Tbilisi - maggio 2024 |
Bisogna dire che a Tbilisi l'accoglienza è stata molto cordiale. Alle tre e mezza l'aeroporto ronfa della quarta e gli addetti dormono assieme lui. L'incaricato dei passaporti si rivela molto amichevole e addirittura in italiano, mi dà il benvenuto e mi dice che ha sonno pure lui. Non abbiamo più l'età per arrivare all'ora in cui si esce dalla discoteca, diciamo. Però, posto un distratto timbro sull'ultima pagina del passaporto, questo benvenuto mi mette subito di buon umore e fuga le varie perplessità che venivano automatiche avendo visto i servizi della nostra TV sulle grosse manifestazioni che ogni giorno pervadono la capitale. In realtà a quest'ora in aeroporto è ancora tutto chiuso e le varie incombenze, cambio, SIM, ecc. le sbrigheremo appena aperto in città. Intanto andiamo fino in centro, con un taxi. Qui funziona molto bene Yandex, una applicazione russa tipo Uber, che costa molto poco, circa la metà o meno dei comuni taxi e con i quali non dovrete neppure discutere sul prezzo o temere fregature perché calcola tutto l'algoritmo, ehehehehe. Quindi se siete in autonomia questa è la prima app da scaricare prima di partire. Ormai intanto sono venute le cinque e per la strada non c'è ancora nessuno, cosa che non avremo più il piacere di vedere in seguito essendo questa una città assediata dal traffico durante le ore del giorno. Comunque filiamo fino in centro dove ci cerchiamo un localino per far venire l'ora di andare in albergo che non ci accoglierà prima delle 15.
Naturalmente a quest'ora è ancora tutto chiuso ma qualcosa troviamo, perché in centro ci sono locali aperti 7/24, come si dice. Per il resto sembra che tutto in città, dagli uffici agli esercizi commerciali, non si metta in movimento prima delle 10. Quindi ecco un bel ristorante turco, qui sono comunissimi, che serve anche delle ottime colazioni. Quindi eccoci qua con un piattone di dolcini turchi (un po' troppo dolci e grondanti sciroppo di zucchero, per chi fosse diabetico, ma pazienza, bisogna fare di necessità virtù) e cerchiamo di assaggiarli tutti, questi vari tipi di baklava, dato che ci sono molte varietà, anche per cominciare a capire il territorio soprattutto, non sia mai. In realtà dormiamo ancora in piedi, anzi seduti e l'amico Gianluca, che ci ha accolto e mi sembra che abbia già capito i personaggi con cui dovrà accompagnarsi, ci mantiene in questo dormiveglia, una sorta di coma indotto semivigile, senza cominciare a fare troppe spiegazioni che probabilmente andrebbero in parte perse. Ci saranno a disposizione i prossimi giorni. Intanto, calmata la fame in cui ci avevano lasciato le low cost, approfittiamo per fare le cosette necessarie. Andiamo intanto dal cambista sulla piazza Kote Marjanishvili che ha appena aperto e ci procuriamo un po' di valuta locale. In realtà qui funzionano anche le carte di credito, ma pare che qui vengano applicati tassi poco convenienti quindi è molto meglio utilizzare quasi sempre il cash, calcolando anche il fatto che cambisti ce ne sono dovunque ed i tassi applicati sono praticamente gli stessi di quello ufficiale.
Intanto hanno aperto i negozi di telefonia e quindi andiamo subito a procurarci una SIM adeguata ai nostri bisogni. Optiamo per 40 G, in effetti fin troppi per la decina di giorni che ci fermiamo, ma nonostante l'aria cupa, che mi viene subito da definire sovietica, della venditrice, il marchingegno funziona subito perfettamente e quindi anche questa l'abbiamo risolta e siamo in perenne contatto col mondo, cosa senza la quale ormai non possiamo più vivere, pare. Questo atteggiamento dei commessi, diciamo così severo, non è certo una caratteristica nazionale, in realtà i georgiani sono gentilissimi ed estremamente ospitali e disposti ad aiutarti continuamente, ma piuttosto credo ad un lascito della dominazione sovietica, durante la quale, il lavoro in un servizio commerciale era visto come un esercizio di potere da un lato, quello di darti o meno quello che andavi cercando con la scusa che non c'era quasi mai quello che ti serviva e dall'altro lato, il fastidio estremo di dover fare un lavoro che non amavi, che ti obbligava ad un impegno di tempo sgradito e per il quale lo stato faceva finta di pagarti e tu per ripicca, facevi finta di lavorare. Dovevi solo cercare di ingraziarti in ogni modo il tuo capo (non certo l'utente del servizio, che contava meno di zero) in modo che ti desse il giudizio positivo necessario ad avere la vacanza premio, la famosa putjovka, sul mar Nero o appunto in Georgia nei più bei sanatorj termali del Caucaso e le altre prerogative premiali del regime.
