petali bianchi
aperti ed impudichi -
s'attende un' ape
foto dal web |
Bisogna pur dire che questo governo qualche schema, basato su vecchie magagne italiche, lo ha rotto, per esempio nella puntualità con cui è stato presentato a Bruxelles il piano. Sinceramente eravamo abituati ai consueti rimproveri dell'UE ai nostri cronici e proverbiali ritardi, a volte addirittura eravamo segnalati come non pervenuti. Questa volta invece siamo stati tra i primi a presentare le carte, nonostante l'Unione ci avesse detto che non era poi così urgente, ma che ci sarebbe stata in ogni caso molta comprensione se avessimo anche lasciato passare qualche settimana in più. Troppa grazia. Un amico mi fa notare che però questa volta c'è la clausola che chi presenta prima, prima becca il grano, dunque questa comprensione europea, sembra essere piuttosto pelosa, non vi pare. Adesso tuttavia per andare avanti in tre mesi bisogna incardinare le riforme, almeno quelle fondamentali, giustizia, pubblica amministrazione, fiscalità. Cappero, se lo fanno e le intenzione di Draghi sono ben chiare, solo la idiota litigiosità dei partitacci, che si scannano solamente pensando ai dati dei consensi che arrivano dai sondaggi e dell'Italia se ne catafottono allegramente, potrebbe mettersi di traverso. Davvero sarebbe un risultato epocale dopo trent'anni di attesa. Solo questo basterebbe per fare portare in trionfo il Prescelto. Vedremo come andrà a finire.
dal web - La stampa |
Aprire anticipatamente a fine aprile invece che a fine maggio come sarebbe stato più consigliabile, provocherà all'incirca tra i 3000 e i 10000 morti in più, per la maggior parte anziani, che speriamo di minimizzare al massimo man mano che avremo messo insicurezza gli over 60 con il procedere delle vaccinazioni e che ci auguriamo, se arrivano le dosi, di coprire quasi al completo appunto verso fine maggio, tranne quelli che si rifiutano e peggio per loro. Al contrario, la chiusura per un mese in più avrebbe portato alla perdita di, mettiamo, 20 mld di PIL. Abbiamo dunque deciso che X.000 morti nei confronti di 20 mld siano una cifra accettabile, aggiungendo in più circa 500 mln/anno di pensioni risparmiate. Nel prosieguo il procedere della campagna vaccinale risolverà la cosa". Questa è la cruda ma innegabile verità e mi sarebbe piaciuto che la politica avesse il coraggio di dirla. Avere questo coraggio concede anche credibilità e con ogni probabilità la maggioranza degli italiani sarebbe stata pure d'accordo.
Parlo spesso con una amico di Mosca, compagno di tante scorribande per la vecchia Unione Sovietica e oltre. Anche lui adesso è nell'età dei ricordi e, anche se più tranquillo essendo uno dei pochi cittadini russi ormai bi-iniettato di Sputnik, mi sembra un po' triste e di umore melanconico, quel classico sentimento russo, la меланхолия, che si crogiola in se stessa davanti ad un bel bicchiere di vodka da 100 cc. C'era una volta una fabbrica di vodka nel nord del Caucaso, sperduta in una di quelle repubblichette di cui nessuno conosce il neppure il nome, la Repubblica autonoma Karachaievo - Cherkieskaja, dove andavamo spesso a piazzare impianti di ogni genere, dato che i proprietari erano un vulcano di idee imprenditoriali nel selvaggio est economico di quel periodo, dall'imbottigliamento delle acque minerali di cui è ricchissimo quel luogo vulcanico, pensate che l'aeroporto è in una città vicina che si chiama appunto Acque Minerali, alla produzione di cioccolatini, per passare da una fabbrica di mobili o un allevamento di pastori del Caucaso. Gli abbiamo venduto anche un vagone di scatole per cioccolatini a strisce milaniste rossonere, dato che il proprietario ammirava moltissimo questa squadra. Pensate che, dato che avevano spesso ospiti, hanno anche comprato un albergo, tanto per accoglierli degnamente. Uno dei soci viveva in una specie di villa fortino con alte mura e torrette con guardie armate agli angoli. Il figlio un bimbetto di dieci anni, serissimo e sempre imbronciato, passava la sua giornata sempre con una guardia del corpo accanto, per timore di rapimenti, allora frequenti per i possidenti di quelle parti, con cui giocava a scacchi, suo unico sollazzo.
