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L'amore per i fiori - Yerevan - Caucaso - maggio 2024 |
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L'ingresso al museo |
Torniamo giù in città con la mente confusa e rattristata. La visita di un museo come questo, che racconta gli orrori indicibili a cui un popolo è stato sottoposto, non è come quella di altri monumenti storici o naturali che siano o di altri eventi culturali. Qui bisognerebbe dedicare almeno una intera giornata ad approfondire gli argomenti e quindi a pensare, a fare considerazioni, comunque a far decantare dentro di sé quanto visto e sentito, lasciarsi vincere dalla storia e dalle sue implicazioni generali che raccontano le pieghe dell'animo umano e di quanto poche siano le sfumature e le differenze su quanto accade in parti diverse del mondo, ma che raccontano in ogni luogo ed in ogni tempo, questa tabe perversa insita nella mente umana che in circostanze particolari, che seguono condizioni economiche e geopolitiche ricorrenti, esplodono all'improvviso, rendendo quasi normali la bestialità e le parti più oscure di questo animale apparentemente senziente, così abile nel progettale il male e le sue conseguenze. E' un tema ricorrente e mai sufficientemente sottolineato, pronto a ripresentarsi a cadenze irregolari in ogni parte del mondo, salvo poi passata l'ubriacatura di sangue e di violenza, lasciare i successori a farsi domande su come sia mai potuto succedere, su come sia mai stato possibile che la gente non si accorgesse dei sintomi e non sia stata pronta, viste le esperienze del passato a fermarsi in tempo.
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Orrori del genocidio armeno |
In fondo anche oggi, basta guardarsi intorno e come si possono non avvertire i malumori che serpeggiano, gli odi che, alimentati da ogni parte, crescono in maniera assolutamente immotivata, la continua ricerca di colpevoli e di capri espiatori da colpire per coprire le proprie ingordigie ed i propri errori. Si respira da ogni parte un clima da anni '30 del secolo scorso, che pure, tra le urla generali, viene sottovalutato, anzi da ogni parte, non solo in Europa, ma in tutto il mondo, rinfocolato e minimizzato nei suoi sintomi così evidenti, che pure in ogni passato, recente e più lontano hanno portato sempre agli stessi eccessi ed agli stessi tragici finali. Ogni parte del pianeta pare essere una polveriera sul punto di scoppiare e i mille problemini e le tensioni tra gruppi, etnici, politici, di casta e censo, che sembravano anche superati nel tempo e invece stavano lì sepolti sotto la cenere, ma sempre vivi e velenosi, che non aspettano altro che di uscire dalle fogne finalmente liberi e sdoganati, quando magari per decenni ci si vergognava pure non solo di farsene bandiera, ma di mostrarvi attrazione. Una sinusoide da cui si deve forzatamente passare, per poi ricominciare daccapo? Un alto e basso da cui l'umanità è perseguitata per genetica ereditaria, che fa sì che dopo un periodo di vacche grasse in cui tutti beneficiano dello sperpero, non appena si palesano i problemi dovuti all'ordine naturale delle cose, ci si ribella al riconoscimento delle proprie colpe e si cerca qualcuno da vessare per semplice malizia, convinti dagli arruffapopolo che dormivano in vigile letargo in attesa di tempi propizi, come se questo potesse essere la semplificata soluzione di tutto.
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La madre Armenia |
La Belle Epoque ha preparato il secolo degli orrori e adesso gli spensierati e scialacquatori anni 80 ci stanno apparecchiando lo stesso menù. Perché non riusciamo mai ad imparare niente! Può darsi, tremendo per chi ci capita dentro però, anche se poi il mondo andrà avanti comunque, l'uomo è bestia troppo resistente per soccombere, non fatevi preoccupazioni, i vostri nipoti o forse i pronipoti avranno nuovamente tempi buoni, intanto stiamo a vedere a che punto di riuscirà ad arrivare, intanto che le vecchie forze, religioni, politiche velenose e massimalismi, assieme alle nuove, finanziarie, democrature e tycoon con imperi più grandi e forti degli stati stessi soffiano sulle braci per ravvivarle ed attizzare gli incendi. Su questi pensieri scende una pioggerellina fredda e fastidiosa che ci accompagna per le vie di questa città che la sera scurisce nelle sue luci basse e giallognole. Qui non vedi lo sfarzo e la pacchianeria delle nuove esplosioni della ricchezza che petrodollari, finanza e crescita di influenze geopolitiche hanno prodotto nelle parti di mondo dove si è spostato il potere, ma solamente un desiderio di tranquillità stabile, di essere fuori finalmente dalla tempesta, di poter accedere ad una serenità di vita che non vuol dire pretesa di ricchezza o di sfarzo, ma semplicemente di possibilità di un vivere normale e senza affanni.
