lunedì 15 luglio 2019

Central India 26 - Maheswar


Fedeli


Le basi  al tempio
Beh alla fine la festa si è sopita a poco a poco e tutti se ne saranno andati a dormire sposi compresi. Al mattino le uova strapazzate, anche se con un intenso gusto di coriandolo, che mi fa subito andare dio traverso la giornata, ristabiliscono il contatto sul mondo. Sul fiume grava una nebbiolina bassa che i primi raggi del sole non hanno ancora provveduto a fare scomparire. Mentre carichiamo la macchina, restituiamo i turbanti che ci avevano dato in dotazione ieri sera e che pensavamo improvvidamente di tenerci per ricordo e che invece un untuoso fattorino dell'organizzazione wedding planner/catering organizer, viene a richiederci con sussiego, sembra che qui tutto si affitti ai matrimoni, gioiellame e turbanti compresi. Poi direi che è venuto il momento di fare un salto al fiume cominciando dall'Holkar Fort che domina con la sua mole imponente la parte principale dei gath della cittadina. Al mattino presto non c'è ancora nessuno e all'interno del forte ti sembra diessere in un luogo senza tempo, senza auto e senza motorini, forse tra poco da una delle porte del pianterreno uscirà una principessa in veli trasparenti che vorrà scendere al fiume per fare le abluzioni del mattino. Vivere questi villaggi, al di fuori del clamore delle grandi feste, ha una valenza particolare che non bisogna sottovalutare quando programmi un viaggio. Certo bellissima è la confusione dei festeggiamenti, dell'Holy, dei grandi momenti religiosi, con la folla sterminata ed eccitatissima, ma anche questi altri momenti di calma assoluta,d avanti alla corrente del fiume che si muove lentamente, qualche vacca bianca che bruca negli angoli più nascosti, ha un suo fascino impagabile.

Il tempio interno
Il museetto del forte ha ben poco da dire, nel cortile ti fai largo tra il rigoglio tropicale della vegetazione un po'disordinata tra statuette colorate di Krishna che col suo flauto insidia le Ghopi e figurine smaltate di dee in groppa ai loro animali magici. Meglio scendere verso il grande tempio dedicato a Shiva che sovrasta i gath con una imponente scalinata. Ci arrivi dall'alto e ti compare innanzitutto il tetto slanciato verso il cielo, che quasi ti nasconde le acque del fiume più sotto. La pietra del tempio una volta ambrata, ora nera per la muffa umida che il monsone impietoso stende su ogni cosa, incute un senso di severa partecipazione. Attraverso il portale lobato penetri la stretta corte che circonda l'edificio centrale. Non c'è nessuno che si oppone al tuo essere parte di questo edificio, in una sorta di solitario incontro con la divinità nascosta nelle sue stanze segrete. I pilastri e le pareti sono completamente ricoperte di sculture a tutto tondo che raccontano le storie della divinità. I riquadri alle basi sono completamente ricoperti da un groviglio di cordami avviluppati in nodi inestricabili, scolpiti con tale precisione da sembrare assolutamente veri. Tutta le basi sono circondate da strisce dove si alternano teorie di danzatrici o battaglie di elefanti o processioni di offerenti. Le balconate che danno sull'esterno hanno balaustre traforate in mille motivi così fini e precisi da apparire lavori di legni leggeri invece che di pesante pietra.

Ai gath
Sugli stipiti dei portali eleganti, suonatrici di antichi strumenti mostrano sorrisi ammaliatori mentre delicati panneggi mostrano le forme sensuali dei loro corpi. Intanto gruppi di pellegrini stanno arrivando e oltrepassati i portali del tempio escono dalla parte del fiume percorrendo le scalinate che li portano fino ai gath, dove le acque lambiscono gli ultimi gradini. La temperatura è piuttosto fresca e la maggior parte di loro è avvolta in scialli pesanti, grandi turbanti avvoltolati attorno alla testa e le donne che dispongono solo di leggeri sari, se li avvolgono attorno, stringendosi l'una all'altra mentre scendono verso il fiume. Per il resto le gradinate a quest'ora sono quasi deserte, lasciando ben visibili i mille tempietti disposti lungo la riva, le piattaforme dove i sadhu si dispongono per le preghiere, le file di statuette di piccoli tori Nandi adoranti davanti ai lingam protesi verso il cielo. Il più isolato, nero e lucido, coperto di un bianco fiore di loto, forse l'ultimo posato il giorno precedente, sta in fronte al tempietto che emerge tra le acque in mezzo alla corrente del fiume che lo lambisce adorante  come in una offerta continua di liquido fertilizzatore. Qualche piccola barca colorata traghetta passeggeri al di là del fiume, verso altri luoghi di preghiera, più nascosti. Passa un gruppetto di donne europee ricoperte di candidi mantelli, con sguardo sognante e le mani in preghiera, vanno verso il fondo dei gath, dove si intravede in una grotta un santone immobile in posa ispirata. Ognuno cerca la sua via verso la salvezza, l'importante è esserne convinti.