на троих |
Zabaione, chantilly e nocciola (Racca - To) |
75 anni sono tanti, tantissimi, forse troppi e pesanti da portare sulle spalle, un fardello che ti fa piegare un poco le gambe e te le fa sembrare deboli e molli. Un tempo festeggiavo in modo piuttosto allegro e solenne le decine, i 40, i 50, non parliamo dei 60 annuncio del periodo più bello della vita, la libertà relativa del pensionato, adesso mi rendo conto, che bisognerebbe sottolineare con una certa enfasi anche stadi intermedi un poco più ristretti come per la scadenza della patente, dai dieci scendi ai cinque e poi tre e così via, come se la vita ti stesse rapidamente sfuggendo e bisognasse segnare step più ravvicinati per non perderli in corso d'opera. Una sorta di epifania rassicurativa insomma. Intanto tutto è già passato come un volo radente di gabbiano che ti ha appena sfiorato una guancia avvizzita come una melanzana lasciata troppo in frigo ed è già lontano a guadagnare l'orizzonte del mare forse a raggiungere quell'altrove al di là del margine delle colline lontane che forse non avrai più il piacere di vedere, che forse potrai soltanto più sognare. Ti ha lasciato qui a lottare per rimanere attaccato a quegli ultimi miseri scampoli che ti rimangono e che riconti ogni giorni meravigliandoti che siano sempre di meno.
Certo non sai quanti, ma di certo ogni volta uno di meno. Eppure quante curiosità ancora da scoprire, quante meraviglie ancora da apprezzare! Rimarranno lì, non colte da me e a disposizione di altri che le ammireranno al posto mio, alla mia salute, come si dice. Ieri ho terminato quanto rimaneva della torta di compleanno. Ne ho gustato e rigustato ogni cucchiaino facendomelo durare a lungo, rigirandomelo nel palato per meglio apprezzarne ogni sfumatura. Già c'era il plus di fare festa con la mia bambina, condito dal privilegio di compiere gli anni quasi nello stesso giorno, col solito crogiuolo di emozioni dolci ed appaganti, in una sorta di terzo giubileo della vita. Certamente tre quarti di secolo fa nascevo in un altro mondo, in una piccola camera da letto, con la vicina di casa e la levatrice, in una mattina di sole primaverile con l'aria fresca e ancora frizzante, così mi ha detto la mia mamma per lo meno, affacciandomi ad un mondo che diventava ogni giorno più facile e con più opportunità. Già, non tutti possono avere questa fortuna, ma non mi va ancora di fare dei sunti finali. Spero di avere ancora un po' di tempo per questo. Al momento mi basta, come diceva il Buddha, di respirare.
dal web |
Un caro amico mi ha mandato gli auguri dalla Russia, tante parole piacevoli che mi hanno fatto venire il magone al ricordo di quelli che lui chiamava sempre i bei tempi. E' abitudine dell'anziano di vedere continuamente il passato classificandolo come "bei tempi", anche se magari non lo erano affatto, conditi di affanni, preoccupazioni, ansie e tribolazione che è di solito la norma della vita, tuttavia è così. Come non apprezzare la piacevolezza del crogiolarsi davanti alle fotografie ingiallite (i nostri figli da vecchi non avranno neppure più questo piacere) e accarezzarsi l'anima, vedendovi solo gli aspetti piacevoli e di ricordare anche i momenti più difficili come divertenti avventure. Il passato è quasi sempre in rosa, quello che non andava bene, al limite, condito dalla soddisfazione di essere riusciti a superarlo, di avercela fatta insomma e come sei stato bravo e forte e bello e intelligente, cosa che fa sempre piacere. I ricordi rosa e le previsioni grigie, la maledizione dell'umanità altro che global warning!
