Una storia familiare che si svolge tra le due guerre, piena di
drammi epocali, sofferenza e riscatto, miseria e nobiltà, dalle polveri agli
altari e così via. Il libro comunque si legge abbastanza volentieri e preme
l’urgenza di vedere come va a finire la storia, se i cattivi verranno puniti e
i buoni premiati. Comunque i personaggi sono piuttosto ben delineati e il libro
che racconta la storia della nascita del fascismo a Mantova e dintorni sembra
anche ben documentato. I ragionamenti che stavano nella testa della gente al
tempo, paiono piuttosto ragionevoli e l’inclinazione di ognuno faceva premio
facilmente nello spingerti da una parte o dall’altra. Un altro punto
interessante è notare come nei riferimenti e nelle descrizioni che riguardano
il sesso, è enormemente diverso l’approccio a seconda che l’autore sia maschio
o femmina. E questo lo si nota bene anche ad esempio paragonando i libri di cui
vi ho parlato nei giorni scorsi. Pare di discutere di argomenti completamente
diversi. Interessante. Comunque questa storia è di piacevole lettura e potrei
al limite anche consigliarla, come passatempo estivo.
venerdì 22 settembre 2023
recensione : S. Truzzi - Il cielo sbagliato
giovedì 21 settembre 2023
recensione: Amanda Colombo - Meno male che ci siete voi
Libretto veloce e gradevole nel suo genere. Quello che si dice libro da donne e non con intonazione spregiativa. L’autrice racconta la storia di tre amiche, in maniera spigliata e divertente, partite tutte con grandi sogni e che si ritrovano a fare il punto per tutte e tre piuttosto deludente rispetto ai sogni iniziali. Una libreria che sta per chiudere ed il suo vecchio proprietario sarà la chiave, di lettura appunto, per riprendere in mano per tutte e tre del filo della vita che si stava logorando e offrire una soluzione appagante. Un libro che piacerà certamente agli amati del libro e della lettura in generale e perché no, tradizionale, con i suoi continui richiami all’odore inebriante della carta e al piacere di sfogliare le pagine dei libri alla ricerca di frasi memorabili, citazioni e insegnamenti di vita. Insomma un inno alla bibliofilia e tutto quello che ne segue. Mi lascio andare a dare un giudizio tutto sommato benevolo, perché sono molto buono.
mercoledì 20 settembre 2023
recensioni - S. Badani - La cacciatrice di storie perdute
Qui io sono facile preda. Amo le storie di scrittori indiani,
anzi, come in questo caso scrittrici, perché in generale, oltre alla storia,
raccontano sempre diffusamente di un mondo che amo e del quale mi piace sentire
le descrizioni più accurate. Mi pare sempre di essere trasportato come per
magia in quella terra che per me ha un fascino irresistibile, con i suoi odori,
i suoi rumori, il suo rigoglio sempre presente. Così tra contrasti e vicende
tristissime, gli scrittori indiani amano sempre le tinte forti e le tragedie
familiari, usando topos da noi magari abusati da secoli, ma che in fondo sono
sempre in prima fila nel provocare emozioni e attenzione al lettore. Questa è
la storia di una ragazza americana di origine indiana, carica di problemi e di
grane familiari, che in seguito alla morte del nonno indiano decide di tornare
alla terra dei suoi avi che non conosce per nulla ed alla quale si crede completamente
estranea e qui, naturalmente ritroverà se stessa. Una trama classica da vendere
tal quale a Bolliwood, che tuttavia, chi ama l’India leggerà molto volentieri
delibandone con gusto ogni parte ed ogni descrizione. I grandi segreti della
famiglia verranno a galla a poco a poco, tra drammi, lacrime e sangue,
contrasti di casta e amori sensualissimi, cosa per cui nel subcontinente vanno
sempre pazzi, fino alla fine attesa e naturale. Insomma a me, da come avrete
capito è piaciuto.
martedì 19 settembre 2023
Recensione - W. Smith - Come il mare
Avanti con l’avventura con Wilbur Smith, assolutamente un classico
del genere, con questo libro che mi si dice essere uno dei suoi migliori. Pur
essendo uno dei maestri della letteratura di consumo, bisogna dire che è sempre
uno che si lascia leggere con un certo gusto e rimane in ogni caso un ottimo
artigiano che sa fare il suo mestiere di produttore di libri che i suoi cultori
attendono come bibbie. Ovviamente mai meno di 500 pagine così perlomeno ha la
sensazione di aver speso bene i tuoi soldi. Questo lavoro risale nientemeno che
a quasi cinquanta anni fa, dunque il fatto che non sembra risentirne, è prova
ulteriore che insomma, il nostro è uno che sa fare il suo mestiere. Per averne
una ulteriore prova, vi sottolineo che non so quanti siano gli scrittori capaci
di tirare avanti la descrizione di una tempesta marina per quasi cento pagine
senza far cadere di noia qualunque anche ben disposto lettore. E qui ce ne sono
addirittura un paio. Già perché la storia si svolge quasi completamente sul
mare e questo è il tema di fondo che fa da quinta alla storia e dalla quale si
evince anche che l’autore è uno che di mare se ne intende. Certo lo stile di
cinque decenni fa si sente, tutto è estremizzato, superlativo, inavvicinabile.
Le donne tutte bellissime, anzi di più, con pelle color del miele, sensualissime,
irresistibili, gli uomini parimenti. La sensazione è proprio questa che tutto è
sempre esagerato, senza mai ricadere neppure per un attimo nella normalità. Mai
che ci sia un tramonto o un’alba di caratteristiche anonime, tutto talmente
spettacolare da rimanere a bocca aperta, anche il marinaio che ne ha già visto
di uguali a migliaia. I cattivi sono talmente cattivi che non si riesce neppure
ad averne un po’ di comprensione umana, mentre i buoni sono anche
intelligentissimi, coraggiosissimi e ça va sens dire sensualissimi. Le aragoste
si sprecano ma solo all’armoricaine e per i vini solo etichette di altissima
classe. Ci sta, l’avventura inoltre si svolge nelle acque antartiche e
successivamente nel Caribe, per cui il palcoscenico non ha bisogno di ulteriori
magnificazioni. Insomma un classico del genere. Almeno un giorno di passatempo
garantiti senza sorprese, al tempo tutte le avventure finivano bene.
