Il vallone col ponticello dei lucchetti - Tbilisi - Georgia - maggio 2024 |
Il vallone dell'orto botanico |
La grande madre Georgia domina il costone e guarda benigna dall'alto la città. Non ci sono dubbi che sotto di lei, affacciati alla balconata, si avverta una certa qual aria di protezione generica, non fosse altro per la gigantesca spada che, se non ti casca sulla testa, sicuramente vorrà pure dire qualche cosa. Dall'altra parte il vallone verdeggiante che sta alle spalle della città sembra una foresta selvatica e incolta e non ti pare possibile che solo a pochi metri sorgano le case di uno dei quartieri più popolati di Tbilisi. Eppure questa è proprio la sensazione e qui puoi perderti tra sentieri e passeggiate come fossi davvero in un bosco tra i monti, non per niente questo è anche uno dei giardini botanici più grandi del mondo. Poco più in là, la stradina che porta alla fortezza, l'altro simbolo della città, ma purtroppo stavolta siamo sfortunati perché la cittadella è completamente chiusa. Sono iniziati infatti restauri in grande stile, certo qualcuno fa l'occhietto e dice che se scavalchi nessuno dice niente, ma noi siamo ligi alle regole, non vogliamo fare i turistacci che si comportano da prepotenti, anche perché se proprio vogliamo dire, le mura sbocconcellate sono più belle da fuori e dentro, per il momento non c'è molto da vedere. Certo sarebbe la via più indicata per scendere giù a piedi fino alla base del quartiere azero, ma noi disciplinatamente, riprendiamo l'ovovia e scendiamo al punto di partenza, nel parco Rike.
La fortezza |
Davanti a noi la cascata di case, tutte ormai da qualche anno completamente restaurate, che fanno di questo quartiere uno dei centri più importanti della movida turistica. Sotto il vialone che lo attraversa c'è il vecchio Meidan bazar, posizionato lungo un tunnel sotterraneo secondo lo stile dei suk orientali, con gli stalli posizionati all'interno delle nicchie foderate di mattoni rossi. Molti offrono vino e prodotti tipici, in fondo c'è un piccolo museo di attrezzature tradizionali. Mi lascio tentare dall'offerta di un gelato al vino, che mi sembra sempre una bella idea. Un banchetto con una bella ragazza dagli occhi scuri come la notte e dalle sopracciglia folte, ne offre addirittura a quattro gusti diversi, titolati a quattro differenti vini. Prendo quello spacciato come più aromatico ma alla fine devo dire che non mi convince moltissimo, eppure il gelato da queste parti è un prodotto molto tradizionale e anche famoso nel mondo! Tuttavia rinfrescati, risaliamo le stradine del quartiere azero, circondate da bellissime case, con grandi balconi e bovindi foderati da finestre finemente lavorate, tanto da sembrare trine finissime. Dovunque ci sono bei locali pieni di gente. Indubbiamente la capitale è in pieno rilancio economico e se non fosse per la pressione politica dell'ingombrante vicino, si potrebbe dire che è avviata verso un miglioramento visibile delle condizioni materiali.
Meidan bazar |
Risaliamo la collina, tra altre stradine e vicoli fino ad arrivare alla moschea Juma, dove si entra senza problemi; ci sono solo un paio di fedeli in un angolo che poi se ne vanno e rimaniamo soli nella grande sala di preghiera davanti al bel mimbar di legno intarsiato. Poi scendiamo per scalette e stretti passaggi infilandoci proprio dietro la moschea fino ad arrivare al vallone che arriva dietro al monte della fortezza. Da qui sgorgano le acque sulfuree che nel passato avevano reso famosa la città. Una serie di ponticelli attraversano il rio che proviene da una cascata. Anche qui sta trionfando la moda dei lucchetti d'amore che, praticamente, ormai ricoprono quasi per intero i parapetti. E' una moda che evidentemente piace assai alle giovani coppie visto che ne ho visti ormai da ogni parte del mondo. Passeggiamo lungo il torrentello mentre le case antiche, abbarbicate sul costone, sembrano caderci in testa. Quando la costa si apre ecco apparire le costruzione dei bagni turchi, altro vanto della città. Pare ne siano rimasti in attività sette, tutti raggruppati in questa che è la zona di Abanotubani. D'altra parte la leggenda dice che il re Vakhtang fondò proprio qui la città di Tbilisi, il cui nome dovrebbe significare appunto "acque calde", dato che vide il suo falcone guarito, dopo essersi immerso nelle acque di queste sorgenti sulfuree.
Moschea juma |
Questa fu la fortuna della città che da esse ebbe la propria fama. Pare ci fossero nel XII secolo più di 65 stabilimenti dove si celebravano anche feste e matrimoni e la notorietà si protrasse nei secoli successivi, raccontate da Dumas e da Pushkin che disse di non aver mai visto un luogo così meraviglioso. In effetti già dall'esterno, i mosaici arabescati sono così ricchi da ricordare le maioliche colorate delle madrase uzbeke e le cupole persiane e sinceramente una esperienza in questi bagni me la sarei volentieri concessa, visto che, come raccomandato da Gianluca, ci eravamo portati al seguito anche degli opportuni costumi da bagno, ma le neghittosità e l'apparente mancanza di interesse dei miei compari di merende, che hanno fatto finta di niente alle mie larvate proposte, hanno fatto sì che ci siamo persi una delle esperienze storico letterarie, nonché sibaritiche più ghiotte della città. Quindi vi suggerisco fin da ora di non seguire le mie orme e di approfittare dei bagni Orbeliani di cui vi allego foto dell'ingresso qui a lato. Poi vedete voi, io mi mangio ancora le mani adesso, visto che si dice che l'esperienza e le sensazioni di avere una pelle di pesca morbidissima all'uscita dai bagni suddetti, siano assolutamente impagabili. Vedete voi.
