lunedì 30 gennaio 2023

La vedo nera

 

da Micromega

Non si può fare a meno di ritornare di tanto in tanto, preoccupati, sullo stesso argomento. Bisogna farcene una ragione, la guerra sta scivolando, sembra inevitabilmente, verso il baratro. I fatti sono lì da vedere. I due contendenti non sono intenzionati in alcun modo a mollare il punto e continueranno fino alla consunzione, obbligati a questo, dal loro fronte intero, a cui non di può dare altro che la vittoria finale. Gli USA sono interessati, privi come sono di visione futura, alla continuazione del conflitto all'infinito, per indebolire uno dei loro nemici storici, per mettere sempre più in crisi economicamente e politicamente l'Europa e mostrare alla Cina che hanno le palle, in vista del prossimo conflitto a base Taiwan, assieme ai Britannici che dopo la Brexit sono completamente diventati una appendice d'oltreoceano e che hanno i loro interessi energetici. I confinanti, giustamente, sono terrorizzati dalla presenza dell'Orso che appena digerito il primo pasto passerebbe a loro. La NATO è soddisfatta, in quanto può fare un test molto valido sul campo invece che sulle prospezioni teoriche, smaltisce arsenali vecchi e dà lavoro alla lobby delle armi. Gli unici che avrebbero davvero interesse a piantarla lì e che hanno il massimo del danno sono gli Europei, ma i governi hanno le mani legate da molte panie, motivi etici (come si può lasciare che sia fatto strame dei trattati internazionali), motivi di alleanze (vuoi come vuoi, ma siamo nella NATO e ne manteniamo gli obblighi), motivi politici (tutte le cancellerie sono  ufficialmente schierate su una posizione attiva). Quindi questa situazione, se non interviene qualche novità sostanziale, come ho detto, non può non portare che verso una soluzione tragica. 

Anzi due. Anzi tre. La meno grave per il mondo è che continui l'equilibrio tra le parti, con consunzione progressiva di entrambi, cosa auspicata dagli USA, temuta dalla Cina e subita dall'Europa che ne avrebbe però un danno prevalentemente economico. La seconda è che solo l'Ukraina esaurisca progressivamente le sue forze e non bastino più gli aiuti in materiale da parte dell'Occidente, in questo caso diventerà inevitabile la discesa in campo delle forze NATO come si dice con  gli stivali sul terreno e la guerra diventerebbe a questo punto diretta con la Russia. Il terzo scenario vede una sconfitta sul campo della Russia e questo sarebbe il più tremendo, perché a questo punto Putin, fidatevi di quello che dico, dato che conosco un poco quel mondo, utilizzerebbe un'arma nucleare e precisamente lo farà nell'area tra Cherson e la centrale di Zaporigia. Ora io spero ardentemente che di fronte a questi due ultimi scenari, tutti i decisori abbiano un piano preciso da seguire, perché se no, se tutto rimane in mano all'improvvisazione del momento, saranno come si dice c**zi amari per tutti. Ora è chiaro che la maggioranza delle opinioni pubbliche specialmente le europee sono contrarie ad andare avanti su questa strada e mollerebbero tranquillamente al loro destino Ukraini e company, interessati, anche comprensibilmente, solo alle loro bollette del gas, ma anche questa strada non sarebbe una soluzione praticabile, sia perché Putin andrebbe poi avanti con il suo progetto, sia perché nel resto del mondo ci sono molte situazioni critiche che stanno solo aspettando di vedere cosa succede per agire di conseguenza. Tutto il Medio Oriente è una polveriera in attesa di far scoppiare le polveri, nei Balcani, la Serbia non aspetta che la dimostrazione che ogni stato può fare quel che gli pare per far saltare il coperchio della guerra ex-Yugoslava, la Cina poi freme sui blocchi di partenza per invadere Taiwan, per poter stornare l'attenzione dai suoi grossi problemi interni. 

Dunque anche seguire questa strada presenta una serie di pericoli, non sottovalutabili. Tutto sommato la prima strada è quella, pragmaticamente, meno dolorosa per il mondo, ma per perseguirla in attesa che, come in molti altri casi l'incendio si spenga da solo per esaurimento di combustibile, bisognerebbe utilizzare una tattica esattamente opposta a quella che si sta svolgendo in questo momento. Adesso, Europei per primi, si assiste ad una politica di annunci roboanti, forse per spaventare l'avversario che a sua volta si sfoga dando del coglione a chi fa i proclami. Per chi conosce il russo, basta leggere la dichiarazione di Mevdeiev per vedere che questo è esattamente il significato letterale, ancorché edulcorato dai media. Quindi dichiarazioni roboanti, seguite da fatti nominali. Manderemo carri armati grossi, lunghi e duri! Poi nella realtà sarà qualche decina, che non vedo come potrebbero influire in maniera decisiva sul conflitto. Tuttavia questo produce una sensazione di escalation che costringe l'altra parte a fare e dire le stesse cose, con un effetto finale di marciare verso il finale rovinoso delle due ultime opzioni. A mio parere invece bisognerebbe fare l'esatto contrario. Dichiarare continuamente che bisogna sedersi al tavolo, non parlare mai di aiuti e armi e nella realtà mandare gli aiuti necessari a mantenere l'equilibrio, facendo capire sotto sotto, a chi di dovere la filosofia del Whatever it takes. Ufficiosamente deve passare il messaggio al Cremlino che non si vuole distruggere la Russia e soprattutto abbattere l'attuale centro di potere (sarebbe un gravissimo errore, vedi Saddam, Gheddafi, e così via), ma che non sarà mai accettato il contrario. Ma assolutamente tutto sotto traccia e tra grandi sorrisi, negando di inviare ufficialmente qualunque tipo di armamento che non sia aiuto umanitario, senza minacce di tribunali internazionali, sfracelli di cattivi ceceni e così via. Leggetevi l'arte della guerra di Sun Tzu, che non era un cretino. Poi fate quel che vi pare tanto io, di anni da vivere ne ho più pochi e sono poco sensibile quindi ai danni a lungo termine delle radiazioni e comunque speriamo che me la cavo.


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domenica 29 gennaio 2023

Farina di grilli

 



Posso sommessamente dire che non ne posso più della polemica sulla farina di grilli? Tanto lo dico lo stesso. Dibattiti su dibattiti, infarciti da loschi personaggi ai quali interessa unicamente fare la loro operazione lobbistica a favore dei prodotti che tirano fuori il grano per mantenerli e farli ingrassare. Così vengono fuori solamente chiacchere idiote dalle quali traspaiono messaggi falsi e pieni di fuffa, belli infarciti di biologico, naturale, ecosostenibile, per renderli più credibili e appetibili al popolo bue. La parte più fastidiosa però è data da quanti, soprattutto politici, ne approfittano solo per ingigantire il loro pensiero, che ufficialmente si ostinano a negare, cioè quello che l'Europa, in generale e i rappresentanti europei in particolare, siano tutta merda da combattere ed eliminare in favore della sovranità, dei confini da rafforzare e di come si stava bene quando c'era la lira. Ora, siccome ormai tutti avevano capito che queste erano tute orrende scemenze, e ufficialmente adesso bisogna negarle se no non ci comprano i BOT e non ci danno più i soldi del PNRR, ma sotto sotto se possiamo tirar fuori qualunque notizia, dalle etichette che l'alcol fa male, alla misura delle vongole, per insinuare e riportare a galla le vecchie posizioni, veicolando balle, per poter tornare indietro, il tutto favorito dal vento di estrema destra che ormai percorre l'Europa, avanti tutta! Se senti in giro, le massaie (perché duole dirlo ma è soprattutto sulle donne che l'argomento fa presa) sono ormai terrorizzate che vengano loro rifilati, pane e biscotti rimpinzati da farina di grillo, certamente dannosissima e di certo produttrice di pericolosissime allergie, di cui ormai tutte sono affette. 