lunedì 18 settembre 2023
Recensione: S. Bjork - La stagione del fuoco
domenica 17 settembre 2023
Recensione: Ragnar Jonasson - La signora di Reykjevik
Ed eccoci ad un altro libro del suddetto giallista islandese di cui vi ho parlato ieri. La solfa è sempre la stessa, atmosfere cupe e sole avaro della sua presenza, freddo, neve, alcool e depressione. Tuttavia devo dire che se siete stati in quei luoghi, ovviamente l'effetto del ricordo vi renderà più affascinante la lettura, sull'onda dei ricordi e considerando anche il fatto che quelli sono, naturalisticamente i più interessanti dell'intera Europa, a mio parere naturalmente. Un altro punto da sottolineare è che la prosa del nostro Ragnar è piuttosto stringata e non si perde in fronzoli, quasi volesse dirti: a me interessa solamente la vicenda nuda e cruda e voglio portarti alla fine del mio racconto senza farti perdere troppo tempo. In effetti, anche se tutto questo non contribuisce certo a rendere l'opera indimenticabile dal punto di vista letterario, le 250 paginette scritte grosse, ti permettono di chiudere la pratica velocemente e così se sei soprattutto interessato a vedere come va a finire, non ci metti molto.
Dunque, mentre il precedente si svolgeva nell'atmosfera aovattata e crepuscolare di Sigulfiordur, un fiordo sperduto ed isolato nell'estremo nord dell'isola non lontano da Akureiri, questa volta la vicenda si svolge vicino a Reykjavik e nella desolata penisola di Reykjanes poco lontana. Questa volta la protagonista è Hulda, una ispettrice a pochi mesi dalla pensione, sempre snobbata ai piani alti perché donna, sola e naturalmente preda di problematiche psicologiche, di delusioni lavorative e guarda caso di inconfessati segreti familiari, che viene forzata a lasciare il servizio a favore di giovani raccomandati e naturalmente incapacissimi colleghi. Tanto per tenerla buona le viene affidato un ultimo caso a sua scelta, il classico cold case che giace in fondo alla pila di scartoffie. Così, attraverso la consueta serie di trovate si arriva alla conclusione e devo dire che l'unica nota assolutamente interessante è che il colpo di scena finale è decisamente inatteso e merita i 5 euro spesi.
sabato 16 settembre 2023
Recensione: Ragnar Jonasson - Notturno islandese
Ho acquistato questo libro da estate, assieme ad un mazzetto di altri, convinto soprattutto dal nome proprio dell'autore, Ragnar, che era per la verità a me, lettore stitico, del tutto sconosciuto. La sciocca motivazione non è stata desunta dai risvolti vari in cui viene raccontato come uno dei più noti attuali giallisti del nord, ipertradotto in ogni lingua, ma per una ragione più prosaica. Sono stato attratto dal nome che mi ricordava soprttuto l'appassionante serie Vikings, che mi aveva preso morbosamente per un certo periodo. Devo dire che al di là del fatto di essere normale scrittura di consumo, da passatempo estivo, per carità rispettabilissima, non penso lascerà segni indelebili nella storia della letteratura mondiale. Il fatto è che questi scrittori nordici sembrano un po' tutti uguali, che ripetono all'infinito gli stessi temi, le atmosfere plunbee della lunga notte polare, il freddo, la natura e la continua e ripetuta aspirazione al suicidio, tema sempre presente con costanza insopprimibile e niente altro, se non alcool a fiumi e tuttalpiù droga per farsi passare la depressione. Questo deve per forza essere caratteristica reale nella vita di questi paesi, ad onta di quello che mi dice un amico che si è addirittira trasferito lassù dove dichiara che si sta benissimo e che sono tutti allegri come pasque. Comunque sia, il libretto, scritto senza troppi fronzoli, con un periodare stringato che ti conduce alla fine per lo meno con una certa rapidità, alternando piccoli colpi di scena, violenze e segreti familiari mantenuti per generazioni, vi porterà via non più di tre orette a seconda della vostra velocità di lettura. Per fortuna è roba che costa poco. Vedremo gli altri che ho nella pila.
venerdì 15 settembre 2023
Programmazione
dal web |
Diciamo pure che il tempo stringe. Voglio dire, siamo a meno di un mese dalla partenza e sono ancora in alto mare, nel senso che in mano ho ancora ben poco e complice il clima di completa indolenza che mi invade quando passo il mio tempo sulla spiaggia al riparo di un ombrellone sia pure di fortuna, con un libro in mano, sonnecchiando e respirando come diceva il Buddha, le cose non vanno avanti da sole. Certo la programmazione di un viaggio è cosa lunga e richiede tempo attenzione e voglia di sbattersi e mi rendo perfettamente conto di quanto i soldi spesi per i servizi delle agenzie, siano assolutamente sacrosanti anzi potrei aggiungere, senza ombra di dubbio, anche pochi, se si considerano le ore spese nelle ricerche, nelle incertezze delle decisioni e delle inevitabili possibilità di sbagliare, quindi se non avete voglia o tempo di sbattervi o peggio la cosa non vi diverte, andate tranquillamente alla vostra agenzia di fiducia e lasciatevi cullare in un nido di bambagia. Per intraprendere questa strada del fai da te, devi essere motivato, deve divertirti il farlo e devi anche avere la necessità di rientrare in determinati budget. Allora tutto ha un senso ed alla fine può essere che il tutto non solo si tramuti in un congruo risparmio economico ma che faccia diventare il tuo viaggio un unicum personalizzato che ti porterà a scoprire ed apprezzare cose che nessuna agenzia potrebbe mai fare.
