martedì 4 aprile 2023

Lebanon 19 - La valle della Bekaa

La tavolata al Lakki garden - Baalbek - Libano - Marzo 23


Vassoio di sfiha

 La valle della Bekaa è una delle tante culle dell'umanità. Qui bisogna ricordare che siamo in piena mezzaluna fertile e qui l'uomo ha inventato l'agricoltura, quando si è accorto che dai semi deposti nella terra crescevano le piante e che era molto più comodo piantarli a bella posta, tutti insieme, vicini alla propria capanna, invece di mangiarseli tutti e risparmiandosi la fatica qualche mese dopo di andare in giro a cercarseli. Qui quel selvaggio, già allevatore, ha conosciuto i primi cereali e ha capito come sfarinarli, impastarli e cuocerli e ha così creato copiando la natura, uno dei processi più contronatura che siano mai esistiti, la coltivazione agricola delle piante eduli. Ha saputo poi approfittare della fragilità del genoma dei vegetali che li rendono estremamente plastici e modificabili, trasformandoli radicalmente in varietà inesistenti prima e sempre più produttive ai suoi fini. Ha saputo così modificare geneticamente, senza neanche rendersene conto (perché se no avrebbe trovato qualche imbecille che glielo avrebbe impedito), le specie esistenti, compiendo la più straordinaria e redditizia operazione di reperimento di cibo, cosa che gli ha consentito di moltiplicarsi a dismisura, grazie al fatto di potersi nutrire efficacemente. Purtroppo c'è chi ancora non lo capisce e pensa che natura sia uguale ad agricoltura. Pazienza, non voglio qui affrontare battaglie perse in partenza. Qui nel mondo ricco della sovrabbondanza, si continuerà a ragionare di lenticchie di Castelluccio o di cipolle rosse di Tropea, blaterando sulla fuffa bio e sugli allevamenti "intensivi" pensando così di sfamare il mondo col cardo gobbo e la costata di Chianina e, questo sì che è cosa grave, a prendere provvedimenti legislativi in questo senso, che è poi esattamente il contrario del "green" che sarebbe necessario davvero. 

Alberi da frutto

Ma non voglio andare fuori tema, anche se a questo penso mentre percorriamo la diritta strada verso nord che percorre per il lungo tutta la valle, ubertosa e per questo popolatissima, circondata per tutto il suo percorso da file di case e costruzioni commerciali, senza soluzione di continuità tra un paese e l'altro. Al di là delle case, i campi si allungano fino alle due catene di monti che la costeggiano, il Libano a sinistra e l'Antilibano a destra, anche se da qui, dove siamo già attorno ai mille metri di altitudine, sembrano più che altro dolci colline, anche se le loro sommità sono ancora coperte di neve. I campi sono coltivati con una  certa cura. Vedi i grandi appezzamenti di cereali, per i quali la valle era famosa nell'antichità e aree più piccole dedicate agli ortaggi, pomodori, melanzane e altre verdure vernine. Per la verità leggo che da qualche parte ci sarebbero culture illegali, ovviamente di marjuana e papaveri, ma può anche darsi che questo tipo di coltivazioni fosse più frequente durante le guerre, l'occupazione siriana ed i momenti di incertezza politica che di conseguenza comportano una cessazione dei controlli e della legalità in generale. Certo che questa valle ne ha viste di tutti i colori durante il recente passato e adesso che l'esercito siriano si è ritirato da oltre un decennio, c'è stata per contro un'altra invasione, quella degli stessi Siriani, ritornati qui come profughi, a loro volta perseguitati e questuanti, come se non ci fossero già sufficienti motivi di contrasto. 

Il laboratorio del Lakki

In effetti nella valle oggi è particolarmente forte la presenza di Hezbollah, come si vede anche da manifesti e bandiere inneggianti a questa forza armata e poco propensa a fare accordi di convivenza pacifica, ma tuttavia, qui tutto sembra calmo e la vita appare procedere molto attiva, con tutte le attività commerciali in pieno spolvero, gru e nuove costruzioni dappertutto, tra un posto di blocco e l'altro, in quella crescita selvaggia che è comune a tutte le fasi ricostruttive nei luoghi dove è passato il cavaliere della guerra, in attesa certo del suo successivo passaggio. In effetti in giro si vedono un sacco di macchine con targa siriana, qui siamo a meno di venti chilometri dal confine e con i problemi che ci sono adesso dall'altra parte, questo deve apparire come il bengodi per chi ha soldi da spendere, per cui, il traffico ed il via vai generale è davvero intenso. Superiamo velocemente Zalhe, che è il centro più importante della valle e che ne può essere considerala la capitale e procediamo verso nord, mentre si nota che il territorio diventa man mano più arido e secco, per la mancanza di acqua. Tra pochissimo, qui diventerà tutto giallo e al di là delle messi mature da mietere, resisteranno solo le colture in grado di essere irrigate artificialmente. Questo è uno dei luoghi dove la guerra dell'acqua, per poterne avere il controllo, diventerà sempre più preminente sulle altre motivazioni, magari ufficialmente vestita da colorazioni religiose, tanto per giustificarla meglio. 

