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Al ghiacciaio Shkhara - Svaneti- Georgia - maggio 2024 |
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Verso il ghiacciaio |
E' mattino presto a Mestia e l'aria è molto frizzantina. Rinunciamo definitivamente alla colazione dell'Eden che abbiamo visto non essere indimenticabile e ce ne andiamo a piedi fino alla stazione degli autobus. Dietro di noi l'arco delle montagne sta manifestando tutto il suo splendore, proprio oggi in cui si preannuncia una magnifica giornata di sole. Ushguli e la sua valle magica e misteriosa sono lontane e anche il fronte del ghiacciaio Shkhara, che arriva a tre chilometri dalle ultime case è ormai alle spalle, un mondo davvero lontano dalle montagne comuni che incontri per il mondo e che non pensavo di trovare in questo Caucaso dei misteri e delle promesse. Le torri della cittadina sfilano alla nostra destra, quasi si siano messe in ordine per salutarci mentre le lasciamo per sempre, solitari soldati di una armata ormai desueta a guardia di un mondo perduto a cui non servono più allo lo scopo per cui erano state create mille anni fa, ma ancora utili oggi a nuovi scopi, quelli di mostrarsi orgogliosamente a chi viene apposta fin quassù per vederle ed apprezzarle ed allo stesso tempo portando un po' di soldi in questa asfittica economia di montagna che altro non spera, visti i chiari di luna. La marshrutkha è in orario come al solito e, pur essendo appollaiati in posti non troppo comodi, partiamo alle 8 in punto.
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La casa rovesciata |
C'è il sole ma fa ancora piuttosto freddo e subito mi rannicchio, mettendomi addosso quanto ho a disposizione, un pile piuttosto spesso e la giacca a vento leggera che avevo tenuto a portata di mano, mentre a fianco a me un giapponese giovane e baldanzoso sta in ciabatte e maglietta. Ma questa è gente dura e pura che gira il mondo a scarpinare per sentieri di montagna, figuriamoci se abbada a coprirsi. Pelle dura e occhiali scuri, movimenti felpati da ninja, chissà quanto Himalaya si sarà già sciroppato con quegli occhi a fessura stretti e compressi, come chi si sforza dopo una settimana che non riesce ad andare in bagno, absit iniuria verbis! Comunque mentre si scende verso le valli più basse, non puoi fare a meno di rallegrarti per aver goduto della bellezza dello Svaneti, dei suoi monti e delle sue foreste, delle sue antiche case e della sua gente che lassù resiste inverno dopo inverno, anche se i ghiacciai dai fronti grigi e sassosi raccontano anche qui di un cambiamento inarrestabile ed ineludibile ritirandosi a poco a poco come anche loro delusi dal cambiamento dei tempi. Così gira questo mondo e poco ci sarà da fare, se non fermarci come all'andata alla stessa trattoria di posta dove fare pipì e poi risalire dopo aver sgranchito le gambe, per le altre quattro orette di viaggio.
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la spiaggia |
Poi, più o meno giunti dalle parti di Jvari, dove abbiamo raggiunto la piana e il bivio, il nostro mezzo se ne torna a Kutaisi e noi cambiamo corriera e ci lanciamo verso il mare. Noti subito che qui è cominciato un altro mondo; paesi dalle case più nuove e moderne, auto numerose che affollano la strada; un'aria diversa insomma, quella che si crea quando improvviso, avverti che comincia a correre il grano. Infatti superato il fiume Rioni, che oramai ha il corso più calmo e lento di chi scorre nella piana senza quegli sconvolgimenti e salti di livello che hanno qui i corsi d'acqua quando lasciano le montagne, costeggiamo un grande lago o meglio lo stagnone di Paliastomi, una riserva naturale del parco di Kolkheti e arriviamo al mare, la riviera della Georgia, dove da tempo si è sviluppato una sorta di turismo che richiamava un tempo soprattutto i tanti sovietici bramosi di sud e di sole e che oggi tenta di aprirsi al turismo internazionale. Famose spiagge si susseguono, Shekhvetili, Kobuleti, Tsikhisdziri, accidenti ma come è difficile da pronunciare questa lingua. Quando, arrampicandoci sulla collina dove sorge il grande giardino botanico, capiamo di essere quasi arrivati, in parte per la coda di auto in cui ci troviamo imbottigliati e poi perché lontano sul golfo che compare all'orizzonte, intravedi subito i grattacieli di Batumi, quella che voleva essere la Dubai georgiana e capoluogo dell'Agiaria, l'estrema regione ad ovest del paese.
