martedì 4 febbraio 2020

Cina 43 - Bus cinesi


Il parco di Avatar

Tien men dal centro di Zhang Jia Jie
Mentre il bus rolla verso la città scavalcando verdi colline ricoperte di villette nuove di pacca che raccontano della nuova Cina, che nel bene e nel male rimane il paese che in pochi anni è riuscito a togliere dallo stato di povertà il maggior numero di persone al mondo, ricordiamocelo sempre. E' sempre un bene avere un momento di riflessione durante i viaggi ed i tratti in cui ci si sposta da un punto all'altro sono i migliori a questo fine, anche se sei fisicamente stremato e i piedi sono ormai gonfi come zampogne, da quel vecchio bolso che sono diventato. Accidenti che invidia al vedere 'sti ragazzini che sgambettano di corsa su e giù per le montagne, che energia! Io tiro il fiato invece e ansimo pesantemente, ma quando si arriva alla periferia della città e traspare dietro ai palazzoni la sfilata dei monti che fanno da quinta, finalmente visibili adesso che le nubi si sono alzate, la bellezza prende il sopravvento sulla filosofia e te ne stai a guardare a mente libera. I rilievi sono uniformi e dipinti di un grigio azzurro uniforme, digradante verso l'alto e mentre si percorre il lungo corso che entra in città si disvela sempre più nettamente il grande foro che mostra il cielo dietro il monte Tien Men. Chi sa se c'è un qualche momento durante l'anno nel quale il sole scende o sale proprio dietro questo incredibile foro. Sarebbe un bello scatto, ho dato un'occhiata sul web ma non ne ho trovato traccia. Se ne trovate segnalatemelo. 

L'arrivo del trail
Intanto ormai siamo in città e dopo una cena scadente rieccoci rientrare in albergo dove Mr. Rocky ci aspetta per sapere come è andata. Però ormai l'esperienza è già dietro le spalle e l'attenzione è rivolta alla prossima tappa. Certo sarebbe stato meglio avere ancora un giorno da dedicare a Zhang Jia Jie, per vedere qualche zona nascosta del parco che davvero avrebbe meritato più attenzione, o un salto al ponte coperto o perché no una seconda opportunità alla Tien men. Ma il turista ha il fuoco ai piedi e deve correre che è tardi, più che altro con le continue preoccupazioni di avere sotto controllo la logistica degli spostamenti da fare. E qui casca l'asino, perché come ricorderete, io mi sono organizzato per fare le prossime due tappe con i bus a lunga percorrenza ed avevo prenotato il biglietto prima della partenza fidandomi dell'addetto, Mr. Victor Guo, che, preciso e convincente, via mail mi aveva garantito che me li avrebbe fatti avere. Quindi mentre sono qui a relazionare al nostro anfitrione, non ho in mano niente e domattina devo partire e quindi capirete che sono piuttosto agitato, visto che temo dovrò ripagarmi la tratta, dato per scontato che ci sia posto. Quando, terminata la relazione, con grande soddisfazione di Mr.Rocky, contento che il meteo mi abbia graziato dandomi modo di apprezzare l'escursione, gli manifesto la mia preoccupazione perché non sono arrivati i miei biglietti, lui mi fa un bel sorriso, apre il cassettino e tira fuori i due tagliandini e me li consegna, facendomi capire che avevo sbagliato a preoccuparmi e che non c'era il minimo dubbio che i biglietti sarebbero arrivati. Vergogna, mettere in dubbio l'efficienza dell'azienda dei trasporti! 

Pilastro
Coi tagliandi stretti in tasca, vado a dormire più tranquillo e la mattina ci trova pronti per il viaggio verso Feng Huang, l'altra città dell'Hunan che ho inserito nell'itinerario. Rocky pretende a tutti i costi di accompagnarci fino alla stazione dei bus e ci pilota nella sala di attesa; ha evidentemente paura che ci perdiamo. Tanto, col biglietto in mano non ti fanno entrare fino a dieci minuti prima della partenza del tuo mezzo, quindi non è facile sbagliare. Un ultimo saluto e poi non ci resta che aspettare che arrivi il nostro. Basta tenere d'occhio la scritta col nome della città di cui ho memorizzato i caratteri. In effetti dopo un po', compare la scritta che interpreto come ritardo di 20 minuti. Comincio ad agitarmi perché non vorrei perderlo. E' un tarlo che mi gira in testa da quando quaranta anni fa ho perso un aereo a Jeddah ed erano stati cavoli amari. La signora al varco, che sto angosciando da un po', traffica a lungo sul telefonino e poi mi mostra la scritta: Tranquillo, arriva tra 20 minuti. Mi accoccolo e aspetto le 9:20 con le formiche nello stomaco. Invece poi il nostro bus arriva in orario sul ritardo, saliamo e poi si parte tranquillamente come da regola. Accanto a noi è appena uscito invece dal parcheggio un altro bus, va a Wu Han. Ci ho appena fatto caso, quattro ore per arrivare là, quando venivo per lavorarci, quella era una città importante; la mia azienda ci aveva venduto pure una linea, adesso lo guardo appena, non c'è gran che di turisticamente interessante. 

