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Gole di Samaria, Creta - Grecia - Agosto 1985
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Al bar
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Stava lì come una statua moderna, un vecchio con una faccia immobile, ricoperta di rughe profonde, come scavate dalla mano del diavolo, un cappelluccio di paglia sgualcito di traverso, gli occhi semichiusi, un po' per l'ora antelucana, un po' perché forse era quello il suo atteggiamento, rimanere lì seduto su una sedia di paglia al lato di una porta con l'uscio di legno sgangherato semiaperto a rimuginare ricordi, quando forse era in giro per il mondo su qualche nave a sognare la sua isola, oppure a fare avanti e indietro su qualche traghetto in una monotonia scandita solo dagli arrivi in porto sempre uguali, ma in fondo più vivi di quel vegetare stanco. Oppure era rimasto sempre lì, col bicchierino di ouzo sul tavolo di legno scuro un po' traballante, tra olivi e carrubi a seguire un asino dal basto carico ed i sogni invece erano di altra natura, quelli di abbandonarla quell'isola maledetta, prigione dorata, mangiando fichi maturi e dolcissimi e mescolando olive alla feta acidula. Difficile capire. Le storie della gente sono misteri profondi e stimolanti se li immagini oppure banalità se te le raccontano, ma quel vecchio immobile, lo sguardo perso nella polvere della strada, faceva tenerezza tra le quattro case del paesino in cima alla montagna. Poco più in là cominciava il sentiero stretto che conduceva all'inizio della valle, una spaccatura nel monte che scendeva prima a precipizio tra scalette ripide e scivoli scoscesi e poi prendeva un andamento a zig zag perdendo quota rapidamente, tra i profumi forti della resina dei pini marittimi e quelli del rosmarino che annunciavano comunque la vicinanza al mare. Una Creta segreta quella, in bilico tra il desiderio di scoprirne l'interno aspro e montagnoso e la voglia di mare che comunque sarà sempre vicino anche se non lo vedi. Il Mediterraneo è profumo e piacevolezza sempre, ogni senso avverte quella promessa di un piacere fisico che subito ti rasserena la mente.
Le gole di Samaria sono uno dei percorsi che sottolineano meglio questo aspetto di terra sospesa
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Un mulino a vento
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tra cielo e mare. Ci eravamo arrivati col primo autobus del mattino, per cominciare la discesa col fresco e non arrivare poi alla meta stremati. Tuttavia quelle quattro case dove ti lasciava la corriera ti davano la voglia di fermarti a fare colazione sotto le frasche, a parlare con quel vecchio ed ascoltare le sue storie; le cicale non avevano ancora cominciato il loro sottofondo continuo che continuava poi per tutto il giorno come un acufene imposto dalla consuetudine, quasi un obbligo divino che gli dei obbligano al mortale per differenziarsi. Forse sono ancora qui intorno, il sacro monte Ida non è lontano e chissà se è ancora rifugio degli dei pastori di un mondo sorpassato ma che forse è sempre stato presente nelle profondità di questa terra. Sulla strada per raggiungere il punto di partenza avevamo attraversato altri paesini, mulini con le quattro vele delle pale esposte al vento del crinale, in lento movimento. Qui tutto scorre con lentezza, quasi volendo tenere conto del peso di vivere quassù o della fatica di vivere in generale. Nel silenzio del bosco cominciammo la discesa. La bambina era ancora piccola, ma si predispose al cammino con un certo entusiasmo, la temperatura, di primo mattino, era ancora fresca e il panorama talmente spettacolare che faticavi a stare attento a dove mettevi i piedi. Quando segui questi percorsi, comunque non puoi fare a meno di sentire i millenni che stanno sotto i tuoi piedi e che emergono vivi ad ogni passo, ad ogni svolta del sentiero. Che sia uno stazzo di capre del secolo scorso, o qualche sbrecciato muro di pietra veneziano o le tracce di antichi insediamenti come Aghia Rumeli all'arrivo, l'antica Tarra citata addirittura da Omero, oppure le caverne che si aprono nelle pareti verticali con i loro insediamenti paleolitici.
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La costa
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Man mano che scendevamo e le ore passavano, la temperatura si faceva sempre più fastidiosa, specie col sole a picco, quando uscivi dal bosco e cercare riparo all'ombra delle pareti di roccia, diventava un gioco necessario più che voluto. Ci fermammo a metà strada tra le antiche case del villaggio di Samaria al centro delle gole, anche per tirare un po' il fiato e poi via per ponticelli di legno che attraversavano il torrente, sotto gli occhi interrogative delle capre abituate ormai a questa sfilata, anche se allora la gente era poca. Gli occhi sempre in movimento alternato, un po' giù per non inciampare, un po' su per cercare lo spazio ristretto del cielo tra le pareti a strapiombo di 700 metri alle Porte di ferro. Più in giù quando eravamo ormai nel primo pomeriggio, la bambina crollò, erano ormai cinque o sei ore che camminavamo di buona lena e gli ultimi tre chilometri, dove tuttavia la strada si spiana e corre quasi rettilinea sul greto sassoso del torrente, volle farli a cavalluccio sulle mie spalle, ma quando fummo sul punto di arrivo e quasi si scorgeva la spiaggia sassosa di Aghia Rumeli, ebbe un moto di orgoglio e volle fare l'ultimo tratto coi suoi piedini, prima di buttarsi tra le onde a trovare refrigerio. Ecco queste gole, dove parti da quasi 1500 metri e arrivi fino al mare che ti aspetta, amico e sodale, sono un poco un'epifania della vita, una gestazione in attesa di una rinascita tra le onde spumeggianti del mare, liquido amniotico che ti attende dopo una lunga strada di metempsicosi, un ritornare in questo mondo dopo aver attraversato un Ade pieno di promesse, col profumo di salsedine che ti aspetta al termine del vecchio giorno o all'inizio di uno nuovo. Certo Creta è spiagge, Cnosso, arte e città antiche, ma queste gole guai a perdersele.
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La vegetazione
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SURVIVAL KIT
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Nella gola
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Gole di Samaria - Una delle principali attrazioni naturalistiche di Creta (ingresso al momento 5€). Si parte dal villaggio di Omalos al centro dell'isola a quasi 1500 metri. Ci sono moltissime escursioni pronte. Per i fai da te, prendete invece il primo autobus per Omalos per arrivare il più presto possibile tenendo conto che il sentiero (in discesa) che arriva fino al mare a Aghia Rumeli è di quasi 18 chilometri e dovete calcolare almeno 6/8 ore, per farvela tranquilli, tenendo conto che farà di certo molto caldo. Anche chi ha una macchina propria, deve scegliere il pullman, in quanto, arrivato al mare, dovrebbe poi tornare indietro e questo è impossibile. Dalla spiaggia prendete il servizio di barca (l'ultima dovrebbe essere alle 18) per tornare a Chora in circa 1 h, sulla costa il bellissimo villaggio di Loutro. Le gole si battono con quelle del Verdon in Francia, per la palma delle più lunghe d'Europa e nel punto più stretto hanno pareti verticali di quasi 700 metri, con passaggi di 3/4 metri. Nessuna difficoltà, solo una bella camminata. I punti clou sono il villaggio di Samaria, le Porte di ferro, la chiesetta di S. Nicola, costruita su un antico tempio. Dappertutto grotte preistoriche, rovine veneziane e saracene. Potendo, cercate di andare ad aprile/maggio o a settembre/ottobre, lo dico nel vostro interesse. Ricordate cappello, creme solari e acqua.
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Una grotta
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