E innanzitutto chiedono a gran voce che sia scritto a caratteri cubitali sulle confezioni: NON CONTIENE FARINA DI INSETTI, così come c'è scritto che non contiene il pericolosissimo olio di palma, ma a caratteri ancora più evidenti. Naturalmente senza considerare che, dato che la farina di grillo costa circa 100 € al chilo, nessuno è così coglione da mettercela al posto del grano tenero, a scopo frode  in commercio e inoltre senza sapere che in tutte le farine, come residuo inevitabile c'è sempre una percentuale anche se piccola di insetti infestanti morti (sapevatelo), tanto che si calcola che normalmente ognuno di noi ingerisca senza saperlo, circa mezzo chilo di sfarinato di insetti all'anno. Questi piciu da talk show e da tastiera, mi sembrano quelli che quando si decise di cancellare il concetto di omosessualità come reato, erano contrari perché avevano paura di essere obbligati a prenderlo inevitabilmente nello sgnau a breve. State sereni nessuno vi obbligherà a mangiare insetti se non lo vorrete. Fatevene una ragione senza continuare a dire che non è nella nostra cultura e voi difendete la dieta mediterranea patrimonio dell'Unesco, salvo poi se diventa di moda, correre a ingozzarvi di sushi e di quinoa e di seitan, che con la tradizione italiana c'entra come le cavallette fritte. Semplicemente bisogna normare, con le giuste e più ristrette regole alimentari, nuovi prodotti su cui aziende (tra l'altro italiane) hanno voglia di fare business. Se poi gli europei decideranno invece di continuare a mangiare braciole, lumache e wurstel, farà tutto la fine delle torte di lombrico, che di certo ricorderete. 

Ricordatevi che l'uomo è onnivoro e mangia qualunque cosa cammini, voli, strisci o nuoti, nelle varie parti del mondo. Inoltre la crescita esponenziale della popolazione che continuerà comunque, obbligherà a non rinunciare a nessuna soluzione che aumenti la disponibilità di materiali nutrienti, ed in questo caso le proteine sono quanto più necessarie. (Vi ricordo comunque che nelle nostre università di agronomia, tra cui quella di Torino, vi sono istituti che da anni studiano le opportunità, alimentari e non, che potrebbero venire dagli allevamenti di insetti). Nell'illustrazione vedete la suddivisione del regno animale e osservate che l'unica classe che non mi risulta utilizzata nell'alimentazione è quella dei poriferi, sempre che non venga smentito, Tutte le altre lo sono tranquillamente e gli insetti non sono certo tra quelli meno consumati, anzi li mangiano tranquillamente nei tre quarti del pianeta, inoltre considerate che sono filogeneticamente molto più vicini ai crostacei, che noi tanto amiamo, degli echinodermi (deliziosa la pasta ai ricci di mare) e dei molluschi di cui siamo ghiotti. Nella mia breve vita, io posso dire che, escluso appunto i poriferi, ho mangiato, per curiosità o per obbligo di lavoro, animali appartenenti a tutte le classi indicate nel disegno, ma tranquillamente preferirò mangiare, se le avrò a disposizione, le lasagne al pesto o il  maialino alla griglia, quindi non mi spaventa affatto che l'UE deliberi sulla farina di grillo, ma al contrario, continuerò ad essere infastidito dalla protervia dei politici e dei loro fans che approfitteranno di ciò per far passare messaggi non solo sbagliati, che preferirei chiamare infami per influenzare i fessi. Giustifico solo i lobbisti che lo fanno per vile denaro.

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sabato 28 gennaio 2023

Sindrome da pagina bianca

 



Il mattino ha l'oro in bocca




venerdì 27 gennaio 2023

I -23 Conferenza AMAP

 

Manicomio di Collegno

Gennaio porta la neve ed il gelo, è vero, ma anche l'inizio della serie delle Conferenze dell'AMAP per il 2023. Una seguito di appuntamenti che grazie all'entusiasmo del(la) Presidente (notate la mia correttezza semantica attualizzata) Giacomina Caligaris, della quale ricorreva ieri anche il genetliaco e alla quale quindi rinnovo i nostri più affettuosi auguri, sono ormai in fase post Covid e quindi attivati a pieno ritmo. Questa volta abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare una interessante conferenza sulle razze autoctone piemontesi (bovine, caprine e ovine) da parte di una vera autorità in materia, il Prof. Fortina, che ha illustrato con dovizia di immagini, mai come in questo caso, illustranti la materia indagata, il gran numero di razze di questi animali che hanno costituito il passato storico dell'allevamento piemontese e quanto si fa oggi per evitarne l'estinzione. Il problema ovviamente non va visto solamente in tema di curiosità scientifica o di greenwashing fuffaiolo, modi in cui questi argomenti vengono di sovente trattati, ma come importante momento conservativo, in ottica di mantenere e salvare germoplasmi che alla luce di eventuali esigenze dovute sia ai cambiamenti climatici o altro, potrebbero diventare essenziali in un futuro magari neppure troppo lontano e che naturalmente sarebbe un peccato perdere per sempre. 

La giornata è poi proseguita con la visita di un luogo de facto poco conosciuto, anche se ben presente nella storia recente, l'area del manicomio di Collegno, una realtà che per oltre un secolo ha rappresentato uno dei luoghi iconici per la presa in carico da parte della società del disagio psichico inteso nella sua accezione più lata e che per la sensibilità dell'epoca ha dato luogo a prevaricazioni che oggi etichetteremo come orrende ed insopportabili per una società civile. L'area vastissima, che ora è uno dei più grandi parchi cittadini italiani, comprende una serie di edifici ottocenteschi, dedicati alla reclusione (che altrimenti non si può definire) dei cosiddetti malati mentali (tali venivano considerati, anche ubriaconi, senza tetto, ragazze madri disagiate e così via,) provenienti anche da fuori regione, essendo questa forse la più grande struttura italiana dedicata, che ha raggiunto una popolazione di oltre 4500 persone e almeno altrettanti tra coloro che ruotavano per lavoro attorno alla struttura. Una vera città adiacente al paese di Collegno, sorta sulla precedente Certosa, anch'essa di grandi proporzioni che col suo colossale chiostro mostra quello che doveva essere un tempo. La visita è poi proseguita lungo le stradine del centro storico di Collegno che per lunghi decenni abbandonato, è ora decisamente rifiorito attorno alla chiesa della Confraternita. E dunque, al prossimo appuntamento. 



