lunedì 8 maggio 2023

Lebanon 42 - Considerazioni generali

Beirut - La linea verde


Oramai è già passato più di un mese dal mio ritorno dal paese del cedri. Evropa ha trovato la sua via per la sua nuova casa e ci si è insediata come il cuculo in un nuovo nido facendolo definitivamente suo e portando con sé tutto il peso della sua storia millenaria, fondamenta di una storia nuova, alla ricerca di se stessa. Così questo è un tempo ragionevolmente giusto per raccogliere le idee, rimuginare le tante emozioni sentite, mettere in fila le storie raccolte e fare un bilancio complessivo dell'esperienza. Come sempre il momento in cui si cerca di capire cosa ti ha dato il viaggio, non solamente in termini di ricordi da elencare, ma soprattutto di arricchimenti ricevuti e cercare di metterli sulla carta, attività difficile per un professionista, figuriamoci per me, dilettante allo sbaraglio. Certo sono stati solamente poco più di otto giorni e come diceva giustamente il grandissimo Enzo Biagi, se vai in un paese per una settimana, scrivi un libro, se ci resti un mese, stendi un paio di articoli, se ci rimani un anno, riesci a buttar giù solo qualche frase. Dunque, ribadisco che la pretesa di esaminare e trinciare giudizi su un paese conosciuto in una settimana, è cosa assolutamente velleitaria e pretenziosa, che conduce facilmente a prendere le cantonate di chi, credendo di aver capito tutto, le spara a raffica con la sicumera del tuttologo in vacanza. 

Sidone - Castello crociato

Io, sperando di fare emergere soprattutto emozioni e sensazioni provate, ho cercato in quanto ho già scritto, semplicemente di descrivere gli stati d'animo che ho avvertito e le emozioni che ho sentito, provenienti da quella conoscenza anche solo superficiale che la situazione ha consentito. Comunque sia, tirando le somme, devo rimarcare convintamente che il paese ha moltissime cose da mostrare, che valgono la pena di essere viste ed apprezzate, a partire dalla parte naturalistica, ma soprattutto da quella storica ed archeologica, essendo senza ombra di smentita una delle culle dello sviluppo culturale umano. Addirittura mi spingerei a dire che, l'impronta fenicia è quella che ha maggiormente contribuito alla creazione ed alla espansione vincente della cultura occidentale nel mondo, grazie proprio a quella attitudine mercantile di arrivare dovunque ci sia la possibilità di fare affari, senza preclusioni o condizionamenti verso le idee altrui, ma portando con sé le proprie e diffondendole il più possibile assieme alle altre assorbite e magari modificate e migliorate cammin facendo. Di certo non riuscirai a dimenticare facilmente le foreste di cedri sulle montagne coperte di neve, le valli maestose nelle quali si nascondono antichi monasteri, il Mediterraneo che invita a varare navi per esplorarlo, le valli pieni di viti ed ulivi, i templi, le chiese, le moschee, le colonne sempre le stesse, delle quali ognuno di questi edifici si appropria e fa diventare parte della sua cultura.  

Hammam

Ti rimarranno impressi i palazzi antichi e fastosi, le città dai suq labirintici, i forti crociati in fronte al mare, i caravanserragli dove gli artigiani battono il rame o rifilano il sapone, i ristorantini sulla riva, i bicchieri di vino o i bocconi fragranti dei cibi di strada che qualcuno ti offrirà con un sorriso accogliente. Ma al di là di tutte queste cose da vedere, da studiare ed apprezzare singolarmente e nel loro complesso, tuttavia, l'interesse più forte del paese, che, a mio parere, rende davvero importante trascorrervi un periodo più o meno lungo, è l'aria che si respira anche solamente guardandosi intorno, osservandone gli abitanti e la loro varietà, ascoltandone le problematiche, che tante cose insegnano sul mondo moderno in generale. Intanto non puoi stare in qualunque punto di questa nazione senza dover conoscere e considerare la storia recente, con i drastici cambiamenti e gli orrori che ha provocato, padri di tutte le criticità che il paese si trova oggi ad affrontare. Benché il Libano sia oggi piuttosto tranquillo e assolutamente sicuro per i visitatori, la continua presenza di militari e posti di blocco per le strade, le linee di confine considerate comunque barriere tra stati nemici quando non belligeranti, i segni che non puoi non vedere, muri scrostati, segni di pallottole, finestre senza vetri e macerie tra nuove costruzioni appena sorte a rimpiazzare le vecchie demolite, ti costringono a ricordare le lotte senza quartiere, la guerra civile infinita, le invasioni dei vicini e soprattutto la pressione delle ondate di profughi a cui il paese è stato continuamente sottoposto per più di un secolo. 