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Brandy Ararat a lungo invecchiamento |
Credo che questa terra, come tutte le altre per carità, se la meriti. Noi passeggiamo guardando le vetrine pensando alla nostra terra dove stiamo per ritornare senza lamentarci troppo. Anche questo insegna il girare per il mondo. Intanto però tentiamo di prenotare la cena al Lavash, che è evidentemente diventato il nostro ristorante preferito, ma ahimè, sarà perché è venerdì sera, ma è già tutto pieno e ci si dovrà indirizzare da un'altra parte. In fondo queste vie del centro sono piene di locali e la scelta anche casuale non sarà difficile. In un supermercatino intanto compro un paio di bottiglie di Ararat Ani di 7 anni, in ricordo della storica città, ma i prezzi sono praticamente gli stessi che alla fabbrica; di certo non potevo tornare a casa senza il nettare divino che mi ricorda per soprannumero i tempi passati, anche se 7 non sono 25, però i prezzi in questo caso sono assolutamente inavvicinabili e perciò ci limiteremo in questo caso alle rimembranze. Intanto per far venire l'ora, ci prendiamo un taxi e andiamo su fin sull'altra collina sopra la Cascade dove c'è la grande statua della Madre Armena e un parco di divertimenti. Ci sono tutte le attrazioni più classiche dei luna park, d'antan, dalle giostre, alla ruota panoramica, da una sorta di bruco mela, ai tiro a segno con signorine procaci che invitano a sparare. La pioggerellina scende sempre più antipatica e anche il giro sulla grande balconata sulla città sotto l'immensa statua nera diventa un veloce giro fatto solo per carità di patria.
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Il centro |
Dalla balaustra puoi vedere diritto davanti a te il lungo corso rettilineo che attraversa la città, che da quassù appare come un'arteria pulsante di luce che scorre, bianca all'andata, rossa al ritorno. La scia dei fari delle auto è come una corrente che non si arresta mai, come in tutte le metropoli del mondo. Forse bisogna rendersi conto che questi sono gli ultimi decenni in cui l'automobile, una delle grandi invenzioni del secolo passato che ha modificato le nostre vite, la farà da padrone. Un secolo di condizionamento della vita dell'uomo, chissà se destinato o meno a scomparire come il resto dello spostamento individuale che di certo ci ha dato una libertà di movimento mai vista. Lo spostamento collettivo obbligatorio probabilmente sarà il futuro, per fortuna io non farò in tempo a vederlo ma temo che questo sia il trend prevedibile, per varie motivazioni su cui non ho voglia di approfondire adesso, tanto non serve. L'immensa statua scura come la notte incombe su di noi mentre la pioggia aumenta di intensità, convincendoci a non scendere la scalinata della Cascade per tornare in centro come avevamo programmato per goderci il panorama della città illuminata che pare un presepe. Così ripercorriamo i giardini e le bancarelle tra torroni, frutta secca e profumi di krapfen e riscendiamo per andare a cena. finendo in un ristorantino italian sound, appunto dal nome suggestivo, Pesto, dove mangiucchiamo degnamente a prezzi onesti, sgusciando via tra le ombre della sera in modo da non far tardi che domani è l'ultimo giorno e bisogna preparare le valigie.
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Tubi del gas in città |
SURVIVAL KIT
Pesto cafè osteria - 86 Aram Street - Yerevan - Locale italian sound con pizzeria molto elegante, con molta attenzione al design del locale, che presenta un menù richiamante la nostra cucina. Piatti validi e prezzi non troppo elevati considerando la posizione centrale e il tono del locale. Servizio molto attento. 16.000 AMD in quattro per un piatto a testa.
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Dalla collina
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Yerevan con le montagne |
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