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mercoledì 25 gennaio 2023

Haiku nevoso

 

Sestriere

soffice manto

variazione di bianchi -

hai le catene?



martedì 24 gennaio 2023

Atlanti

dal web

Ogni tanto mi interrogo sul motivo primigenio che mi ha portato a diventare un addicted, come si dice adesso, del muovermi in giro per il mondo, visto che per tutta la vita l'ho fatto per curiosità, per piacere, per lavoro o addirittura per riposo. O è una di quelle malattie genetiche, per la verità, non molto rare, che saltano fuori assolutamente per caso, ma che certo non ho preso dalla mia famiglia che, dato che in quei tempi ed in quelle condizioni di censo, non si è mai mossa da Alessandria. Il mio papà per vedere qualcosa fuori dei patri confini, ha dovuto esservi mandato con la forza alla difesa della patria, tra l'altro in uno dei pochi paesi che non ho visto. La mia mamma poi, ha fatto la sua sortita più lunga durante il viaggio di nozze a Venezia. Io, il morbo devo essermelo beccato in giro, un po' con la complicità della scuola, il Classico come si dice allarga i confini della mente, un po' per la compagnia e la complicità di mia moglie. Però poi l'infezione è esplosa con grande virulenza, forse a causa di piccoli focolai che, piccino ancora non riconoscevo e quindi non avevo curato con la necessaria attenzione. In seconda elementare, su suggerimento della cara e deamicisiana maestra Fracchia, i miei come regalo di Natale, mi avevano comperato il Novissimo vocabolario Melzi, non proprio una cosa da Gesù Bambino, pensate come potevo essere contento; io certamente avrei preferito un fortino, che avevo a lungo rimirato nella vetrina della Fata dei bambini in via Dante, il giocattolaio dei miei sogni e che invidiavo moltissimo dopo averlo visto a casa del mio compagno di scuola Gian Vito, bambino ricco che mi onorava della sua amicizia. 

Tuttavia lo scartabellavo comunque, non già per cercare le parole difficili che la maestra ci faceva stilare in bella calligrafia su un quaderno dalla copertina nera, ma ci perdevo le ore a guardare quelle poche cartine geografiche che venivano mostrare nella cosiddetta parte scientifica del vocabolario suddetto. In particolare, ce n'era una estremamente affascinante che mostrava l'Africa nel suo complesso, con tutta la parte centrale più o meno corrispondente alla zona del Congo, completamente bianca e priva di riferimenti, con la scritta "zone ancora inesplorate". Pensate un po' come è mutato il mondo in soli settanta anni. Mi sembra di parlare di una preistoria incongrua, quando, dove dopo aver letto I misteri della jungla nera, stavi lì a sognare, guardando la carta geografica. E dagli atlanti sono sempre stato affascinato infatti e successivamente, già bello cresciuto, quando uscì un monumentale Atlante geografico della De Agostini, lo desiderai profondamente e anche se già lavoravo non ebbi cuore di fare quello che era comunque un robusto investimento. E poi al bar, a sentire i racconti di quei ragazzi degli anni sessanta, che partivano con una macchina scassata per andare in India o con la vespa per Nord capp o Gerusalemme. Forse proprio quei continui desideri inappagati, hanno contribuito a fare deflagrare quella flogosi inesauribile che, adesso che è tutto facile, mi ha portato a continuare a sognare, a compulsare cartine, a tracciare itinerari su google map. 

La prima uscita dai patri confini, complice il fatto che, figli di ferroviere avevamo i biglietti del treno gratuiti, fu, con il mio compagno di Liceo, Andrea, a Lione. A quell'epoca si partiva con in mano il foglietto scritto a mano con l'indirizzo di una ragazzotta conosciuta in estate al paese, dove lei, figlia di emigrati, veniva a trovare i nonni, assieme alla tracotanza dei nostri sedici anni e niente altro. Adesso sono lì a consultare la cartina, a quantificare i chilometri, innervosendomi perché l'albergo ben prenotato, non mi ha ancora confermato il transfert dall'aeroporto, per non parlare dell'assicurazione medica e del rientro della salma. Bisogna pensare a tutto. Calcolo le distanze, le ore di percorso, i tempi da dedicare alle varie cose interessanti da vedere e avanti con la programmazione dei dettagli. Con Syreet view, ti puoi anche guardare con attenzione la strada da percorrere, insomma direte voi, ma allora ti togli anche il piacere della scoperta, della meraviglia del disvelarsi di un luogo imprevisto e già di per sé magnifico proprio per questo. Il déjà vu, ti toglie parte del piacere oppure non fa che aumentarti l'ansia prepartenza ed il desiderio di esserci materialmente in quel luogo, di girare attorno lo sguardo per abbracciarlo tutto, per carità puoi certamente girare a 360° la telecamera virtuale, ma vuoi mettere sentire gli odori, avvertire il suono di quel mondo, in cui sudare, camminare, toccare la pietra viva! Non ci sono scuse, partire è uno status irrinunciabile a cui non posso e soprattutto non voglio sottrarmi. Per cui lasciatemi lavorare che il tempo passa e bisogna profittare almeno fin che non scade il passaporto che poi saran dolori. Tic, tac, tic, tac.


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sabato 21 gennaio 2023

Questione di dieci minuti

dal web 

 

Già, la dicotomia è semplice, o sono davvero troppo anziano per capire e soprattutto per adattarmi, oppure, c'è qualche cosa che non va e quello che viene spacciato per una miglioria, nella realtà è tutto il contrario. Ieri ho ceduto di schianto alle insistenti richieste partecipative e ho seguito mia figlia a definire un problema presso la struttura elefantiaca del gigante dei mobili. Una ditta svedese che non nomino e che mai capirete chi sia. Attenzione il problema era un non problema, in quanto era già tutto preordinato, calcolato, scelto ed approvato, salvo alcune minuzie da sistemare e dare il via alla consegna. Infatti trascuro di segnalare che il re del risparmio, ha ora prezzi da boutique di alta classe, come se il truciolato fosse mogano rosso della foresta brasiliana. Comunque, tranquillo papà, è roba da 10 minuti al massimo, oltretutto grazie all'intelligenza artificiale è già tutto nel cervellone e basta un click e tutto è risolto. Cominciamo a dire dunque che i dieci minuti ci sono voluti soltanto per parcheggiare ed accedere al corretto piano della gigantesca struttura, poi di qui è cominciata la maratona che mi ha condotto a percorrere diversi chilometri a passo di bersagliere nel ventre del gigante, per arrivare a tempo all'appuntamento preordinato (perché tutto è già pronto in attesa nel cervellone). Infatti il criterio espositivo è ormai quello degli autogrill, farti passare davanti a tutto quello di cui la ditta dispone, anche se devi acquistare una brugola, nella speranza di suscitarti interesse all'acquisto. La cosa a me è talmente fastidiosa che già mi è salita la nausea, in un horror vaqui pazzesco in cui, ogni angolino, ogni parete, ogni spazio se pur minimo è affollato, rifornito, affogato, di pupazzi, cuscini, cornici, accessori, ciapapùver di qualunque specie immaginabile inclusi cartelli coi nomi vichinghi che evocano le ordalie di Ragnarock. 

