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Yerevan - Parco cittadino da Kond - Caucaso - maggio 2024 |
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La famosa sfogliata del Lavash restaurant |
E così siamo ritornati a Yerevan dopo aver compiutamente percorso un anello che ci ha fatto attraversare tutto il paese da est ad ovest avendo toccato, ritengo, la maggior parte dei punti topici, considerati i giorni che avevamo a disposizione. La capitale rimane comunque una delle parti più interessanti per tentare di capire il paese e la sua distintività decisa al confronto delle altre realtà caucasiche da cui si distingue soprattutto per la sua travagliata storia e la particolarità della sua popolazione. Prima di andare a nanna andiamo a rifocillarci al Lavash, ristorante di cui ormai ci riteniamo clienti fissi e dove Gianluca ci ha fatto riservare un tavolo, visto che è sempre pieno zeppo, cosa logica del resto visto che è uno di quei posti dove si mangia ad ottimo livello con prezzi molto contenuti. Il fine della nostra visita, a dire il vero è stato quello di mangiarci una fettazza della famosa millefoglie alla panna che il locale esibisce come sua specialità di punta e si esaurisce in un attimo visto anche la dimensione delle porzioni che somministra. Infatti appena arriviamo, eccolo là esibito sul tavolone dove fa bella mostra di sé a favor di pubblico, un colossale parallelepipedo alto almeno 40 centimetri se non di più e lungo quasi un metro, di cui ci affrettiamo a prenotare le porzioni necessarie prima che sparisca. Orrore, almeno sulla carta è già andata tutta, mi sa che anche questa volta non avremo questa soddisfazione. Mangiamo il resto, dal plof alle costine (buonissime per la verità) con un certo scoramento, visto che eravamo venuti apposta, quando la gentilissima caposala, che evidentemente ci ha preso in simpatia, viene a dirci che è arrivata, come si dice, un'altra ondata, per poter evidentemente soddisfare la marea di richieste.
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Antiche case a Kond |
Ed ecco che arriva in tutto il suo splendore, questa fetta mostruosa, una porzione che alla vista garantisce l'impossibilità di papparsela tutta anche ai più ingordi come me. Affondo il cucchiaio nella fragranza dei sottilissimi fogli di pasta dalla friabilità fragilissima e mi accorgo che tutto il castello peserà al più qualche decina di grammi, tanto è angelica la leggerezza del tutto. In un attimo l'impianto è smontato e sparisce ingollato da fauci ingorde e insaziabili e quello che sembrava impossibile in realtà va giù in un attimo ed è talmente buono, equilibrato e delicatissimo, da farne desiderare ancora, anche se questo potrebbe parere impossibile. Davvero un dolce di rilevanza straordinaria che poche volte ho potuto avere il privilegio di assaggiare e che mi fa andare a dormire tranquillo di aver compiuto il mio dovere di tester, necessario a documentare. Capite che tutto questo lo faccio soprattutto per voi che mi seguite. Ora non voglio certo dire che questa fetta di millefoglie imperiale, da sola valesse il viaggio in Armenia, però non siamo poi così lontani dal certificare questa affermazione che a tutta prima può sembrare esagerata. Ma andiamo avanti. Dunque, dopo aver compiuto il sonno del giusto, eccoci ad affrontare quello che sarà il penultimo giorno nel paese, visto che il volo è stato spostato alla mezzanotte di domani e dunque avremo tutto il giorno completo a disposizione. La mattina ce la prendiamo comoda e andiamo a fare un giro nel quartiere detto Kond, che è stato in gran parte ricostruito ma è posizionato sul grande arco verdissimo del parco cittadino che costeggia il fiume sottostante.
