sabato 27 luglio 2024

Caucaso 9 - La città sotterranea di Vardzia

Vardzia - Georgia - Caucaso - maggio 2024

Valle del Kura

Anche il centro cittadino, pieno di case colorate in stile georgiano, merita due passi, visto che bisogna fare andar giù tutto quanto è stato ingurgitato, ma alla fine bisogna ritirarsi per il riposo del giusto. Chissà perché il turista ha sempre questa sensazione, di arrivare a sera stanco morto e pensare che in fondo il riposo che ti aspetta, te lo sei meritato, quasi che abbia svolto un vero e proprio lavoro retribuibile. Però quando le gambe sembrano di legno ed i piedi fumano come salame da sugo appena tirate fuori dalla pentola, vuol dire che è davvero ora di lasciarsi andare nel letto, succeda quel che succeda, per essere pronto ai comandi il mattino successivo. Infatti eccoci preparati di buon mattino e visto che da Kessane eravamo stati così bene accolti la sera prima, si decide di passare di lì per la colazione spartana, prima di partire per l'itinerario di giornata. Che goduria, formaggi e composta di frutta, pomodori e uova strapazzate, thè e pane fragrante, cosa vuoi di più, quasi quasi non vale neanche la pena di lamentarsi del tempo che è sempre piuttosto uggioso e sgocciolante. Intanto arriva il nostro uomo che ci porterà in giro per tutto il giorno, preceduto tuttavia dal suo naso piuttosto importante, ma dal sorriso contagioso, che provvede subito ad informarci di essere da poco nel settore turistico, provenendo invece dalla polizia anti narcos, informazione seguita da ammiccamenti vari nei quali la robusta proboscide ha evidentemente parte importante. 

Khertvisi

Sia come sia, procediamo per la settantina di chilometri che ci separano da Vardzia, la principale meta di oggi, attraverso valli solitarie incassate tra rupi e rilievi verdeggianti e solitari. Il percorso stesso è uno spettacolo imperdibile. Il Kura rumoreggia sempre sotto di noi, quasi nascosto tra la vegetazione fitta che nasconde i sentieri attorno alle rive ed il traffico è piuttosto scarso, quasi che queste lande che costeggiano il confine turco siano spopolate di genti e di paesini. Su uno sperone roccioso, si sporge sul precipizio la nera sagoma di un castello in rovina. Sono le mura della fortezza di Khertvisi, un sito fortificato fin dal II sec a.C. e distrutto dal passaggio di Alessandro magno, poi ricostruito più volte, fino al suo momento d'oro nel XI secolo, che rimangono a sentinella di questo paesaggio maestoso ed imponente, che è tutto un susseguirsi di canon spettacolari tra i quali la strada serpeggia. Infine la valle si allarga un po' e sulla destra si apre la vista sul monte Erusheti, che rinserra nelle sue viscere il mistero della città sotterranea di Vardzia. Come le analoghe città sotterranee turche di Kaimanli e Derinkuyu, anche questa incredibile realizzazione fu costruita inizialmente come monastero e poi come un vero e proprio insediamento, come nascondiglio e riparo dalle orde mongole a cominciare dal 1100. 

La montagna di Vardzia

Il successivo ampliamento operato principalmente dalla famosa regina Tamara, figura centrale del periodo d'oro del regno di Georgia nel 1200, comprendeva la grande chiesa e tutte le strutture che portarono ad un insediamento comprendente circa 6000 stanze su 13 livelli, con una serie di sofisticati sistemi di irrigazione e aerazione interna, oltre a tutte le attività necessarie alla vita della città, incluse cantine per il vino, frantoi, panifici, farmacie e botteghe. Anche in questo caso alla città si accedeva attraverso pochi e nascosti cunicoli che portavano fino alla riva del fiume. Certo da queste parti passò nello stesso periodo anche il nostro Marco Polo che scrive nel cap. 12 de il Milione: " In Georgens àe uno re... ed egli sono bella gente, prodi di battaglie e buoni arcieri e ànno cittadi e castella e fanno drappi di seta e di oro assai, li più belli del mondo. La provincia è tutta piena di grandi montagne e li Tartari non pottero avere la segnoria ancora di tutta...".  Comunque sia il grande terremoto del 1283 fece crollare a valle i due terzi della montagna, lasciando scoperta gran parte della città e dei suoi segreti, distruggendone ovviamente la maggior parte, inclusa la facciata della chiesa interna della Dormizione che ha ancora ben visibili uno straordinario ciclo di dipinti, incluso uno dei quattro esistenti della regina Tamara che tiene tra le mani appunto il modellino della chiesa stessa. 

I dipinti della chiesa della dormizione e la regina Tamara

Intanto continua a piovere e le passerelle che conducono da un punto all'altro del sito sono piuttosto scivolose e bisogna procedere con una certa cautela. Certamente quando si arriva alla chiesa imponente con l'abside completamente coperta da questi mirabili dipinti a metà tra il bizantino e le note d'oriente cristiano, interpretati secondo il gusto locale, l'emozione è forte. Eccola la nostra Tamara a fianco di re Giorgio III che giganteggiano dalla parete di fondo! Ci aggiriamo a lungo tra i corridoi e le stanze nascoste che circondano la chiesa, un andito forse tombale, un altro dove tra croci e altri oggetti forse venivano custodite reliquie preziose. Giriamo ancora tra caverne e grandi sale, tra cui quella probabile del trono e le stanze della reggia e altre dove ancora si vedono gli orci interrati per la conservazione del vino ed a fianco le canaline dove passava l'acqua che alimentava tutta la città. Incrociamo intanto un paio di monaci che oggi si prendono commendevolmente cura della conservazione del sito, mentre i visitatori sono pochissimi. 

Il nostro O'Nasis


Poi scendiamo sempre più in basso in quelle che erano le viscere più profonde di Vardzia fino ad un lungo corridoio in discesa che porta fino al fiume, certo una delle uscite segrete che consentiva di entrare non visti nella montagna al riparo degli assalitori. Dall'altro lato della valle appare invece il fianco completamente sventrato, per il crollo di quella che certamente sarà stata una immensa frana e che mette in luce le centinaia di ambienti, quasi a somiglianza di un grande formicaio che una forza sovrumana e malevola ha voluto spaccare in due mettendo alla luce tutti i suoi segreti. Anche se il tempo non è stato molto clemente, lasciamo la valle colpiti e soddisfatti e anche un poco pensosi e non troppo inclini a dare retta al nostro O'Nasis alla guida, che si profonde in chiacchiere sui suoi trascorsi di gendarme a caccia di droghe. Alla fine arriviamo quasi un'ora prima che la marshrutkha sia in partenza, così rimane il tempo per l'ennesima sosta da Kessane, che ormai ci ha adottati, per un boccone a base di spiedini, formaggio, patate e un bicchiere di vino che è sempre un bel mangiare.

Sulla Marshrutkha

SURVIVAL KIT

Città sotterranea di Vardzia - A 70 km da Akhaltsikhe. Si arriva al parcheggio alla base del monte attraverso un bel canon. Di qui una navetta porta fino ad uno dei punti di accesso. Sono visitabili ancora quasi 3000 ambienti e la chiesa con l'annesso monastero, attraverso un percorso di scalette che consente un giro completo o parziale, con uscita finale attraverso uno degli antichi cunicoli che portano fino alla base del monte. Dipinti della chiesa ben visibili. Visita di almeno due/tre ore.



Piove sempre



La città sotterranea
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