Yogurt denso

Turchia e Siria, vicini scomodi che da sempre cercano di ottenere il predominio nell'area, da tempo sono molto attive su questo fronte e ad esempio proprio le dighe sull'Oronte hanno creato contrasti potenti fin dall'antichità, a partire dalla prima, costruita si dice, addirittura 3300 anni fa che ha formato il lago di Homs e che serviva a dissetare la città siriana, anche se poi è stata definita in epoca romana. Come vedete, questa terra, tra storia millenaria e beghe moderne, ad ogni passo propone spunti di riflessione importanti sulla geopolitica, sulla convivenza tra i popoli, sulla tecnologia in senso lato, insomma sull'uomo in generale. Ragionamenti che si allargano a tutte le manifestazioni e attività che puoi incontrare cammin facendo. Dunque eccoci qua attraversando Douriss, quasi alla periferia di Baalbek, che ci attende per mostrarci uno dei siti più importanti del paese, a fare una piccola sosta premiata, apparentemente in un normale locale lungo la strada, nella realtà un altro interessante spunto di riflessione. Siamo infatti al Lakkis Garden, una rest house di nuovissima costruzione con ampli dehors ben nota per la produzione di una delle specialità assolute di questo paese. Il locale è nuovissimo, ma il business è una tradizione di famiglia, appunto i Lakkis, che sono diventati ormai una specie di impero nel paese, con una catena di numerosissimi locali presenti in tutte le località . I Lakkis infatti erano da sempre famosi per la produzione della Sfiha, una sorta di panzerotto aperto, fatto da una sottilissima sfoglia e ricoperto di carne tritata e speziata, di vari tipi, dal bovino al montone, servita caldissima e che si mangia in un sol boccone come cibo di strada. 

Involtini 

E' una specialità popolarissima che ha superato da tempo i confini libanesi, molto conosciuta addirittura in Sudamerica. Ebbene sembra che le sfiha prodotte dai Lakkis, siano uniche ed insuperabili ed abbiano per questo fatto la fortuna della famiglia. Ma il diavolo sta nei dettagli e così, come in tutte le famiglie che si rispettano, i fratelli della attuale generazione hanno litigato furiosamente, trovandosi in disaccordo sulla via da seguire nello sviluppo aziendale, il primo volendo passare a metodi industriali per ingrandire a dismisura la società, l'altro volendo invece conservare una tradizionalità più artigianale che garantisse un'alta qualità negli ingredienti usati e nella produzione. Quindi ecco che attraversando le varie località libanesi vedrete roboanti insegne della Lakkis Farm. Ce n'è uno grandissimo anche vicino al nostro albergo a Beirut e un altro lo abbiamo visto poco prima vicino a Zalhe, e poi questo anche lui nuovo e moderno che invece si chiama Lakkis garden. Provare per credere. Ed infatti eccoci invadere subito il laboratorio cucina, che dà direttamente sulla strada, dove uno stuolo di ragazzi preparano con una manualità ammirevoli gli involtini di cui sopra che si allineano a centinaia sulle teglie pronte per essere infornati. Ci accolgono con grandi saluti e si mettono subito in posa per le foto di rito, offrendoci immediatamente decine di assaggi delle diverse varietà prodotte. 

La granita spettacolare

Questa è un po' l'immagine del paese, una sorta di gioiosa cordialità che ti coinvolge e ti chiama a parlare, condividere, stringere amicizie. Ma come è possibile che in un paese come questo ci si sia scannati per anni senza pietà, sparandosi dalle finestre e massacrandosi scientificamente? L'uomo è una bestia molto strana da capire e comprendere. Noi però dobbiamo pensare a capire invece meglio questo aspetto culinario e quindi prendiamo posto nella grande sala, subito accuditi da attenti camerieri che anche se solo per un breve assaggio, ci riempiono la tavola di alcuni appetizer a base di hummus, melanzane e yogurt, involtini in foglie di vite alla greca, sottaceti e naturalmente diversi vassoi ricolmi di ogni diversa opzione delle golosissime sfiha, bollenti e succulente, che devo dire vanno giù come l'olio, croccanti, saporose, profumate d'Oriente e di Mediterraneo allo stesso tempo, che te le fa amare al primo impatto. Vorresti continuare a mangiarne e a mangiarne ancora, tanto sono golose ed invitanti, ma purtroppo lo stomaco ha dei limiti di spazio invalicabili, Così anche prendendo le pause opportune, non riusciamo a finirle tutte ed alla fine usciremo col nostro pacchettino di ordinanza come bravi libanesi, che non andrà sprecato, anche se appena uscite dal forno sono un'altra cosa. Devo aggiungere che qui ho gustato anche la più deliziosa spremuta di limone con granita di tutto il viaggio. Va beh adesso andiamo, seguiti dai ringraziamenti del personale che hanno gradito assai i nostri apprezzamenti e dirigiamoci senza ulteriore indugio verso quella che, in assoluto è la perla archeologica del paese: Baalbek.

I lavoranti

SURVIVAL KIT

Al tavolo

 Lakkis garden Rest House - Douriss . Baalbek - Sulla strada principale prima della città, non potrete mancarlo. Catena famosa in tutto il paese, da non confondere con la quasi omonima di cui vi ho parlato. Produce fondamentalmente la specialità delle sfihaصفيحة, da mangiare appena sfornate. Naturalmente ha anche un ricchissimo menù di specialità libanesi. Il locale è sempre molto frequentato. Servizio inappuntabile e gentilissimo. Un totale di 25 $ in cinque, tra antipasti, due vassoi di sfiha, bevande e mancia. Soprattutto grande qualità degli ingredienti. Da non mancare assolutamente. Guardate il video qui. Purtroppo non è neppure su tripadvisor per lasciarci un bel 5 stelle.




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