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La fabbrica Ararat |
Obiettivamente siamo al centro della città, ma pare di essere in campagna e la stagione colora il tutto con una splendida fioritura in giallo che decora la stretta valle fino al fondo. E' piacevolissimo sempre passeggiare per le città senza una meta precisa quando sei circondato da zone dove la gente va a riposare o a passare il tempo seduta sull'erba o rilassandosi fuori dal rumore del traffico, cercando qua e là le vecchie case nascoste dei grandi tradizionali bovindi di legno. Ma proprio senza meta direi che il nostro andare non è, infatti con calma attraversiamo il grande ponte che scavalla il fiume per trovarci di fronte alla storica fabbrica della Ararat, il più famoso produttore di brandy dell'Armenia, un tempo della intera Unione Sovietica. Bei tempi quelli in cui nelle mie puntate nel nord del Caucaso, Andrej ed Eugenio mi portavano in qualche negozietto di Kislovodsk o di Piatygorsk a rinvenire una bottiglia di Ararat invecchiato 25 anni, che mi riportavo a casa come una reliquia e che spariva poi rapidamente nel mese successivo. Allora costava cifre ridicole e ancora si chiamava koniàk, prima che i francesi facessero causa e poi, sfasciatosi il paese, tutto fu comprato da un gigante francese dei distillati che lo internazionalizzò, procurandogli la giusta rilevanza. Un prodotto di assoluta eccellenza e provo a pensare cosa possono aver provato i nuovi proprietari quando nelle cantine hanno trovato ben conservati nelle cantine le decine di tini di rovere che mantenevano da decenni tutto quel ben di Dio.
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Il caveau |
Noi siamo prenotati per la visita con degustazione delle 11:30 e pertanto ci affrettiamo a raggiungere e penetrale nel grande palazzo dalla facciata immensa e severa, tanto da sembrare l'ingresso delle Lubianka. Tuttavia la visita si rivela molto interessante, organizzata in modo moderno ed internazionale con molta interattività per il Museo che racconta la storia di tutta la produzione di questo storico marchio famoso nel mondo, dai sistemi produttivi relativi al prodotto ed alla relativa tecnologia, seguita da una collezione ricchissima di bottiglie antiche e damigianette risalenti addirittura all'inizio del secolo scorso. Ricchissima l'iconografia, con le visite di presidenti stranieri e personaggi famosi, Aznavour in testa, visto che è la gloria nazionale e che ha firmato addirittura una linea di prodotto e poi riconoscimenti, medaglie e tutto il corredo che si allestisce in questi casi, con una sezione sensoriale dedicata agli aromi che sviluppa questo nettare divino. Si tratta di una serie di grandi cloche di metallo che, sollevate, conservano i profumi separati che poi ritroverai amalgamati complessivamente ed armoniosamente durante l'assaggio. Naturalmente la parte più interessante, e ve lo sottolineo nel caso dobbiate sottoporvi a questa dura prova, è la degustazione finale che ha presentato due brandy di 3 e 7 anni di invecchiamento, accompagnato da gocce di cioccolato, che se vogliamo dire è proprio la morte sua.
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Aromi |
Devo dire che il prodotto è sempre di assoluta eccellenza, come certo già sapevo, ma assaggiarlo con una bella spiegazione che ne mette in evidenza le particolarità, anche per i meno intenditori, è sempre una cosa di grande interesse perché ti consente di apprezzare sfumature che di norma ti sfuggirebbero ed in fondo sarebbe un peccato, visto che questa è ricerca affinata nei secoli e prodotto dell'istinto umano nel creare e migliorare continuamente cose che, proprio perché sono estremamente voluttuarie costituiscono quel di più della vita che, se si riesce ad andare al di là dell'essenziale, valgono la pena di essere provate. La sala era piena di americani e cinesi, che si pongono subito in modalità bocca a cul di gallina e si concentrano sull'assaggio, con continui leggeri cenni di assenso col capo, ma la cortesissima signorina che conduce e officia la messa, mi cura da vicino visto che le pongo continuamente domande su argomenti che scavo dal mio passato, periodo dell'azienda nel quale lei con ogni probabilità non era ancora nata! Difficile capire se si trattasse di intenditori o di semplici turisti di passaggio, tuttavia se la davano tutti abbastanza, ma il semplice qualificarci come italiani, ha contribuito a far convergere su di noi l'attenzione.
