tutte le tasche.

Jiuqi Guesthouse - 九栖客栈 - Unit A49-2. JinJiayuan - Alberghetto a 20 metri dal ponte, ottima posizione per girare la città con il romantico panorama del fiume dal balcone. Molto comodo. Camere piccole ma pulite e graziose con balcone sul fiume (18 Euro con cancellazione gratuita, si paga all'arrivo). Bagno pulito e fornito, anche se la doccia non chiusa allaga un po' tutto. Riscaldamento, free wifi, TV. Personale molto gentile. Consigliato per buon rapporto qualità/prezzo.

Negozio di alcoolici



Operatori ecologici
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Un vicolo

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