Oggi delizioso torpore primaverile che mi attanaglia le gambe; in realtà credo che si tratti di sintomi di atrofia muscolare dovuta all'immobilità ed al continuo passaggio tra divano, poltrona, letto e sedia davanti al PC. Intanto sono comunque moderatamente di buon umore avendo risolto i problemi informatici alla vecchia maniera. Il PC, dopo innumerevoli spegnimenti e riavvii ha ripreso a funzionare regolarmente, cosa che causa in me interrogativi e dubbi angosciosi, in quanto niente accade per caso e se ci sono malfunzionamenti non è che si aggiustano da soli, ma rimangono lì, come bachi malevoli acquattati tra le pieghe dei bytes in attesa di ricomparire quando meno me lo aspetterò, e sicuramente in momenti poco opportuni che mi costringeranno a qualche urgentissimo e maledetto intervento di emergenza, con quello che di solito consegue in questi casi. Questo è quanto mi succede di solito e tanto lo so già che finirà così, da imprevidente qual sono, che si illude sempre che le cose si aggiustino da sole e invece rimangono lì appese al filo della casualità per poi crollare di colpo e definitivamente quando più ne hai bisogno. Pazienza.
Per il cellulare la soluzione è stata ancor più facile; ne ho comprato uno nuovo, soluzione tipica di questa società usa e getta che poi però si affanna a dividere accuratamente la carta dalla plastica. Se puoi, alla fine basta pagare e anche se sei un asino perfetto, trovi chi risolve senza problemi i tuoi miseri guai. Infatti il tipo del negozio ha lottato per due o tre ore ma alla fine ha trasferito tutti i dati dal vecchio al nuovo e adesso sono di nuovo raggiungibile. In effetti mi dice che il vecchio era pieno di sacramenti e che la maggior parte delle cose funzionavano malamente, cosa prodotta probabilmente dai continui aggiornamenti che le case produttrici impongono apposta per farti comperare un nuovo aggeggio e che la durata massima di questi prodotti è di circa due anni, cosa che ha corrisposto quasi esattamente la mio caso. Adesso mi rimane solamente l'impratichirmi del nuovo aggeggio che avendo cambiato marca, per assoluto spirito vendicativo, provocherà un sacco di difficoltà, a me almeno.
Lo so che alla fine le cose sono più o meno le stesse, ma per l'anziano abitudinario non è semplicissimo andare a trovare nei meandri delle schermate il bandolo della matassa. Sono dunque passato a 小米, che vuol dire appunto Chicco di miglio (vedete nel primo ideogramma che significa Piccolo, un omino in piedi con le braccia strette al corpo, in contrapposizione a 大 dà - Grande, simboleggiato da un omino a gambe larghe e braccia aperte per circondare uno spazio più grande possibile e nel secondo: 米 mǐ, che significa Riso col segno orizzontale della terra con sopra il cespuglietto delle piantine e sotto le radici fascicolate; quindi Piccolo Riso, appunto Miglio). Fine della lezioncina di Basic chinese. Intanto l'aggeggio, tenuto in tasca, servirà anche a ricordarmi che il Regno di mezzo è in corsia di sorpasso e bisognerà tenerne molto conto nei prossimi decenni. Comunque il giochino occuperà almeno per un po' il mio tempo libero. Vi farò comunque sapere , state tranquilli.
Accidenti, non c'è nulla di più frustrante di quando la tecnologia ti tradisce, o meglio, saltano fuori, naturalmente quando ne hai più bisogno, a sorpresa. Come ovvio spesso non si tratta affatto di guasti ma proprio di una tua incapacità a risolvere la cosa, per mancanza di sufficienti conoscenze informatiche. Sta di fatto che, in seguito a messaggi inquietanti che ti impediscono di procedere o peggio per qualche misterioso motivo qualche cosa cessa di funzionare e tu non sai più che pesco prendere. Di norma, si sa, bisogna andare nella pagina Impostazioni. Sembra facile, nella realtà quando riesci ad accedervi si apre un mare magnum di possibilità tra le quali non sai più dove andare a sbattere la testa. Nell'ultimo mese è già la seconda volta che mi scontro contro questa drammatica situazione. La prima è stato il crollo fisico del mio telefonino, che dapprima ha cominciato a lanciare disperati segnali di impossibilità di uso di differenti funzioni a causa (a detta sua) di memoria troppo piena.
