lunedì 24 aprile 2023

Lebanon 32 - La storia di Joelle

Joelle  - Tourleb Agency - marzo 2023


 Il viaggio, l'ho già sottolineato più volte, non è soltanto il percorrere un itinerario, cercare storie o assorbire sensazioni e atmosfere. Spesso, anzi, la maggior parte delle volte è anche empatizzare con le persone che incontri, quelle che attraversano la tua strada, per caso o per scelta, per il breve palpito di un incontro o per una vicinanza di qualche giorno. Difficilmente questi contatti fugaci o prolungati non lasciano tracce importanti nel tuo sentire, diventando così parte dell'esperienza che ti porterai a casa, da conservare in qualche modo nel novero dei ricordi, perfetto complemento delle immagini impresse nei tuoi occhi. Joelle è stata con noi per una settimana, abbiamo condiviso con lei, la conoscenza di questo paese, il suo, profondamente suo, a cui è evidentemente legata e che cerca in ogni modo di presentarci attraverso i suoi aspetti migliori e più interessanti. Abbiamo sentito fin dal primo giorno che vuole soprattutto farcelo amare per quello che merita e in questa direzione si è spesa. Però, come spesso capita, è quel tocco indefinibile in più, quel profumo di erba di monte che si aggiunge al piatto, che potresti anche considerare superfluo, a fare la differenza, a farti considerare la fortuna dell'incontro, che poi spesso, come nel nostro caso, è frutto di semplice casualità, un passa parola del web. Così Joelle è una ragazza dalle doti comunicative travolgenti, la sua allegria è contagiosa e riesce a raccontarti le cose più difficili e dolorose con quel fondo di ottimismo che ti colora tutto di sfumature piacevoli e rassicuranti.

Pure non deve essere facile essere nati e vissuti in un paese che ne ha viste di ogni, dalle crisi economiche a cascata, alla violenza vera e dura di guerre e di contrasti insanabili, di invasioni di eserciti e di valanghe di profughi in cerca di aiuto. Ha vissuto anche una decina di anni in Canada e questo di certo l'ha aiutata a considerare punti di vista diversi, con angolature internazionali che aiutano a capire molto di più di chi non ha mai messo il naso al  di fuori del suo steccato. Un paese dove di certo si vive benissimo e le possibilità di costruire una vita degna, sono molte e percorribili anche con una certa facilità, dove aveva parenti e amici a cui appoggiarsi, eppure ad un certo punto, ha deciso di ritornare a quella che era rimasta senza infingimenti la "sua casa". Troppo freddo lassù, per una che il sole lo porta comunque dentro al cuore, assieme ai profumi del Mediterraneo. Così, anche se la situazione in patria è quella che è, anche se ogni giorno in Libano nasce un problema nuovo, l'iperinflazione, la corrente che non arriva, le banche che non ti ridanno i tuoi soldi, quando devi inventarti modi per farti pagare quando le carte di credito non funzionano ed i conti sono bloccati, o peggio ricomincia la solfa dei missili che partono dal sud del paese e magari le bombe che piovono, mentre tu passeggi tra ruderi di decenni che nessuno ha ancora avuto il tempo di pulire, di togliere alla vista, che alla lunga si opacizza e si abitua, in attesa di un nuovo corso che non arriva mai, lei va avanti come un treno, senza timore di incontrare ostacoli e se ce ne sono, li scavalca. 

Ogni giorno è un nuovo giorno con opportunità e occasioni da cogliere per godersi la vita come è giusto che sia. La sua gioia di vivere traspare sempre, da come si esprime, da come addenta un falafel caldo, da come ti racconta le cose, dai posti dove ama portarti perché tu riesca a conoscere gli aspetti più veri che esprimono l'essenza del suo paese, così che alla fine, anche tu possa amarlo come merita ed apprezzarlo nella sua giusta luce, proprio come lei lo ama. La sua stessa scelta di abitare, non nella caotica Beirut, ma in una piccola casa tra le montagne, circondata dai boschi, con i suoi cani, il suo giardino, l'orto e il profumo della brezza che arriva dal mare, la rappresenta. Certo il suo lavoro lo sa fare bene, conosce tutto dei luoghi dove ti conduce, ti sa raccontare la storia, le caratteristiche, la parte artistica e quella naturalistica, le pietre e gli uomini assieme. Ti sa raccontare il caleidoscopio delle religioni, uno degli aspetti più intricati e confusi di questo paese, vaso di Pandora da cui escono e si complicano la maggior parte dei problemi che lo affliggono, con distaccata conoscenza. Senti bene che lei per prima riconosce questo come la scheggia velenosa che imputridisce ogni cosa e ama rimanerne lontana, infastidita dalle condiscendenze del bigottismo, della credulità e della superstizione, che creano appartenenze esclusive e certezze assolute in cui il vero e il buono sta di qua e il falso e quindi il nemico è dall'altra parte e va quindi combattuto senza domande o incertezze. Non ama entrare negli edifici religiosi, nessuna confessione inclusa.

Lo fa solo per mostrartene la bellezza, ma il suo sguardo gira poi attorno perdendosi asetticamente tra la massa dei credenti, ai quali, lei sa bene per esperienza, che basta poco per trasformare la preghiera in impulsi di odi, di vendette incrociate, di violenza, al grido sempiterno di Dio lo vuole. Instancabile e convincente, trotta qua e là in ogni luogo dove ti conduce per farti provare ogni esperienza meritevole di essere fatta, sia per l'opportunità di farti godere della bellezza di un parco archeologico, di un paesaggio mirabile, delle curiosità nascoste in un suq, ma poi basta un attimo e subito ecco quel negozietto che propone una delle tante specialità gastronomiche, da provare assolutamente, ecco la cantina che è nota per i suoi vini, ecco il bar che ti propone un caffè tradizionale all'ombra degli archi di un antico caravanserraglio. E poi attività artigianali o produzioni particolari o, perché no, l'incontro con personaggi che vale la pena di conoscere, per ascoltarne le storie, per portarsi a casa non solo oggetti o fotografie, ma anche impressioni e conoscenza. Un po' quello che significa conoscere davvero un luogo, al di là del suo mero aspetto esteriore. Certamente questo significa saper fare bene il proprio lavoro, ma Joelle, ci mette qualche cosa di più, quello che non impari con lo studio o con la pratica, ma è un dono che hai in te, quella scintilla che ti porta, entusiasta di quello che fai, a volerlo e saperlo comunicare agli altri. La simpatia e la partecipazione emotiva fanno il resto. Per questo ieri sera, quando ci siamo salutati, al termine della giornata, l'abbraccio è stato forte e sentito. Joelle ci ha dato molto in questi pochi giorni, di certo è stato sufficiente a farci amare il suo paese, anche se il pretendere di aver compreso la realtà di una nazione in una settimana è assolutamente presuntuoso, da parte nostra. Ti auguriamo il meglio Joelle, per il tuo bellissimo paese, per il tuo lavoro e soprattutto per te stessa. Keep in touch!



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