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Mare a Batumi - Georgia - maggio 2024 |
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I delfini |
Il cielo è scuro, il mare livido, la pioggia è sempre triste e non sa raccontare belle storie eppure questa viene raccontata proprio come la città dell'amore e tale vuole sembrare. In ogni giardino ci sono statue su questo tema, grandi cuori intrecciati, figure tenere che si baciano, cuori rossi serviti su vassoi di ferro battuto, ma se nessuno cammina per la strada tenendosi per mano, se tutti cercano di ripararsi alla meglio sotto cortine di fortuna, la spiaggia è triste, inclusa la statua di Medea, che quella caso mai avrebbe i suoi motivi, le panchine nei giardini vuote ed i chioschi attendono invano di servire freddi gelati a bambini che non piangono neppure. Tuttavia possiamo certo criticare questa città per le sue esagerazioni e la sua smodata voglia di diventare quello che forse non riuscirà mai, ma questa passeggiata ti racconta di chilometri di spazi pubblici che vengono regalati ai cittadini, pieni di alberi e di fiori, accessibile a tutti gratuitamente, con bar e luoghi di divertimento, di giardini curati e di panchine, piste ciclabili ed una bella spiaggia pulita anche se con questa pioggia che magari ti disturba, ma ci dobbiamo ricordare che siamo in un'area quasi tropicale e la pioggia deve essere di casa, se, tra le altre cose vuoi tutto questo bel verde che ti circonda.
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Nuovi palazzi |
Certamente c'è anche il trash e le costruzioni di speculazione che già si sbriciolano, ma anche quelle antiche e sovietiche che celebravano la grandeur del sistema, tutte interessanti da vedere, come ad esempio l'Octopus Batumi, il bar a forma di polpo rivestito di mosaici o le nuove realizzazioni celebrative come la grande torre illuminata dedicata all'alfabeto georgiano, alta 130 metri, con le sue pareti in traliccio su cui si stagliano le lettere, su cui salire per ammirare i dintorni, oppure il nuovo grattacielo con la ruota panoramica o la fontana progettata per erogare direttamente chacha, cosa poi ovviamente non realizzata sia per il costo spropositato della grappa stessa che per i problemi di ordine pubblico che avrebbe procurato, vista la presenza della massa di russi notoriamente poco inclini a contenersi quando si parla di alcool. Insomma una città all'apparenza un po' matta, una specie di Disneyland fortemente voluta dal politico Saakhashvili, prima di essere cacciato, amatissima dai turisti russi a loro volta molto mal sopportati se non addirittura odiati dai locali che invece vivono ad un paio di isolati verso l'interno ancora nelle vecchie krushove che si stanno lentamente disfacendo, sottostando da decenni all'ingiuria del tempo.
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Panchine |
D'altra parte per capire questo sentimento basta dare un occhiata alle sfilate delle panchine del parco che portano intarsiato in un bel legno più chiaro, proprio sulla seduta, la scritta Fuck Putin e non si tratta di un graffito, sono proprio state progettate così. Sulla punta del molo, non lontano dal faro costruito a somiglianza di quello antico di Sukhumi, nella vicina ma irraggiungibile Abkhazia, spicca un grande monumento mobile alto quasi dieci metri. Costruito nel 2010 dall'artista georgiana Tamara Kvesitadze, è un inno all'amore contrastato. I protagonisti sono due personaggi di un famoso romanzo georgiano, Ali un ragazzo povero e musulmano azero e la principessa cristiana Nino, che all'inizio del secolo scorso furono irrimediabilmente separati dalla guerra e che, novelli Romeo e Giulietta, si giurarono amore eterno senza potere mai ricongiungersi per la morte di lui. Le due grandi statue ruotano lentamente per poi riuscire a ricongiungersi lentamente compenetrandosi in un lungo bacio per poi separarsi nuovamente senza speranza, proprio a rappresentare il desiderio del superamento delle divisioni religiose ed etniche attraverso l'amore, argomento che in questo Caucaso dai cento contrasti e dalle guerre infinite, è quanto mai particolarmente attuale.
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Ali e Nino |
E' intanto arrivato il tramonto e osservare queste due figure di acciaio che si attraggono l'un l'altra in questo movimento circolare fino a fondersi per un attimo prima di lasciarsi apparentemente per sempre, di fronte al mare, coinvolge assolutamente, come si capisce anche guardando i volti delle tante coppie ferme qui di fronte con il naso all'in su, che si stringono l'un l'altro, anche perché la brezza della sera è già un poco freschina. Per calarci il carico da undici poi, proprio sotto il monumento un piccolo gruppo di artisti suona una melodia struggente, il violino la infiora, il flauto la colora di malinconia; quasi quasi colano le lacrime. Poi caso mai ci si va a prendere un gelato sul molo, che qui li fanno i turchi e sono molto buoni. Adesso che è ormai scesa la sera andiamo a farci un giro nella città vecchia, che è uno straordinario misto frutta tra costruzioni d'epoca restaurate in modo "creativo" con aggiunte di certo molto criticabili secondo il nostro metro, ma che hanno creato una serie di edifici quantomeno interessanti da considerare, al fianco di altri moderni, ma costruiti secondo stili falsi e rigenerati, fino a creare un melange che ha comunque un suo lato assolutamente curioso.