Ho cominciato a liberare cancellando foto e messaggi, poi ho cominciato a liberarmi di applicazioni poco usate, alla fine mi ritrovo col telefono quasi vuoto e al contrario le segnalazioni di troppo pieno diventano sempre più assillanti e via via quel poco che resta diventa inagibile e non funzionante, la camera non fa più le fotografie, non parliamo dei filmati, anche whatsapp non apre più immagini e neppure messaggi vocali, facebook non scarica più le notifiche, fino a quando anche la funzione principale del telefonino, che è quella di telefonare comincia a battere i coperchi, si spegne, non segnala l'occupato, e avanti col resto, insomma sembra che il sistema stia collassando. Mi vien detto che è una situazione molto tipica e premeditata dai vari costruttori, i vari aggiornamenti caricano all'inverosimile la Ram fino ad intasarla completamente per costringerti a cambiare l'attrezzo con uno più potente.
Questo è quanto sta succedendo al mio smartphone e quindi obtorto collo ho proceduto all'acquisto che dovrebbe arrivarmi oggi. Ovviamente ho cambiato marca, anche se so che sotto questo punto di vista sono tutte uguali. Intanto anche il laptop con il quale sto digitando ha cominciato a fare le bizze e dopo che già un mese fa ha avuto dei danni la sceda madre, riparata con un intervento di emergenza, da ieri salta fuori che la maggior parte delle icone della barra delle applicazioni non sono più attive. Ho tentato in tutti i modi di farle risorgere attraverso l'apposita pagina delle impostazioni ma a causa della mia incompetenza non ho avuto alcun esito. Qualcuno ha qualche idea di come si possa fare?
da Europa.today |
Ho riflettuto qualche giorno sulla polemica seguita alla definizione data dal nostro Draghi al sultano turco, che sono meritevoli di attenzioni anche se, secondo me, di non facile lettura. Come prima cosa stento a credere che il nostro primo ministro, dato lo spessore del personaggio, che non è certo uno sprovveduto grillino qualsiasi o uno con l'elmo cornuto in testale, le abbia pronunciate senza averle attentamente valutate e che gli siano così sfuggite improvvidamente come una classica gaffe di inesperienza. Sarei più propenso a ritenere che le abbia dette con un fine preciso che tuttavia in questo momento mi sfugge. Certo gli sarà stato chiaro che ogni cosa detta a quel livello va ben al di là del discorso tra amici nel quale si può dire qualunque cosa e di certo ben di peggio. In questo caso, invece, le frasi pronunciate vengono attentamente valutate e centellinate con la lente di ingrandimento e comunque provocano reazioni le cui conseguenze a questi livelli, devono essere valutate prima. Personalmente, per quanto riguarda le relazioni internazionali, io sono molto pragmatico e dato che la maggior parte dei paesi del mondo è al momento in mano a regimi poco o molto autoritari, sono pregiudizialmente contrario alle dichiarazioni ufficiali pesanti, fatte per amor di firma, per soddisfazione personale o peggio per acquisire consenso interno, in quanto vanno generalmente a condizionare se non a danneggiare gli affari futuri che per il benessere del tuo paese devono avere più valore della semplice dimostrazione di orgoglio fine a se stessa utile solo a creare problemi.
Preferisco dichiarazioni sfumate che lascino comunque comprendere il mio punto di vista, ma che non creino scoppi d'ira con conseguenti dannose ritorsioni economiche per una semplice ed alla fine inutile soddisfazione di orgoglio. Secondo me le professioni di idee per proclamare la difesa del proprio onore sono utili solo ai tromboni, molto meglio un bel sorriso come fanno i cinesi e poi ti fanno un bel pacco col fiocco, come predicato anche da Sun Tzu e la sua arte della guerra. In questo caso penso che il nostro leader avesse comunque in mente una qualche strategia laterale, chissà, magari esternare un precisa scelta di campo per aumentare la credibilità del paese in seno all'Unione, cosa di cui abbiamo sempre tanto bisogno dopo tante dichiarazioni di imbecilli negli anni scorsi. O chissà cosa altro, ad esempio nelle relazioni con gli USA. Nei fatti è vero che il sultano ottomano non è propriamente un "dittatore", essendo stato tecnicamente eletto almeno tre volte dal popolo (qui si capisce bene quali siano i problemi della democrazia, anche se probabilmente non è stato ancora trovato sistema migliore). Dittatore lo diventerà a tutti gli effetti quando avrà perso le elezioni e non mollerà il potere imponendolo con la forza dell'esercito; correttamente è stata definita come democratura questa soluzione autocratica comune in molti paesi. Qualche esempio, Venezuela, Ungheria, Bielorussia e Russia stessa assieme ad una infinità di altri paesi dove i capi dello stato sono stati eletti più o meno regolarmente. Proprio su questo ha fatto forza l'offesa risposta ufficiale turca. Esaminiamo invece i danni collaterali: ci sono quelli immediati del contratto di 70 milioni perso e soprattutto della messa in mora o quantomeno delle difficoltà delle imprese italiane che operano laggiù e dei 10 miliardi ci esportazioni che abbiamo verso quel paese. E' sperabile però che queste fiammate si spengano presto e non abbiano conseguenze esagerate anche perché con le difficoltà che già ci sono, non sarebbero davvero auspicabili.