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Palazzi di Batumi |
Già Batumi, l'antica Batoum, fu importante porto della Colchide e chissà se proprio qui approdarono gli Argonauti o poco più in su, in quell'Abkhazia misteriosa più vicino ai monti, che nascondeva tra le loro valli misteriose le pagliucole d'oro che si andavano ad impigliare nei velli delle greggi che discendevano a valle traversando i fiumi. Sia come sia, Batumi divenne il più grande e frequentato porto sia coi bizantini che col regno di Georgia verso l'anno 1000, che successivamente nell'Impero Ottomano. Oggi, a pochi chilometri dal confine turco sarebbe forse ancor più rilevante, vista la ferrovia ripristinata che corre alla periferia della città e che sta diventando vitale nel transito di merci tra Russia e Turchia, esageratamente aumentato con la guerra in corso, in cui l'orso russo necessita disperatamente di sbocchi e transiti percorribili per aggirare l'isolamento a cui vorrebbero sottoporlo. Così proprio qui la città si è sviluppata mostruosamente visto che si voleva creare in questo luogo un punto di attrazione che sfuggisse ai rigori religiosi dei vicini del sud ed alla durezza dell'ingombrante regime del nord, insomma un oasi libertaria dove si potesse dar via libera al peccato, leggi alcool, casinò gioco d'azzardo e altro naturalmente. Insomma una sorta di città dell'amore, una Love city come venne subito battezzata.
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Orbi Hotel |
Quindi via libera al cemento selvaggio, che tuttavia, non avendo a disposizione la montagna di petrodollari del Golfo, si è sviluppato un po' alla Dubai dei poveri, alla vorrei ma non posso, con una serie di costruzioni esagerate ma anche volgari e dalla qualità discutibile. Era da prevedere che si sarebbe gonfiata una bolla potente mentre le gru si innalzavano veloci e che forse avrebbe lasciato una selva di megacostruzioni non finite e destinate ad una trista decadenza, ma poi è scoppiata la guerra e una torma di giovani russi abbienti, in cerca di una soluzione per sfuggire alle trincee, hanno varcato massicciamente la non lontana frontiera e hanno cercato tra questi grattacieli soluzioni di sopravvivenza che comunque contribuiscono a mantenere viva e vitale la città, mentre il turismo ancora non decolla. Sono le due e ci abbiamo messo più o meno sei ore ad arrivare calando dai monti e qui possiamo dire di essere precipitati di colpo in una Las Vegas de noantri, con tutte le caratteristiche tipiche di questi posti, un po' cafonal come direbbero i nostri fighetti con la bocca a cul di gallina. Noi cerchiamo di raggiungere comunque il nostro alloggiamento che dovrebbe essere in riva al mare in uno dei palazzoni Orbi, ognuno di 54 piani che si affacciano su una spiaggia grigia e battuta dal vento, per un totale, almeno così recita un cartellone pubblicitario che incita all'acquisto, di un residence di 32.000 appartamenti!
