venerdì 28 giugno 2024

Caucaso 3 - La storia di Gianluca

Ponte sulla Kura - Tbilisi - Maggio 2024

 

Dopo aver fatto visita al vecchio mercato, anche per mangiucchiare qualche cosa e per sostenere le forze, approfittiamo dei tanti banchi che offrono il più classico cibo di strada, che qui in Georgia è una frequente abitudine per risolvere il pranzo. Intanto passando tra i banchi capisci subito che il formaggio è un bene di consumo importante nel paese. Ci sono un sacco di venditori e anche se le tipologie in offerta non sono molte, è evidente che qui il colesterolo è mediamente alto. Ci fermiamo in un angolo del mercato dove c'è un panettiere che sta facendo il pane in un forno tradizionale dove il pezzo di pasta tirato a mano, si incolla all'interno su un fianco, calandolo dalla bocca in alto. Ne esce una sorta di pizza gonfia e piuttosto spessa di una fragranza senza pari, che mangiato caldo, col suddetto formaggio è una squisitezza rara. Ho già capito che nel Caucaso non dimagriremo come nella precedente esperienza indiana. Poi, passeggiamo ancora lungo la zona pedonale del quartiere fino al grande ponte che attraversa il fiume Kura che taglia in due la città. L'acqua è torbida e limacciosa dato che siamo alla fine di un periodo piuttosto piovoso e la corrente del fiume è decisamente impetuosa, tanto che le imbarcazioni turistiche che effettuano percorsi lungo le rive, sembrano un po' in balia dei flutti, ma pare che funzioni così e nessuno se ne duole. 


Fabrika

Continuando a passeggiare per il centro di questo quartiere, comincerei a convincermi che Tbilisi è davvero una bella città, soprattutto nelle parti rimaneggiate dove l'amministrazione ha messo mano favorendo un ripristino, certamente agevolato delle vecchie case per rimetterle in sesto, per valorizzarne l'aspetto e l'importanza storica ed architettonica. In particolare, contraddistingue questo aspetto, la presenza di bellissimi bovindi e balconate, generalmente molto profonde con grandi balaustre di legno traforato o di ferro battuto. Questo è uno stile che appartiene decisamente al Caucaso e lo troveremo anche nella vicina Armenia e d'altra parte cose di questo genere, avevo visto anche nella vicina Turchia. Certo se butti l'occhio nelle vie secondarie dove l'intento di restauro non è ancora arrivato, le costruzioni sono ancora parecchio malandate, ma pare che il lavoro di recupero continui in modo virtuoso e la città che certamente ha vissuto anni bui alla fine del secolo scorso, stia migliorando a vista d'occhio. Oltre a ciò pare anche che la città sia molto vivace intellettualmente e artisticamente parlando, con una energia giovanile che la percorre in tutte le direzioni, facendovi convergere molti ragazzi anche dai paesi circostanti. Questo per lo meno ci racconta Gianluca, che ha scelto proprio questa città per viverci e sviluppare la sua attività. 

Certo che la sua è una bella storia da raccontare e penso abbia anche da insegnare qualche cosa, per cui voglio farvene parte. Parmigiano di origine, si è occupato di informatica e ha cominciato a lavorare in una azienda di mobili dove ha potuto mettere a frutto anche una sua particolare attitudine alla manualità, oltre che a pestare tasti dei computer. Ma il ragazzo era un po' inquieto, oltre che dedito allo sport pesante. Appassionato infatti di ultramaratone, quelle dove per essere contento devi fare almeno 100 Km o 100 Miglia, tanto per capirci, è uno abituato alla fatica che va al di là dell'umano e questo forse aiuta, nelle lunghe ore di corsa in cui ti ritrovi a tu per tu con te stesso, frase fatta che però illustra bene la situazione, ha cominciato a trovarsi stretto nei suoi panni e a fare quelle pensate che un po' ogni tanto vengono a tutti, ma che poi pochi mettono in pratica: mollo tutto e parto. Così si è comperato una bicicletta da Decathlon, uno zaino su cui ha caricato una quarantina di chili di roba, si è licenziato ed è partito una mattina in direzione est. Gli esperti di viaggi in bici, sui siti in cui aveva cercato informazioni e incoraggiamento, gli hanno dato del matto, sia per la sua inesperienza in questo tipo di viaggi, che per l'attrezzatura decisamente troppo basica, quasi un insulto per gente che se non hai materiali in titanio e ultraleggeri, non vai neanche fino in periferia sulla pista ciclabile. 