Personalmente almeno, sarebbe esiziale la mancata consegna delle nocciole che costituiscono almeno la metà della produzione di Nutella, cosa per me non del tutto trascurabile. Ma al di là della battuta, un danno a mio parere molto più importante deriverebbe dal fattore politico che ne può venire e sul quale è evidentissimo che il buon Erdogan cerca di fare leva. E' noto che, da un lato il leader turco aspiri ad una leadership del Mediterraneo orientale e ad aumentare l'influenza turca nei paesi dell'area (da Cipro ai Balcani, per non parlar della Libia, dove noi abbiamo forti interessi) e cosa ancor più importante abbia disperato bisogno di rafforzare la propria posizione interna, con il consenso in precipitoso calo a causa degli insuccessi economici recenti col crollo della lira turca svalutata di oltre il 20% negli ultimi mesi e si sa che la gente è molto più sensibile alla pancia che ai principi. E' infatti assolutamente in bilico la vittoria alle prossime e vicine elezioni, che in caso di sconfitta (cosa già avvenuta nelle tre principali città) lo metterebbe di fronte alla necessità di instaurare davvero una dittatura di forza, manu militari. Quindi per lui, arriva benedetto l'insulto che stimola la reazione, subito avvenuta e sottolineata, dell'orgoglio nazionalista, molto forte in Turchia, di stringersi attorno alla bandiera, che pare gli abbia fatto riguadagnare parecchi punti nel consenso popolare, sempre pronto ad apprezzare gli idioti che battono i pugni sul tavolo e a disprezzare chi con sapiente lavorio diplomatico ottiene invece i risultati. Dunque questo a mio parere sarà il danno più rilevante della dichiarazione, che comunque potrebbe anche essere destinata a perdersi tra le mille chiacchiere delle storie da telenovela, adesso quelle turche pare siano molto in voga, e ad essere superate dalla valanghe di successivi gossip, con buona pace di tutti.
dal web |
Oggi sono polemico. Non riesco a farmi una ragione dell'atteggiamento di molte persone, alcune delle quali conosco personalmente e sono normodotati, di intelligenza anche viva se non brillante, di ottima cultura, rispetto alla vicenda vaccini. Ora, queste persone, quando comunico loro di avere appena fatto l'Astra Zeneca o semplicemente si parla dell'argomento, si ritraggono inorridite, dandomi del pazzo o controllando se per caso non mi sia cresciuta la proboscide e la stia accuratamente nascondendo. Ora questa gente, che prende altri medicinali di ogni tipo, che di norma presentano un bugiardino con effetti indesiderati molto peggiori percentualmente di detto Astra Zeneca oppure sono saliti più volte senza battere ciglio su voli intercontinentali per i quali il rischio di trombosi è almeno 100 volte superiore, mi fanno spallucce oppure mi dicono, ma cosa vuoi che sia, se guardi a quelle cose lì è finita e non manifestano il minimo dubbio rispetto a questa incomprensibile discrasia. Uno, pochi giorni fa, mi ha confermato di guardarsi bene dal prenotarsi per la vaccinazione per non cascare nelle grinfie Astra, al limite, quando almeno il 50% della popolazione sarà stata vaccinata, andrà dal suo farmacista e anche a pagamento richiederà di fare il Johnsonn. Non l'ho ancora risentito dopo il blocco di quest'ultimo e non oso telefonargli, ma credo che lo troverà del tutto normale.
