sabato 29 aprile 2023

Lebanon 35 - Il suq di Tripoli

Tripoli - Città vecchia - marzo 2023 - foto T. Sofi

 

La cittadella

Certamente la visuale dall'alto dei tetti, ti fa abbracciare completamente la città. Da qui ne misuri la storia. Tutto attorno i quartieri più popolari della città vecchia, con i suoi tetti che sembrano uniti gli uni agli altri, senza spazio visibile tra le case per mostrare i vicoli sottostanti dove si snoda l'immenso suq nel quale la città vive e commercia. Nei quartieri sottostanti noti subito la selva di minareti e campanili, così vicini ed abbracciati fa rendere incredibile le situazioni di contrasto dell'ultimo secolo. Di fronte, la sagoma imponente delle mura della cittadella che la domina, alle sue spalle la catena del monte Libano con le sue cime più alte ancora chiazzate di neve. Alle spalle la striscia azzurra del mare che ne rappresenta la libertà, lo spazio aperto verso quel Mediterraneo, che da sempre rimane il suo sbocco naturale. Da qui, da quel leggero brusio che sale dalle strade sottostanti, sette piani più in basso senti pulsare la vita di questa città che non si vuole arrendere, ma vive e resiste come è sempre accaduto da millenni. Scendiamo e ne percorriamo ancora le vie piene di gente che cammina, che compra, che staziona col suo banco o nel suo negozio in attesa di clienti. La maggior parte delle donne, porta un semplice hijab nero che ne incornicia il volto. In questi volti leggi facilmente le mille religioni che colorano questo paese. I semplici foulard neri delle sunnite, le più frequenti, che si alternano ai rari niqab delle sciite, dai quali traspaiono solamente gli occhi, una fessura dalla quale escono lampi di curiosità che ti scruta nei precordi e poi le lunghe coperture bianche che incorniciano il volto e scendono fino in fondo alla schiena, magari coprendo appena la stretta fasciatura dei jeans alla moda, delle druse. 

Rapanelli

Capelli al vento di ogni colore invece per le maronite, insomma un caleidoscopio di varia natura che si alterna in continuazione. Le facciate delle case antiche, che mostrano grandi bovindi in legno di tradizione ottomana, sono completamente scrostate, segno evidente che nessuno ha da decenni la voglia o la forza di restaurarle, mentre i fili della luce formano un intrico così spesso, passando da una parte all'altra della strada, da oscurarne quasi il cielo. Attraversiamo una zona nella quale frutta  e verdura la fanno da padrone. Carretti tirati a mano, sono gravati di montagne di rapanelli rossi di enormi dimensioni e poi da insalate, sedani, verdure di ogni tipo. La mia attenzione però è attirata soprattutto dai venditori di datteri freschi, che i carrettini espongono generalmente in due grandi contenitori, i bruni da un lato, i rossi dall'altro. Sono così grandi che sembrano susine, dalla pelle lucida e tesa, gonfi quasi da scoppiare. Immagini la loro polpa densa e dolcissima, quasi una pasta con la quale farcire torte delicate. Che frutto splendido, che dono del cielo! Gli uomini del deserto, non potevano che considerarlo tale, vivendo in un ambiente così ostile alla vita e trovando questo regalo della natura così disponibile al termine di una traversata tra le dune o tra i sentieri di pietra del sud. Un otre di acqua fresca ed una manciata di datteri, questo è il meraviglioso significato dell'oasi, con le sue promesse di riposo e di ripresa delle forze, per gli uomini della carovana. 

Il caravanserraglio

Nella città invece il suo equivalente è il caravanserraglio, il fortilizio sicuro nel quale arrivare la sera per trascorrervi la notte al sicuro dai predoni. Dove dormire tranquillo, scaricare le tue merci in un magazzino e stallare le tue bestie sotto gli archi delle grandi stalle al pianterreno, mangiare qualche cosa, scambiare le tue esperienze con gli altri mercanti in viaggio, che a quel tempo di altri viaggiatori non v'era traccia. Forse qualche pellegrino che percorreva sentieri noti verso i luoghi santi, qualsiasi religione degna di questo nome ha i suoi  luoghi santi, da avvicinare, magari da gabbare vendendogli qualche reliquia sacra, chiodi originali o legno della santa croce, spine della corona o frammenti di ossa di ogni tipo, per andare a riempire gli edifici religiosi di tutte le parti del mondo, forse così si facevano più affari che trafficando in gemme o incenso, chissà. Ce ne sono ancora molti in città di questi caravanserragli. Girando per le vie degli orefici del suq, che grondano di ori e gioielli dalle vetrine, neppure troppo protette che sfilano le une accanto alle altre, arrivi ad uno dei più grandi, il cui ingresso è seminascosto sotto le volte di una serie di vicoli. E' piuttosto ben conservato, con la sua grande piazza centrale quasi interamente occupata da una vasca di pietra, l'abbeveratoio per gli animali e i due ordini di archi che erano occupate al primo piano dalle stanze per i carovanieri e dalle stalle e dai magazzini al piano terreno, che oggi ospitano varie attività commerciali. 

