Strano per questo blog e alla fine per me che sono sempre stato più o meno animato e vivificato dal vento dell'est, questo cambio di rotta, tuttavia non del tutto inusuale in quanto altre volte percorso. Tuttavia, complice tutta una serie di fatti, qui già più volte elencati, che vanno dalla insoddisfazione mentale ormai semipatologica che mi ha preso dopo tre anni di catena ai piedi per quanto riguarda il muoversi verso altre terre, alla depressione accumulata con gli avvenimenti politici, bellici, economici ed esistenziali, che mi spingerebbero ad andare dovunque purché lontano e non ultima, una vera e propria ecatombe di amici e conoscenti che in questo nefasto 2022, mi perseguitano un giorno sì e un giorno no, ultimo in termini di tempo, un compagno di scuola non più tardi di ieri, tutte cose che inducono a riflettere sulla caducità della vita e che del doman non v'è certezza, per cui riconfermo e proclamo che è vieppiù necessario partire, andare, muoversi anche per non far indugiare la mente in pensieri grigi. Inoltre nei miei appuntamenti che mi sforzo di rendere di qualche interesse, durante l'anno, sto raschiando il fondo del barile nella scelta degli argomenti per costruire i miei incontri in modo almeno decente, per cui in effetti, cari amici sto solamente lavorando per voi. Dunque come ho già detto, le mie attenzioni si sono rivolte questa volta al sud, la terra da cui spira un vento caldo, carico di profumi forti, cocchi e vaniglia, palme, banani, aroma di caffè e di cacao. Il vento del sud ha, per me almeno, una malia particolare, di terra madre e culla dell'umanità che ti attira come in un grembo primordiale gonfio certo di mali oscuri, guerre, epidemie, fame e miseria, ma rimane sempre un brodo di cultura nel quale immergersi a fondo e rappresenta una sorta di ritorno alla magica fontana della giovinezza, la ricerca di un Graal mille volte favoleggiato e mai trovato, insomma un ritorno alle origini che stimola già solamente all'idea di intraprenderne la direzione.
Certo galleggia nel fondo e nel non detto quel misto di lievi timori, di pericoli e di paure che l'uomo del nord nutre a priori per le terre selvagge, quelle lontane dalla sua cultura e che le fa inserire in automatico tra i luoghi da cui guardarsi e proteggersi in qualche modo, ma questo se possibile ne aumenta ancor di più il fascino ed il desiderio di raggiungerli e scovarli. L'Africa è per antonomasia la nostra culla primordiale e un poco ne ho percorso i sentieri anche molti piuttosto nascosti, anche se alcuni dei punti che destavano molti dei miei interessi e più volte erano stati messi in agenda, non hanno potuto mai essere realizzati e chi sa se mai lo saranno, per tanti motivi, creati la maggior parte delle volte dalla follia degli uomini che fanno dello scannarsi a vicenda il più trasversale degli sport mondiali, o semplicemente per motivi economici che rendono alcune mete insostenibili per il mio portafoglio. Dunque l'attrazione per la direzione da cui arriva questo vento è sempre stata forte e, venendo al dunque, questa volta si è puntata su un piccolo paese africano, uno tra i più piccoli del mondo, infatti è al 169° posto con solo 1000 km2 di superficie. Si tratta nello specifico di Sao Tomé e Principe, uno stato insulare costituito da due piccole isole di fronte alle coste del Gabon nel golfo di Guinea. Poco conosciuto e ovviamente poverissimo, mi sarei stupito del contrario, anche se ha già ottenuto una volta una cancellazione del debito di 200 mln di $, ha una popolazione di poco superiore agli abitanti della mia città, costituita dai discendenti degli schiavi portati dal continente per coltivare la canna da zucchero alla fine del 1400.