Le difficoltà aumentano nel caso in cui si voglia organizzarsi un viaggio in completa autonomia, come questa volta con la mia prossima meta coreana, senza nessun appoggio di agenzie locali, come mi capita a volte di fare, in quanto ci si deve confrontare con un paese di cui non conosco nulla e men che meno la lingua, né cosa ancor più limitante, la grafia. Tutto questo se da un lato può mettere in ambasce per quanto riguarda soprattutto gli spostamenti e il loro progetto, dall’altra attizza la sfida e renderà ancor più gustoso il piatto finale. Diciamo allora che come consiglio di base iniziale (d’altra parte questo è o non è un blog di servizio?), una volta in tasca i biglietti dei voli, bisogna prima di ogni altra cosa, stilare un programma preciso giorno per giorno delle città nelle quali si decide di passare le notti, considerando se è semplice lo spostamento per il giorno successivo, verificando le possibilità offerte dal paese. Il numero dei giorni da trascorrere in ogni località ovviamente dipende dalle cose che si decide di vedere, tra quelle offerte. Questa è la scelta più gravosa, perché da un lato vai al buio e quindi potrai prendere fregature o perderti cose essenziali. In questo caso devi rimetterti a quanto sai già, a quello che ti suggerisce il web e soprattutto devi dipendere dai consigli e dal passaparola dei tanti amici viaggiatori ai quali non devi stancarti di rompere le scatole.
Io mi ispiro sempre, dopo averli consultati con attenzione a organizzazioni di viaggio dalla esperienza consolidata che espongono centinaia di programmi e le loro dettagliate descrizioni sono assolutamente utili. Certo che sarebbe molto bello essere un vero viaggiatore, partire con in tasca il solo biglietto di andata per la prima meta e poi decidere di giorno in giorno dove muoversi per quello successivo, ma questo è privilegio di pochi, noi contentiamoci di quello che ci viene concesso dalla sorte che è già molto. Dunque diciamo che a questo punto l’itinerario è stato stilato in base alle cose da vedere (e qui è già emerso un deficit di almeno tre o quattro giorni, ma pazienza, non si può avere tutto, nel mio caso ho dovuto rinunciare a vedere il parco di Seoraksan e Sokcho) e la congruità degli spostamenti è stata controllata se pur sommariamente. A questo punto, lo step successivo è la prenotazione degli alberghi. Qui devo ribadire che per l’ennesima volta è utile avere molti contatti tra i viaggiatori della rete (è utile in questo caso la partecipazione attiva a molti gruppi interessati all’argomento dove chiedere lumi). Poi è necessario stabilire la categoria di prezzo che può offrire il paese per la categoria per voi accettabile come sistemazione. Dopo aver esaminato un po’ la rete, ho individuato che per sistemazioni di B&B, ostelli e piccoli hotel tradizionali tra le due e le tre stelle, che in quel paese mi sembrano più che accettabili, i cui prezzi, a seconda delle zone, variano tra i 35 e i 50 € a notte per la doppia, cosa che porterebbe il totale malcontato dell’intero giro sui 1000 € per due.
L’altra cosa importante da
considerare è la posizione che, come è ovvio, deve essere privilegiata per
vicinanza ai mezzi (stazioni della metro, stazioni bus e treni e distanza dai
punti di interesse che si dovranno visitare). Così ho cominciato a prenotare
seguendo le esperienze della mia amica Simona che ha fatto più o meno il mio itinerario e
leggendo sul suo blog Gattosandroviaggiatore, i suoi preziosi consigli, a cui vi consiglio di dare un’occhiatain quanto molto didascalico. Le piattaforme classiche da usare sono il solito
Booking, ma per l’Asia è interessante Agoda che spesso ha offerte più
interessanti oltre a Tripadvisor per i confronti. Confrontate incessantemente,
un bel 10 € in meno a notte alla fine del viaggio sono un bel 200 € o più, da
utilizzare meglio, magari per qualche escursione che avete giudicato troppo
cara per il vostro budget. Non dimenticate dopo la conferma della prenotazione (considerate
sempre le possibilità di annullamento gratuito o i servizi aggiuntivi che la
struttura offre) di contattare l’albergo, intanto per fargli sentire che siete
vivi e reali, ma chiedergli magari come raggiungere il sito o se hanno un
servizio di transfer e così via. A me il primo di Seul ha già mandato la
piantina su come raggiungerlo con n. del bus e costo, meno di un’ora dopo la
richiesta. Insomma intanto esauriamo questo argomento e poi andremo al passo
successivo.
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
mercoledì 13 settembre 2023
Il tempo si è fermato
La battigia |
Il
tempo è immobile qui, sono sicuro che se avessi un orologio, ma l’ho lasciato
da tempo in un cassetto, con la scusa che mi dava fastidio al polso,
continuerei a guardarlo con il solo risultato di vedere sempre la stessa ora,
lancette ferme, forse anche perché non lo ricarico da anni ormai, il mio cronometro
Poliot, reperito su una bancarelle dell’Arbat tanti anni fa assieme all’amico
Gianni. Davanti al mare anch’esso immobile, neppure l’onda si muove; è quel momento
magico dell’anno durante (ma che senso c’è a usare avverbi di tempo) il quale
leggo, io che di norma leggo pochissimo purtroppo, con la scusa che non ho
tempo e invece sono solamente pigro. Di solito riesco appena a scartabellare i
libri che durante l’anno mi regalano e qualcosa che in determinate occasioni mi
incuriosisce particolarmente, meno di venti libri all’anno insomma, un
cosiddetto lettore stitico. Ma quest’anno, complice la Fiera del libro di
Fenestrelle, mi sono caricato un po’ di più e riconfermo che non c’è nulla di
più piacevole di leggiucchiare libri di consumo, roba non troppo complicato,
per me insomma, sotto l’ombrellone, l’occhio bovinamente semichiuso che ogni
tanto si solleva per perdersi nell’infinito, la temperatura perfetta, gli
addominali al contrario fieramente esposti e debitamente unti, ai raggi
settembrini quelli che scottano meno e carezzano di più.
Mi
sono portato dietro roba davvero poco impegnativa ed in tre giorni ne ho già
sorbiti un paio, con piacevole soddisfazione e di cui vi darò conto nel corso
dei prossimi giorni. A questo serve anche la spiaggia, dove ormai i vicini sono
doverosamente lontani senza pericolo quindi che cerchino di attaccare bottone,
a destra sullo sfondo un gruppetto di locali sfuggiti al campetto della petanque,
tutte facce da Le Pen, che qui sulla Côte allignano in grande maggioranza;
sulla sinistra gli ultimi residuati bellici italici, abbandonati qui dai figli
e soprattutto dai nipoti ormai tornati a scuola che aspettano di svernare. Nell’acqua
oggi piacevolmente meno fredda di ieri, scorre orizzontalmente parallelo alla
battigia, un piccolo cormorano nero, emergendo solo di quando in quando col
lungo collo, che volge al cielo il becco che ingordamente trangugia le
arborelle che zigzagano nell’acqua bassa cercando vanamente di sfuggirgli.