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La stele del memoriale |
Evidentemente anche in questo campo abbiamo una certa credibilità. Comunque una bella soddisfazione quando si esce anche se con i piedi leggermente più rotondi essendo ancora mattina a stomaco vuoto, cosa che rende un poco più difficile scendere la lunga e fastosa scalinata, ma alla fine con la buona volontà tutto si compie, anche dopo aver bevuto quello che si dice, l'amaro calice, anche se l'espressione non è molto adatta a questo caso. Questa visita comunque, ci ha messo particolarmente di buon umore e non è difficile darsi una ragione per questa sensazione, ma forse non è la condizione giusta per affrontare la visita che ci aspetta adesso. Eccoci infatti sulla spianata della collina su cui è dispiegato il monumento al genocidio del popolo armeno, una etnia martoriata dalla storia. Dramma, cominciato secoli fa, che ha colpito in maniera feroce questa gente e che ha infierito in maniera progressiva anche sul territorio, divorato dai prepotenti vicini e che ha condotto il paese attraverso una fase di successivi impoverimenti a ridurre il suo territorio, che comprendeva gran parte del Caucaso e dell'Anatolia Orientale, come ricorda anche Marco Polo nel Milione descrivendo la Grande Arminia, a meno di 30.000 km2 e come ha dimostrato la recente perdita del Nagorno Karabagh con la guerra di due anni fa, non ha ancora fine.
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Documentazioni |
Il memoriale, monumento di severa maestosità, è dedicato a tutto questo e soprattutto ai milioni di morti della fase più acuta di questa storia compiutasi in tutta la sua atrocità nel 1915, anche se aveva preso inizio con massacri epocali già alla fine dell''800 e nota come genocidio armeno da parte dell'impero ottomano e tuttora negato dai Turchi. La visita del sottostante museo dedicato a questo momento storico, ha una iconografia così ricca e allo stesso tempo spaventosa da rendere questo percorso estremamente doloroso per tutti. Prima di entrare il nostro Gianluca ci fa un excursus completo sugli eventi storici che si susseguono in questa vicenda e dato che come si capisce bene, se ne sente toccato personalmente, considerandosi ormai armeno di adozione, ce la illustra con una partecipazione che non puoi non sentire con commozione. Il tutto si mescola alle storie personali che coinvolgono la sua famiglia armena, che in ogni generazione ha avuto combattenti per ognuna delle guerre che si sono succedute in questa terra, incluse le imprese di suo suocero che ancora ne porta i segni evidenti, insomma uno spaccato di vita reale che fa comprendere tutto il dolore e le sofferenza che sta al di là delle parole, dei documenti e delle pur terribili fotografie esposte con metodica crudeltà. Insomma una visita che non mi ha lasciato indifferente e che ti fa considerare come sempre, quale differenza faccia avere la ventura di nascere in un posto piuttosto che in un altro. Ci fermiamo un po', sulla collina, anche l'aria ed il cielo si sono fatti più grigi e come un velo di tristezza si stende adesso su tutta la città prima che cali la sera.
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Il memoriale |
SURVIVAL KIT
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Assaggio |
Stay Inn Aptm - Yekmalyan street 1 - Questa volta ottima soluzione di appartamento con due belle camere, appena ristrutturato quindi tutto nuovo e funzionante, pulitissimo, bagno perfetto, TV, cucina, frigo, ottimo come residence. Circa 65 € per l'intero appartamento di 2 camere. Posizione centrale comoda.
Fabbrica Brandy Ararat - Visite guidate al museo con degustazione in diversi orari. Si viene accompagnati attraverso un percorso che mostra tutte le fasi di produzione del brandy dello storico marchio e successivamente si possono vedere parte degli antichi strumenti di produzione, le memorabilia della casa. tutta la serie delle bottiglie dall'inizio della produzione nel 1902. Diverse tipologie di ingresso con degustazione da 4500 AMD a 10.000 AMD (questa con tre assaggi di 10,15 e 20 anni di invecchiamento) a persona a seconda della tipologia del prodotto offerto. Visita imperdibile che dura circa 1:30 h.
Tsitsernakaberd - Il forte delle rondini - Sulla collina con un muro di 100 metri e una guglia di 44 di basalto e granito e 12 pietre inclinate che riparano la fiamma a ricordo del genocidio del 1915. Sotto è ospitato il museo che presenta una ricchissima iconografia sui fatti, incluse le famose fotografie di Armin Wegner e moltissimi documenti storici e oggetti dell'epoca. Un'altra visita indispensabile per completare il panorama della città e cercare di comprendere l'Armenia.
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Bottiglie antiche
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