Evitata fortunatamente la sosta al bar ad ingozzarsi di polpette di renna e merluzzo secco, siamo arrivati dopo una buona mezz'ora al deschetto previsto, giusto in tempo per l'ora dell'appuntamento, non sia mai che 'sti nordici poi dicano che i mediterranei non sono puntuali. Naturalmente sembra tutto facile e già fatto, ma anche le minime variazioni necessarie da apportare, provocano un rivoluzionamento totale della progettualità dell'operazione, capirà, la presa è stata spostata, qui c'è il cartongesso, là non avete previsto quello o questo e la cerniera ce l'avete e cos'è la cerniera e via discorrendo. Accidenti, certo che il programma di progetto meraviglioso che crea ambienti, renderizza e costruisce un meraviglioso schema in 3 D, lavora magnificamente, sposti, togli, aggiungi, allunghi e la camera si crea magicamente sul monitor, ma ogni volta bisogna ricominciare tutto da capo e per fare quello che un tempo veniva fatto in dieci secondi tirando due righe di correzione su un foglio di carta di formaggio e al limite veniva poi sistemato sul posto durante il montaggio, richiede un sacco di tempo, tutto deve essere riscritto, con tutte le note ed i distinguo del caso, guai a dimenticarne uno, se no i montatori che arrivano di certo da un altro pianeta, quando sul posto troveranno una cosa diversa o non prevista, automaticamente lasciano cadere la cazzuola e se ne andranno dopo che tu hai già comunque pagato il montaggio, capirà, bisogna ripagarne un altro e riparti da zero senza passare dal via. 

Quando, dopo un tempo immemorabile hai finalmente concluso di rieditare definitivamente la fase progettuale, ecco che cominciano i problemi, perché passando in modalità "ordine" emerge che alcuni dei dodicimila pezzi necessari, non sono disponibili, infatti, proprio "nell'interesse" del cliente per dargli una maggiore possibilità di scelta combinatoria, ogni pezzo è a sua volta spezzettato e così se per caso ordini una cucina, tutto viene splittato fino alla singola brugola, cosicché hai fatto l'intero progetto, ma purtroppo non c'è la maniglia del cassetto o per l'armadietto da 80 cm, c'è solo il bastone appendiabito da 60. Questo non si poteva sapere prima, naturalmente, così, devi ritornare al via e rifare tutto daccapo perché lo straordinario programma scandinavo Strunzåelkøt, non ha tenuto quasi niente in memoria e riparti da zero. Naturalmente puoi dal deschetto trovare tutto fino al più piccolo cassetto, ma il tempo che perdi ti fa perdere anche le staffe, che in effetti forse arrivano la prossima settimana, dobbiamo metterle in ordine per perderle. Alla fine, tutto è definito, ma poiché la merce deve anche essere consegnata, naturalmente da altra entità di marziani che nulla hanno a che vedere con la ditta principale che sta al Circolo polare, che giustamente per risparmiare si servirà di cottimisti cossovari che devono fare la pipì nella bottiglia per non perdere tempo, bisogna compilare un questionario più lungo di quello del censimento, che poi a causa di ulteriori intoppi ne sistema, si è dovuto, nel nostro caso, ricompilare per ben tre volte (di cui una a mano chissà perché). 

Siamo emersi dal cockpit dell'ordinazione completamente frastornati ed il percorrere all'indietro i chilometri di strada del budello sul quale gigioneggiavano grappoli di renne di pelouche, corna di alce a pan di zenzero e facce di bimbi felici di affogare nella neve, è parso infinito, anche perché mica la cosa è terminata! Per il concetto anche se anticostituzionale del fine pena mai, ben fissato nel nostro ordinamento, bisogna andare in un altro luogo, evidentemente dalla parte esattamente opposta del falansterio per fare la fattura. Ma non era già tutto fatto e non si poteva stampare direttamente da lì? Assolutamente np, altra coda, numerino e guarda un po', dopo che tutto è già stato meticolosamente inserito nel cervellone, l'intelligenza artificiale, prevede che bisogna di nuovo rifare un sacco di cose, spero non ancora previste, prima di arrivare al foglio finale, naturalmente non ancora definitivo, perché l'imprimatur arriverà solo dopo che sarà fatto un ulteriore passaggio in banca lunedì mattina. Quando si stava peggio, andavi al negozio, guardavi quello che ti piaceva, dicevi: quello lì, quanto costa?, tiravi fuori l'assegno lo compilavi e andavi a casa, dopo che ti avevano detto: veniamo giovedì prossimo e qualunque variazione equivaleva a un tratto di penna sul pezzo di suddetta carta da formaggio. Tempo totale 10 minuti appunto. Adesso che tutto è migliorato, ripeto a scelta già abbondantemente fatta, siamo entrati alle 14 e siamo usciti alle 17:30. Purtroppo mi sembra che non si sia ancora capito che il vantaggio dell'utilizzo dei computer non è quello di complicare le cose semplici. ma quello di introdurre i dati una sola volta, poi tutto deve essere disponibile per sempre, se invece ogni volta devi reimmettere tutto, mi dispiace, ma si fa prima a mano, Odino e gli altri Asi mi sono testimoni. Tanto per dire. Comunque sono esausto e ho bisogno di  un paio di giorni di riposo assoluto per riprendermi. 



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giovedì 19 gennaio 2023

Il paradosso del passaporto

 

dal web


Adesso non è per dire ma questa mattina ho aperto gli occhi alle 10: 00 e tra un caffè e qualche altra necessità fisiologica, mi metto al lavoro solo adesso, ma cosa volete che produca di interessante, oddio, non che gli altri giorni lo facessi. Il fatto è che ho una marea di cose da fare, ma riesco con grande tranquillità a rimandarle al domani prossimo venturo, solo che questo non corrisponde ad una data specifica e così si va avanti. Questo credo che non vada per niente bene e bisognerà che in ogni caso mi dia una mossa, anche perché dato il programmino che dovrebbe scattare tra un mese circa, già vi metto sull'avviso, ci sono diverse cose da fare inderogabilmente. Mi sono risolto a questa presa di posizione in quanto alla fine di marzo scattano inderogabilmente i termini di scadenza dei sei mesi anticiparti del mio passaporto e sembra che non ci sia modo di rinnovarlo. La questura non dà appuntamenti di sorta, le agenzie che prima facevano il lavoro in caso di bisogno, non lo possono, pare, più svolgere e in sostanza, un disgraziato a cui scada il documento, non lo può tecnicamente rinnovare in alcun modo. Vedete voi, quindi bisogna giocoforza, anche se uno non volesse e stesse bene a casa sotto le coperte ad aspettare la primavera, attivarsi per utilizzarlo prima della data limite, che chissà perché, altra assurdità inspiegabile è fissata a sei mesi prima della scadenza, quindi sapevatelo, in pratica per la stragrande maggioranza dei paesi. il vostro passaporto è valido dieci anni, meno sei mesi, in cui è valido, ma in pratica non è accettato, quindi non è valido. Una roba kafkiana. se a questo si aggiunge il fatto che al sito della questura non prendono prenotazioni perché troppo impegnati, spiegatemi un po' voi come si risolve questa cosa. Va beh, lo sfogatoio del giovedì mattina è stato completamente riempito, adesso vado, che ho da fare, ci si sente sabato che domani sono in trasferta. 



martedì 17 gennaio 2023

Acchiappato!