Fatto sta che dopo sei mesi di pedalate e circa 15.000 km è arrivato in Mongolia dopo essersi sciroppato tutta l'Asia centrale, Siberia, Kazakistan e tutti gli altri -stan possibili segnati sulla carta e infine il paese delle yurte, la Mongolia, da dove ha segnalato ai chi lo aveva snobbato sui vari social, che sì, si può fare. Poi si è fermato lì un paio d'anni facendo vari lavori e infine ha percorso diversi altri paesi dell'Asia, dalla Corea alla Thailandia, sempre di più subendone il fascino, soprattutto di quell'Asia centrale, la cosiddetta via della seta che, a conoscerne bene la storia, è stata la chiave dello sviluppo del mondo. Soprattutto il Caucaso lo conquista con il suo crogiuolo di etnie e gli incredibili eventi storici che lo hanno precorso, nella grandezza, nelle guerre senza fine, nei massacri che hanno subito o perpetrato, magari alternativamente, le sue genti. Studia senza posa e trangugia libri su libri per approfondire la geopolitica di questi territori, che specialmente dopo il crollo dell'URSS si è terribilmente complicata. Intanto decide di stabilirsi a Tbilisi città che lo affascina più delle altre e qui cerca di ampliare la sua attività che ormai prosegue con successo. Da tempo ormai svolge l'attività di guida in queste terre dove propone itinerari particolari, trekking caucasici e giri mirati alla conoscenza delle etnie più remote della regione, il tutto sempre condito dalla presentazione accurata del quadro storico, artistico e culturale. 

Balconi

A questo punto con una sua socia georgiana, comincia a mettere in piedi un ostello che praticamente tira su con le sue mani, restaurando un appartamento del centro. Dopo un anno tutto è pronto e per un altro anno, attraverso vecchi clienti ed un intenso passaparola, perché Gianluca è un ragazzo che sa farsi volere bene, il lavoro si sviluppa e comincia ad andare decisamente bene. Ma sembra tutto troppo facile. Infatti finisce il 2019 e con il nuovo anno arriva il Covid che in un attimo spazza via tutto e distrugge il sogno che stava prendendo forma reale. Tutto chiuso, tutto fermo. In un mese o poco più tutto viene spazzato via, l'ostello desertificato e tutto svenduto per due soldi, pur di salvare qualcosa. Una botta che ammazzerebbe un cavallo. Se non ti abbatte una cosa così, vuol dire che una certa forza interiore, forse quella dei maratoneti, ce l'hai. Così mentre continua a correre, tutte le mattine quella ventina di chilometri tanto per rimanere in forma, si sposa una bella ragazza armena e diventa parte piena della sua famiglia, che, come la maggior parte degli Armeni ha sulle spalle una storia terribile, di massacri e di violenze, che per cinque generazioni non hanno conosciuto altro che guerre. 

Ma non voglio approfondire questo aspetto perché è decisamente un po' duro anche da raccontare e anche lui è piuttosto schivo nel farlo e quando si affronta l'argomento gli si inumidiscono subito gli occhi. Intanto il mondo va avanti, Gianluca riprende da zero e ricomincia con il lavoro di guida e per l'altra metà dell'anno apre a Torino con la moglie una attività di pet-sitting che in poco tempo diventa quella con più segnalazioni positive in città, tanto che non ce la fanno a star dietro alle richieste. Io l'ho conosciuto per caso attraverso il passaparola e devo dire che i giorni passati con lui sono stati davvero interessanti, per quello che mi ha fatto vedere, per quello che ho imparato e anche e soprattutto per il modo con cui abbiamo viaggiato insieme, condividendo emozioni. Ovviamente non lo perderemo di vista il ragazzo, dato che vorremmo condividere con lui altre esperienze lungo la via della seta, che ha sempre affascinato anche me, intanto perché è bravo e preparato nel suo lavoro, ma soprattutto perché credo di avere incontrato una persona, come si dice, speciale e siccome è cosa non molto frequente, le persone di questo tipo è bene cercare di farseli amici, anche se, lo posso ben comprendere, per lui, giovane atleta in piena forma, noi non possiamo che essere considerati anziani malconservati a cui fare da badante al meglio. Comunque sia grazie Gianluca ed i migliori auguri per l'ultramaratona del 6 luglio. Corri, corri senza fermarti che siamo tutti con te (con la mente è ovvio).


SURVIVAL KIT

Per contattare Gianluca : https://www.facebook.com/gianluca.alex.proietto

Gianluca Proietto 

Su Istagram: Haikmedia

Contattatelo direttamente e se volete un viaggio tagliato su misura in Caucaso o lungo la Via della seta; esponetegli i vostri desiderata, tappe, tipo di sistemazioni, interessi particolari. Vi proporrà un giro su misura per voi. Se no, lasciatevi stimolare la fantasia con i pacchetti già studiati e già pronti.