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Torre dell'alfabeto |
Naturalmente poi abbiamo anche le varie piazze di cui vi ho parlato, con le copie della fontana del Nettuno e tante altre curiosità che vanno viste più che raccontate. Tuttavia rimane molto piacevole passeggiare lungo queste vecchie vie di acciottolato umido e portoni di legno scolpito. Riusciamo a vedere la moschea molto colorata, che racconta di una terra che per tre secoli è stata sotto l'impero ottomano che qui ha lasciato molto della sua impronta islamica, mentre la Cattedrale è ormai chiusa e ci dobbiamo contentare della sua imponenza esterna. Niente da fare anche per la sinagoga, in quanto di ebrei, qui ne sono rimasti pochissimi, da quando alla fine dell'URSS la maggior parte ha scelto di trasferirsi in Israele. Bisogna comunque fermarci per un boccone e dobbiamo scegliere se provare una delle tante offerte di cucina locale, in quanto pare che questa abbia un tocco particolare rispetto a quella tipica del resto del paese. Sembra infatti che le khachapuri agiare siano assolutamente imperdibili a cominciare dalla Adjaruli, che dovrebbe essere nata proprio qui. Si dicono poi meraviglie della Lazuri che prevede l'uso di due tipi di formaggio, in sostanza spesse fette di sulguni che viene fatto fondere sopra al consueto strato di imeruli sottostante.
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La moschea |
Se vi chiedete cosa significhi formaggio fuso sopra un altro formaggio fuso, bisognerebbe provarlo, si dice una delizia sibaritica per gli amanti caseari che non ha eguali. E poi ancora i Sinori, fatte di pane lavash (pensate alla carta da musica sarda) inondato di burro e ricotta, per non parlar del Borano, una specie di fonduta con ancora burro caramellato ed infine si dice che qui si mangi il miglior stufato di manzo possibile. Tuttavia noi siamo attirati, visto che con l'amico Gianluca, si stanno progettando scorribande senza limiti negli sconfinati spazi dell'Asia centrale, dal ristorante Altai che promette cucina genuina delle steppe. Infatti qui si mangia il più genuino plof possibile, un riso cotto con spezie, uvetta e carne, che teoricamente dovrebbe venire rimestato per ore in un gran pentolone, che secondo tradizione non si dovrebbe mai pulire. Devo dire che questo è un altro tuffo nel passato, di un tempo quando al termine di una lunga trattativa andata a buon fine fui invitato a festeggiare nella casa del nostro cliente a Taskent in Uzbekistan. In una grande corte c'era infatti proprio il pentolone, che troneggiava sul fuoco nero di fuliggine, con gli inservienti che rimestavano il contenuto di continuo e ne mangiammo molto visto che era buonissimo.
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La cattedrale |
Non facemmo certo caso, dato il clima di festa che aveva contagiato tutti, alla quantità davvero importante di mosche che vi stazionavano sopra di continuo e che un ragazzino tentava di scacciare volenterosamente con un scopino, né alla adiacenti latrine dall'altro lato del cortile, di certo precedente stazionamento delle mosche stesse. Il plof (da cui deriva pilaf) è un cibo comunitario che appunto deve essere presente in tutte feste, per consacrare amicizie e buonumore. Ci divertimmo molto tra canti e balli, visto che ad un certo momento in questi casi, dopo che la vodka ha cominciato a scorrere copiosamente, compaiono un paio di strumenti e tutti si mettono a ballare. Fu davvero un bel momento che ricordo ancora con piacere tra abbracci e rinnovate amicizie. Tuttavia nei tre giorni successivi dovetti sottostare ad una durissima punizione di Montezuma o di Tutankhamon o come diavolo si chiama da quelle parti, di cui oltre non vi dirò per non impressionarvi troppo, ma ricordo bene che è stata dura e questo non ha contribuito a farmi avere un buon ricordo di Taskent. Questo invece, servitoci con garbo e anche con un cero stile, è andato giù benissimo accompagnato anche da una buona zuppa che ha sapientemente riscaldato lo stomaco prima di andare a dormire.
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Palazzi |
SURVIVAL KIT
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In giro |
Cosa vedere a Batumi - Passeggiare sul lungomare, girare per il centro storico godendosi i vecchi palazzi liberty, quelli neoclassici o quelli sovietici, con i vecchi portoni in legno, dove vedere se sono aperte, la Sinagoga e la Moschea, tanto per capire che la Georgia non è monoliticamente cristiana; la piazza degli eroi; i baretti turchi sempre aperti; il museo Archeologico e quello etnografico della regione Agyara; la Cattedrale e la Chiesa di S. Nicola; il mercato centrale, non molto dissimile da quelli delle altre città. Fuori città, c'è il grande orto botanico, la collina raggiungibile con la teleferica (Agro cable car) da cui vedere la città dall'alto; gli scavi archeologici romani di Gono-Apsaros. In città provate a gustare la cucina agiara, gustosa e ancor più pesante della normale georgiana, con sovrabbondanza di formaggio e di burro. Bando ai trigliceridi, vi rimetterete a casa.
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In centro a Batumi |
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