 

da PalermoLive

E allora l'abbiamo acchiappato finalmente, un po' in ritardo , ma va bene lo stesso. E adesso scateniamo le dietrologie e i complottismi, che qui ci possiamo divertire a lungo. Si è fatto beccare di sua volontà, c'è stata trattativa, i nuovi hanno deciso di mollarlo e darlo in pasto allo stato, un favore al nuovo governo e chi più ne ha più ne metta. Io che non riesco ad essere complottista neanche se voglio, non credo. Mi sembra più nella logica delle cose, l'andamento normale della vita, il poco interesse a sbattersi per tanti anni, la casualità, il momento in cui si serrano le fila, la funzionalità delle intercettazioni e le cose che prima o poi finiscono. In fondo non conta più di tanto agli effetti pratici, aver beccato il vecchio quasi morente, quanto quello che se ne fa adesso. Insomma adesso la parte più interessante sta per cominciare. Intanto vediamo subito cosa trovano in casa, certo se non c'è nulla, aumentano i sospetti che si sia fatto prendere a bella posta, magari per farsi curare meglio, anche se mi sembra strano che uno ceda dopo trent'anni con l'orologio al polso da 35.000 Euro. Poi ci sarà da vedere qual è la volontà di fargli le domande, le cui risposte potrebbero eventualmente svelare 30 anni di storia italiana del rapporto stato mafia. 

Bisogna vedere se ci sarà interesse a farlo, se il tipo avrà la convenienza a rispondere e se le risposte non saranno comunque parziali o distorte per massimizzare i suoi eventuali vantaggi. Insomma una cosa complicata e tutta da seguire, almeno per quanto sarà possibile. Non mi illudo certo che si riesca a bloccare a lui, a tutto il parentame e ai suoi sodali, tutto il grano ed i beni vari che ha accumulato, visto che dovrebbero essercene molti. Di certo un certo tipo di mafia è finita, rimane l'altra quella degli affari, ancora più pervasiva e dannosa, anche se può darsi che adesso l'intreesse fortissimo a fare il ponte sullo stretto decada di importanza. Un'altra soddisfazione è quella che quantomeno si è ben dimostrata l'importanza e l'essenzialità delle intercettazioni, cosa che dovrebbe almeno per un po' stoppare i maldestri tentativi di questo governo di limitarle o bloccarle del tutto. In effetti il come sia andata la cosa, a quanto si sente, cioè che attraverso le telefonate tra parenti che parlavano appunto della malattia, si è potuto fare uno screening di tutti i malati di quella età e di quella zona, arrivando infine a lui, mi sembra assolutamente credibile. Va beh, diciamo che anche questa è fatta. Dispiace solo che l'ultima cattiveria l'abbia realizzata, comunque anche se certo senza volerlo. Con la sua cattura è stata messa in ombra la celebrazione di una delle più grandi dive italiane nel mondo. Pazienza.

lunedì 16 gennaio 2023

Un occhio all'interno

dal web


 Ieri avevo dato uno sguardo al grosso ed irresolubile problema che abbiamo alle porte di casa e che tanto danno sta portando all'economia di tutto il mondo. Tranquilli che comunque quando, prima o poi finirà ed il tutto servirà da volano a far ripartire il meccanismo; questi sono alti e bassi che comunque avvengo sempre nella storia, tutto sta a capire se saremo ancora vivi per goderne almeno i frutti. A questo punto bisognerà dire due parole anche sul fronte interno, anche se la sua desolante pochezza suggerirebbe di tacere e passare oltre. Bisogna innanzitutto considerare che la infima qualità dei politici di cui disponiamo è una cosa abbastanza naturale. E' un po' un cane che si morde la coda. In un mondo postideologico in cui i punti fermi e le Idee con la I maiuscola, sono in continuo disuso, è più che naturale che chi si occupa di politica sia un mediocre arrivista che, incapace di fare altro nella vita sceglie questa via per sbarcare il lunario. E' qualunquismo questo? Forse, ma è abbastanza naturale che in una società nella quale i credi sono stati messi in discussione, questo spirito relativistico sia presente in tutti gli aspetti della società. Come sempre il popolo ha i governanti che si merita. La gente non ci crede più e lo dimostra non andando a votare. Gli eletti rappresentano meno della metà della popolazione e se togliamo anche parenti e amici, sodali e clientes che hanno votato speranzosi di prebende e interessenze, non andiamo lontani dal 30/40%. Questo cosa significa, che evidentemente non ci si può aspettare meritatamente di più di quel che si ha, considerando comunque che con il combinato disposto della nostra legge elettorale, chi governerà non rappresenta più del 10/15 % della gente. 

Questo sminuisce in qualche modo il governo? Niente affatto, queste sono le regole e quindi tutto è solo nella logica delle cose. Basti pensare che tra i due schieramenti pressappoco con gli stessi consensi, uno si presenta in coalizione e quindi viene premiato con quasi i due terzi dei seggi e l'altro presenta le tre forze separatamente, in perenne conflitto tra di loro, come del resto i loro avversari certo, ma raccogliendo così solo un terzo dei seggi e rimanendo quindi destinati alla totale irrilevanza pratica. Considerate che il PD, che ha perso un paio di punti alle elezioni, giudica esso stesso questa come la sua più colossale sconfitta elettorale, mentre FI che ha dimezzato i voti e il Capitone che li ha addirittura ridotti a un quarto, si dichiarano vittoriosi. Cosa che non puoi spiegare con la logica dei fatti. Sulla carta, guardando i numeri, una cosa assolutamente illogica e incomprensibile, nella pratica invece è pura realtà. Gli sciocchi oltretutto, come se questa dura lezione non fosse stata assolutamente compresa (uniti avrebbero potuto vincere addirittura le politiche o perderle di misura e rendere molto più impegnativo il governo della destra), in questa altra occasione che si presenta, delle due più importanti regioni italiane, proseguono a mantenersi divisi, accorpandosi da una parte con uno e dall'altra con l'altro e ricondannandosi così a certa sconfitta. Ci vorrebbe davvero degli scienziati capaci di sondare a fondo la mente umana per capire simili comportamenti, ma questa è la realtà e va sempre accettata così come si presenta. Buon per chi è più furbo. 