Incluso quello di avere il ritratto esposto sul muro della fabbrica o del negozio tra i lavoratori meritevoli del mese con tanto di medaglietta, una dei milioni che adesso trovi sui banchetti nei mercatini di memorabilia sovietiche assieme agli orologi Kommandirski. Forse questo stile è rimasto nel DNA anche dopo 30 anni dalla caduta del regime. Chissà! Comunque risolte le incombenze spicciole, si decide di andare a lasciare le valige nell'ostello dove sta Gianluca e girellare un po' per il centro tanto per fare arrivare le 15. L'impianto di questa parte della città, partendo appunto da questo che è il quartiere georgiano, è costituito in massima parte di belle abitazioni di fine 800 o inizio 900, come si possono vedere ancora nel centro di Mosca o come quelle che si possono ancora vedere nelle città della parte orientale della Turchia, che allora faceva parte della cosiddetta grande Armenia. Per me è un po' un ritorno al passato e anche se molte di queste costruzioni sono ancora in attesa di un qualche intervento di restauro che le riporti ai fasti del tempo che fu, ti accorgi subito di star camminando per strade che hanno mantenuto una loro innegabile personalità.
Mi ci rivedo ancora nel lontano '92 quando facevo le mie passeggiate in questo centro moscovita austero, ma piacevole, anche se trasandato da un settantennio di abbandono, meravigliato per questa architettura zarista dall'aspetto nobile e solido. Certo non era l'eleganza di S. Peterburg, che tra l'altro era ancora Leningrado, dove c'erano stati ampi tocchi di italianità, ma l'occhio era appagato. D'altra parte mi si dice che anche a Tbilisi qualche architetto italiano abbia messo più di uno zampino. Facciamo una sosta ad uno strano edificio chiamato Fabrika, in quanto prima c'era una vecchia fabbrica sovietica abbandonata dopo il crollo dell'URSS, che era stato dapprima occupato da collettivi giovanili e adesso ha uno strano status di utilizzo, mantenuto in piedi da una stessa unica organizzazione. Al piano terreno c'è un ostello per giovani che raccoglie studenti e spazi di studio e di manifestazioni artistiche di ogni genere, un bar e una serie di locali nel cortile che alla sera diventano centro di movida. Qualcuno ci viene a lavorare da remoto col suo PC e intanto mangia qualcosa al bar, altri ci vengono solo a chiacchierare, altri ancora lo hanno trasformato in un club di intellettuali e di artisti, tra mobili d'antan e manifesti di vecchia data. L'esterno infatti è completamente occupato da murales di ogni tipo. I piani superiori invece sono parte di un hotel extralusso. La coabitazione delle due realtà non è semplice da capire, anche se sembra che gli spazi giovanilisti vengano man mano ridotti. Capirà è il business bellezza. Intanto comincia a piovicchiare, un va e vieni che temo ci perseguiterà in tutti i giorni a venire. Raggiungiamo quindi il nostro albergo in pieno centro, ricavato in uno di quei bei palazzi di cui vi ho già fatto cenno, con la trasformazione di alcuni appartamenti in residence, che diciamolo è una bellezza.
SURVIVAL KIT
In questo momento il cambio è esattamente 3 Lari per 1 €. Questo facilita i conti. Usate tranquillamente l'Euro che è preferito al Dollaro, così evitate il doppio cambio. Potrete ricambiare quelli che vi avanzano prima di partire alla stazione o all'aeroporto, con una minima differenza, ma non successivamente ad esempio in Armenia, dove sareste molto penalizzati. Quindi niente inutili sbattimenti per calcoli precisi per non avanzare cash alla ripartenza. Per la SIM sempre sulla piazza ci sono diversi negozi di telefonia, le offerte sono più o meno le stesse, cercate di prendere quella più vicina al numero di giorni per cui vi fermate e anche coi giga non state a centellinare tanto il costo è poco diverso. Io ho preso la scheda e 40 G con 23 Lari e ne ho avanzati parecchi, bastavano certamente 20, ma avrei risparmiato al massimo un paio di euro.
Hotel residence Sulitzer - 9, St Petersburg street - Tbilisi - Ottima posizione centralissima e vicina alla metro di piazza Kote Marjanishvili. Nuovo di zecca, camere molto belle e spaziose, dotate di ogni confort. AC Riscaldamento, TV 55", frigo, cassaforte, bagno ben attrezzato, phon, tutto ben funzionante, Free wifi. Il residence non è presidiato, bisogna comunicare l'ora di arrivo. Checkin dalle 15:00. La doppia circa 30/35 €.
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