E così
siamo anche arrivati all’ultimo giorno dell’anno. Avrete notato che mi sono preso
una pausa, in parte dovuta alla connessione praticamente assente del luogo in cui
mi trovo e in parte per la necessità di un momento di riflessione, che di tanto
in tanto è necessario. Un otium
benefico soprattutto per la mente a cui non vogliamo più sottostare e che i più
considerano ormai in modo negativo, in un mondo dall’andamento sempre più
vorticoso e che al contrario, mi sembra una delle più assolute necessità della
vita, buona medicina generalista per tutti i mali ed i difetti della mente. Sta
di fatto che adesso è il momento topico per fare un piccolo bilancio, come si
usa, dell’anno appena trascorso, anche se ormai si tende ad indulgere a
lasciare fare agli altri, magari ad una macchina, anche questo piccolo sforzo.
Vedo facebook pieno di bilanci in automatico dell’anno, in cui si ringrazia
tutti del meraviglioso anno appena trascorso, magari dopo essersene lamentati
alla morte ogni minuto. Ma concediamo anche questo, in fondo che male fa?
I miei
lettori più attenti avranno notato che il blog ha preso una piega sempre più
settoriale, da generalcazzeggiatore tuttologico , si è via via trasformato in
una cosa più vicina ad un travel blog,
pur senza avendone le pretese. Sì, butto lì anche indicazioni pratiche, ma più
che altro tendo a continuare il filone del cazzeggio mentale, che vuol
ragionare sugli stimoli che ricevo andando in giro, macerando sensazioni in una
sorta di carpione psicologico, per approntare una farcia di sensazioni da
applicare come un cataplasma benefico, valido per la cura di ogni inevitabile
momento depressivo che coglie l’essere umano per sua propria natura, dopo l’acme
delle passioni. Diceva, mi pare Lucrezio o uno come lui, post coitum omne animal triste est. E per triste si intende proprio
quella tranquilla spossatezza che induce l’animo alla depressione stanca,
quando non, nella sua accezione più perniciosa all’accidia che se la prende con
il resto del mondo. Occorre una medicina. E’ questa dunque l’utilità pratica
del viaggiare o bisogna considerarlo solo come una sorta di appagamento al
desiderio di conoscenza, la sete di voler vedere cosa c’è oltre la collina? Chissà, intanto, devo dire che quest’anno, in
seguito ad una serie concatenata di fatti vari, mi sono mosso parecchio, arrivando
più o meno allo stardard che vorrei tenere fino a che la carcassa che mi
contiene, resisterà. Ho aggiunto cinque figurine all’album, portandole a 95 o
96, non riesco a fare il calcolo bene, ma prima o poi lo farò seriamente, ve lo
prometto. La meta dei 100 è ormai lì a portata di mano e sarà di ulteriore
stimolo per il futuro prossimo.
Questo
è il motivo che ha dato la sterzata al blog, per la verità non molto gradita
dai miei lettori, che per vendetta si sono quasi dimezzati, forse anche perché
la mia salsa sbrodolenta è diventata un po’ troppo insipida e ripetitiva,
pazienza, più di così non so fare. Nell’anno appena trascorso, le statistiche
dicono che ci sono stati all’incirca 30.000 contatti, che si trattengono in media a leggere per circa 1,50 minuti, guardando ognuno 1,63 pagine, l’80% dall’Italia, poco più
di 12.500 utenti unici, mentre riguardo alle provenienze siamo arrivati a 153
paesi e 1156 città diverse, anche qui la collezione diventa sempre più difficile, man mano che
mancano solo le ultime figurine. Il 63% di chi si collega per la prima volta ritorna almeno un'altra volta, diciamo il beneficio di inventario, insomma. I commenti si sono quasi azzerati, rimanendo circoscritti
a quelli degli amici più fedeli, che ormai ne mettono uno generico, ogni tanto,
credo per compassione. Cessando gli spunti politici o quelli sui problemi dell’alimentazione
e della bufala falso ecologica, anche le polemiche, già rare, si sono purtroppo
azzerate. Che ci posso fare, me ne farò una ragione, ma temo che continuerò su
questa falsariga. Ho pubblicato il quinto libro, che al momento non ha avuto un
enorme successo commerciale, raggiungendo un totale di zero copie vendute, che
non è moltissimo, anche se è pur sempre un inizio; ma si sa i miei lavori
editoriali vengono fuori alla distanza.
Non
mi rimane dunque che augurare a tutti una buone fine d’anno. Vedremo il
prossimo come sarà. Le probabilità sono, come di consueto, che sia peggiore per
chi lo affronta in modo negativo ed accidioso e migliore per gli ottimisti. L’effetto
placebo, per fortuna funziona non soltanto nell’omeopatia. Credetemi e
credeteci, in parte funziona e se no, pazienza. Arrivederci al prossimo anno.