Bagni orbeliani |
Allora, sorbendo un succo spremuto di melagrana, proseguiamo in una delle vie ortogonali alla salita e io vengo morbosamente attirato da un localino che offre una specie di menu turistico vino incluso, e qui siamo imbarazzati in lunghe incertezze tra i khinkali, i tipici ravioloni georgiani, quelli che in Russia si chiamano pelmeni e la serie delle khachapuri, una delle delizie della cucina locale. Optiamo infatti per quest'ultima, nella sua versione adjaruli, che consiste in un impasto di pane morbido e croccantissimo sagomato a barchetta ricoperto di formaggio fresco con un uovo al centro che poi si mescola al formaggio fuso inzuppandoci dentro i bocconi di pane che via via si strappano dai bordi. Una vera delizia che assaporata con il calice di vino bianco annesso, mi mette decisamente di buon umore. Usciamo allegri e proseguiamo per il quartiere, davvero bello per questa sua particolare architettura, passando prima per la sinagoga, che purtroppo è chiusa, un'altra delle testimonianza di quanto nel passato tutta l'area mediorientale fosse straordinariamente multietnica ed in assoluta e tranquilla convivenza tra le tante correnti religiose presenti l'una accanto all'altra, senza che questo desse origine a problemi di sorta, cosa che del resto avevamo già visto in altri luoghi come in Libano ad esempio.
Nurashen |
I problemi sono nati solo dopo che in Europa si sono scatenati i nazionalismi nati dallo scardinamento degli imperi presistenti, che hanno spinto il pedale sugli odi etnici e religiosi per affermare la loro importanza, dando origine a tutte le insanabili situazioni di crisi che proseguono anche ai giorni nostri. Ancora pochi passi e ci troviamo di fronte ad una vera chicca, mi dicono assai poco conosciuta, infatti proprio dietro alla chiesa di Sayat nova, nascosta dagli alberi di un piccolo parco all'apparenza trascurato e selvatico, ecco sorgere i muri di una grande costruzione abbandonata, si tratta della cattedrale Armena di San Giorgio o di Nurashen, chiusa da decenni, di cui, da alcune finestre posteriori lasciate aperte, puoi indovinare i maestosi interni che mostrano nella penombra gigantesche colonne e malcelati affreschi che paiono cadere in completa rovina. Le mura esterne sono di grande eleganza con altissime costolature in mattone che ne sottolineano l'elevazione fino alla grande cupola centrale. Un vero peccato che sia lasciata così in abbandono. Noi proseguiamo nella zona di Sololaki, popolatissimo di locali alla moda, mentre graziose buttadentro cercano di farci entrare, anche se siamo solamente nel primo pomeriggio.
Torre dell'orologio |
Dovunque butto l'occhio l'inquadratura è piacevole e appagante. Andiamo fino al ponte della pace, dalle forme avveniristiche, dove ti senti avvolto dai tubolari alveolati di acciaio, mentre il fiume scorre turbinando sotto di te e poi proseguiamo fino alla piazzetta della cosiddetta torre dell'orologio, una stramba costruzione che fa da ingresso al teatro delle marionette, che pare uscita da una scatola di costruzioni per bambini, tutta stortagnola e ricoperta di figurine e di personaggi delle fiabe. Non possiamo non sostare poi alla Cattedrale di Sioni o della Dormizione, un'altra grande e bellissima chiesa di rito ortodosso georgiano, ricca di affreschi ottocenteschi. L'edificio attuale che risale al XIII secolo, pur costruito su di una base preesistente del V, alla fondazione della città, ha subito molti rimaneggiamenti successivi come si vede dai due campanili esterni uno del 1400 e uno neoclassico dell'800. La chiesa è famosa anche per la presenza della croce in argento di Santa Nino, la monaca che diffuse il cristianesimo in Georgia nel IV secolo. Intorno alla reliquia un capannello di devoti, accende ceri con grande compunzione. Bisogna dire che nell'oscurità delle strette navate dove non riesci a scorgere la cima degli archi, tra fumi di incenso e chiarore di candele, si avverte una atmosfera di decisa spiritualità, di certo quella che ha avuto una straordinaria ripresa, dopo i settanta anni di pesante ateismo sovietico. Esco pensoso incamminandomi per il largo viale che conduce all'esterno di Sololaki.
Volta della Cattedrale di Sioni |
SURVIVAL KIT
Bovindi |
Come muoversi a Tbilisi - La città è dotata di una metro molto efficiente costruita nel periodo sovietico, anche questa da vedere, se pur non abbia le magnifiche stazioni moscovite, caratterizzata dalle infinite e lunghissime scale mobili ancora in legno. Per entrare si usa una tesserina magnetica da 2 Lari, utilizzabile anche da più persone, al costo di 0,50 Lari per corsa. Naturalmente fitta rete di bus anche questi al costo di 0,50 Lari per corsa. Tuttavia il mezzo più comodo per girare in città sono i taxi Yandex, una applicazione simile ad Uber e che funziona con gli stessi criteri. Consiglio caldamente di scaricarsela gratuitamente prima della partenza. Se siete in 4 spenderete meno che con la metro.
Maioliche
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