Infatti le isole erano completamente disabitate, troppo lontane dalla costa per essere raggiunte con le imbarcazioni locali dell'epoca, quindi dopo la scoperta del 21 dicembre 1471, giorno appunto si San Tommaso, da cui presero il nome, da parte di Pedro de Escobar, rimasero possesso portoghese fino al 1975, anno dell'indipendenza. Uno dei pochissimi casi in cui non si è trattato di invasione di terre altrui, ma di vera e propria colonizzazione anche se fatta a spese delle braccia e delle vite di uomini e donne deportati e resi schiavi, cosa del resto abbastanza comune in tutti i tempi e non pensiamo che anche oggi, in alcuni casi, le condizioni siano poi concettualmente troppo diverse. Si tratta dunque di un piccolo arcipelago vulcanico di natura basaltica, con vette che arrivano ai 2024 metri del Pico Sao Tomé, prosecuzione della dorsale vulcanica del Camerun che si allunga nell'Atlantico fino all'isola di Annobon, di pertinenza della vicina Guinea Equatoriale. Un'altra curiosità è che l'arcipelago nella sua estremità meridionale è uno dei tredici stati del mondo tagliato dalla linea dell'equatore, cosa che provoca un clima molto uniforme per tutto l'anno con una temperatura costante attorno ai 26/27°C e con due stagioni, quella secca e quella umida che comincia appunto a metà ottobre. Quindi possiamo prevedere che mi prenderò pure un po' d'acqua, accidenti e questo non va benissimo dato che l'unica strada carrozzabile che circonda almeno in parte l'isola, si trasforma in questi casi in una pista fangosa e piena di buche.
Vedremo, io per gli spostamenti in Sao Tomé ho affittato una Jimmy Suzuky 4x4 e dunque speriamo che me la cavo. Le isole, in particolare quella più piccola di Principe che si raggiunge con un aereino locale in una mezz'oretta di volo, dato che dista circa 180 km dall'isola principale, è popolata da soli 6000 abitanti ed è ancora meno toccata dal turismo, sono poco conosciute e quasi mai inserite nei circuite delle principali agenzie, né sui tragitti delle crociere, per cui me ne parlano come di zone molto interessanti e poco battute, anche se potete esser certi che ormai la gente arriva dappertutto e anche con una certa facilità, per cui non mi aspetto di certo l'Eden nascosto da scoprire nelle sue lande inesplorate e selvagge. Di certo si tratta di una meta non consueta che spero abbia spunti interessanti e che non mancherò di raccontarvi diffusamente in queste pagine al mio sperato ritorno. Ieri ho provveduto anche alla quarta vaccinazione per cui spero di non avere problemi prima della partenza, dato che l'assicurazione, fatta tardi, non copre l'annullamento viaggio, ma a questo punto, dopo che lo stesso era stato già annullato una volta a febbraio 2020, quando cominciò la peste, spero in miglior fortuna. Comunque mi rimane ancora qualche giorno per gli ultimi preparativi e per angosciarmi sentendo il telegiornale, poi spero per un po' di rimanere fuori dal radar e non essere inseguito anche là dai cigni neri che volteggiano sulle nostre teste. Oggi tanto per distrarmi prenoterò il parcheggio alla Malpensa, così da completare il cerchio e poi buon viaggio.
SURVIVAL KIT
Parcheggio Ceria Malpensa Express (Hotel Mariuccia) - Via Pozzi 43 - Robecchetto (MI) - A 15 minuti da Malpensa, navetta gratuita 24 h - all'aperto, molto comodo e poco costoso - € 35 + 1 € al giorno. Si prenota online, si paga sul posto. Già provato più volte senza mai problemi. Comodissimo se si deve partire presto dato che si può usufruire dell'Hotel 3* che lo gestisce. Molto consigliato specialmente per le lunghe soste.
Assicurazione Viaggio - Allianz Globy Rosso Plus - Copre tutte le solite garanzie delle assicurazioni viaggio, tra cui la più importante, quella del rientro aereo in caso di estrema necessità, oltre alle consuete bagagli, spese mediche, assistenza ecc. Punti di forza, si può fare anche oltre i 75 anni (cosa che la maggior parte delle altre escludono), copre anche le malattie pregresse oltre a tutte le grane inerenti al Covid e last but not least tutti ne parlano bene. Per due persone 206 €. Per avere anche la copertura sull'annullamento viaggio, bisogna farla mi sembra almeno 3 settimane prima della partenza.