lunedì 3 luglio 2023

Viaggio AMAP 5 - Caserta

La cupola della cattedrale di Caserta vecchia - giugno 23


La reggia di Caserta
Oggi tocca alla provincia di Caserta, non alla famosa Reggia che tutti più o meno già ben conoscono, ma ai dintorni, diciamo che anche in questa regione come in tante altre d’Italia, hai solo l’imbarazzo della scelta e comunque, per quante volte tu ci vada, ti rimangono sempre cose nuove da scoprire, da investigare, da studiare. Dunque risaliamo una strada tutta curve per arrivare a Caserta vecchia, il bellissimo borgo di origine longobarda che sta in cima al colle alle spalle della Reggia che occupa con il suo immenso giardino tutta la parte digradante verso la piana della collina stessa e che si vede bene man mano che si sale di quota. Caserta, nome antico che veniva appunto da Casa Hirta, quindi situata in cima ad un colle a 400 metri di altitudine, è oggi un piccolo borgo di case antiche alcune mantenenti ancora un taglio rinascimentale con le grandi finestre quadrate, costruite nel tufo scuro delle vicine cave e attualmente è un insieme di locali e luoghi di accoglienza che il turismo ormai sempre più presente da queste bande, ha vivificato. Compio con una certa fatica l’erta (appunto) ripida, di almeno 300 metri che conduce dal parcheggio al paese, sostando un poco al belvedere che concede un magnifico colpo d’occhio sull’immensa costruzione della Reggia in basso e poi mi inoltro per le viuzze che conducono al centro del paesino e alla sua bella chiesa dalle forme esterne così vicine ai tanti esempi di romanico padano con la sua facciata tripartita, gli archetti ciechi che scandiscono i contorni, gli animali medioevali fantastici che ne emergono orgogliosi, il bel campanile che sormonta la via con un arco elegante, ma soprattutto la cupola con splendidi ornati che ricordano il lavoro minuzioso di artisti comacini. 

L'ambone della cattedrale

L’interno della cattedrale dedicata a San Michele Arcangelo, spoglio e severo, ormai privo di affreschi, dove solamente ormai risalta la pietra viva, esibisce una bella serie di colonne e capitelli di recupero, ognuno tratto da qualche scavo tra le mille vestigia che affollavano il territorio circostante, ed è dominato soprattutto dallo splendido ambone colorato che si affaccia alla navata centrale. Insomma un bel pezzo, che l’addobbo floreale di un matrimonio incipiente, lo abbiamo schivato di un’oretta, rende ancora più affascinante. Siamo ad un’ora ancora presta e la poca gente che circola, dà al luogo una magnifica aura di pace serena. Bel posto davvero, quasi dispiace lasciarlo, avrei fatto ancora un giretto per le vie secondarie bordate del tufo nero e dai rampicanti che scendono dagli alti muraccioli di protezione delle case nascoste. Scendiamo dunque rapidamente dalle pendici dei monti Tifatini verso San Leucio dove c’è da visitare un importante complesso monumentale, creato dai Borbone come casa di caccia e residenza di campagna e che rappresenta una spettacolare memoria di quanto il regno fosse avanzato all’inizio di quella evoluzione industriale che cominciava a diffondersi e a cambiare l’Europa. Qui il Re Ferdinando aveva pensatoe trasformato la villa in un vero e proprio centro produttivo, con vedute molto moderne e avanzate rispetto ai tempi, al fine di creare un importante polo nella produzione delle sete. Ancora oggi si possono vedere le case, in pratica vere e proprie villette a schiera per le maestranze, che godevano di protezioni sociali e mediche impensabili per i tempi e udite, udite, con salari uguali per uomini e donne di pari mansioni. 

I telai

La fabbrica destinata a produrre sete e tessuti di altissima qualità e lusso e che potrebbero essere messe in moto oggi, mostra ancora adesso la serie di macchine che hanno prodotto fino ad una cinquantina di anni fa, introducendo via via, meccanismi sempre più automatici e performanti con telai all’avanguardia. Ricca documentazione iconografica e di oggetti tecnici assieme ad esempi di materiali prodotti a testimonianza della raffinatezza della produzione. Insomma davvero si può dire che anche questa è un’ulteriore prova del fatto che il regno di Napoli era in quel periodo la punta più avanzata dell’industria italiana. Nel complesso, che appare davvero come una sorta di palazzo delle delizie, tra parco e giardini, anche una bella chiesa, dove tanto per cambiare si svolge un matrimonio con tanto di strascico di diversi metri. Nel pomeriggio ci tocca la reggia di Portici, l’ennesimo palazzo che testimonia la grandezza dei Borboni. Oggi museo contenente innumerevoli bellezze, al momento ospita una interessante mostra di oggetti di legno ritrovati e miracolosamente conservati dall’eruzione della vicina Ercolano. Il palazzo naturalmente conserva bellezze ed opere d’arte a iosa e anche la breve visita ci ha permesso di apprezzarne in special modo lo straordinario scalone decorato a trompe-l’oeil, di spettacolare impatto. Alle sue spalle l’importante orto botanico, accoglie collezioni di piante grasse e succulente oltre a moltissime specie esotiche. Certo dispiace non avere il tempo per buttare l’occhio in qualcuna delle tante ville che popolano il cosiddetto miglio d’oro che porta da Portici fin verso Napoli. Ma anche oggi è andata.

Lo scalone a Portici

SURVIVAL KIT

Orto botanico
Caserta vecchia - Borgo medioevale a circa dieci chilometri dalla Reggia che si vede dal Belvedere, che risale all'800 è costituito da un piccolo agglomerato di case attorno alla cattedrale molto ben conservata, con imponente campanile. Ci sono anche i resti del castello con una imponente torre. Il borgo è molto omogeneo ed è piacevole passeggiare per le sue viuzze contorte e nascoste.

Re<al Borgo di San Leucio - Stabilimento di seteria nato attorno ad una villa di campagna dei Borbone, collegata all'accesso superiore dei giardini della reggia di Caserta, attraverso una strada di 4 km, che conserva, raccolti in un interessante museo tutto quanto è ruotato attorno a questa attività industriale che poneva il regno ai vertici europei nel campo. Ingresso € 9. 

Reggia di Portici - Residenza estiva della famiglia reale, poi scuola di Agraria oggi sede della Facoltà di agraria. Attualmente il palazzo ospita una bella collezionde di arte e mostre come quella attuale che rimarrà fino alla fine dell'anno intitolata Materia e che espone legni nello stato di conservazione in cui sono stati ritrovati negli scavi della vicina Ercolano. Da vedere anche l'imponente orto botanico adiacenntee le sue serre. Ingresso € 6,50

Il cortile della Reggia di Portici

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