Tuttavia mi ha anche detto, come molti altri per la verità, che gli hanno parlato molto bene (vicini di casa, cugini di amici e conoscenti di conoscenti) di Sputnik. Ora mi piacerebbe che tutti costoro, che posso capire, ragionano anche in base a loro credenze politiche, che però non mi paiono sensate né pertinenti parlando di medicina, mi spiegassero come mai non hanno nessuna fiducia, anzi manifestano terrore di fronte ad un medicinale che ha presentato tutte le documentazioni necessarie e che inoltre aggiusta costantemente il tiro, man mano che con l'uso generalizzato emergono nuove evidenze, come è giusto che sia e invece hanno piena fiducia per un altro presidio russo, che: 1- non fa neanche domanda di registrazione presso i nostri enti; 2 - non presenta la necessaria documentazione; 3 - sembra che non abbia neppure terminato la terza fase di sperimentazione richiesta; 4 - che come Astra e Johnson è costituito partendo da un adenovirus (anzi addirittura da due); 5 - che tra le altre cose non è neanche disponibile in quantità. Come è possibile tutto ciò? E' un mistero senza senso e badate, ripeto, non sto parlando di pazzi insensati che temono di essere microchippati dal grande fratello tramite intramuscolo, ma di persone che ragionano normalmente su altri argomenti. Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse questa follia.
Bene la Pasquetta se ne è andata e adesso aspettiamo quella del prossimo anno con la speranza di aver messo tutto quanto dietro le spalle. Intanto come previsto e come del resto vi ho già raccontato, a me la Pasquetta ha portato il magnifico regalo dell'inoculazione della prima dose. Ora, ai negazionisti ed agli insensati non spreco tempo a parlare, fatica inutile che non porta a nulla; oggi volevo soltanto relazionare a tutti gli altri la mia soddisfazione e la mia gratitudine a tutti quelli che gravitano attorno a questo impegnativo compito, alla fortuna di essere nato in questo paese e di avere nonostante tutto governi di buon senso che cercano tra errori comprensibili e pressioni esterne insensate, di operare al meglio. Sarà forse che ho la fortuna di vivere in un'area privilegiata, ma dal momento in cui è partita l'operazione, siamo stati avvisati del momento in cui la mia categoria (70 - 80 anni) poteva effettuare la preiscrizione, in modo, questo sì, davvero semplice ed user friendly anche per teste scarsamente digitalizzate come me; poi non sono passati neppure 15 giorni ed ho ricevuto la convocazione, con mail e SMS; successivamente il giorno di Pasqua mi hanno anche telefonato per ricordarmi l'appuntamento e confermare la mia adesione, assieme a diverse mail di reminder. Infine ieri sono andato nel nuovo centro vaccinale della caserma Valfrè, aperto il 1 aprile, certo con l'aiuto dei privati (sembra almeno la metà del costo), che dallo sforzo dell'Amministrazione Comunale che in questo caso si è dimostrato davvero efficientissima.
Riconfermo che l'organizzazione mi è sembrata perfetta sotto ogni punto di vista; la predisposizione dei successivi step e controlli, la cortesia e diciamolo anche l'atmosfera socievole e piacevolmente simpatica di tutti gli addetti presenti, ai quali bisogna davvero elevare un convinto plauso per la capacità di sdrammatizzazione dei timorosi, per i sorrisi e la cortesia davvero utilissimi per ridurre al minimo la tensione del momento aizzata dalle tante negatività amplificate dalle interessate campane che bombardano dai social le menti più deboli. In definitiva in cinque minuti seguiti da un quarto d'ora di attesa per osservare eventuali reazioni avverse, sempre possibili, la pratica è stata sbrigata e siamo usciti con in mano l'appuntamento per la seconda dose da fare il 21 giugno, stesso luogo, stessa ora. La gentilissima e simpatica dottoressa che si è occupata di me, mi ha confermato che avendo le fiale a disposizione e un paio di medici in più, potrebbero vaccinare il doppio delle persone, confermando quindi la fattibilità del piano vaccinale.