Il caffettiere impedito

Tra le altre un bel locale tradizionale dove assaporare un ottimo caffè alla turca che arriva nel bricco bollente di rame da versarsi nelle tazze, attenti a non far scendere troppo residuo di polvere dal fondo e poi lasciarlo riposare affinché il deposito si sedimenti, prima di sorbirlo lentamente, fermandoti prima della fine. Il caffè alla turca è una filosofia, da assaporare con calma e per poterne godere il gusto e l'aroma forte e pieno, devi esercitare prima la pazienza, aspettare, prima di accedere al piacere, per poterlo alla fine godere più intensamente e poi non indulgere all'ingordigia, saper rinunciare a possederlo completamente, pena l'ingollare la polverina accumulata sul fondo, il sedimento amaro che ti impasterebbe irrimediabilmente la bocca e ti rovinerebbe tutta l'esperienza. Anche il versarselo nella tazza fa parte del momento magico, pieghi il bricco tenendolo per il manco ed il liquido nero e denso scende nella tazza di porcellana bianca mentre l'aroma sale. Che meraviglia! Peccato che la tua inettitudine colposa te lo abbia anche fatto rovesciare in parte fuori, sgocciolandoti tutto di liquido rovente come lava fusa, ma ci sta, non abbiamo l'esperienza dei caffettieri del sultano che lo mescevano con lunghi zampilli da caraffe maestose dai lunghi becchi arcuati. Siamo solo poveri turisti sprovveduti in cerca di sensazioni pittoresche, che ci volete fare e quindi dobbiamo pagare pegno. 

Antica casa ottomana a bovindi
Grande moschea e madrasssa

Contentiamoci dunque di questa pausa premiata e proseguiamo poi tra vicoli e vicoletti fino alla grande moschea, contraddistinta dal suo tozzo minareto quadrato e la Madrassa al- Nouriyah, con i suoi spettacolari muri esterni a strisce orizzontali bianche e nere, che la definiscono immediatamente, in un seguito di piccole nicchie ornate di arabeschi a formare una bellissima alternanza di vuoti e di pieni, uno stile costruttivo e ornamentale di cui vi ho già parlato in precedenza. Al suo fianco, una piccola chicca, generalmente chiusa, Un antico hammam abbandonato che la cura di un volontario tiene in vita. All'interno la muffa ed i muri scrostati, mostrano ancora tracce del colore che sta cadendo a pezzi. Lo intravedi ancora nitidamente sulle pareti di fondo e sulle grandi cupole che ricoprono le sale, tenui tracce di colori pastello che dovevano rallegrare coloro che qui passavano piacevoli ore. Le camere dove si alternava il crescere della temperatura sormontate da grandi cupole mostrano ancora i cento occhi di vetro spesso che ne forniva l'illuminazione, le vasche centrali in marmo, le camere per le abluzioni, i gradoni dove sedersi a conversare, a fare affari, il mattino gli uomini, a chiacchierare e a far pettegolezzi al pomeriggio quando lo spazio era dedicato al pubblico femminile. 

L'hammam

Uno spazio pubblico che sostituiva forse quelli che da noi sono i bar e i locali di varia natura dove oggi amiamo passare il tempo, per lo meno noi occidentali. Questa dei bagni pubblici, delle terme, è davvero parte assoluta di una cultura che arriva dai Romani, che ne fecero una prerogativa insostituibile della giornata ed è passata poi tal quale, nella forma stessa dei luoghi, e con le sue tecnologie idrauliche ed ingegneristiche  all'Oriente, che ne ha fatto luogo fondamentale, deputato alle delizie sibaritiche, cantate poi dai pittori dell'occidente, come parte dei racconti delle Mille e una notte. D'altra parte direte voi, non c'era mica la televisione allora e qualche cosa bisognava pur fare. Però, passare qualche ora ogni giorno tra acque calde e fredde e vapori bollenti, avvolti solo da qualche grande asciugamano, chiacchierando mollemente seduti con gli amici o anche tra semplici sconosciuti, è segno di civiltà, se pensiamo al tempo in cui in Europa, fare un bagno era una stranezza vista di mal occhio, un indulgere a colpevole lascivia da fare se tutto andava bene al massimo una volta l'anno, pensando per di più che fosse assolutamente dannoso alla salute e poi, per chi se lo poteva permettere, giù valanghe di profumi stomachevoli per soffocar la puzza. Eh, sì, quando esci dall'hammam, anche se si tratta solamente di vecchie sale scrostate ed umide, hai già la sensazione di sentirti più pulito e puoi ributtarti a cuor leggero, sotto le volte arcuate e tra i negozietti del suq.


Datteri

SURVUVAK KIT

Il suq

Il suq di Tripoli - E' grandissimo e occupa buona parte della città vecchia. Come sempre è a settori merceologici. Aggiratevi quanto volete per godervi tutte le varie attività commerciali e artigianali, oltre gastronomiche di cui potrete approfittare di volta in volta. Spostandovi all'interno del suq, potrete passare attraverso i vari punti di interesse come i caravanserragli nascosti all'interno, la grande Moschea e la cittadella, dove si sale, dietro al suq dei sarti, che vi stanno al margine. Se non siete accompagnati chiedete pure tranquillamente in giro, la strada per il monumento che vi interessa. La Grande Moschea, la Madrassa e il vecchio hammam (chiedete al negozietto a fianco per farvelo aprire con piccola offerta) sono in un solo blocco. Calcolate che visitando i vari punti di interesse e salendo alla cittadella adiacente, questo giro vi occuperà almeno l'intera giornata per cui prendetevi il vostro tempo con frequenti soste per rifocillarvi e rinfrescarvi specialmente se ci verrete in piena estate quando i vicoletti sono un po' soffocanti.


Veli


Una casa della città vecchia
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