Comunque le passeggiate nei suq sono sempre piacevolissime, non fosse per le facce che vedi, le persone che incontri, le foto che riesci a rubare di straforo, insomma uno dei luoghi di affezione se ti piace osservare la vita reale di un paese e questo, con tutte le sue differenze non fa di certo eccezione. Inoltre dietro i mille angoli nascosti di questi agglomerati di negozi, bancarelle, monumenti antichi nascosti tra le case, trovi spesso qualche chicca inaspettata. Questa volta capita di passare, proprio appena lasciata l'ormai dimenticata signoria genovese, in un piccolo museo, che potresti scambiare per un comune negozio e che invece riesce a mostrare una ricchezza inattesa e veramente interessante. Il signor Pierre Abi Saad, un noto paleontologo figlio di agricoltori della zona, ha, con grande perspicacia, acquistato una trentina di anni fa un vasto terreno sulle colline circostanti, tra i paesi di Haqel, Hjura e Ennamoura. Un'area che cento milioni di anni fa era sommersa sotto un grande lago e lui che aveva individuato come un ricco giacimento di fossili ittici e dove, da allora, continua a scavare portando alla luce pezzi di straordinario valore e perfetta conservazione. Noto in tutto il mondo, ha contribuito alla scoperta di moltissime specie completamente sconosciute e ha costituito questo piccolo museo nel quale espone moltissimi dei suoi ritrovamenti oltre alla sua ricchissima collezione privata, mentre pezzi da lui ritrovati sono visibili nei musei naturali di tutto il mondo.
Iconografia al museo dei fossili
Qui ti perderai ad osservare i pezzi di arenaria appesi alle pareti e ti sembrerà di essere in un acquario circondato da squali, gamberi, anguille, salmoni, razze ed una infinita serie di pesci mai visti che espongono i loro scheletri fantasiosi, le pinne che paiono guizzanti, i denti pronti a fare il loro dovere nella posizione corretta della catena alimentare. Pierre è simpaticissimo, così come la figlia e se solo mostri un poco di interesse non si fanno pregare per mostrarti i loro pezzi più belli, a raccontarti come la sua passione lo porti a continuare a calcare i sentieri della montagna per portarsi a casa pezzi di arenaria in cui l'occhio addestrato ha scorto la possibilità che dopo un piccolo, attento e deciso colpo di martello nella fessura individuata dall'esperienza, la lastra si apra e come fosse un miracolo, sveli la sagoma nera di un pesce, magari ancora sconosciuto. I decenni sono passati ma lui, tra guerre, rivoluzioni e tutte le grane accadute in questa terra, ha continuato a scavare e continuerà di certo a farlo ancora a lungo per trovare i suoi adorati pesci. Non perdo tempo e visto che è anche un interessante diversivo, gli racconto del mio blog, in cui la sua storia troverà sicuramente posto e allora, subito mi porta nel laboratorio per farmi assistere ad un ritrovamento in diretta. Mi pare di essere in una puntata di Freedom con Giacobbo, a cui il benevolente e furbacchione Zahi Hawass, apre appositamente una tomba appena scoperta. Manca solamente il cappellaccio alla Indiana Jones, ma qui si fa sul serio.
A Chateau Musar
Pierre prende una grande pietra già sbozzata, la pone sul tavolo di lavoro, poi la saggia con attenzione nelle sue varie parti, tastando con un martelletto apposito, in cerca della giusta fessura, del punto in cui bisogna colpire per far aprire la roccia come fosse un libro in attesa di mostrare la sua pagina meglio illustrata. Dopo varie prove di assaggio, assesta un colpo deciso sulla costa più stretta della pietra e la magia si mostra come per miracolo. Le due falde si aprono ed ecco apparire come dipinte miracolosamente all'interno della roccia da un pittore di milioni di anni fa, le due sagome gemelle di un pesce ancora leggermente contorto nell'agonia finale che lo ha imprigionato per l'eternità. E' un salmonide perfettamente conservato ed oggi venuto alla luce per il mio personale piacere. Davvero vale la pena dare un occhiata in questo luogo e riempirsi gli occhi di immagini magnifiche. Come vi ho detto basta passeggiare nel suq per fare questi incontri. Intanto noi lasciamo Byblos per risalire lungo le colline retrostanti costellate di paesini. In pochi minuti arriviamo a Ghazir. In linea d'aria non saremo neppure che a un paio di chilometri dal mare, ma la collina verde che ti circonda, i terrazzamenti dal sapore antico che ti parlano di una agricoltura millenaria scavata a forza di braccia nelle coste ripide delle montagne, mostra vigneti e ulivi, con un sapore che non saprei definire in altro modo che non biblico.