Traversa tutto il tratto di spiaggia senza incontrare un bagnante, che sia uno
e poi si dirige versi gli scogli forse sperando di incontrare un nero in fuga
da Ventimiglia per becchettarlo e ricacciarlo giustamente verso gli italici
lidi. Nel cielo azzurro, solo piccole nuvolette bianche che, ordinatamente
schierate, traversano dal monte verso il largo, neanche uno dei droni
antimigrante promessi da Macron per difendere la verginità di questo
dipartimento, bastano i gendarmi schierati alla frontiera. Ma come si sta bene!
La montagna sarà pur bella, ma al mare, diciamola tutta, c’è il mare e non vi
paia una banale ovvietà.
martedì 12 settembre 2023
Otium marinum
Jonathan |
Ed eccomi di nuovo qui ad inaugurare, come vi avevo preannunciato l’inizio della mia vacanza autunnale, composita e piena di stimoli interessanti come non mai, cosa di cui sono naturalmente molto contento, anche se tutto sommato impegnativa, ma questo sarà argomento futuro. Intano, dopo qualche indispensabile giorno per tentare, con grande fatica, cosa che mi ha quasi annullato il beneficio della vacanza estiva, di sistemare gli inevitabili strascichi che la burocrazia ti butta tra le gambe per farti inciampare e sbattere il muso per terra e che per tanto faccia continui a portarti dietro come la bava di una lumaca che cerca di scappare in un campo di lattuga. Così me li sono portati dietro anche qui sulla Côte, che è diventato un altro dei miei luoghi elettivi che, come pochi altri, riesce a darmi un piacevole senso di tranquillità davvero unico e che, per troppo poco tempo purtroppo, riesco a frequentare per aggiungere riposo a riposo, momentaneo ed episodico certo, ma sempre meglio che eterno. A quello ci penseremo spero, unitamente ad un gesto apotropaico, più avanti. Anche qui risolti facilmente alcuni piccoli problemi, ma bisogna dire che l’amministrazione francese, al contrario della nostra, anche se assai più rapace ed esosa, è sempre molto collaborativa e ti aiuta al massimo se si tratta di farti pagare, contrariamente alla nostra che nel succhiarti via il grano ti impone anche di subire sofferenza, perché pensa che comunque te la meriti.
Comunque, risolto tutto in pochi minuti eccomi nuovamente disteso su questa ineguagliabile battigia sassosa, mentre il mare ne lambisce il bordo con cura delicata, come la mano carezzevole di un amante delicato e dolcissimo. E’ davvero una situazione impagabile, di certo il momento migliore per delibarne le caratteristiche più piacevoli. Giugno come settembre sono i momenti topici per questo tratto di costa, lontani dal bailamme estivo e parimenti dai rigori invernali, che il mare d’inverno sarà pure suggestivo, ma a me pare triste, col vento che ti sferza il viso e il freddo diventa fastidio, quando in montagna è piacere. Invece adesso la temperatura è perfetta, il sole tiepido ma non fastidioso, sulla spiaggia ci si conta, inutili pensionati in attesa della fine, ma non domi e pronti a sfruttare fino all’ultimo il sostegno dell’INPS, resistendo dispettosamente alle onde del Covid e di ogni altra peste che il cielo ci vorrà mandare. Come si sta bene, gli occhi socchiusi, un libro, leggero, anzi leggerissimo, in mano, il sentore di iodio da inalare che arriva da sud, sommo beneficio per me che ho lasciato a maggio l’ennesimo importante organo di questo mio corpaccio inutile e magagnoso nella pattumiera di una sala chirurgica, carne morta da smaltire come trippa per gatti.
Un gabbiamo vola radendo il confine tra mare e terra, mi sfiora e poi plana via verso lidi lontani, quasi a volermi segnare la via; vai Jonathan, goditi la libertà che ti compete, vai verso l’infinito, per le strade del mondo, vai a scagazzare lontano da qui, dove invece tutto è pulito, la spiaggia pulita, l’acqua pulita, la passeggiata pulita, quasi mi sento a disagio io, che ieri non mi sono lavato i capelli. Certo, dove tutto è in ordine e pulito si sta bene, si sta meglio e addirittura cerchi di capire le motivazioni per quei blocchi all’uscita dell’autostrada che porta in paese, con stanchi gendarmi che ti fermano per controllare che non porti qualche nero in fuga sul sedile posteriore, miserevole dimostrazione di fermezza senza se e senza ma, esaltazione muscolare di facciata anche se totalmente inutile, di fronte ad una opinione pubblica disturbata e che comunque non servirà, né ad evitare che l’acqua continui a fare il suo naturale corso, da dove si sta male a dove si spera di stare bene, né a bloccare l’ascesa al potere delle orrende ideologie che si pensavano affondate nelle fogne della storia ed invece ogni tanto, con malevola periodicità riaffiorano, perché comunque sia non muoiono mai, qualunque cosa sia mai stata fatta.
Bisogna lasciare passare i decenni,
poi la storia ridarà le carte e i nostri ripoti, come già abbiamo fatto noi, si
chiederanno come poteva la gente non sapere o fare finta di non sapere e
ignorare questa volta, la gente che muore, che viene uccisa, torturata,
violata, solo perché è nata nel posto sbagliato. Il mare invece, rimane qui di
fronte a me, quasi immobile, culla e liquido amniotico allo stesso tempo; come
immaginarlo onda violenta e distruttiva, assassino ed insensibile giustiziere
allo stesso tempo, livella impietosa che spezza i fili della vita a caso,
natura leopardiana priva di sensibilità verso quel genere estraneo ai suoi
ritmi. Va bene, adesso basta, io sono nato dalla parte giusta e posso godermi
questo otium impagabile e meraviglioso, dove altri vorrebbero invece
aggrapparsi alle rocce con le mani sanguinanti. Chissà se prima o poi, magari
in un’altra vita, ci toccherà pagare il conto.