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giovedì 27 giugno 2024

Caucaso 2 - Arriviamo a Tbilisi

Tbilisi - maggio 2024

 

Bisogna dire che a Tbilisi l'accoglienza è stata molto cordiale. Alle tre e mezza l'aeroporto ronfa della quarta e gli addetti dormono assieme  lui. L'incaricato dei passaporti si rivela molto amichevole e addirittura in italiano, mi dà il benvenuto e mi dice che ha sonno pure lui. Non abbiamo più l'età per arrivare all'ora in cui si esce dalla discoteca, diciamo. Però, posto un distratto timbro sull'ultima pagina del passaporto, questo benvenuto mi mette subito di buon umore e fuga le varie perplessità che venivano automatiche avendo visto i servizi della nostra TV sulle grosse manifestazioni che ogni giorno pervadono la capitale. In realtà a quest'ora in aeroporto è ancora tutto chiuso e le varie incombenze, cambio, SIM, ecc. le sbrigheremo appena aperto in città. Intanto andiamo fino in centro, con un taxi. Qui funziona molto bene Yandex, una applicazione russa tipo Uber, che costa molto poco, circa la metà o meno dei comuni taxi e con i quali non dovrete neppure discutere sul prezzo o temere fregature perché calcola tutto l'algoritmo, ehehehehe. Quindi se siete in autonomia questa è la prima app da scaricare prima di partire. Ormai intanto sono venute le cinque e per la strada non c'è ancora nessuno, cosa che non avremo più il piacere di vedere in seguito essendo questa una città assediata dal traffico durante le ore del giorno. Comunque filiamo fino in centro dove ci cerchiamo un localino per far venire l'ora di andare in albergo che non ci accoglierà prima delle 15. 

Naturalmente a quest'ora è ancora tutto chiuso ma qualcosa troviamo, perché in centro ci sono locali aperti 7/24, come si dice. Per il resto sembra che tutto in città, dagli uffici agli esercizi commerciali, non si metta in movimento prima delle 10. Quindi ecco un bel ristorante turco, qui sono comunissimi, che serve anche delle ottime colazioni. Quindi eccoci qua con un piattone di dolcini turchi (un po' troppo dolci e grondanti sciroppo di zucchero, per chi fosse diabetico, ma pazienza, bisogna fare di necessità virtù) e cerchiamo di assaggiarli tutti, questi vari tipi di baklava, dato che ci sono molte varietà, anche per cominciare a capire il territorio soprattutto, non sia mai. In realtà dormiamo ancora in piedi, anzi seduti e l'amico Gianluca, che ci ha accolto e mi sembra che abbia già capito i personaggi con cui dovrà accompagnarsi, ci mantiene in questo dormiveglia, una sorta di coma indotto semivigile, senza cominciare a fare troppe spiegazioni che probabilmente andrebbero in parte perse. Ci saranno a disposizione i prossimi giorni. Intanto, calmata la fame in cui ci avevano lasciato le low cost, approfittiamo per fare le cosette necessarie. Andiamo intanto dal cambista sulla piazza Kote Marjanishvili che ha appena aperto e ci procuriamo un po' di valuta locale. In realtà qui funzionano anche le carte di credito, ma pare che qui vengano applicati tassi poco convenienti quindi è molto meglio utilizzare quasi sempre il cash, calcolando anche il fatto che cambisti ce ne sono dovunque ed i tassi applicati sono praticamente gli stessi di quello ufficiale. 

Intanto hanno aperto i negozi di telefonia e quindi andiamo subito a procurarci una SIM adeguata ai nostri bisogni. Optiamo per 40 G, in effetti fin troppi per la decina di giorni che ci fermiamo, ma nonostante l'aria cupa, che mi viene subito da definire sovietica, della venditrice, il marchingegno funziona subito perfettamente e quindi anche questa l'abbiamo risolta e siamo in perenne contatto col mondo, cosa senza la quale ormai non possiamo più vivere, pare. Questo atteggiamento dei commessi, diciamo così severo, non è certo una caratteristica nazionale, in realtà i georgiani sono gentilissimi ed estremamente ospitali e disposti ad aiutarti continuamente, ma piuttosto credo ad un lascito della dominazione sovietica, durante la quale, il lavoro in un servizio commerciale era visto come un esercizio di potere da un lato, quello di darti o meno quello che andavi cercando con la scusa che non c'era quasi mai quello che ti serviva e dall'altro lato, il fastidio estremo di dover fare un lavoro che non amavi, che ti obbligava ad un impegno di tempo sgradito e per il quale lo stato faceva finta di pagarti e tu per ripicca, facevi finta di lavorare. Dovevi solo cercare di ingraziarti in ogni modo il tuo capo (non certo l'utente del servizio, che contava meno di zero) in modo che ti desse il giudizio positivo necessario ad avere la vacanza premio, la famosa putjovka, sul mar Nero o appunto in Georgia nei più bei sanatorj termali del Caucaso e le altre prerogative premiali del regime. 

