martedì 19 aprile 2022

Dittatori ed eletti

Dictator - da romanoimpero.com


Indubbiamente , come per ogni cosa, tutto prima o poi finirà. E se questo non avverrà auspicabilmente con il gran fungo atomico, tra Covid e guerra europea, che di questo si tratta, questi eventi produrranno inevitabilmente un cambiamento potente che imporrà di ripensare previsioni e futuri possibili che sembravano più o meno già scolpiti nella pietra. In qualunque modo vada a finire questa sciagurata guerra che più dura e più impoverirà e minerà economicamente il già decadente continente europeo nel suo complesso, con gran godimento di America e Asia che potranno definitivamente spostare nel Pacifico il centro del mondo, oltre al mutare degli equilibri mondiali, saremo costretti ad ammettere che cambieranno anche le scale dei valori che davamo per scontate. Questo lo si rileva già da tempo negli atteggiamenti stessi interni all'Europa, per cui non possiamo incolparne solo i nuovi arrivati con i loro appetiti. La seconda parte del '900 con la sua spartizione del mondo in due blocchi, uno dei quali si è miseramente sgretolato a causa della sua inevitabile inefficienza, dovuta essenzialmente alla natura umana (il comunismo come tutti i sistemi è perfetto ed eticamente superiore sulla carta, ma quando si scontra con l'uomo, i suoi egoismi, le sue gelosie ed i suoi menefreghismi, del tutto comprensibili e naturali, non può reggere e in poco tempo è destinato ad un triste fallimento), ha visto in breve anche l'altro sistema mostrare il fianco ed i difetti. La fine del secolo esibiva in ogni consesso internazionale, il blocco trionfante delle democrazie che discuteva con i cosiddetti paesi autocratici, che tutti prevedevano sarebbero passati in tempi più o meno ragionevolmente brevi a sistemi via via meno autoritari con il trionfo definitivo della libertà di espressione e delle libere scelte dei governi. 

Certo non bisognava forzarli troppo, ma pian piano, riforma dopo riforma anche i paesi più tignosi avrebbero ceduto alla forza della vera volontà popolare e già se ne intravedevano i segnali, nel crollo dell'Unione Sovietica che dava spazio alle aspirazioni dei singoli stati a lungo repressi, alla Cina, il cui inseguimento del miraggio dell'eldorado economico che dava sempre più spazio al libero mercato, produceva una crescita economica individuale senza precedenti, comune a tutto il resto dell'Asia. Come ovvio, tutti pensavano che non appena le  moltitudini sterminate di questo continente avrebbero assaggiato il miele del benessere materiale, non ci sarebbe più stato spazio per dittature tradizionali. L'Africa e il Sudamerica avrebbero seguito l'onda come sempre e sarebbero rimasti solo più delle schegge operettistiche con dittatorelli da barzelletta come il cicciolone della Corea del Nord o la bandiera cubana o venezuelana, un caudillo di qua, un Mobutu antropofago di là, tanto per tenere vivo un folklore dei tempi passati. Gli abitanti stessi di tutti questi paesi, che da tempo avevano nei sogni segreti, in qualche luogo repressi dal regime, il faro luminoso dell'Occidente greve di vetrine luminescenti, cariche di montagne di beni di consumo da desiderare, comprare e buttare immediatamente per averne altri, pensavano che la transizione in atto fosse in ogni caso inarrestabile. A questo contribuivano anche gli scambi sempre più massicci di masse di turisti che si spostavano con una frequenza mai vista in ogni parte del mondo, che se ne tornavano a casa con gli occhi pieni di luci e di colori. 

Poi d'un tratto le cose sono cambiate, lentamente e senza che il mondo stesso se ne rendesse conto, ma questo ultimo ventennio, ha sancito un nuovo trend, provocato soprattutto dal fallimento delle politiche occidentali verso i paesi in transizione, ai problemi inevitabili provocati dal cambiamento che hanno aumentato il gap tra ricchi e poveri (anche se nei fatti, in questo periodo, numeri sconfinati di esseri umani sono usciti dallo stato di totale povertà per accedere allo status di consumatori, secondo il fine ultimo del sistema), agli errori fatti nei tanti fasulli tentativi di "esportazione" di democrazia, provocati da politiche miopi e irrealistiche. Così questo nuovo secolo sta vedendo l'affermazione di un nuovo punto di vista e cioè che l'autocrazia, se ben governata, sia assolutamente migliore e più efficiente proprio per il benessere del popolo, della esangue, debolissima e rissosa democrazia, che si sta intorcinando in sempre più capziose, inutili e alla fine dannose dispute, cavilli e baruffe la rendono assolutamente perniciosa per il progresso reale dei popoli. Questo principio è sancito dall'ovvio pensiero che la tirannide, alla presenza di un uomo perfetto, privo di difetti che sappia prendere le giuste decisioni per il bene comune, è assolutamente più performante della serie di infinite discussioni e controbilanciamenti dello stato repubblicano che si confronta su ogni minima decisione. 

Così le autocrazie non solo hanno alzato la testa ed in ogni consesso, mostrano sempre maggiore insofferenza rispetto a quei paesi che ne criticano le posizioni rispetto alle libertà fondamentali, ma ormai vogliono conclamare definitivamente l'assunto che il loro sistema sia definitivamente migliore della ormai sorpassata e alla fine dannosa democrazia. La cosa ancor più incredibile è che anche la stragrande maggioranza delle popolazioni di questi paesi ne è convinta e ormai guarda all'Occidente con un misto di derisione compassionevole come a dire, tenetevi pure la vostra libertà di parola o di voto, a noi non serve, tanto facciamo 36.000 km di TAV in 8 anni e 17 linee di metro a Shanghai in 10 anni, mentre voi in 30 anni non riuscite a fare 100 km di Torino Lione. E l'ultimo sberleffo viene dato dal fatto che un numero sempre maggiore di cittadini occidentali, comincia a pensare che solo con una diminuzione delle libertà e con la necessità di un uomo forte e solo al comando si possano risolvere anche da noi, i problemi. Un Conducator, un Duce, un Coriolano che ci consentano di superare i momenti difficili che stiamo attraversando. Dimenticando che i Romani avevano stabilito in un massimo di sei mesi, la permanenza del Dictator nominabile nelle crisi, purtroppo senza pensare che prima o poi il Dictator avrebbe deciso di prolungare ad libitum il suo governo, tra le ovazioni della folla osannante.


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2 commenti:

antonio ha detto...

Concordo.
Il sistema democratico offre il più alto livello di libertà per l'individuo, livello mai raggiunto nella storia; cosa fare per difendere questo successo?

Enrico Bo ha detto...

Secondo me bisognerebbe applicare qualche minimo correttivo per efficientarlo un po' anche se questo significa rinunciare ad un perfetto controllo incrociato, che poi comunque tanto perfetto non è. Io sarei per fare a inizio legislatura un sistema elettorale più efficiente, ma qual è quello più efficiente? eheheheh. Tuttavia mi sembra che il nostro sistema sia in pesante arretramento nel mondo e come ho detto non abbia affatto l'appeal per riguadagnare posizioni. Forse si tratta di periodi storici...

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