domenica 10 settembre 2023
Assicurarsi
dal web |
Bene, dopo quasi un mese di totale inazione e altrettanta afasia organizzativa riguardo al viaggio in preparazione, ho finalmente deposto un altro piccolo ma importante tassello: La stipula della polizza sanitaria. Credo che tutti siano d'accordo sul fatto che è cosa importante ed è sbagliato trascurarla specialmente nei viaggi extraeuropei o comunque piuttosto lontani da casa. Forse solo per quelli con mete interne alla Ue, si può rischiare, vi ricordo che in questo caso dovremmo essere coperti dal nostro Sistema Sanitario Nazionale. E qui comincia il ginepraio della scelta. Me ne sono interessato piuttosto a fondo, in quanto ritengo che data la mia situazione, che comprende età non verdissima, stato di salute e così via, la cosa debba essere esaminata con attenzione prima di decidere su quale compagnia appuntare la scelta, anche se per la verità e per fortuna, non ho mai dovuto metterne alla prova l'efficacia reale e valutare la rispondenza delle promesse stipulate. Solo mia figlia ebbe un problema in Oman e fu risolto senza problemi con Europe assistence, che per la verità e informazione ha riportato a casa efficacemente in aereo sanitario da Cuba, un mio amico che aveva avuto laggiù un importante problema cardiaco. Nel mio caso, nell'operare la scelta, bisogna innanzitutto considerare l'età, in quanto molte compagnie non assicurano oltre un certo limite (70 o 75 o più). Controllate dunque per prima cosa questo punto o quanto meno gli scaglioni di costo in relazione a questo parametro che ovviamente aumenta con l'aumentare dell'età anche per quelle che accettano tutto.
La seconda cosa importante, che oggi è aumentata di peso e una volta non era contemplata, è se l'assicurazione copre il problema Covid, essendo questo un problema che ci trascineremo per anni e che di norma le assicurazioni considerano come una malattia a parte e non incluso nel novero delle normali problematiche. Assicuratevi ad esempio che non dia specifiche temporali su quando avete fatto le vaccinazioni o quante ne avete fatte, sempre che abbiate ancora a disposizione la documentazione. Un altro punto, a mio parere importante, è porre attenzione al fatto che la polizza non escluda le malattie pregresse. Ad esempio se voi avete dei calcoli renali o alla cistifellea in questo caso coprirebbe la eventuale colica che vi becchi in India o negli Stati Uniti, magari con eventuale ricovero o intervento, costosissimo nel secondo caso, diversamente no. Altra cosa controllate che sia specificato (ma di solito vi verrà chiesto al momento della stipula, se la vostra meta sono gli Stati Uniti, cosa che di norma prevede un sovrapprezzo dato il costo della sanità USA. Specialmente in questo caso giudico la polizza sanitaria assolutamente indispensabile. Se invece siete giovincelli sani e baldanzosi e sperate di non avere incidenti particolarmente gravi possono bastare anche le comuni polizze a costi anche piuttosto bassi proposti dal web e dalle compagnie aeree, che tuttavia vanno sempre un po' prese con le molle. In ogni caso leggete bene i codicilli, le franchigie e le esclusioni. Molti mi segnalano la Columbus, ma non so dirvi di più.
Infine, e secondo me e per me è la cosa più importante, controllate attentamente che la polizza preveda in caso di problema davvero grave, il rientro aereo sanitario a carico dell'assicurazione, perché a mio parere è questa la cosa da cui si deve essere assolutamente tutelati e che, da un lato potrebbe salvarvi la pelle e dall'altro vi proteggerebbe dal rischio di un salasso veramente importante. Per tutto il resto, per le eventuali spesette anche di qualche centinaio di euro, non varrebbe la pena di impegnare ad ogni viaggio una cifra che come vedrete è piuttosto importante e quindi statisticamente, paghereste in ogni caso assommando le cifre versate ogni volta, dato che questi casi sono piuttosto rari. In generale poi, questo tipo di assicurazione medica comprende anche la perdita o il danneggiamento dei bagagli, in varie forme: rimborso forfettario o a presentazione di prove di acquisto di materiali sostitutivi fatti in loco, magari con un massimale (ricordate di conservare tutto). Per l'annullamento del viaggio invece, in generale si deve considerare una polizza a parte o comunque aggiuntiva. Anche qui, specialmente se viaggiate in autonomia, prenotando di volta in volta e il rimborso dovesse riguardare solo il biglietto aereo, valutate la convenienza di farla o meno; come ho sottolineato è tutta una questione di probabilità.
Se viaggiatre spesso, quante volte vi è capitato di annullare un viaggio in passato, una su dieci, una su venti? Il costo di questa protezione deve essere inferiore a questo rateo. Anche qui è una valutazione di probabilità rispetto ai costi. Valutate voi. Dunque in base a tutte queste cose che ho elencato, nel mio caso ripeto (età e salute) ho ritenuto che la polizza più adatta sia la Globy rosso Plus della Ras Allianz, che comprende tutte le garanzie che vi ho esposto (ad esclusione dell'annullamento). Devo dire che è piuttosto cara, per lo meno rispetto ad altre che ho valutato, ma tutti ne parlano molto bene e soprattutto risponde alla mia richiesta in completo. Il prezzo è in base ai giorni di viaggio assicurati e alla metà richiesta. Mi sembra ci siano tre o quattro possibilità, per l'Italia (che non farei, in quanto siamo già coperti completamente), Europa e Mondo, ovviamente molto più caro. Mi sembra che ci sia un sovrapprezzo per gli USA, doveroso. Nel mio caso la copertura per il viaggio coreano di complessivi 23 giorni, per due persone, mi è costato ben 320 €, che mi sembra moltissimo, ma purtroppo non sono riuscito a trovare di meglio, con le stesse caratteristiche. Nel caso degli 8 giorni in Libano, che stranamente è considerato Europa, il costo era stato di 80 € per due. Questo è quanto, ho pagato e mi sono ben segnato i numeri ai quali segnalare l'eventuale sinistro o la richiesta di aiuto, che speriamo anche questa volta non sia necessaria ed a questo punto è meglio che mi decida a tracciare con precisione l'itinerario e a fare qualche prenotazione, che qui il tempo stringe
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
sabato 9 settembre 2023
E' la fine
![]() |
dal web |
Insomma è finita. Facciamocene una ragione, è davvero finita. l'estate ha chiuso, e, definitivamente, le vacanze estive sono terminate. Tutto il resto sono chiacchiere. Il temporalone che segnala il termine del caldo anche in montagna è già passato, come vi ho diligentemente segnalato a suo tempo e ha lasciato il posto a quelle belle giornate di sole e sereno azzurro nelle quali senti però il soffio fresco dell'aria che arriva dal monte già segnato dai primi spruzzi di neve. Abbiamo così opportunamente fatto armi e bagagli e siamo discesi a valle come le schiere, ogni volta sconfitte, di un esercito di pretenziosi conquistatori ogni volta discacciati e divelti dai resistenti valligiani, che pretenderebbero che restassimo solo pochi giorni, meglio poche ore, spendendo tutto quello che ci possiamo permettere e poi togliessimo rapidamente il disturbo fino al prossimo anno senza più rompere i cabbasisi; la storia si ripete ma l'uomo non la sa leggere mai. Così l'orda sconfitta e spolpata torna ai luoghi natii conscia della inevitabilità di questa alternanza, pronta a ripetersi nel futuro anno, posto che ancora non sia stata portata via da questa valle di lacrime in via definitiva e salvifica. E qui, nella piana soffocante e insana, pur sua amata terra d'origine, mesopotamia trista di nebbie, afa e zanzare, cricevia di eserciti razziatori che con gli stupri ed i diritti di guuerra hanno lasciato malevoli se pur persistenti residui di DNA lontani e maligni, rimasti nel cuore e nell'anima degli autoctoni, trova il suo desolato mondo ancora accaldato e sudaticcio, che subito sembra un viatico positivo, rispetto al freddo porco patito nelle ultime giornate nel paradiso supposto, ma che immediatamente si gira in cadenzato lamento di incontentabile meteoropatia.