Incluso quello di avere il ritratto esposto sul muro della fabbrica o del negozio tra i lavoratori meritevoli del mese con tanto di medaglietta, una dei milioni che adesso trovi sui banchetti nei mercatini di memorabilia sovietiche assieme agli orologi Kommandirski. Forse questo stile è rimasto nel DNA anche dopo 30 anni dalla caduta del regime. Chissà! Comunque risolte le incombenze spicciole, si decide di andare a lasciare le valige nell'ostello dove sta Gianluca e girellare un po' per il centro tanto per fare arrivare le 15. L'impianto di questa parte della città, partendo appunto da questo che è il quartiere georgiano, è costituito in massima parte di belle abitazioni di fine 800 o inizio 900, come si possono vedere ancora nel centro di Mosca o come quelle che si possono ancora vedere nelle città della parte orientale della Turchia, che allora faceva parte della cosiddetta grande Armenia. Per me è un po' un ritorno al passato e anche se molte di queste costruzioni sono ancora in attesa di un qualche intervento di restauro che le riporti ai fasti del tempo che fu, ti accorgi subito di star camminando per strade che hanno mantenuto una loro innegabile personalità. 

Mi ci rivedo ancora nel lontano '92 quando facevo le mie passeggiate in questo centro moscovita austero, ma piacevole, anche se trasandato da un settantennio di abbandono, meravigliato per questa architettura zarista dall'aspetto nobile e solido. Certo non era l'eleganza di S. Peterburg, che tra l'altro era ancora Leningrado, dove c'erano stati ampi tocchi di italianità, ma l'occhio era appagato. D'altra parte mi si dice che anche a Tbilisi qualche architetto italiano abbia messo più di uno zampino.  Facciamo una sosta ad uno strano edificio chiamato Fabrika, in quanto prima c'era una vecchia fabbrica sovietica abbandonata dopo il crollo dell'URSS, che era stato dapprima occupato da collettivi giovanili e adesso ha uno strano status di utilizzo, mantenuto in piedi da una stessa unica organizzazione. Al piano terreno c'è un ostello per giovani che raccoglie studenti e spazi di studio e di manifestazioni artistiche di ogni genere, un bar e una serie di locali nel cortile che alla sera diventano centro di movida. Qualcuno ci viene a lavorare da remoto col suo PC e intanto mangia qualcosa al bar, altri ci vengono solo a chiacchierare, altri ancora lo hanno trasformato in un club di intellettuali e di artisti, tra mobili d'antan e manifesti di vecchia data. L'esterno infatti è completamente occupato da murales di ogni tipo. I piani superiori invece sono parte di un hotel extralusso. La coabitazione delle due realtà non è semplice da capire, anche se sembra che gli spazi giovanilisti vengano man mano ridotti. Capirà è il business bellezza. Intanto comincia a piovicchiare, un va e vieni che temo ci perseguiterà in tutti i giorni a venire. Raggiungiamo quindi il nostro albergo in pieno centro, ricavato in uno di quei bei palazzi di cui vi ho già fatto cenno, con la trasformazione di alcuni appartamenti in residence, che diciamolo è una bellezza. 

SURVIVAL KIT

In questo momento il cambio è esattamente 3 Lari per 1 €. Questo facilita i conti. Usate tranquillamente l'Euro che è preferito al Dollaro, così evitate il doppio cambio. Potrete ricambiare quelli che vi avanzano prima di partire alla stazione o all'aeroporto, con una minima differenza, ma non successivamente ad esempio in Armenia, dove sareste molto penalizzati. Quindi niente inutili sbattimenti per calcoli precisi per non avanzare cash alla ripartenza. Per la SIM sempre sulla piazza ci sono diversi negozi di telefonia, le offerte sono più o meno le stesse, cercate di prendere quella più vicina al numero di giorni per cui vi fermate e anche coi giga non state a centellinare tanto il costo è poco diverso. Io ho preso la scheda e 40 G con 23 Lari e ne ho avanzati parecchi, bastavano certamente 20, ma avrei risparmiato al massimo un paio di euro.

Hotel residence Sulitzer - 9, St Petersburg street - Tbilisi - Ottima posizione centralissima e vicina alla metro di piazza Kote Marjanishvili. Nuovo di zecca, camere molto belle e spaziose, dotate di ogni confort. AC Riscaldamento, TV 55", frigo, cassaforte, bagno ben attrezzato, phon, tutto ben funzionante, Free wifi. Il residence non è presidiato, bisogna comunicare l'ora di arrivo. Checkin dalle 15:00. La doppia circa 30/35 €. 


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mercoledì 26 giugno 2024

Recensione: T. Terzani - Fantasmi

 

