sabato 1 febbraio 2020

Cina 40 - Trasferimento nello Hunan

Wulingyuan scenic area

La valle dello Yang Tzé
Comincia col cielo grigio questa seconda parte del mio viaggio cinese, che a questo punto devo considerare baciato dalla fortuna, in quanto oggi più che mai riscontro che ho sfiorato l'epidemia che si è scatenata soltanto un mese dopo il mio ritorno ed è partita proprio dalla provincia dell'Hubei, immediatamente confinante con questa, dove siamo transitati solo a metà novembre. Non oso immaginare quale sia oggi la situazione laggiù, anche se non mi sembra che nello Hunan ci sia ancora il blocco totale degli spostamenti. Certo che sarebbe stata una bella grana. Al momento invece la mia sola preoccupazione era quella di gestire queste due settimane che mi rimanevano nel cosiddetto regno di mezzo, che avevo deciso di percorrere in totale autonomia senza appoggiarmi ad agenzie locali. Come ho già ripetuto più volte, tutto fattibile anche con maggiore facilità di quanto temessi, poste alcune condizioni già segnalate: una minima conoscenza di qualche parola di base di cinese, un traduttore sul telefonino, itinerario di base studiato e prenotazioni fatte prima della partenza e una minima dose di adattamento, poi tutto facile e senza inconvenienti se non quelli non prevedibili come il tempo, che non ci ha accompagnato neppure in questa fase. Mentre il nostro albergatore, che mi era stato suggerito dall'amica Simona, vedete come è utile lo scambio di info del web, che quantomeno spiaccica un poco di inglese, ci conduce al nostro asilo, più o meno al centro della città, che sarà la base della esplorazione del territorio circostante, diamo un'occhiata ai palazzoni anonimi che rendono tutte le città cinesi, cresciute a dismisura negli ultimi decenni, molto simili, anzi direi indistinguibili tra di loro.

Le montagne del parco
Il parco
Ci sono ancora molte scritte di propaganda sui muri e sugli striscioni stesi in giro, segno che il regime ne ha ancora bisogno per convincere i cittadini di essere ben governati e tuttavia si vedono anche molte costruzioni nuove o in corso di ristrutturazione, come ad esempio quasi tutte le case della via laterale del nostro hotel, anch'esso avvolto dalle impalcature, cosa che lo rende peggiore nella fruizione di quello che è nella realtà. Intanto devo una spiegazione per la scelta di questo itinerario, nel quale ho scelto di muovermi per via terrestre nei due stati del sud, dello Hunan e del Guangxi, prima di volare a Taiwan. Entrambi questi stati sono caratterizzati da un territorio che presenta particolari bellezze paesaggistiche, tra l'altro molto note nel mondo e qualche antica città che racconta quello che poteva essere la Cina del passato. La capitale dello Hunan ( 湖南 - nán, che significa A sud del Lago, toponimo che fa riferimento ad una serie di ampi laghi, lungo il corso dello Yang Tzé, al confine col lo Hubei appunto A nord del lago, attuale epicentro della famigerata epidemia di coronavirus) è ChangSha, ma la città più nota è sicuramente Zhang Jia Jié (张家界 - Il regno della casa aperta o della famiglia Zhang, generale della dinastia Han che la fondò nel 221 a.C., a seconda delle interpretazioni) dove noi stiamo arrivando. Tra l'altro questo nome è piuttosto recente, cambiato solo nel 1994 in sostituzione dell'antica Dayong, che aveva oltre 2000 anni, quando il governo ha voluto dare alla zona una connotazione di grande apertura al turismo dato che l'area montuosa che la circonda è stata riconosciuta patrimonio dell'Unesco nel '92, cosa che ha contribuito a lanciare internazionalmente il nome della città. 