Tale è la nostra anima malcontenta, dei nati in questa terra di mezzo.,Ma fa ancora un caldo porco e che umidità! E in più è finita l'estate, già irrimediabilmente finita e la vacanza estiva va in dimenticatoio, superata dalle incombenze inevitabili che ti trovi sul tavolo all'arrivo. Pacchi di posta ripiena di ingiunzioni e di obblighi di entro e non oltre, da espletare subito, mi raccomando che se no arrivano penali, casini, carcere e sofferenze. E ancora perdite varie, braghe del cesso purulente e cedimenti e necessità tra le più strane eppure tutte urgenti e inderogabili, inclusi appuntamenti importantissimi fissati a suo tempo e ormai dimenticati. Un tritamento di marroni che in poche ore ti annullano tutto il beneficio della tiepida vacanza estiva, cancellata dal duro ritorno alla realtà. E poi pagare, pagare, pagare, quasi fosse un dantesco contrappasso punitivo a cui è impossibile sottrarsi. Hai goduto e allora cristianamente devi essere punito, maledetto peccatore. E sia, e allora parte la gimkana, tra uffici, negozi, scadenze, banche, agenzie, incontri vari e perché no internet, perché tutto adesso si può risolvere in rete e invece è una favola messa in giro da streghe maligne che ti fa stare ore in attesa su linee telefoniche immaginarie, premi uno, premi due, premi tre, le rispondiamo dall'Italia, sei il decimo in coda e non perdere la priorità acquisita e clic cade la linea e devi ricominciare la corsa senza passare dal via. Un delirio. E il tempo per fare le cose invece necessarie a te e alle tue necessità vere spirituali e materiali, invece, non c'è, devi rimandare, aspettare risposte che chissà quando e se arriveranno invece quelle richieste a te, le devi dare subito senza por tempo in mezzo. Insomma le vacanze estive, lo ribadisco, sono finite. Per fortuna lunedì, almeno per me cominciano quelle autunnali. Un sereno abbraccio.
giovedì 31 agosto 2023
Menù occitani tra le Alpi Cozie
dal web |
E' così. Più si diventa vecchi e più si diventa intolleranti e non dico al lattosio o al glutine che queste sono manie dei giovani, ma proprio a tutto. Il vecchio è intollerante per naturale disposizione; non sopporta più niente e nessuno, anzi diventa fastidioso persino a se stesso. Così se ancora lo lasciano andare in giro, senza ficcarlo in una RSA, non perde tempo a lamentarsi, non appena tornato indietro, di tutto quanto gli è successo, persone, cose e bestie, in particolare dei cibi che gli vengono propinati, quasi che non fosse lui stesso che se li è andati a cercare. Io, lo confesso, di tutto questo sono un esempio tipico, lineare, da portare ad esempio. Eccone una piccola dimostrazione. Ieri di buon mattino mi sono apprestato a saltare in macchina, nonostamte sarei stato disponibile a dormire, o meglio a dormivegliare, perché si sa che tra le altre cose l'anziano non dorme mai, e partire per un piacevole giretto di tutta la giornata per visitare una deliziosa valle oltreconfine, più che altro per far piacere agli assatanati camminatori che mi fanno compagnia nel mio buen retiro montano. Ora, trascuriamo il fatto che la deliziosa valle la conosco già a menadito da anni, ma che volete, sono troppo buono e non mi piace scontentare gli amici. Così dopo una lunga marcia di avvicinamento e dopo aver scollinato due alti passi, eccoci nella valle innominata, per carità di patria, dove gli escursionisti affardellati si sono subito rivolti verso i sentieri alpestri di pertinenza, mentre la temperatura declinava rapidamente, avvicinandosi pericolosamente allo zero termico ed io con la mia compagnia picciola dalla qual non fui diserto, avvlolto in maglioni siberiani e giacca a vento himalayana, guantato e cappellato come un mummia egizia, girellavo per il paesetto a guardia della valle stessa, cercando di godere delle bellezze architettoniche, una chiesetta per la verità deliziosa, munita di decoroso portale ed altare notevole e coronata da altrettanto grazioso cimiterino, ornato come usano i nostri amati cugini d'oltralpe di innumerevoli fioriture di plastica.