Un altro degli straordinari lavori del grandissimo giornalista che ha fatto dell’Asia la sua ragione di vita e che l’ha vissuta proprio negli anni più terribili, che lui ha trascorso nel sud est asiatico. Anche se li ho letti quasi tutti, i suoi lavori, questo mi mancava e l’ho amato tantissimo proprio perché racconta le vicende della Cambogia, paese che ho avvicinato solo per poco tempo, ma che ho amato moltissimo. Anzi ritengo che chiunque volesse visitare questo paese dovrebbe leggersi questo lavoro che la racconta in tutta la sua poetica bellezza e in tutti i suoi spaventosi orrori. Il libro raccoglie tutti gli articoli giornalistici che dal 70 alla fine degli anni ’90, Terzani ha scritto per i giornali per cui ha lavorato. Ci puoi leggere quindi come in un film in cui il documentarista, non ha ancora visto il finale, ma via via se lo immagina con crescente stupore, e scopre tutti gli accadimenti che si sono succeduti nel tempo, da quelli in cui gli arrembanti khmer rossi, creati come al solito dagli improvvidi avvenimenti esterni, erano addirittura sembrati una speranza, al periodo in cui cominciavano a trapelare i fatti, poco creduti proprio per la loro spaventosa ed esagerata tragicità, fino alla conferma delle ipotesi più orribili, quando Tiziano, tra i primi ad arrivare in Cambogia dopo la caduta  di Pol Pot, la percorse in lungo ed in largo trovando la spaventosa conferma di quanto accaduto. In tutta la parte finale si legge poi la disillusa disperazione di osservare come, tra la più totale indifferenza del mondo, questi assassini spietati, tra i più barbari che il secolo scorso abbia vissuto, siano stati riammessi nel consesso internazionale e lui stesso abbia dovuto sedersi accanto a qualcuno di loro chiamandolo eccellenza ed infine sono morti nel loro letto senza subire alcuna punizione. Un libro, che per chi è interessato a queste cose, è indispensabile leggere e che molto insegna anche su tanti avvenimenti che accadono continuamente nel mondo, in particolare se intendete programmare un viaggio tra i templi di Angkor. Struggente l’ultimo pezzo che racconta le sue emozioni attraversando proprio il sito di Angkor wat, nelle quali mi sono molto ritrovato.


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martedì 25 giugno 2024

In volo

 

L'ultima volta che eravamo entrati in argomento, vi avevo buttato lì che i biglietti erano stati comprati e quindi come facilmente avrete capito, che una volta messi in tasca bisogna utilizzarli e quindi eccoci qua, ormai siamo anche tornati e, passato qualche giorno nel disbrigo in quelli che si dicono affari correnti, che ti aspettano feroci non appena torni a casa da qualunque posto tu sia andato, quasi come una penitenza dovuta al fatto che sei andato a divertirti e quindi, come la si vedeva nel medioevo, tocca fare la giusta penitenza compensativa, viene finalmente anche il momento dei bilanci complessivi. Diciamo subito che anche se rispetto al grande progetto che, come già dettovi, avevo in mente prima del Covid (che era stato stoppato appena un attimo prima di comprare proprio i biglietti) e che comprendeva addirittura tre paesi e tre territori, le pretese si sono dovute mestamente ridurre a due target, perché nel frattempo uno dei territori è addirittura sparito grazie all'ingordigia del prepotente vicino, che se lo è mangiato, con una bella guerra, cacciando via tutti gli abitanti, nuovi profughi per l'ammasso di questo mondo che non conosce pietà; negli altri due è praticamente impossibile andare se non entrando dalla Russia, nella quale in questo momento ci sono altri problemi e per l'Azerbaijan, diciamo che se arrivi dagli altri due rimaneti paesi, non sei vistò di buon occhio, almeno per il momento.

Quindi il nostro giro dalle grandi ambizioni, si è ridotto a Georgia ed Armenia, che comunque, con una ventina di giorni a disposizione, di cose da vedere e di interessi storici e culturali, ne presentano davvero molti. Da bravi ragazzi abbiamo quindi ottemperato nei giorni precedenti a tutte le obbligatorie precauzioni del caso, tra cui l'ormai obbligatoria assicurazione sanitaria, vista l'età, e la prenotazione del parcheggio alla Malpensa dalla solita Mariuccia di cui siamo ormai clienti affezionati. Per il volo ci siamo dovuti accontentare di quello che offriva il convento, come si dice; addio alle invitante tariffe di Ryanair, che per il momento ha rinunciato a fare voli da quelle parti (nel '19 c'erano opzioni a 50 Euro a tratta, forse per la litigiosità sempre latente tra questi stati e quindi abbiamo trovato quel che si è potuto, pur partendo parecchio tempo prima con le prenotazioni. Siamo caduti quindi su Lot per l'andata da Malpensa a Tbilisi e su Flyone per il ritorno da Yerevan, una lowcost armena, dagli orari poco affidabili, infatti dopo averceli cambiati un paio di volte (ecco perché è necessario avere una SIM locale, per rimanere connessi anche per questi avvisi) abbiamo avuto un ritardo di 5 ore, non rimborsabile secondo le convenzioni internazionali perché la compagnia non è riconosciuta dalle nostre parti. Quindi se per la LOT, su cui avevo poche aspettative non posso che dire bene, sulla seconda forse era meglio beccarsi Wizzair, che anche lì tra ritardi e cancellazioni andiamo bene.