Inoltre non posso trascurare di segnalare che tutto il personale presente, almeno una quarantina di persone, erano tutti assolutamente volontari, medici ed infermieri pensionati e addetti alle altre incombenze, ragazzi giovani, che invece di passare Pasqua e Pasquetta a farsi gli affari loro, hanno lavorato tutto il giorno per fare un servizio al paese. Questa mi pare la cosa importante, il punto da non dimenticare, quando tocchi con mano che nei momenti difficili una parte consistente di persone, invece di blaterare sui social, insultando a destra e a manca, si spendono gratuitamente per gli altri e per risolvere fattivamente i problemi. Tutta gente a cui va il mio ringraziamento sincero. e con questo speriamo che l'operazione vaccinale vada avanti sempre più spedita, per arrivare finalmente alla soluzione dei problemi invece di pensare solamente a chi e a come criticare, ricordando infine, cosa sempre importante per capire cosa significa essere nati dalla parte giusta del mondo, che il tutto è sempre assolutamente gratis.
E così anche la sospirata Pasquetta è arrivata, stavolta senza gita fuori porta ma soltanto con la auspicata e tanto attesa chiamata alla Caserma Valfrè, appunto nel primo pomeriggio, di cui magari domani, se ancora in vita, vi racconterò. Ma oggi volevo raccontarvi di un altro fatterello gustoso, appena capitato ad una mia carissima amica che bene illustra la differenza sostanziale tra l'auspicata digitalizzazione del sistema e la tragica realtà dell'attuale stato delle cose, che semplicemente assomma la burocrazia del cartaceo a quella, maggiorata, dell'informatica presente ancora allo stato primordiale che si traduce non già in un raddoppio delle problematiche da sempre esistenti, ma le aumenta in modo esponenziale. Tutto questo appesantisce in maniera insopportabile, quanto già era gravoso per il cittadino comune, con risultati divertenti e paradossali, soprattutto per chi ne viene a conoscenza ma non li subisce direttamente. Dunque veniamo al fatto. La mia amica desiderosa come tanti, sulla spinta della insistente pubblicità, di mettersi alla pari con le richieste dell'Amministrazione pubblica e di porsi in regola per il futuro, appunto, approccio digitale semplificatore di ogni problema nei futuri rapporti con lo Stato, si reca presso il suo ufficio postale per iniziare la pratica al fine di ottenere lo SPID. Naturalmente, essendo persona intelligente aveva già previsto che non sarebbe stata cosa semplicissima e niente affatto user friendly come sbandierato e come si suppone dovrebbe essere nella realtà, tuttavia se una cosa va fatta, bisogna in qualche modo procedere.
Le prime avvisaglie dei problemi venivano già dalla obbligatoria prenotazione dato che il relativo sito delle poste non indicava affatto la sua agenzia di riferimento per effettuare quello che si chiama Riconoscimento di persona, preliminare obbligatorio per l'ottenimento del famoso SPID - fase 1. Per il sito infatti quella agenzia, semplicemente risulta inesistente. Dunque di buona lena e con una certa fatica, essendo detta signora anche portatrice di handicap motorio, si reca di persona all'agenzia inesistente, che forse per questo motivo è anche poco frequentata e dopo essere entrata, controllata ed adeguatamente disinfettata ed esposta la sua necessità, viene subito messa al corrente, con una certa severità, che non è possibile effettuare la pratica di riconoscimento di persona senza la necessaria prenotazione e che non è altresì possibile fare in presenza ma solo sul sito o tramite apposita app. Avendo fatto notare che tecnicamente è impossibile fare detta prenotazione essendo per il sito, quella agenzia inesistente (come per altro diverse altre), si poneva questo primo paradosso da Comma 22, per andare in agenzia bisogna prenotarsi elettronicamente, ma sul sito l'agenzia non esiste. E' pur vero che l'agenzia è completamente deserta, ma capirà, la legge è legge. L'addetta allarga le braccia e dice che non può farci nulla, poi presa da pietà e solo perché la signora ha difficoltà, si finisce come sempre in Italia per risolvere il problema in maniera casereccia, va beh venga che glielo faccio lo stesso 'sto riconoscimento. Io invece ero stato cacciato senza rimorsi, ma va bene lo stesso, non facciamo i soliti italiani.