Compiuto il mio dovere di fruitore d'arte e finto conoscitore, non rimaneva che mettersi alla ricerca di un ancor più delizioso localino dove abbandonare le stanche membra in attesa religiosa dei camminatori, usufruendo della pausa per ristorare oltre all'anima anche il corpo, con qualcuno dei tanti spettacolari e golosissimi piatti della tradizione occitana transfrontaliera, orgoglio delle nostre care Alpi Cozie. Gira che ti gira, sarà che siamo a fine stagione e il paese che non voglio nominare per carità di patria, era completamente deserto essendo la maggior parte dei fruitori delle macchine che occupavano il parcheggio, in giro per le montagne a consumar panini ed a bere purissima acqua di fonte, tra lo scampanio delle bruno alpine, raggiungendo croci e madonne varie in quota, guarda di qua, guarda di là, i localini a cui preventivamente avevo dato un'occhiata su tripadvisor erano tutti desolantemente chiusi. Così aggirandomi, col mio piccolo e disperato seguito, nei dintorni della chiesetta, ho finalmente adocchiato quello che appariva come un luogo di ristoro degno del decoro montano che ci circondava. Ornamentazioni di legno di cirmolo e di frassino e fiori ben disposti su vecchi attrezzi alpini garantivano la sua tipicità ed il fatto di non ospitare molti avventori, anche una piacevole pace. Ci infiliamo dunque nello scantinato senza badare troppo alle insegne esterne che riportavano diligentemente la tipologia del locale e la sua offerta. Preso dunque posto in un angolo della sala e fatto buon viso a cattivo gioco alla tipologia spiccatamente transalpina di stipare gli avventori in tavolini lillipuzioni, mettendone cinque dove in due starebbero appena appena comodi senza darsi di gomito, ecco arrivare una gentlissima fanciulla che ci propone come menù una monumentale lavagna dove sono descritte le uniche sei opzioni disponibili.
E qui comincia il dramma, in quanto ci si avede subito con orrore che quella che appariva come uno chalet alpino dove si pensava di trovare raclette e taglieri di charcuterie, fondue savoyarde o tartiflettes briançonnesi, e cose simili, in realtà era una terrificante anche se attualissima pokeria (non ho detto porcheria) dai sapori esotici che come tutti sapete, nonostante l'amore sviscerato verso quella parte di mondo, nella realtà aborro sopra ogni cosa. Così tra i sorrisi delicatissimi della servante e gli aromi che a questo punto arrivavano dalla "cucina" ad ammorbare la sala, abbiamo dovuto esaminare le sei opzioni di cui una assolutamente vegana, una vegetariana e una crudista, per contentare tutti i più moderni orientamenti, che contenevano al completo, trito di alghe, insalata di cetrioli (mentre devo ancora finire di digerire quelli consumati in Russia quindici anni fa), dhal di lenticchie o a scelta di quinoa, verdure varie con aggiunta a scelta di qualche fettina di salame o di trota o di frammenti di stufato di agnello che galleggiava in una brodaglia di colore incerto o bocconcini di pollo bollito in olio di cocco, curcuma, curry e zenzero che come ben sapete, ci sta bene dappertutto, il tutto comunque rigorosamente garantito senza glutine, ça va sens dire. Per dissetarsi se si volevano evitare alcuni beveroni centrifugati di spinaci, finocchi, zucchini e altra roba innominabile, ma molto depurativa, si avevano a disposizione caraffe di vinaccio acidulo ma rigorosamente bio o birre artigianalissime, ma mi raccomando, non pastorizzate, nelle quali spiccava soprattutto il sapore intenso del lievito (questo almeno né padre, né madre, ma ovviamente di birra).
Il ciotolone così composto veniva dunque servito come un nettare sublime ad ogni commensale che provvedeva poi a delibarlo in muta rassegnazione. La ragazza è poi rimasta stupitissima che all'offerta di un finale caffé o eventuale dessert, la compagnia al completo si sia profusa in assoluti dinieghi, adducendo motivazioni varie, da quelle di natura religiosa al fatto di essere ormai completamente sazi e non bisognosi di provare altro, ma si è affrettata a regolare il conto e a fuggire a gambe levate dal locale certo di tendenza. Che ci volete fare, non criticateci più di tanto ma noi anziani siamo tradizionalisti e le pokerie le lasciamo ai gggiòvani che le sanno apprezzare. Non pensiate comunque che io, benché perfido e malevolo, lasci una recensione estremamente negativa al volenteroso locale e alle deliziose gestrici dello stesso. Se non sei in grado di apprezzare i poké, basta che non ci vai, visto che l'offerta di quanto ti verrà servito è chiaramente scritta fuori, ma tra i monti come ho detto mi aspettavo altro. Così messe ordinatamente le nostre pive nel sacco, abbiamo risalito e ridisceso i monti scoscesi già percorsi da Annibale con i suoi elefanti, per ritornare alla nostra di valle, ricca di gnocchi alla bava e polenta e cinghiale, absit iniuria verbis.
lunedì 28 agosto 2023
Bufere
dal web |
Così nella notte è scesa anche la neve, sulle cime d'accordo, ma a Sestriere la strada è tutta bianca, qua intanto,ci stiamo predisponendo con le ciaspole, non si sa mai. Stamattina in paese non circolava nessuno, gradi 7, tanto per capirci solo due giorni fa quasi 30, insomma freddo porco come si dice, quello percepito, e quei pochi che ci siamo ritrovati dietro la porta ben chiusa della Rosa, serrata a doppia mandata per non fare entrare il blizzard del Klondike, lì a sorbire beveroni bollenti e capilèr fumanti per risollevar le viscere già in debito del calore che solo poco prima maledicevamo. Ma possibile che l'animo umano sia così insofferente, soprattutto quello di coloro che stanno nel rosso dell'uovo? E' così, l'uomo che guarda i cantieri trova nel lamento continuo, nel borborigmo larvato del ventre ripieno, motivazione di vita e se ne crogiuola sparando giudizi saccenti, al più quel lasciar intendere del più classico, eh io l'avevo detto. Comunque anche stamattina, al calduccio, il giornale è stato letto e commentato, il marocchino bevuto assieme alle solite due paste di meliga e quindi la mattinata è stata compiuta nei suoi aspetti più importanti adesso aspettiamo cosa ci aspetta nel pomeriggio, visto che il meteo di queste valli perse tra i monti, non è chiaro e probabilmente fino a domani non saremo rasserenati. Ma così va il mondo e ci tocca subire, certo sempre meglio di lavorare direte voi, con giusta ragione,.io intanto speriamo che me la cavo, tanto per fare una citazione. A domani dunque, sempre che frane, alluvioni e nevicate ce lo permettano.