Tempietto
Il bus scompare dalla mia vista, una delle tante sliding doors che ti passano davanti nella vita. E se invece fossimo stati lì dieci giorni fa o oggi, proprio vicino all'epicentro del terremoto? Capperi, ci vuole un attimo e ti puoi trovare nei pasticci senza andarteli a cercare. Certo sarebbe stato un bel problema, magari bloccati senza possibilità di uscita. Invece il nostro bus è scivolato via, fuori città scorrendo lungo spaziosi viali alberati e già intasati di auto in coda, inconsapevoli della tempesta che sta per scatenarsi. Sono quattro ore di viaggio tranquillo in un paesaggio mosso, di colline a panettone ricoperte di alberi verdi, tuye, cipressi e pini. Ci sono anche coltivazioni di thé che rendono i fianchi delle colline lisce come moquette verdeggianti, i cespi rasati con la precisione manuale della raccolta. Nelle radure, campi di ridotte dimensioni che ospitano una agricoltura di sussistenza. Piccole case ai margini da cui escono fili di fumo esili e sinuosi. I pochi passeggeri sonnecchiano guardando il paesaggio distrattamente, poi la hostess di cui il mezzo è dotato, che ci ha contati con cura alla salita, parte con lo show. Non capisco bene il senso della chiacchierata nella quale si dà un sacco da fare, suscitando attenzione e dopo poco ilarità decisa da parte dei passeggeri. Poi la cosa si chiarisce, è una vendita di prodotti alimentari, squisitezze locali imbustate sotto vuoto e disponibili in diversi tagli, dalle monoporzioni al pacco famiglia. Dapprima non è chiaro di cosa si tratti, carne secca o frutta o sottaceti. La ragazza, molto caruccia tra le altre cose, passa con mini assaggi che tutti si sbafano di gran gusto.

Scimmie
Uno è molto puzzolente e declino l'offerta, non male invece il sacchettino che contiene delle simil prugne secche nere, tanto osso e poca polpa, ma di un acidulo assolutamente delizioso. Alla fine tutti comprano quantità consistenti di prodotto carneo, deve essere davvero una meraviglia e sicuramente a prezzi eccellenti, visto che se li rubano l'un l'altro. Arriviamo in orario perfetto col ritardo. La stazione di Feng Huang è a quattro piani, anche se è piuttosto attempata, adesso verificheremo quanto mi ha scritto Victor nella mail con la quale ho prenotato i biglietti. Infatti domani ci sposteremo a Guilin e al momento non ho in mano niente. Ora seguirò pedissequamente le istruzioni che mi ha mandato questo Victor, anche se mi sembra difficile che 'sta cosa funzioni. Comunque cerco la sala biglietteria che è al pianterreno. Lui mi ha scritto di cercare lo sportello n.5 che trovo facilmente in fondo alla sala. Come indicato, vado lì, non c'è coda e mi paleso dietro il vetro facendo segni a una ragazzina che, dentro sta succhiando noodles da uno scodellone, ficcandoseli in bocca con l'aiuto delle bacchette. Appena mi vede, mi squadra un attimo poi posa la scodella e mi fa un gesto interrogativo. Io come da istruzioni mostro i due passaporti e chiedo i due biglietti per Guilin, preparandomi a un lungo e probabilmente infruttuoso tentativi di farmi capire. La ragazza guarda i documenti poi smanetta sulla tastiera, sbircia il monitor e dalla fessura a fianco, come da uno scrigno dei maghi di Hogwarts, spuntano fuori i miei due biglietti. La fatina me li sporge, poi si gira, riprende lo scodellone in mano e rotea con buona manualità le bacchette, ricominciando a  a mangiare con grandi risucchi. Poi non ditemi che le cose non si possano far funzionare, ho fatto bene a fidarmi di Victor. Intanto andiamo a cercare un taxi per la nostra guest house. Qui bisognerà sfoderare la lingua.

Feng Huang

SURVIVAL KIT


Da Zhang Jia Jiè a Feng Huang - Bus diretto alle 9:00 - 5 Euro (ce ne sono altri nella giornata, almeno 4). Si arriva in 4 ore.

Da Feng Huang a Guilin - Bus diretto alle 11:00 - 32 euro (ce n'è uno solo al giorno, si arriva in 6 ore, per questo è bene prenotarlo diversamente dovrete cambiare, viaggio più lungo e più complicato).

Viaggiare in bus è comodo ed economico. Sembra che siano piuttosto puntuali e partono ed arrivano quasi sempre in centro città e potete arrivare alla stazione anche solo pochi minuti prima guadagnando tempo. Per i tratti più lunghi ci sono i bus notturni che vi fanno anche risparmiare la notte di hotel.

Vita nel parco



Lavori in legno
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