Le montagne intorno alla città
Questa regione della Cina, pur essendo abitata dall'uomo da almeno 100.000 anni, è poi rimasta isolata per lungo tempo e non riuscì mai a svilupparsi come le altre a causa del suo isolamento orografico causato dalle catene montuose di cui è costituita, che le hanno impedito vie di comunicazione e di commerci con le regioni limitrofe e più avanzate. E questa è proprio la base della sua odierna ricchezza e notorietà, infatti la zona di cui è il centro (Wulingyuan scenic area) è circondata da alcuni parchi naturali tra i più famosi al mondo e che da tempo erano nel mio mirino di interessi. La intera area richiede almeno due o tre giorni per un approccio di minima e interessa soprattutto chi ama questi paesaggi naturali estremi, tra l'altro resi noti dai grandi pittori cinesi nei loro rotoli, in cui amavano tratteggiare queste montagne, torri verticali, dai fianchi scoscesi e contorti, spesso avvolti dalle nebbie e dalle nuvole basse che li avvolgono in tutte le stagioni dell'anno. Mi ero quindi fatto un piano di azione per vedere le cose più interessanti, considerando i miei tempi ristretti e la mia scadente forma fisica. E già, perché qui siamo in montagna, se pure bassa, cosa che prevede la necessità, se vuoi vedere qualcosa, di lunghe e faticose scarpinate. Il nostro ospite è ben abituato e preparato a queste richieste di informazioni, perché chi arriva qui ha soprattutto questa finalità, quindi tira fuori subito una serie di mappe e cerca di spiegare gli itinerari migliori da fare durante il nostro soggiorno, considerando anche i condizionamenti del meteo. Pare infatti che domattina pioverà e le montagne saranno avvolte dalle nuvole. 

Massaggio in aeroporto
Comunque stabilito un itinerario di massima, consideriamo tutte le soluzione per raggiungere i punti di partenza, i mezzi necessari e le varianti del caso, usciamo a mangiare un boccone, visto che stanno scendendole ombre della sera. La città è un po' buia ma proprio intorno ci sono un sacco di ristoranti e alla fine qualcosa si riesce a buttare giù. Di certo la presenza di stranieri, che pure vengono, si disperde nella massa di turismo locale, questa è una delle mete più gettonate del turismo cinese, che qui arriva in milioni di unità, in una mescolanza omeopatica che lo fa scomparire del tutto, infatti nei tre giorni di permanenza, non vedremo praticamente nessuno occidentale. La fortuna mondiale di questa zona è venuta soprattutto per il fatto di essere stata scelta per rappresentare i monti del pianeta Pandora nel famosissimo film Avatar. Queste montagne si elevano  in migliaia di pilastri di arenaria quarzite alti centinaia di metri,una vera e propria foresta di pietra ricoperta di vegetazione che circonda la città per decine di chilometri creando un intrico di passaggi, caverne, orridi, sentieri, selvatici impressionanti. Domani procederemo ad una esplorazione più diretta. Vediamo se pioverà o meno, intanto cominciamo ad andare a nanna che la giornata di trasferimento è sempre faticosa e pesante e il piatto di patate che siamo riusciti a buttare giù, non è che mi abbiano ristorato più di tanto. Fa frescolino, per fortuna la camera è riscaldata e non si sta male, sbocconcellando i mandarini ed i biscotti al cocco che ho comprato nel negozio sulla strada principale. 

Ponti nella nebbia


SURVIVAL KIT

Il fondatore del parco
Zhangjiajie Yijiaqin Hotel - No.25 Pengjiapu Neighbourhood, Yongding District Yong Ding - ateddd178@sina.com  - In posizione centrale, comodo, molto vicino alla stazione autobus e a quella per andare ai parchi. Molto spartano, ma in via di ristrutturazione. camere piccole senza fronzoli. TV cavo, free wifi in camera. Pulito. Biciclette gratuite e ombrelli a disposizione. La doppia va dai 10 ai 18 Euro a notte, secondo il periodo, si paga in hotel all'arrivo. Il plus assoluto di questa struttura è data dal gestore che, parla inglese e soprattutto è gentilissimo, si presta a venirvi a prendere all'aeroporto, a ritirare i biglietti del bus, ad accompagnarvi in macchina (gratis) e soprattutto è prodigo di utilissimi consigli nell'organizzare le visite ai parchi. Consiglia il tour sulla base delle piantine che vi fornisce e vi spiega accuratamente dove e come prendere i bus e quali siano i migliori itinerari all'interno dei parchi stessi. Da solo vale la permanenza nella sua struttura.
Zhang Jia Jie

Ingresso al parco
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:


Una farfalla 

1 commento:

Simona ha detto...

Aspettavo questa tappa, sono contenta che ti sia trovato bene in quell'albergo. La nostalgia che ho di quei posti è enorme, peccato per il tempo. Io ho scalato i picchi con il caldo torrido dell'estate, ma devo dire che la nebbia ne aumenta il fascino.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!