Comunque sia, siamo sia andati che tornati sani e salvi anche se un po' acciaccati dagli orari e fiaccati nel portafoglio perché anche se low cost si definiscono, alla prova dei numeri lo sono solo teoricamente e nella scarsità dei servizi inclusi. Va bene, tutto fa parte della dura vita del viaggiatore aeroportuale che ormai deve abituarsi ad essere sottoposto alle angherie ed alle arbitrarietà dei prezzi, che sono schizzati alle stelle in modo che queste povere compagnie possano rifarsi con gli interessi delle perdite causate ipoteticamente a suo tempo dal virus. E poi diciamola tutta, è proprio lo stile un po' protervo e un po' furbesco che utilizzano per succhiarti i soldi. Prima le piattaforme che danno prezzi civetta che poi un attimo prima della conclusione dell'acquisto cambiano, poi lo stile di cercare di gabbarti due euro qua, quattro euro là con qualunque scusa possibile, è diventato veramente insopportabile. Ci sono decine di trappole grosse e piccole alle quali devi stare attento, rifiutandole specificamente se non vuoi che il prezzo finale non sia aumentato a dismisura. Pochissime sono poi le compagnie che ti danno il prezzo con l'inclusione del bagaglio in stiva, che poi trovi successivamente da aggiungere a prezzi di affezione. Tutte furbate diciamo pure fastidiose ed antipatiche, ma nelle quali ti troverai ad inciampare continuamente.

Comunque sia devi, come si dice nel mondo dei Mandrogni, mordere l'aglio e dire che è dolce, perché non ci sono altre scelte. Quindi alla fine eccoci qua, depositati dal pulmino di Mariuccia, davanti allo spazio partenze, a cercare la coda per lasciare la valigia. L'altro patema naturalmente era dato dal fatto che a Varsavia, il volo in coincidenza aveva solo 1:10 di tempo utile ed invece, tutto è filato liscio, nessun ritardo e facilità ad arrivare al gate di reimbarco, d'altra parte l'aeroporto non è grande e noi, nonostante l'età, riusciamo ancora a correre, più o meno velocemente. Per le valige si spera sempre, ma quando alla fine le vedi scendere dal nastro bagagli, ti rassereni subito e come ogni volta ti chiedi come sia possibile organizzare tutto questo. Comunque eccoci qui, arrivati a Tbilisi secondo i piani alle 4:25 di mattina, ora ottimale direte voi per guadagnare la giornata, ma che volete, io, che non riesco a dormire neppure un minuto in un posto che non sia un comodo letto, a saltare la notte, non è che sono molto contento e quindi poi parto già col malumore in tasca, ma si sa se hai il braccino corto e vuoi risparmiare, alla fine devi anche un po' soffrire e quindi mentre il cielo appena si rischiara, mostrando tuttavia quella che sarà la prima di molte giornate piuttosto uggiose, questo è un po' un anno così per il tempo, inutile lamentarsi, ecco che ci viene incontro il nostro Gianluca, che non si è fatto spaventare certo dall'orario, tanto ormai tra prendere i bagagli e timbrare i passaporti, sono già venute le 5:30 e la giornata è pronta ad incominciare.



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lunedì 24 giugno 2024

Recensione - La voglia di studiare - M. Piattelli Palmerini

 

Mi aspettavo una delle solite pappardelle all'americana con la solita serie di consigli banali, su come vendere, come trovare lavoro, come fare qualunque cosa che erano tipiche degli anni 90 e precedenti. Invece il libro è piuttosto interessante in quanto invece di proporti appunto consigli sulla metodologia psicologica di amare lo studio, si rivela un vero e proprio trattato sulla cultura, direi proprio l'essenza della filo-sofia, sui suoi aspetti più intriganti e apprezzabili. L’autore professore e cattedratico, ha insegnato nelle più importanti università del mondo, laureato in fisica ma ha tenuto una cattedra di filosofia della scienza all’università di Firenze e si sente. Indaga con questo lavoro che ormai ha trenta anni ma mi sembra sempre molto attuale, le diverse materie nei loro aspetti più curiosi, con aneddoti gustosi e racconti specifici tesi a dimostrare l’importanza della cultura in ogni suo aspetto. Di tanto in tanto fa cenno anche al problema delle macchine e della loro intelligenza artificiale mettendone in risalto la grande distanza con il cervello umano. Questo almeno è quanto se ne pensava all'ora, sarebbe interessante sapere il suo punto di vista oggi, dopo tanti anni dalla stesura del libro, sull’AI. A mio parere una lettura molto stimolante.


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domenica 23 giugno 2024

Recensione - R. Gary - La vita davanti a sé


Bellissimo libro di questo importante autore francese, conosciuto anche sotto lo pseudonimo di Emile Ajar, morto suicida nel 1980. Questa è forse la sua opera più nota e nonostante sia stata scritta nel 1975, ti avvince immediatamente con la sua sconcertante attualità. Una sconvolgente storia scritta attraverso la voce innocente di un ragazzino di dieci anni, arabo e figlio di nessuno, che cresce in una banlieue con una anziana prostituta ebrea sopravvissuta ad Aushwitz, che per campare custodisce a pagamento e illegalmente un gruppetto di ragazzini come lui. Le parole di questo bambino cresciuto per necessità sono colorite dalla sua visione pragmatica dell’esistenza dove però ha capito due sole cose, che “per vivere è necessario l’amore” e “gli incubi sono i sogni quando invecchiano". La serie dei personaggi che via via sfilano davanti a voi man mano che le pagine scorrono, sono straordinari davvero e se ancora non lo conoscete vi esorto assolutamente a non perdervelo.