Il bagno
Poi d'improvviso sentiamo un gran vociare. Dalla gradinata scende un gruppo di gente. Le donne bardate in vesti dai colori accesi, che ci fanno grandi segni con le mani. Sorpresa, sono parte del parentado del nostri ospiti del matrimonio di ieri sera, che ci hanno subito riconosciuto da lontano e che vogliono ovviamente socializzare. Parte subito l'orgia dei selfie e delle congratulazioni del ritrovarsi in questo luogo così sacro e favorevole ai buoni auspici della vita futura, Soprattutto il gruppo delle zie e delle varie parenti anziane sembra scatenato nel farci i migliori auguri. Qualcuna scende a bagnarsi nel fiume e ne esce sgocciolante come un pulcino, altre invece, ben riparati da vesti di maglina, si astengono, sarà pure una mano santa per lo spirito il bagno sacro, ma evitare la polmonite forse aiuta ad avere una vita migliore. Più avanti un gruppo di fedeli è seduto davanti ad un sacerdote che guida una preghiera collettiva, scandendo una serie di mantra cadenzati e suggestivi. Insomma staresti qui per ore a goderti il continuo spettacolo della religiosità che si dipana con lentezza davanti ai tuoi occhi di occidentale miscredente. Devo dire che questo è un luogo davvero avvincente con la sua atmosfera di campagna senza riferimenti temporali, dove potresti pensare di ritrovarti secoli addietro, avendo attraversato non la soglia del tempio di Shiva, ma un portale temporale misterioso, difficile da ritrovare per ritornare indietro.
Telai
Invece indietro ci ritorni con una certa facilità, basta risalire la lunga scalinata e rientrare nei canoni della città che ci circonda. Non bisogna dimenticare che questa zona è famosa per i suoi lavori in cotone e diversi laboratori mostrano schiere di telai con donne intente ad una tessitura complessa. Da qui vengono i sari tessuti a mano, si dice, più belli dell'India. La realtà tuttavia sembra essere leggermente diversa. Ormai anche qui nel terzo mondo, la manodopera è diventata troppo cara e pare che la maggior parte del cotone prodotto nelle campagne circostanti, prenda la via del Pakistan e del Balgladesh, dove si riesce a tessere a prezzi decisamente più convenienti. Non c'è niente da fare, c'è sempre un sud più a sud nel mondo, qualche luogo dove delocalizzare le produzioni per avere costi inferiori. E' una continua corsa al ribasso. E' una ruota che non si ferma mai, forse tra un po', continuando così, torneranno a delocalizzare da noi. Questo almeno ci confermano i responsabili di un centro di raccolta del cotone in cui ci fermiamo lungo la strada. Il prodotto si sta raccogliendo proprio in questa stagione. I carri arrivano e dopo la pesatura scaricano la massa bianca e soffice in montagne colossali, da cui poi lunghi nastri trasportatori la raccoglieranno e la smisteranno in capaci tramogge che infine la passeranno in macchine che la mondino dai semi in essa nascosti, fino a pressarla in grandi balle, ammonticchiate in ordinati muraglioni di prodotto, in attesa di essere caricate sui camion che li porteranno a destinazione. E' ragionando su questi argomenti che proseguiamo verso Indore, dove un lungo treno ci aspetta in stazione per la prossima meta.

Ammasso del cotone

SURVIVALKIT

Il Sadhu
Maheswar - E' una delle piccole tre città sacre (con Ujjain e Omkareshwar) in cui si alternano nei vari anni le manifestazioni meno importanti dei vari Khumba Mela. Vale la pena di essere visitata proprio per la sua caratteristica periferica e l'essere poco frequentata dal turismo internazionale, rimanendo un poco tagliata fuori dagli itinerari principali e per questo ancora più piacevole ed interessante. Troverete una città molto genuina, dove voi per primi sarete oggetto di attenzione. Oltre al piccolo e grazioso centro, perdetevi sui gath del Narmada river e godetevi le atmosfere oniriche dell'Holkar Fort e del bellissimo tempio sottostante, che offre una serie di pregevoli sculture.

L'ingresso al tempio

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Il forte

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