martedì 18 aprile 2023

Lebanon 27 - La storia di Charbel

Le foreste del monte Libano - marzo 2023


Charbel

Un po' più in su, dove il confine con la foresta di conifere è più vicino e il verde degli alberi incombe selvatico sul resto del monte, l'aria si fa più fina e l'atmosfera è maggiormente biblica, Anche se ancora vedi qualche casa sparsa, l'ambiente è più vicino al pastore che al contadino. E allora rimane il tempo per andare a trovare Charbel, un giovane che non ti aspetti, in questo mondo di crisi economiche, di odi incrociati, di eterodossie religiose. Ci riceve nella sua casa su bordo della scarpata e subito, soltanto dai suoi occhi in cui noti il fuoco dell'entusiasmo e del sogno, capisci che è pervaso da una inquietudine interiore come se avesse una missione da compiere. Il volto affilato e giovane, la barbetta rada, le mani nervose, la voce infervorata che racconta in fretta come se avesse timore di non riuscire a comunicare bene il suo entusiasmo, lo identificano subito come un sognatore che insegue un'idea guida. Fa il professore di filosofia in un liceo qui vicino e già questo lo mette nel novero di quelli che vivono in una loro nuvola di pensieri, un pochino discosto dalla vita reale, dalle necessità di tutti i giorni. Charbel è un appassionato di trekking, ma già questa parola moderna, turba l'idea di fondo che lo pervade. Lui sente questo andare a piedi per i monti, come uno stato naturale dell'uomo, un muoversi antico e quasi mistico, come quello del pastore errante, l'unico modo di vita che permette all'essere umano il vero contatto con la natura. 

Manici

Ha già percorso moltissimi dei sentieri che tratteggiano le montagne del suo paese e il piano è quello di percorrerli tutti, di raggiungere a piedi tutti i paesi del Libano, cosa che penso non avrà difficoltà a concludere in tempi non lunghi. Ma la cosa che più lo affascina di questo perenne errare, è lo strumento che accompagna obbligatoriamente il camminante: il bastone. In questo oggetto, apparentemente così semplice e povero, c'è tutta l'essenza dell'essere pastore errante. Intanto la sua unicità assoluta, ognuno di essi infatti, è assolutamente personale e diventa parte integrante della vita di chi lo possiede, mai un semplice strumento. Si può dire, secondo lui, che è proprio il bastone che rappresenta, racconta e conduce questo modo di vivere, una vera e propria filosofia dell'essere. Dunque da tempo si è dedicato da un lato a raccogliere tutte le possibili citazioni letterarie a partire dalla Bibbia, in cui si fa riferimento al Bastone e appositamente lo scrivo con l'iniziale maiuscola. Le annota pazientemente, le incide su grandi tavole di legno come quella che fa bella mostra di sé in una delle stanze della sua casa laboratorio, che riporta tutti i proverbi ed i modi di dire libanesi che fanno riferimento a questo oggetto. Sta completando un corposo saggio che racconti la storia di questo strumento, le sue forme, la sua presenza nella cultura, nelle tradizioni popolari e letterarie. Intanto nelle sue peregrinazioni per le montagne e nei boschi, raccoglie con cura quei rami che con un successivo paziente lavoro, potranno essere trasformati nell'oggetto in questione. 

Proverbi

La casa è piena dappertutto, di questi legni ancora grezzi, si direbbe ancora da domare, che lui lega con cura e mette in forma a decine, lungo le scale, sulle pareti o dove ci sia posto, affinché in mesi di tranquillo riposo, prendano la forma voluta, che i manici mostrino finalmente la giusta curvatura sfruttando al meglio l'inclinazione naturale del legno, che la natura non deve essere forzata più di tanto, perché ognuno di questi oggetti ha una sua anima particolare che deve solamente essere mostrata e che alla fine si adatterà ad uno ed uno soltanto, colui che diventerà il suo definitivo proprietario. Lo stesso bastone non è per tutti, ma ognuno, attraverso una scelta paziente e ragionata, troverà il suo, quello che lo rappresenta davvero, con la sua forma, ritorta o liscia, i suoi nodi callosi, gli ornati del suo manico, che racconteranno allora la personalità del suo ultimo padrone. Infatti Charbel costruisce bastoni su misura, specifici per chi li richiede. Chi ne vorrà uno deve parlare con lui, che cercherà di capire cosa lo spinge a quella scelta. Dopo quella che potremo definire una introspezione psicologica, gli mostrerà qualche bastone ancor grezzo che si adatta al suo sentire. Poi con un lavoro che non sarà inferiore ai cinque giorni, il bastone prenderà il suo aspetto definitivo, il manico sarà scolpito nella forma voluta, già nascosta certo, all'interno del legno, le incisioni, i fregi, le scritte e quanto lo renderà personale e unico, distinguibile da ogni altro, pronto per diventare compagno di vita del suo definitivo proprietario. 