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sabato 22 giugno 2024

Recensione - M. Togawa - Residenza per signore sole


 

Una maestra del noir giapponese, questa Togawa Masako e questo suo libro che ha addirittura 60 anni sulle spalle e che ha vinto numerosi premi, lo dimostra assolutamente. Un residence a Tokio venuto su alla fine della guerra, ospita solo signorine sole, con strettissime regole. Negli anni le donne invecchiano e inevitabilmente nelle loro esistenze solitarie si creano segreti e piccoli misteri. La storia si dipana intricata fino alla soluzione finale, inattesa, spiegata con precisione solo nelle ultime pagine. Un giallo dalla stesura abbastanza classica, tuttavia il racconto non risente troppo degli anni, ma è un bello spaccato della mentalità giapponese e anche della suo confronto con la trama gialla. Inoltre si sente il nerbo della scrittrice di qualità. Come sempre interessante confrontarsi con la scrittura che fiorisce sotto altri cieli. Ottimo per l’ombrellone.


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venerdì 21 giugno 2024

Recensione - Han Kang - L'ora di greco

 

Opera secondaria di una (pare assai nota) scrittrice coreana, che offre anche uno spaccato su quel mondo lontano che ho avuto modo di avvicinare lo scorso anno con grande interesse. Racconta il contatto fortuito tra due disagi. Due persone problematiche che alla fine uniscono i loro difficili rapporti col mondo. Lei che per motivi psicologici perde la parola improvvisamente, come le era già successo da bambina e lui che sta diventando irrimediabilmente cieco da anni in maniera progressiva. La casualità è l’ora di greco antico che lui insegna per sopravvivere e lei segue per cercare una ragione di vita. L’unione di queste due solitudini si rivelerà come una possibile soluzione. Interessante per la modalità di scrittura e per la stranezza dell’argomento, perseguita con uno stile evidente proprio a quel mondo dove le sensibilità sono molto diverse dalla nostra. Interessante, ve lo consiglio


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giovedì 20 giugno 2024

Recensione: A. Barbero - All'arme i priori fanno carne

 



Interessante saggio del sempre bravissimo Barbero, uno dei nostri storici più interessanti e divulgatore di vaglia, che porta alla nostra attenzione quattro rivolte poche conosciute del ‘300, rispettivamente in Francia, Inghilterra e un paio in Italia, riferire con dovizia di particolari e come si dovrebbe fare sempre, quando si danno giudizi su eventi storici, esaminando le fonti e soprattutto le motivazioni e le cause, che spesso spiegano le cose meglio che il racconto puro e pedissequo dei fatti, spesso fatto con punti di vista parziali. Sacrosanta poi, la distinzione che fa tra rivolte e rivoluzioni, le prime essendo quelle che sono finite male e quindi raccontate come velleitari moti di sbandati e farabutti soprattutto dagli storici schierati col potere di vincitori e le rivoluzioni, quelle che al contrario hanno avuto successo e hanno cambiato il mondo a seguire. Insomma un bellissimo affresco di un medioevo poco conosciuto e naturalmente secondo il consueto stile di Barbero, raccontato con scorrevole e divertente piacevolezza. Dimostrazione che anche i saggi non sono solamente lettura colta e pedante, ma possono essere anche ottimi libri di consumo.



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mercoledì 19 giugno 2024

India 41 - 70 Motivi + 1 per andare in India per cerimonie religiose

Holi in Vrindavan - India - marzo 2024


A conclusione del giro di sensazioni che spero di essere riuscito a trasmettervi sull'India entrando un po' più a fondo nei suoi aspetti religiosi, tra manifestazioni, templi e fedeli appartenenti ai vari credi, mentre penso che tra le righe sia passato il sottile e pervasivo desiderio di riuscire un giorno a visitare anche tutti i vari aspetti del paese, che indubbiamente ne presenta innumerevoli che valgono la pena di essere più a fondo indagati, stimolandovi comunque al viaggio, vorrei fare un piccolo elenco di cose imperdibili di questo paese o che, se la volete mettere giù in altro modo, valgono la pena di sobbarcarsi le lunghe ore di volo che sono necessarie a raggiungere quella terra lontana.