Tuttavia in questo modo è difficile pensare che i grandi problemi del paese, che diventano, anche per fattori esogeni, sempre più stringenti, possano in qualche modo essere risolti positivamente. Certo in questi casi è molto meglio quando l'incertezza e il disaccordo tra le parti costringe a mettere il governo in mano ai tecnici che quantomeno qualche cosa capiscono ed infatti, nel recente passato, questi lo hanno a più riprese dimostrato, salvando la ghirba al paese mentre era sull'orlo del baratro, con soluzioni corrette, ma ovviamente invise alla gente, utili comunque sia nel prendere decisioni difficili ma corrette, sia come utili capri espiatori, quando gli ignavi hanno ripreso il controllo del vapore e possono indicarli come i cattivi che vogliono il male alla gente, salvo poi, e questi ultimi risvolti lo dimostrano, seguire pedissequamente (e per fortuna) la strada tracciata da chi ne sapeva qualcosa. Comunque al momento la situazione è questa: un governo stabile, con una maggioranza talmente ricca da permettersi anche sbandamenti senza pericoli. La premier si dimostra furbissima, continua nelle decisioni che contano, a seguire il solco di chi l'ha preceduta (ripeto per fortuna) e che aveva quando era all'opposizione, avversato fortemente, facendola sua senza vergogna. Naturalmente deve dare in pasto qualche cosa al suo zoccolo duro e lo fa con provvedimenti totalmente inutili ma a costo zero, cosa che serve anche, suscitando dibattito a stornare l'attenzione dai problemi reali, che tuttavia prima o poi arriveranno al pettine. 

Gli alleati ai quali continua a drenare voti, schizzano di rabbia e volentieri la farebbero fuori, ma sono presi nella trappola del "e quanno ce ricapita" e per questo continuano a masticare amaro e credo che lo faranno a lungo. Inoltre la Capa ha la straordinaria fortuna di non avere alcuna opposizione effettiva, dopo che questa, con il tafazzismo più puro, rimane pervicacemente spezzata in tre, avendo a cuore di più il farsi male a vicenda che a occuparsi di fare il mestiere che l'opposizione deve fare e quindi ha un impatto zero sul governo. Centristi e grillini hanno come unico fine quello di prosciugare un PD che ormai non esiste più e si avvia a seguire la triste fine dei socialisti francesi, riuscendoci del resto benissimo, Il terzo polo è addirittura disposto a sostenere le destre in caso di bisogno, come se ne avessero davvero necessità e aggiudicandosi così i moderati; l'avvocato del popolo, sfruttando la massa degli orfani del reddito, e ritenendo in questo modo di poter aggiudicarsi tutta la sinistra piddina, sempre in cerca di qualche cosa che non trova mai. In questo momento a queste tre forze politiche, meglio sarebbe chiamarle debolezze, non interessa minimamente fare proposte per risolvere i grossi problemi del paese, le palle al piede che frenano ogni possibilità di uscita dal tunnel, al momento: debito pubblico, sanità, istruzione, ma solo rafforzarsi in attesa di quanto avverrà tra cinque anni. Nel frattempo il paese vada pure in malora. Così in un paese in cui non esiste più opposizione, chi comanda, non essendo stimolato, lavora giustamente a sua volta, non per tentare di risolverli questi problemi, compito per il resto quasi impossibile, visto che soldi non ce ne sono e le condizioni esogene sono talmente forti da rendere spesso vana anche la eventuale buona volontà, ma può spendere il suo tempo a rafforzare la propria posizione presso quello che ritiene essere il suo elettorato. 

In particolare persegue con costanza la connivenza con gli evasori, ben sapendo che gli italiani (al pari di tutti gli altri popoli, eh) sono tutti evasori, effettivi, come le vaste categorie che vengono appunto blandite coi vari condoni e flat tax, ma anche potenziali, in quanto tutti coloro, redditi fissi e pensionati, che non possono evadere, lo farebbero immediatamente se solo lo potessero e in generale, stupidamente perché danneggiano solo se stessi. Costoro bruciano come pazzi e odiano le suddette categorie, ma poi sotto sotto, approvano i provvedimenti che favoriscono l'evasione, invidiando chi ne può beneficiare speranzosi di poterne di tanto in tanto approfittare a loro volta, basti vedere come siano i primi a chiedere di non fare le fatture a qualunque artigiano o professionista pur di risparmiare qualche cosa, di poter finalmente a loro volta evadere. Non ci sono illusioni sul fatto che con tassazione bassa la gente evade di meno, da che mondo è mondo anche se le tasse fossero dell'1%, sarebbero sempre viste come ingiuste e vessatorie, questi soldi utilizzati solo per nutrire gli sprechi, salvo poi lamentarsi dei pronti soccorsi e delle code di attesa. Solo la costrizione e l'oculato controllo rende i cittadini onesti pagatori dell'erario. Quindi niente illusioni, la manfrina continuerà a lungo, non aspettatevi provvedimenti utili a risolvere i problemi italiani, che saranno destinati solo a peggiorare, a meno che da fuori, dalla vituperata Europa o dal resto del mondo, non riparta un ciclo economico che giocoforza, in automatico, in un mondo per fortuna ancora globalizzato, ci coinvolga anche controvoglia con un effetto trascinamento. Aspettatevi quindi solo un continuo tikitaka su cose di totale irrilevanza economica ma che possono lasciare enormi spazi alla discussione, alle proteste ed alle contestazioni fini a se stesse, anche e soprattutto all'interno della compagine governativa, che a questo punto rimane l'unica forza in grado di fare del male a se stessa, anche se è difficile che riesca a farlo. 


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domenica 15 gennaio 2023

Allora la finiamo?


da Rai News

Come avrete notato da mesi (addirittura dal maggio scorso), mi sono tenuto appositamente lontano dal commentare ulteriormente quella insana follia che continua a perpetrarsi a poche centinaia di chilometri da noi. Non per nulla il titolo dell'ultimo post al riguardo era Mi hanno stufato. Così ho proseguito, nella speranza che questo non fosse interpretato come silenzio-assenso, a non parlarne più e a seguire la linea editoriale di questo spazio che giustamente dovrebbe essere dedicata ad altri e più piacevoli argomenti, Però devo constatare che a distanza di quasi un anno dall'inizio, siamo ben lontani dal vedere la fine delle ostilità e quindi qualche cosa bisognerà pur dire al riguardo, anche per evitare di essere considerato un insensibile cinico. Certo sono anche io come tutti orripilato da quanto avviene e dalla completa cecità di tutti gli attori di questa tragedia, ma penso che quando si cerca di tirare le somme, di mettere dei punti fermi su quello che dovrebbe essere reale, anche se difficile da discernere nella battaglia delle propagande, bisogna cercare di estraniarsi il più possibile dai sentimenti, di parteggiare per qualcuno e cercare di incasellare solo numeri e dati reali, per tentare di illustrare un fatto ed eventualmente di immaginare possibili scenari futuri. Diciamo subito che il fatto, nella sua mostruosità, va esaminato, se possibile contemporaneamente attraverso i suoi differenti aspetti, geopolitico, economico, etico ed umano, assieme a molti altri. 