La necropoli di Tiro

E comunque la si voglia vedere un presenza costosa, inassorbibile e portatrice inevitabile di contrasti, rivalse, colpevolizzazioni. E' l'aria che si respira e che rimanda ad una continua incertezza tra i cosiddetti uomini di buona volontà, che non ne possono più di vivere sul filo di una lama tagliente e vorrebbero solamente campare in pace, ma una pace consistente, tangibile e duratura per poter fare progetti per un futuro con un orizzonte che vada al di là del solo tirare avanti fino a domani. E poi qui senti, forse più di ogni altro luogo, l'impatto devastante che hanno i credi religiosi quando diventano interpreti di odi etnici e interclassisti, con le loro certezze di essere gli unici nel giusto e di considerare l'altro solamente come un nemico, da reprimere, meglio da eliminare definitivamente. Mentalità che sembravano morte e sepolte dopo la definitiva cancellazione dell'epopea crociata, che dopo la loro definitiva sconfitta aveva aperto il medio oriente ad un epoca di tranquilla coesistenza tra tutte le mille varianti e sfumature di credo, che pretendevano di distinguersi solamente per affermare poteri clericali, ma che vedeva il sorgere di edifici religiosi, gli uni accanto agli altri, dove le comunità si incrociavano, sopportandosi ed apprezzandosi reciprocamente. 

In un take away

Un tempo sano di tolleranza fattiva e produttrice di crescita generale, cancellata nell'ultimo secolo dal rinfocolarsi di odi incrociati che hanno condotto a conflitti a tutt'oggi apparentemente insanabili e che hanno portato, soprattutto questo ricco e florido paese al disastro. In ogni punto del paese avverti nitidamente quello che questi contrasti hanno provocato, una instabilità politica e di governo che hanno portato ad una progressiva crisi economica, acuita certo, da cause esterne al paese stesso, ma incendiata soprattutto dai contrasti interni. Oggi hai la sensazione della totale inconsistenza dello stato, che continua ad avvoltolarsi nei litigi di bottega tra i vari partiti religiosi per spartirsi un potere sul nulla e che non riesce a concludere una qualche linea che porti ad intravedere una uscita da questa crisi. L'iperinflazione galoppante, uno dei più devastanti problemi economici che debba affrontare un paese, che distrugge ogni sicurezza, risparmi, pensioni, benessere individuale e collettivo e che produce uno scompenso sociale che porta inevitabilmente a disordini e rinfocolamento di ancor più dannosi populismi ed estremismi, è al momento incontrollabile. L'assenza ormai quasi totale dello stato, che non riesce neppure più a darti l'energia elettrica se non per qualche ora al giorno, costringendo chi può all'autoproduzione, genera a sua volta mafie e camarille per il controllo delle fonti private di energia. 

La valle dei cedri

Per non parlare del crollo nella efficienza dei servizi, medici e di istruzione, dove ormai solo a pagamento riesci ad avere un minimo di accettabile livello qualitativo. La carenza dei prodotti essenziali importati, quali le fonti energetiche e le derrate alimentari di base, che provocano ulteriori incontrollabili fiammate nei prezzi. Allo stesso tempo il potente afflusso di capitali dalle aree che ne dispongono, soprattutto dal Golfo, in cerca di buoni affari, comprando a prezzo di svendita e con forti ritorni immediati oltre a confermare una influenza politica, provocano comunque un notevole movimento finanziario e commerciale e mostrano un altra faccia del paese, quella della ricchezza smaccata, degli edifici e delle auto di gran lusso, rivoluzionando interi sezioni delle città, che contrastano pesantemente con le parti più deboli, ulteriore benzina sul fuoco per contrasti sociali e polarizzazioni religiose. Insomma una bella polveriera che contribuisce a farti avvertire continuamente questa aria di insicurezza, anche se poi non è nei fatti, di preoccupazione verso il domani, del vivere pensando solamente al contingente, che poi si vedrà. Di certo, oltre alla situazione economica, il vedere le difficoltà di molti, non contribuisce ad alleggerire le sensazioni ansiogene, l'immagine di certi quartieri dove i segni delle guerre non sono stati ancora cancellati dopo decenni, le devastazioni provocate da attentati vari e soprattutto dalla celebre esplosione del porto di Beirut, una ferita dolorosa ed inestinguibile, che leggi ancora nelle finestre sventrate e nei capannoni accartocciati. 

Il tempio di Bacco a Baalbek

O ancora le barriere di filo spinato, i murales di protesta sui muri che chiudono le entrate dei palazzi ancora da riprendere e restaurare, danno una sensazione di malessere che fa riflettere a lungo su dove si possa arrivare quando prendono la mano i contrasti tra simili, sulla base religiosa, etnica, economica. Questo è un monito che ti devi portare a casa, stampato nella testa. Ricordate sempre che basta un attimo, basta pochissimo per scoperchiare il vaso di Pandora e trasformare un luogo dove la gente si saluta con un sorriso sulla soglia di casa in un altro dove la gente si spara dalle finestre. E' successo e non solamente qui. Per questo insieme di cose, di contrasti, di bellezza e di ansia, non potrai non amare questo paese, accogliendone tutte le sfumature che arricchiranno il ricordo di momenti passati in silenzio ad ammirare un paesaggio, chiacchiere in un cortile bevendo un bicchiere di arrak, attese che un ragazzo peschi un falafel dall'olio ribollente e te lo porga con un sorriso. Quindi direi che il valore di un viaggio qui, anche se per pochi giorni, oltre ad ammirane le bellezze e a portarsi a casa una ricca serie di immagini di luoghi, monumenti, conoscenze e perché no, esperienze enogastronomiche e personali attraverso incontri con persone straordinarie e piacevolissime, deve servire anche a capire e a meditare sulle cose di cui vi ho appena parlato e questo è forse l'insegnamento più importante che il Libano ti regalerà. 

Beirut - la grande moschea


La valle sacra
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