  • Approfittare dello stop over a Dubai per passare una giornata a capire quello che potrebbe essere il futuro nel museo dedicato
  • Godersi uno degli skyline più innovativi del mondo
  • Salire sull'edificio più alto del mondo
  • Arrivare a Delhi nel cuore della notte ed attraversarla senza traffico
  • Partecipare all'holi più famoso dell'India a Barsana
  • Sentirsi schiacciati tra la folla e in pericolo di vita
  • Mescolarci alle donne bastonatrici per una volta l'anno
  • Ritrovarsi ricoperti di colori e felici al termine della giornata inneggiando al dio
  • Assistere alle preghiere nel tempio degli Hare Khrishna
  • Essere travolti dalla folla che balla nel tempio di Nandgaon tra bambini e travestiti
  • Visitare un tempio di notte tra le luci e i marmi
  • Camminare in città tra la folla girando di tempio in tempio
  • Comprare frutta alle bancarelle
  • Visitare il Dolhpur palace anche se era stato abitato solo per pochi giorni e il suo giardino
  • Guardare gaviali e tartarughe sul Chambal river
  • Guardare il tramonto da solo tra i templi di Bateshwar
  • Fotografare avifauna rara nel Keoladeo National Park
  • Ritrovarsi nel pieno traffico del centro di Delhi nell'ora di punta
  • Ripercorrere il mercatino di Jampath road pensando al tempo passato
  • Ritrovare le architetture di Connaught place di notte
  • Riprovare l'emozione dei treni indiani che corrono nella pianura del Punjab
  • Assistere alla manifestazione sul confine India Pakistan che dovrebbe essere di amicizia
  • Rimanere incantati davanti alla bellezza del tempio d'oro
  • Passare una serata tra i fedeli in preghiera e in coda per vedere l'interno del tempio
  • Chiacchierare coi fedeli sikh in visita 
  • Girare per le vie di Amritsar e visitare il tempio di argento per scoprire le differenze
  • Arrivare al forte di Nalagarh risalendo le colline
  • Guardare dalle mura bianche, la piana lontana mentre il sole scende bevendo un thè
  • Partecipare all'Hola Mohalla tra folla che inneggia e residui dell'holi polveroso
  • Percorrere gli scantinati del tempio per partecipare al langar e alla distribuzione del cibo
  • Perdersi tra la folla nella grande fiera di Anandpur sahib in cerca di turbanti notevoli
  • Assistere ad uno spettacolo di arti marziali sikh
  • Percorrere le strade tortuose dell'Himachal Pradesh
  • Vedere le colorate architetture delle case coloniali di Shimla
  • Salire fino al tempio di Hanuman e ammirare la valle sottostante
  • Girare per la mall road tra negozietti e montagne di scialli
  • Apprezzare l'atmosfera in penombra della cattedrale
  • Vedere con gli occhi in su i saloni del Viceroy lodge e il suo giardino
  • Fare la strada tra le montagne con l'HImalaya sullo sfondo
  • Scovare gli animali montani dello zoo di Kirti
  • Visitare piccoli templi di montagna intagliati nel legno
  • Percorrere la valle di Kullu tra i canotti pronti per il rafting
  • Perdersi nel pur piccolo bazar di Manali
  • Incontrare un gruppo del Kerala in festa al tempio di Hindimbi
  • Ascoltare i mantra dei monaci in meditazione nel monastero tibetano
  • Tentare di arrivare al passo di Rohtang e alla Siolang valley senza riuscirci per le nevicate
  • Salire al paesino di Naggar all'eremo di Roerich
  • Visitare castelli di legno, templi antichi e paesini di tessitori
  • Entrare in un tempio a Vashist con le sorgenti termali senza fare il bagno
  • Arrampicarsi fino alla cascata di Jogini
  • Passare la serata in un locale alla moda tra pizze e cocktail con l'ombrellino
  • Fermarsi al passaggio di una processione in montagna
  • Visitare un antico tempio dedicato a Naga
  • Entusiasmarsi ai colori del tempio di Chamunda Devi
  • Visitare l'enclave tibetana di McLeodganj
  • Farsi regalare braccialetti benedetti dal Dalai Lama
  • Emozionarsi nel museo del genocidio tibetano
  • Ruotare la fila dei mulini di preghiera nei templi buddhisti
  • Passeggiare per i sentieri della montagna per vedere il panorama arrivando fino all'ashram di una santona
  • Salire fino alla cascata del paese e bere un espresso al bar davanti al tempio
  • Commuoversi davanti ad antiche tombe abbandonate di un vecchio cimitero inglese
  • Respirare l'aria di alta montagna di Dhalousie
  • Divertirsi di fronte coi giovani che vengono fino alla piccola Svizzera
  • Parlare coi ragazzi che attendono di partire per l'estero e sentire i loro sogni
  • Stare attenti che le scimmie non ti freghino le cose entrando in camera
  • Farsi le foto davanti alla statua di Shiva con lo sfondo delle vette innevate
  • Apprezzare la bellezza dei giardini di Chandigarh
  • Rimanere stupiti davanti alle strutture architettoniche di Le Corbusier
  • Ritornare a Delhi tristi per l'imminente partenza, dopo aver mangiato un gelato in autogrill
e infine
  • Abbracciare i nuovi amici sperando un giorno di rivederli

Spero di avervi convinto. Questo era il mio ultimo invito al viaggio. Per la serie completa dei dettagli pratici preparerò una parte dedicata nella pagina Nord e Central India già presente.


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