Questi punti vista possono anche condurre a considerazioni finali differenti tra di loro, ma pur sempre coerenti con la realtà. Dunque, penso possa essere opinione condivisibile che questa guerra, doveva essere evitata operando in maniera diversa a partire dal 2012, quando qualunque osservatore poteva pronosticare che qui saremmo alla fine arrivati, anche se magari con sfumature diverse. Tuttavia sono anche convinto che un conto è parlare adesso che la frittata è fatta, un altro parlare a quel tempo e sappiamo bene che queste cose le vedono solo i grandi statisti, che poi puntualmente vengono  puniti dall'elettorato, mentre il politico comune, impegnato com'è a inseguire il consenso immediato e populista, non vuole certo rovinarsi andando a fare cose utili per l'umanità che il popppolo neppure capirebbe nell'immediato. Dunque le cose hanno preso la piega che hanno preso, diciamo un po' inevitabilmente e sono proseguite in una guerra sporca, come lo sono tutte le guerre moderne, dove si mira soprattutto a fare terra bruciata di ogni cosa, visto che difficilmente ormai si possono vincere in maniera tradizionale. Così ce la stiamo trascinando dietro da quasi un anno e la mia impressione è che, proprio per la sua bassa intensità, si sia incancrenita al punto di durare molto a lungo se non intervengono fatti nuovi. Perché dico bassa intensità? Perché checché se ne dica, siamo di fronte a qualche decina di morti al giorno, a volte di qualche unità e nelle guerre vere, capite quello che voglio dire, si parla di migliaia di morti al giorno e questo è un fatto incontestabile. 

Poi, premesso sempre che siamo di fronte ad un invasore che ha operato in spregio a tutte le leggi internazionali, spinto da una ideologia e da debolezze interne che sempre costringono i regimi autoritari a queste soluzioni finali e dall'altra ad un invaso che ha tutte le ragioni per difendersi e richiedere aiuto a tale scopo, anche se non certo esente da sue colpe innegabili e ricordo sempre che in quelle terre il più bravo ha mangiato la mamma, dobbiamo inequivocabilmente renderci conto che entrambi questi attori, non hanno nessuna possibilità di fermarsi e riappacificarsi. Ognuno dei due ha una situazione interna che a fronte di un deponiamo le armi e discutiamo, apparirebbe di fronte ai suoi come irrimediabilmente sconfitto e quindi perderebbe il trono e probabilmente non solo quello, forse anche la vita. Dunque è inutile sperare in questo. Solo una soluzione (difficile da trovare) che potesse dare ad ognuno dei due la possibilità di dichiarare di avere finalmente vinto la guerra, sarebbe accettabile. Allora è evidente che una fine delle ostilità potrà accadere solo se i due protagonisti vi saranno costretti, obtorto collo. costringerli a questo è compito degli spettatori. Ma purtroppo la maggior parte di questi non hanno nessun interesse, al momento che la guerra finisca. In primis gli Stati Uniti che per ora ne hanno solo benefici, rafforzamento della Nato e relativo aumento delle spese militari da parte degli altri aderenti solitamente riottosi a farlo; possibilità di vendere a prezzi molto alti le loro fonti energetiche in eccedenza; smaltimento di un considerevole quantità di armamenti obsoleti con grande gioia delle aziende interessate che devono pensare solo a rifornire gli arsenali; sperimentazioni da parte degli apparati delle nuove tecniche di guerra, cosa assolutamente necessaria ed auspicatissima da parte dei vertici militari; speranza che il nemico storico russo, sia definitivamente annichilito o quanto meno indebolito al punto da non rialzare la testa per molto tempo; messa in difficoltà della Cina, il vero nuovo nemico degli USA, che della espansione commerciale, al momento bloccata, aveva fatto il cardine della sua irrefrenabile crescita; forte indebolimento economico e quindi aumento della sudditanza dell'Europa nel suo complesso, la cui unione e affrancamento dallo storico alleato, ha sempre dato molto fastidio, assieme all'affermarsi dell'Euro. 

Con tutte queste ragioni volete che gli USA brighino per far finire la guerra? Ma è una eventualità impossibile. La Gran Bretagna poi, è il servo sciocco degli USA e pertanto ne segue pedissequamente gli ordini anche se si trova nella cacca economica più spessa, ma ricordiamo sempre che è esportatore di materie energetiche e che questo fa aggio ad una posizione guerrafondaia. Tutti i cespugli ex-URSS e viciniori, sono terrorizzati dalla teoria del domino che in caso di vittoria russa li vedrebbe cadere uno dopo l'altro, cosa niente affatto peregrina. Tutti i paesi dell'OPEC non sono mai andati così bene, sono fuori dalla guerra, una volta tanto e devono solo contare i soldi che si accumulano nei forzieri, quindi certo non alzeranno un dito, così come gli stati canaglia che dal casino hanno solo da guadagnare, vedi Iran che nessuno va a disturbare mentre fa le sue porcate. La Cina si trova invece in una situazione molto difficile ma bivalente, da un lato ha vantaggio che i contendenti continuino ad esaurirsi in una lotta che comunque vedrà entrambi economicamente danneggiati e sconfitti ed inoltre potrebbe guadagnare terreno nelle sue brame territoriali taiwanesi, dall'altra questo però ferma anche il suo sviluppo, basato su una continua espansione economica che in questo momento presenta una terribile fase di stallo interna ed estera, sulla via della seta, che passa proprio da quelle bande. Naturalmente la possibilità di trasformare l'ex- gigante russo, scosso e impoverito, nel proprio benzinaio vicino a casa, pagandolo con specchietti e perline, attizzerà sicuramente Xi, ma tutto il lavoro con il resto dell'Occidente non gira più e la Cina si basa su un sistema Ponzi che se si ferma fa crollare il castello. 

Quindi potrebbe essere tentata di intervenire facendo da nascosto paciere. La Turchia ha anche grandi interessi simili e lo si vede dall'iperattivismo del Sultano, ma ha bisogno di appoggi. Il Vaticano, che avrebbe una moral suasion importante, non può al momento dire molto, cacciato in un angolo almeno ancora per un po'. Rimane la povera Europa, in preda ai mille distinguo interni, alle tante idee ed interessi divergenti, che continua a non rendersi conto, evidentemente, che è l'attore non protagonista che più sta perdendo in tutto questo. Cosa dovrebbe fare non è così facile a dirsi, anche perché a causa della sua debolissima struttura e per le mille forze centrifughe che la minano, è così debole da non poter prendere iniziative decisive. Di certo una azione concordata (e qui già sorgono i guai) dovrebbe essere portata avanti sottotraccia e senza le roboanti dichiarazioni che tanto piacciono ai politici, che anche in questo caso agirebbero solo in cerca di consensi interni. Una azione segretissima andrebbe iniziata e che dovrebbe cominciare da un tavolo aperto con gli alleati che gongolano della situazione, ai quali dire chiaramente, anche se in assoluto segreto, cari amici, tra amici appunto ci si aiuta, e non ce lo si mette nel culo, quindi se volete che continuiamo a sostenere la vostra linea, dovete riversarci una parte dei vantaggi che avete, in modo che noi non continuiamo a massacrare le nostre economie, quindi ci vendete il gas a 20 invece che a 70 come è adesso o a 150 come era prima. 