Rincuorata, la signora presenta il documento da cui vengono trascritti i dati a mano e inseriti nel PC e quindi viene inviata a casa con la benedizione di attendere il felice arrivo della mail (come si diceva un tempo per i trasporti di merci via mare) che conferma detto riconoscimento con autorizzazione a proseguire la pratica per proprio conto. Già questo seguito di contorsioni mentali davvero senza senso dovrebbero mettere sull'avviso della integrità mentale di chi le ha progettate, ma, miracolo inatteso, arrivati a casa si constata che la mail è arrivata davvero, col nulla osta a procedere. Tuttavia la mia amica che come tutti noi anziani, cosce i suoi polli, controlla tutti i dati, perché non si sa mai. Ma come, malfidente ingrata al sistema, ma se è tutto automatico, di cosa non ti fidi, le macchine non sbagliano mai. Vero le macchine non sbagliano, ma gli addetti alle macchine sì e spesso, per cui sempre meglio dare un'occhiata più attenta. Infatti eccola là, la mia amica risulterebbe nata ad Alessandria mentre invece ha visto la luce in un grazioso paese distante una ventina di chilometri dal capoluogo e si sa che con una imprecisione di questo tipo poi la pratica darà luogo a grane infinite ed errori che si protrarranno fino alle tre generazioni successive, visto che questo SPID sarà il riferimento di ogni pratica per i prossimi decenni. Dunque preso coraggio, anche se un po' spazientita eccola nuovamente bussare alla porta dell'agenzia.
Fatto rilevare l'errore involontario, l'addetta smanetta sulla tastiera e poi con aria irritata dichiara: - Ma il paese dove dice di essere nata, non esiste! -. Ohibò, - Ma veramente ci sono stata ieri e il paese c'era ancora - oppone debolmente con un filo di voce, la mia amica. L'irritazione dell'addetta cresce e dopo un altro controllo, sbotta: - Qui non c'è e se la macchina dice così, vuol dire che è così - La mia amica trasecola, ma poiché, benché abbia qualche problema di deambulazione, ha la testa che funziona benissimo e anzi è piuttosto acuta, ha la forza di trovare nei famosi cassetti della memora, una possibilità. Infatti ricorda che qualche anno fa al nome del paese era stata aggiunta la dizione Monferrato e che forse questa può essere una ragione dell'inghippo, per carità, pur non volendo minimamente criticare l'efficienza organizzativa e la capacità di aggiornamento dei data base di Poste Italiane. La successiva ricerca dà buon esito. Effettivamente il paese ... Monferrato esiste. Ah, che sollievo problema risolto. - Allora se possibile, potrebbe aggiornare la pratica con la corretta attribuzione del luogo di nascita, basterà una semplice correzione -. L'addetta, per nulla contrita, esplicita però la dura realtà del problema: - Mi spiace signora, ma non si può, perché sulla sua carta di identità c'è scritto Nata a ... e non Nata a ... Monferrato.
Non vorrà mica che faccia un falso in atto pubblico? -. In pratica l'ennesimo Comma 22. A questo punto alla mia amica cascano un po' le braccia, tra l'altro essendo anche piuttosto stanca di stare in piedi davanti allo sportello. Dopo un po' di tira e molla tra scoramento e richiami alla logica, l'addetta va di là a chiedere ad un superiore, come di solito si fa in Italia, per cavarsi dalla pesante responsabilità, il quale ricorda che è già successo un caso analogo con un altro paese del circondario, Lu, al quale era stata improvvidamente aggiunta la dizione Monferrato e che quindi, chiudendo un occhio, si poteva in via eccezionale, passare sopra all'irregolarità, ma proprio perché è lei. Dunque a cosa fatta la mia amica se ne è tornata a casa ad attendere la nuova salvifica mail, ma al momento non ha ancora osato procedere sull'apposito sito al completamento della fase 1. Io, che non ho avuto questo inghippo essendo regolarmente nato ad Alessandria, non sono riuscito a procedere oltre, in quanto ad ogni tentativo di arrivare alla fase 2 e successivamente alla fase 3, la macchina mi dà invariabilmente un messaggio di errore, cosa che mi impedisce di procedere, alla faccia dell'user fliendly. E' proprio vero, non ce la faremo mai!