domenica 27 agosto 2023
Il temporalone d'agosto
dal web |
E così è arrivato anche il temporalone di agosto che racconta la storia consueta. Anche per questo anno, l'estate è finita e come sempre scivoleremo lungo la inarrestabile china che ci porta all'autunno e poi all'inverno e ad un altro anno. Tempus fugit, quello che a poco a poco ci porta via con lui. Nulla cambia alla fine, certo a volte le cose adesso sono un poco più violente di un tempo, fa un po' più caldo e la pioggia quando arriva fa disastri, i chicchi di grandine sono diventati angurie, ma che ci volete fare, il giro è sempre quello, altro che non ci sono più le mezze stagioni. Siamo noi che vogliamo sempre metterci al centro dell'esagerato, dello staordinario, quando alla fine, invece, tutto scorre, panta rei. Oggi così, è piovuto quasi tutto il giorno, ma di quella pioggerella fina che non solo non fa danno, ma è quella che rende, che il contadino aspetta con sollievo, tutta roba buona per l'autunno e per la semina, certo se non pioveva per la vendemmia era meglio, ma per l'orto, madamin, una mano santa. E domani, stando a quanto si prevede, altra acqua tutto il giorno e già li sentivo oggi in giro: però che freddo che fa, se continua così presto in alto comincia a nevicare. Ed erano gli stessi che fino a ieri sbuffavano mostrando fronti sudaticce e ascelle marezzate. Siamo degli incontentabili, sempre al lamento continuo, come un rumore di fondo che borbotta in lontananza come il tuono che in questo momento sento rullare dietro le creste della montagna.
La brevissima storia dell'umanità non consente di misurare cambiamenti esagerati. Tutto è nella nostra testa, i titoloni, quelli che piacciono ai giornalacci e che sono nella penna dei giornalai, senza offesa per quelli veri, sono solo grancasse per poter parlare e scandalizzarci, vendere un po' di carta in più e da parte di quei poveracci che hanno scelto di fare i politici non essendo capaci di fare altro, men che meno di lavorare e non pigliatemi per qualunquista, ma è sempre stato così, per raccattare un po' di voti in più. Certo se aumenti la sensazione di insicurezza, anche se reati e fatti di violenza continuano statisticamente a diminuire, puoi spingere la gente terrorizzata ad aspettarsi il nero chedietro l'angolo ti aspetta per finirti a colpi di machete o lo zingaro che ti sta vuotando l'appartamento, mentre con l'altra mano ti frega il portafoglio e pertanto a votarti. Certo anche un solo reato è troppo, ma l'altra sera guardavo la Carmen, accidenti un'esaltazione del femminicidio classico più di così si muore o l'Otello poi, e nel nostro recente passato le donne le menavano come tamburi con metodica continuità e tutto sembrava normale. Allora perché non scandalizzarci un po' di meno e cercare di istruire un po' meglio i nostri figli, quei pochi che facciamo almeno, per farli diminuire un altro po' questi reati odiosi. Oppure magari fare un po' meno proclami su come sia facile risolvere certi problemi epocali, su come appena toccherà a noi, fuoco e fiamme invece di questi mollaccioni collussi anzi complici e faremo qui e bloccheremo là e li riportiamo tutti su e giù, poi appena li hai convinti a darti il voto, non solo non hai la minima idea di come risolvere il problema irresolubile che fino a ieri era facilissimo da risolvere bastava averne voglia, ma anzi fai accordi di qua e di là e in tutta risposta te ne mandano il doppio.
Dirai, ma allora chi li ha votati li vorrà prendere già domani mattina a pedate nel di dietro, macchè, al contrario, già vengono scavalcati su posizioni ancor più oltranziste che se dipendesse da noi, mitragliarli sulla battigia e rimandarli tutti su un aereo, magari buttandoli giù in mezzo al mare come facevano in sudamerica, quelli sì che erano bravi, adesso tanto si può dire tutto e avanti votate noi che vi toglieremo le tasse anche quelle che non avete mai pagato e che non avete nessuna intenzione di pagare, salvo lamentaarsi perché non ci sono servizi adeguati. Cosa credete è sempre stato così, lo prometteva anche Catilina e le elezioni le avrebbe vinte sicuramente, il popolo era con lui, se non lo avessero fatto fuori prima. Il mondo non cambia mai, perché è l'uomo a essere fatto così, è il suo animo lurido ed al contempo la sua forza, quello che ne ha fatto la specie vincente ed incredibilmente resisliente (guai a non usare questa parola) e state tranquilli che se il clima tornerà a essere quello che è già stato nelle ere passate (di chiunque sia la responsabilità) resisterà comunque visto che riesce ad adattarsi benissimo a vivere nel ghiaccio della Siberia a -50°C o nel deserto della Dancalia a spaccare lastre di sale a +50°C. E' il segreto della nostra specie, il resto, tutte chiacchiere da bar.
venerdì 25 agosto 2023
Annullamento volo
Oh, oggi finalmente una buona notizia, ho infatti trovato sul mio conto l'accredito di € 160 da parte dlela compagnia TAP Portugal, per il ritardo di due giorni nel mio rientro di ottobre 2022 da Sao Tomé a MIlano. Il rimborso si riferisce solamente alle spese di pernottamento da me sostenute e documentate per le due notti in cui ho dovuto rimanere in più sull'isola e francamente mi aspettavo di più, sia per il disagio per i due giorni persi, sia per gli altri soldi effettivamente spesi, pranzi, cene , sposatmenti ecc. E' anche vero che il volo era stato aannullatoa causa dello sciopero nell'aeroporto milanese quindi, in questo caso le compagnie aeree accampano ragioni piuttosto convincenti pe rnon rimborsare niente, ma in questo caso la compagnia avrebbe potuto procedere diversamente (ad esempio farmi arrivare fino a Lisbona, cosa da me richiesta e gradita, ma ignorata, dato che il volo annullato era il LIsbona Milano) . Io ho affidato la pratica a Rimborso al volo, organizzazione trovata su internet, che devo confermare ha fatto esattamente quanto promesso e nei tempi che mi aveva prospettato, senza inoltre chiedere alcun compenso, evidentemente riescono ad ottenerlo dalle compagnie, per cui tanto di cappello e se vi capitano grane di questo tipo ve li consiglio senza alcuna remora. E adesso pensiamoa ripartire, per favore.