martedì 18 febbraio 2025

Barcollo ma non mollo

Ospedale di Atar - Mauritania

 Buongiorno a tutti, come molti già sapranno ho avuto un piccolo incidente di cui vorrei parlarvi tanto per tenervi informati. Me ne stavo tranquillamente in Mauritania vicino a Cinguetti piccolo paese per metà coperto dalle dune di sabbia e per l'altra metà in attesa di esserlo tra non molto. Il paese è bellissimo e la giornata era trascorsa in maniera piacevole Le dune attorno al paese sono un grande mare di onde gialle da percorrere con calma con la nostra Toyota, qualche volta a piedi, qualche volta sul cammello per provare l'ebrezza della carovaniera che va verso Timbuctu, come abbiamo fatto per arrivare alla zona dove si eleva la duna più alta, quella da cui puoi passare a goderti il tramonto, gran belvedere per carità anche se la mancanza di qualsiasi nuvola impedisce quei i cieli rossi a cui siamo tanto appassionati e che pretendiamo avendo pagato per così dire il biglietto di ingresso. Comunque sia la giornata stava finendo in gloria e non rimaneva che tornare in albergo a fare una cenetta come si deve, niente di particolarmente avventuroso quindi, così alle luci della sera percorrevo Il giardinetto dell'albergo in vista della sala dove sarebbe stata servita la cena, cous cous e stufato di cammello e patate tanto per cambiare, a cena col passo felpato dell'anziano in vacanza, sereno ma non troppo. Ma si sa che l'anziano deve percorrere sempre un cammino ad ostacoli ogni giorno e se non sta più che attento incorre in qualche pericolo anche dei più impensati, anche in casa. Per questo non serve andare nel deserto Poi, mentre sei in capo al mondo, basta spostarsi di qualche metro e trovare un piccolo innocuo, innocente gradino, due tre centimetri, non di più, prima di farsi i gradini che il destino mette tra te e il resto del mondo. Così, distratto, sono inciampato malamente e nonostante anni di palestra trascorsi ad apprendere l'attitudine ad abituarsi alle cadute più difficili, cado quasi sempre durante i viaggi ma mi sono sempre salvato, questa volta sono precipitato addosso allo stipite di una porta di cemento o di marmo o di qualcosa di molto duro comunque. Ho sentito subito un rumore fortissimo, tragico, un crack terrificante Me lo ricorderò per sempre; sono svenuto perché mi faceva evidentemente un male cane. Dopo qualche secondo ho ripreso i sensi ho visto il braccio piegato in due in maniera anomala, intanto qualcuno è accorso preoccupatissimo e ha cercato di prestarmi aiuto; di qui è cominciato il calvario; hanno chiamato un dottore, un signore anziano dall'aria dolce che ha cercato di consolarmi con buone parole. Ma non poteva fare molto di più visto che il dispensario dell'Oasi a quell'ora era già chiuso. Quindi mi ha avvolto il braccio in uno di quei foulard che servono per ripararsi dalla sabbia e poi mi ha consigliato di andare all'ospedale più vicino, 100 km di pista da fare di notte tra le dune. Il fido Ahmed non sapeva più cosa fare comunque abbiamo caricato tutto sulla Toyota e in tre ore dalle 9:00 a mezzanotte abbiamo percorso la pista con una certa cautela. Una bella pista quasi tutta di tole ondulé che faceva tremolare il volante del preoccupato Brahim, da fare di notte a velocità più o meno costante mentre io non avevo a disposizione neppure un anestetico. comunque in qualche modo arriviamo ad Atar, la piccola città di circa 10.000 abitanti capoluogo della zona. L'ospedale era ancora aperto e due bravi ragazzi, conciaossa e radiologo, due medici carini e gentili mi hanno preso in carico; l'infermiere mi ha spinto sulla sedia a rotelle per il corridoio dell'ospedale anche se mancava una rotella cosa che lo ha costretto praticamente quasi a trascinarmi di peso e qui mi hanno fatto un paio di lastre. Hanno commentato la rottura come bella grossa, infine hanno constatato la necessità di un intervento chirurgico che mi hanno detto tranquillamente poteva essere fatto nella capitale domani mattina a 500 chilometri di distanza ma con strada ottima, per carità, tranquillo intervento di routine che qui siamo bravissimi devi solo comprarti la placca di titanio neanche 100 euro e ti levi la paura. Così mi hanno fatto una fasciatura con gesso provvisorio come meglio avevano e visto che non c'era altro da fare, mi hanno dimesso con Tachipirina e ibuprofene, un classico. Il mattino dopo ero nella capitale ma dopo averci pensato bene ho deciso di tornarmene a casa visto che ho trovato un biglietto nel pomeriggio. Questo sarà un modo per testare la validità della assicurazione di cui vi dirò a suo tempo. Lunga notte in aeroporto e arrivo a Torino il giorno dopo pronto soccorso con tutto quello che segue, nuove gessatura e attesa per l'intervento che in Italia necessita di una lista di attesa come sapete, cosa a cui il mio fido Ahmed che mi messaggia ogni giorno, non vuole credere ancora adesso. Comunque invece delle tre settimane previste mi hanno chiamato giovedì scorso e venerdì ero già a casa con la mia piastra di titanio così adesso posso dire di essere anch'io un uomo bionico, medicazione venerdì e distacco punti Il venerdì successivo così ne parliamo, forse anche stavolta speriamo che me la cavo.


Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 120 (a seconda dei calcoli) su 250!