In caso contrario, continueremo ufficialmente a dire che sosteniamo la causa e sventoliamo i vessilli, ma nella pratica, non più un solo euro verrà impegnato in questa direzione. Io credo che i nostri "amici" capirebbero questa canzone. Poi prendete da parte il vostro combattente di prima linea e gli dite, adesso vuoi o non vuoi, ti siedi al tavolo delle trattative, nel senso che devi essere disposto a trattare. Poi si prende la Cina e gli si fa lo stesso discorso, vuoi continuare a lavorare con noi, la via della seta e compagnia cantante, guarda che ci sono molti soldi in ballo, se non vuoi che tagliamo il ponte, vai dal tuo presunto amico e digli che anche tu gli tagli il gasdotto e il gas se lo fuma tutto lui nel cesso, se non si siede al tavolo disposto a trattare. Ai due contendenti si dovrà assicurare che entrambi potranno proclamare al mondo e all'inclita e soprattutto ai propri cittadini, che la guerra finalmente è vinta cda loro, che hanno raggiunto i risultati che si prefiggevano e che quando dicevano il contrario erano stati male interpretati e non capiti e che basta così. A tavolino si decideranno come si è sempre fatto, i sacrifici da fare assieme ai tagli di orgoglio e delle rinunce obbligate. La Crimea ormai è persa, Il Dombass rimarrà formalmente indipendente come le tante repubbliche delle banane in giro per il mondo e il resto dell'occupato si libererà senza storie. Intanto ci sarà il grande banchetto della ricostruzione del paese, grandi affari per tutti, da distribuire un po' a testa, in modo che questa soluzione sia così conveniente e convincente per tutti. Il grano è un grande oliatore di ingranaggi. Fino a che questa cinica soluzione non apparirà come accettabile, andremo avanti a contare un po' di morti al giorno, con l'opzione graditissima ai giornalai di filmare vecchi che piangono, bambini feriti e case ridotte a cumuli di macerie. E non c'è altro per oggi. 


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sabato 14 gennaio 2023

Recensione - M. S. Tavares - Equatore

 


Ecco qua un libro fondamentale per chi avesse in programma di visitare le isole di Sao Tomé e Principe. Da leggere indifferentemente prima della partenza per poter avere una conoscenza approfondita della storia di questo piccolo paese africano e della sua economia basata sulle piantagioni o anche dopo, quando si potrà in questo modo ripercorrere i luoghi visti con maggior cognizione di causa. Bel romanzo storico, uscito un ventina di anni fa e opera prima di un giornalista portoghese, che ebbe in patria e anche all'estero uno straordinario successo, forse anche al di là del suo reale valore letterario. La parte storica è molto puntuale e tratteggiata con precisione ed è del tutto indispensabile allo svolgersi della storia. Nella prima decade del '900, periodo in cui appunto le isole in questione erano al loro massimo fulgore come esportatrici numero uno al mondo di cacao, l'Inghilterra per difendere la sua produzione da questa concorrenza vincente, accusa (con ragione) il Portogallo di utilizzare nelle piantagioni il lavoro di neri angolani, in regime di assoluta schiavitù, anche se ammantata da teorici diritti che tuttavia rimangono solo sulla carta e dunque si appresta a dichiarare questa produzione contraria al diritto internazionale ed a bandirla. 

Il Portogallo allora, accetta di ricevere a Sao Tomé un console inglese che per tre anni indagherà sulla situazione prima di stilare un rapporto che deciderà la cosa. Il re invia quindi un giovane governatore dalle idee liberali sulle isole al fine di convincere,da un lato i piantatori locali a cambiare le loro abitudini ed allo stesso tempo portare l'inglese, che a causa di trascorsi poco limpidi in India, è stato in pratica esiliato, con la sua bellissima moglie, in quella che veniva considerata una tomba alla fine del mondo, a fornire una relazione positiva sui fatti. Tra i due nascerà una forte amicizia e la storia a tinte forti, nella quale la moglie giocherà il ruolo chiave, si dipanerà per tutto il periodo in cui durerà questo esilio forzato. Sullo sfondo, la prorompente natura delle isole, in cui, chi c'è stato, riconoscerà ogni singolo luogo, ogni spiaggia, ogni casa presente dopo un secolo, fa da  scenario spettacolare alla storia che si porta al finale in un crescendo narrativo che accalappia il lettore. La puntuale descrizione di un mondo che sta arrivando al capolinea, che non riconosce i sintomi di una fine annunciata e che nei fatti preluderà all'inizio delle inarrestabile decadenza successiva dell'arcipelago ed al suo quasi abbandono destinato a durare quasi un secolo, è la chiave di lettura del romanzo. Come ho detto, imperdibile se decidete un viaggio laggiù.



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venerdì 13 gennaio 2023

I miei sforzi editoriali

 

dal web

Vi comunico ufficialmente che mentre sto preparando una nuova avventura, di cui vi parlerò ovviamente quando sarò maggiormente in fase di avanzata realizzazione, sono stato parimenti preso da una sorta di frenesia editoriale, infatti, ho appena terminato la stesura del libro su Sao Tome al quale sto apportando gli ultimi ritocchi (foto copertina ecc,), ma contemporaneamente ho deciso di sfruttare l'ultradecennale lavoro che ho portato avanti con gli oltre 4000 (quattromila in lettere, non so se mi spiego) pezzi qui pubblicati, per estrapolarne alcuni altri lavori che pubblicherò, anche sotto forma di e-book, tanto per farvi capire quanto sono moderno. Più precisamente ho già raccolto e ne sto ultimando la revisione, un lavoro sui miei trascorsi in URSS e che ho già mandato in visione ad amici, per averne un feedback: un secondo che raccoglie tutti i miei post in terra di Francia (Douce France); un terzo con lo stesso andamento, ma in terra Italiana (In giro per l'Italia), un quarto che titolerà Luoghi del cuore, in quanto raccoglierà una serie di riferimenti ai tanti luoghi (oltre cento. anche se di certo non saranno tutti) che mi hanno dato particolari emozioni, durante le mie peregrinazioni, in giro per il mondo. 

Infine un quinto che sarà intitolato Oasi, anche questo a descrivere questi particolari ambienti con le loro differenze e similitudini che li accomunano e infine un sesto che seguirà passo passo l'adorato libro del mio faro guida, l'unico vero grande viaggiatore mercante, Marco Polo, il Milione, dove racconterò, avendo visitato quasi la totalità dei luoghi descritti dal veneziano, come ancora oggi essi siano perfettamente riconoscibili e godibili sotto questo punto di vista. Un fitto programma che mi porterà ad avere tra le mani quindi sette nuove edizioni, raddoppiate col digitale. In questo modo il mio elenco che ormai tra e-book e cartaceo ha ormai raggiunto all'incirca una cinquantina di titoli, si arricchirà di un'altra dozzina di offerte e anche Lulu.com e Amazon, i siti dove sono disponibili i miei sforzi produttivi, saranno contenti. Direi un buon programma non vi pare? Riconosco che sia un lavoro piuttosto faticoso anche se in fondo assolutamente improduttivo se non per la mia soddisfazione personale, ma capirete bene che a qualcuno dovevo pur dirlo e comunque mi sembra di buon auspicio come proponimento per l'anno nuovo. Vi resoconterò non appena tutto sarà gradualmente disponibile sul web. Comunque, se a qualcuno interessasse, questa è ancora il link per accedere alla mia vetrina non ancora aggiornata: 

https://www.lulu.com/it/search?adult_audience_rating=00&page=1&pageSize=10&q=enrico%20bo

Cliccateci pure sopra anche solo per curiosità, dato che per vedere non si paga nulla. eheheheheh!


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Il terzo libro: Indocina

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!