Le nicchie
Qui abbiamo l'opportunità di visitare una importante cantina, famosa anche internazionalmente: il Domaine Chateau Musar, creata negli anni '30 dall'intuizione di Gaston Hochar, la cui famiglia di origine francese è giunta qui nel XII secolo con i crociati, tanto per dire. Dopo un lungo viaggio nella regione di Bordeaux, si convinse della possibilità di creare grandi vini in quella che era stata in fondo la culla della vinificazione fin dalla preistoria, pensate che la prima documentazione di una transazione di vini, parla appunto di un carico partito da Byblos. Nacque così questa azienda che, da decenni, produce vini di alta qualità. La signora che ci riceve è una dei proprietari dell'azienda e ci conduce subito nelle cantine sotterranee, un dedalo di spazi scavati nella roccia dove sono ordinatamente ammonticchiate centinaia di migliaia di bottiglie che dormono il sonno del giusto per anni. Molte accatastate regolarmente in appositi spazi, altre, le più pregiate in apposite nicchie ricoperte da spesse coltri di ragnatele che raccontano il passare del tempo. Naturalmente poi tocca la parte dell'assaggio, lavoro duro di cui pure qualcuno dovrà farsi carico. Eccoci quindi a provare una selezione di otto vini tra bianchi, rosati e rossi che interpretano un po' tutta la gamma prodotta dalla casa. Non starò a darvi tutti i particolari, ma devo dire che il materiale è valido ed interessante e non ha niente da invidiare a titolate provenienze francesi.
Assaggi
I vitigni oltre agli autoctoni Obeideh e Merwah, sono i classici Carbernet sauvignon, Carignan e Grenache e le uve in massima parte vengono prodotte nell'alta valle della Bekàa. Abbiamo assaggiato anche un bianco con dieci anni di invecchiamento che presentava buone note agrumate. I rossi poi specialmente quelli invecchiati hanno un'ottima tannicità e gusti speziati intensi. Tutto il prodotto passa in barrique dai 6 ai 18 mesi, ma mentre un tempo la produzione era caratterizzata da un costante invecchiamento successivo in bottiglia, ci sono in cantina bianchi del '54, da un po', credo per venire incontro ad un gusto più internazionale, c'è una linea di vini cosiddetti giovani (Jeune range). Pretendo, dati i miei trascorsi lavorativi che mi consentono di spacciarmi per "esperto", di fare un giro nella zona di imbottigliamento che presenta macchine naturalmente italiane, ad occhio con una produzione di 3/4000 btg/h e l'azienda si vanta di processare circa 800.000 pezzi all'anno. Naturalmente anche loro, certamente in omaggio alla moda che ormai ha infestato il mondo, non resistono all'invito a premere sul pedale del biologico o organico che dir si voglia. Sapete come la penso in merito e comunque glielo perdono, visto che per il marketing bisogna piegare una spalla e strizzare l'occhio comunque, anche alla fuffa, il mercato è il padrone e non serve andare contro corrente. Comunque contenti dell'esperienza, anche se vi confesso mi ha emozionato di più la degustazione di Chateau St. Thomas, salutiamo la signora e via, presto che è tardi e le cose da vedere sono ancora molte.
Invecchiamento in bottiglia
SURVIVAL KIT
Assaggiatori
Chateau Musar - Nota storica casa vinicola, che offre una bella gamma di vini, Interessante la visita delle immense cantine nella roccia. Date un'occhiata al sito che ho trovato molto bello e racconta molto della storia della casa e dei vini prodotti. Certamente la produzione si riferisce molto ai vini del bordolese con materiale che ricorda molto i vini della Greve e dintorni, specialmente i bianchi. L'azienda produce anche un famoso Arrak. Un bottiglietta piccola costa 9 $. La visita con degustazione su prenotazione costa 10 $ a persona. Non ho chiesto i prezzi delle bottiglie in cantina, ma ho visto materiale di questa cantina offerte in internet a prezzi stellari.
Museo Memoire du temps- (Museo dei fossili) Suq di Byblos - Gestito dalla famiglia Saad, rappresenta un interessante intermezzo che vi riporta indietro nel tempo tra le meraviglie delle scienze naturali, per uscire un poco da quelle archeologiche. Naturalmente dopo esservi gustata la visita, potrete acquistare un reperto a prezzi che vanno dai pochi dollari a qualche centinaio per i pezzi più pregiati. Guardate il filmato qui sotto per avere un'idea. Da non perdere.
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