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una facciata |
L'indirizzo che ci avevano segnalato era sbagliato per cui trottiamo a lungo qua e la per trovare la nostra meta. La reception della vagonata di appartamenti da poco finiti è al piano 38, dove siamo accolti, con amichevoli "ehi bro", da un gruppetto di picciotti dall'apparenza furbastra e un po' mafiosa, che gestiscono il via vai di chi arriva, parlando in un anglo-russo alquanto bizzarro. Poi per la verità tutto funziona regolarmente e noi prendiamo possesso del nostro, al 35esimo piano, da cui si ha un bel colpo d'occhio su tutta la città. Intanto capisci subito che tutto in città è un po' anomalo. Pare che la metà di questi appartamentini siano vuoti ed in vendita e che uno studio viene via sui 6/7000 € tanto per capirci e pur essendo decisamente carini, anche perché sono appena finiti, qui i costi sono inferiori a tutte le altre città georgiane. Se vi piace insomma, il luogo più economico per venire in vacanza, anche se magari i corridoi sono ancora da piastrellare o gli ingressi ancora piuttosto indietro nelle finiture. Eppure in giro sulle spiagge che si prolungano all'infinito verso il confine turco, si continua a costruire. Usciamo subito per immergerci in questa realtà un po' folle, così diversa, diciamo pure opposta a quella dello Svaneti che abbiamo appena lasciato. La passeggiata è infinita, da qui alla punta centrale ci sono almeno un paio di chilometri, dal lato opposto più di quattro.
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Il colosseo hotel |
Larga e contornata da bei giardini, costeggia una spiaggia di tipo riminese anche se ciottolosa, che, complice una giornata con tanta, tanta voglia di piovere, si presenta grigia e un poco tristanzuola, visto che non c'è quasi nessuno, anche perché, essendo aprile, l'acqua deve essere ancora un po' freddina, ma piacevole. Qualcuno si avventura fin sulla spiaggia un po' per toccare l'acqua, un po' per avere la sensazione della vacanza adriatica, tutto piadine e divertimento, tornando poi mestamente tra qualche traccia di stabilimento balneare ancora in fase di preparazione. Poi è tutto un seguito di chioschi, negozietti di souvenir semichiusi, gelaterie, attrezzature da mare e fornitori di altri generi di conforto in attesa che la stagione si dispieghi, almeno se mai lo farà. Dall'altra parte della passeggiata, oltre i giardini, per la verità molto ben tenuti, una ridda di costruzioni diciamo così fantasiose, che vanno dalle case apparentemente capovolte, a un colosseo bianco e piastrellato, una specie di torre di Pisa ma poco pendente, non si sa mai, una improbabile fontana del Nettuno bolognese nella Plaza all'italiana e ad una serie di grattacieli bizzarri e pretenziosi che tuttavia non mostrano gli slanci di fantasia progettuale di altri luoghi consimili. Intanto comincia a scendere una fastidiosa pioggerella, come se anche il cielo ce la mettesse tutta per farti apparire questo luogo come tristanzuolo e poco attraente, mentre in fondo non ci si starebbe affatto male col sole e una sdraio. Noi proseguiamo tra palme, panchine, fontane, sentieri e bar, lungo questo boulevard che pensate, è lungo oltre sei chilometri, con parchi divertimenti, delfinario e giardino zoologico. Vediamo dove riusciamo ad arrivare prima del tramonto!
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Il mar nero a Batumi |
SURVIVAL KIT
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Orbi City
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Aparthotel Orbi City - New Boulevard - Batumi- Li noterete subito essendo 3 parallelepipedi di 54 piani di taglio di fronte al mare. Appartamenti di varia metratura, con cucine e bagno, nuovissimi molto bene attrezzati, con AC, riscaldamento, TV, frigo, bagno bene attrezzato e ben funzionante con doccia chiusa. Cucina fornita e lavatrice. Adatto anche per lunga vacanza. Letto king, free wifi, cassaforte. Booking lo dà sui 40€, ma sembra che si trovino prezzi molto più bassi fino alla metà, perché ce ne sono moltissimi vuoti.
Comunque in città si trovano un sacco di camere a 20 € e anche meno.
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La torre di Pisa |
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Al mare |
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