Esposizione

Molti di questi stanno già lì, finiti, mostrando una varietà di forme dettate dalla fantasia del loro scultore. Vedi le anse dei manici che mostrano teste di uccelli, serpenti ritorti, becchi protesi e poi lungo la levigatura che scende fino a terra ecco incisioni, motivi ornamentali antichissimi, segni di lettere ormai sconosciute che forse accompagnavano pastori vecchi di mille e mille anni nelle loro peregrinazioni nelle steppe dell'oriente. Le nodosità dei legni paiono come sculture naturali, volute dal progettista, quasi le avesse messe apposta in quella posizione per coprirle di simboli e ornato. Lucidissimi o scabri, chiari o quasi neri a seconda del legno che li ha generati, stanno lì in bella mostra appoggiati ai muri, in attesa che qualcuno, uno solo, il loro naturale destinatario, venga a sceglierli e dopo l'incontro, che non potrà che essere quello prestabilito, li prenda e se li porti via, compagni di vita futura. Questo ti racconta Charbel e nel suo parlare senti la passione che lo anima, i suoi sogni, quello di aprire prima o poi un vero e proprio museo del bastone, che racconti questa sua idea, Intanto lui continua a camminare, nel tempo che la scuola gli lascia libero e a raccogliere legni destinati a diventare bastoni, nella sua casa che odora di legno fresco, nella stanza dove ha il laboratorio, coi muri pieni di scritte vergate nervosamente, quasi fossero appunti di lavoro, piena di mazzuoli, di sgorbie, dei piccoli strumenti che servono ad affrontare il  legno per potere, come capita a tutti gli scultori, togliere quel di più che nasconde l'opera finale, che è già presente fin dall'inizio all'interno del materiale, nascosta e pronta a venire alla luce se solo incontrerà l'artefice che saprà disvelarla. 

Il laboratorio

E' una bella storia e l'entusiasmo di questo ragazzo è contagioso. Parli con lui e già ti verrebbe voglia di andare per i monti dietro a greggi belati, con mandrie di capre dalle lunghe lane e dalle corna ritorte, in cerca di orizzonti nuovi inconosciuti, camminando nelle notti di luna, appoggiandoti a quel bastone che rappresenta anche un poco il tuo spirito. Ce ne andiamo solo augurandogli di potere realizzare i suoi sogni, di certo Charbel non è uno di quelli che un giorno o l'altro si troverà con un'arma in mano, rivolta verso qualcuno, chiunque esso sia. La sua arma sarà sempre e soltanto un bastone accompagnato dalla sua filosofia. Torniamo al mare, ormai è scesa la notte e seguire il forte traffico urbano, ti fa tornare nel mondo reale, quello dei motori, della crisi economica, dei contrasti politici, che è così distante dal mondo di Charbel, anche se si tratta solamente di pochi chilometri, siamo di certo lontani almeno mille e mille anni. La città con le sue luci fioche ci riprende tra le sue braccia tiepide e minacciose al tempo stesso. Per massimizzare il contrasto, vogliamo finire la serata al McDonald, così che lo stridor di mentalità sia massimo a anche perché vicino a casa non c'è altro, anche se la corniche è popolata dalle mille ombre della sera. Naturalmente qui ripiombi nel quotidiano e allora ecco che sorgono i problemini di tutti i giorni. Stranamente anche il banchetto delle arance prende i dollari, ma qui no, al Mac accettano solo valuta locale. Allora comincia un giro a premi per trovare un cambista aperto a quest'ora della notte. Ci segnalano un bar che fa anche da supermercato. Effettivamente il tizio alla cassa, prende senza problemi i miei venti dollari e mi cambia, con un piccolo aggio a 79.000. Mi sembra che qualche ora fa fosse a 82.000, ma ci sta e comunque l'oscillazione giornaliera è sempre piuttosto forte. Tanto per saperlo, c'è un'app speciale da caricare sul telefonino per avere il cambio istantaneo. Un frappé e un dolcino, tanto per chiudere la serata ed andarcene a dormire per meditare sulle cose viste oggi, direi che è sufficiente.


Non è facile



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