venerdì 5 maggio 2023

Lebanon 39 - Quartieri

Pigeons rocks - Beirut - marzo 2023


La chiesa armena

Il quartiere armeno è incredibilmente vivo e rumoroso. Traffico intenso e gente che occupa le strade, le attraversa senza troppo riguardo, clacson che strombettano, motocicli che si infilano dovunque cercando un varco per passare, auto ammassate alla meglio in una esibizione di parcheggio selvaggio, insomma la tipica città mediorientale. La cosa che colpisce maggiormente è il numero di gioiellerie che occupano la maggior parte dei negozi lungo le strade e qui non siamo in una delle parti tematiche di un suq, con il consueto susseguirsi di bugigattoli, col vecchietto appollaiato in fondo come un falchetto in attesa che qualche passerotta si avvicini incautamente per guardare, ma vi sto parlando di bellissimi negozi con vetrine che grondano oro e preziosi di ogni tipo, pietre colorate, perle e gioielli anche di una certa importanza. Le insegne recitano i consueti nomi armeni che finiscono tutti in -ian, frutto di quella diaspora che percorse il medioriente dopo il genocidio compiutosi all'inizio del secolo scorso. Percorriamo tutta la via principale; le nostre accompagnatrici si rifanno gli occhi tra collane di corallo e orecchini di pietre preziose, sembra proprio che comunque una clientela in grado di comprare queste cose continui ad esistere, visto il numero e le dimensioni del business. In fondo, affogata tra le case, la chiesa armena, completamente dipinta di rosso cupo, alza la sua classica cupola cilindrica sormontata da un aguzzo cono. 

Palazzo a Gemmayze

Ma Beirut è anche questo: contrasti violenti da un quartiere all'altro quasi ci si confrontasse in città o paesi diversissimi e lontani anni luce tra di loro. Così ci spostiamo a Gemmayze con la sua Gouraud street, il quartiere in della movida notturna e dei movimenti intellettuali ed artistici della città. Qui è tutto un susseguirsi di antiche case ottocentesche, uniformi per il loro aspetto ottomano che le contraddistingue, in genere tre piani, con un grande piano nobile che centralmente presenta di solito una grande trifora, scandita da eleganti colonnine, con o senza bovindi artistici, magari in legno scolpito. Molte di queste case, che generalmente erano unifamiliari, adesso vengono via via restaurate e tornano al loro splendore originale, per dar luogo o case di lusso o ad alberghi o a locali di tendenza. Tutta la zona è percorsa da presenza di arte, con gallerie ed esposizioni. Questa è la parte della città dove vedi i murales più belli ed espressivi. Nei cortili delle case sono frequenti gli spazi con giardini e locali dove bere qualcosa o fermarsi ad assaporare il bello della città. In alcuni di questi vengono ospitate esposizioni o meglio quello che oggi si chiamano installazioni di arte contemporanei, di molti artisti locali ed internazionali. 

Istallazioni e reperti
Murales

Certamente le opere si possono e si devono discutere, sarà il tempo che permetterà di fare la giusta scrematura salvando quello che meriterà di essere salvato e buttando nella pattumiera della storia artistica quello che è solamente fuffa, cosa che, del resto, è sempre successa in ogni epoca. La cosa assolutamente curiosa è che in molti di questi locali che in generale hanno molti spazi all'aperto in deliziosi e godibilissimi giardinetti con giochi d'acqua e spazi appartati, queste opere artistiche, sono mescolate in maniera casuale con frammenti archeologici o pezzi straordinari di statue e mosaici antichi, evidentemente depredati dai vari ed innumerevoli siti che il paese presenta ad ogni piè sospinto e che evidentemente si trovano con una certa facoltà su di un mercato non troppo controllato. Qui vedi una parte di pavimento  con animali di fantasia, là tra due palmizi un sarcofago bizantino ancora sbozzato, in mezzo all'erba resti di capitelli corrosi, dietro ad una istallazione ottenuta dalla compressione in un piccolo cubo, dei rottami di un'auto corrosa dalla ruggine, un frammento di statua che leva al cielo un braccio smozzicato, insomma un vero e proprio museo a cielo aperto. Tuttavia l'evidenza è che tutto questo viene assolutamente tollerato, diversamente non se ne spiegherebbe questa orgogliosa e per nulla nascosta esibizione. 

Case di Gemmayze
Dopo l'esplosione

Comunque passeggiare per questo quartiere, bere un caffè od un aperitivo in questi bei locali, col naso all'insù per constatare quanto potesse essere bella la città quando la follia umana non aveva ancora deciso di prenderla a mitragliate, fa parte assolutamente del disbrigo della pratica comunemente etichettata come visita della città. Ne veniamo via malvolentieri perché è una zona davvero piacevole, ma la giornata ha ancora molte cose da proporre e anche se George rimane a disposizione con la sua macchina, le ore sono quelle che sono e siamo già a metà del nostro ultimo giorno in città. Dunque arriviamo fino in fondo alla Gouraud street, che in ogni caso rappresenta bene quella che era la parte più elegante della città vecchia, nella piazzetta circondata da palazzotti e case nuove ancora coi vetri spezzati dall'esplosione e da lì, in un paio di isolati, siamo già al porto vecchio da cui spiccano le putrelle ritorte puntate verso il cielo ed i capannoni devastati e quindi percorriamo tutta la corniche, fino alla punta, doppiandola per ad arrivare alla baia più famosa della città, con la scogliera che la domina e dalla quale dall'alto puoi spingere lo sguardo verso sud, quasi fino a Sidone. Alle spalle una parte abbastanza nuova della città con grandi palazzi, con qualche decina di anni, mentre la passeggiata è completamente occupata da locali alla moda, club e ristoranti sul mare, per la verità pieni di gente, anche se in giro incontri tanti che chiedono l'elemosina, incluse giovani madri con bambini in braccio, cosa che rappresenta molto lo stato di salute di una economia in sfacelo. 

La spiaggia di Beirut

Nella grande baia, di fronte alla falesa che cade dritta nel mare, un'altra nota cartolina della città, i due grandi faraglioni, detti Pigeons rocks, che sono l'attrazione principale della passeggiata, che con il suo grande balcone sempre gremito di gente che li fotografano, è meta costante di turisti, locali, coppiette che si fanno selfie e bambini che corrono in libertà, mentre i genitori siedono sulle panchine circostanti. Una della due grandi rocce presenta anche un notevole arco e le barche girano loro intorno e lo attraversano continuamente, per cercare la visuale migliore per una foto, mentre tu dall'alto cerchi di spingere l'occhio al di là della leggera foschia che ti confonde e dall'ultimo orizzonte il guardo esclude. La larga spiaggia che si protende all'infinito, sembrerebbe una selvaggia marina dei mari del sud dove onde lunghe si frangono dolcemente sulla riva, se non fosse per la sfilata di palazzoni altissimi che le fanno da sfondo e che la distanza fa apparire come abbandonati e quinte desolate di un mondo distopico postnucleare. Eppure mi dicono che durante l'estate questo luogo è affollatissimo e diventa uno dei più gettonati posti di mare della costa, grazie anche al fatto di rappresentare un po' la spiaggia più bella e comoda della capitale. Appena sotto la balconata una grandissima terrazza ospita una sorta di beach club con una grande piscina. La gente si gode il sole, sui tavolini bicchieri pieni e ombrellini colorati, i camerieri corrono da un tavolo all'altro, manca solo Daniel Craig vestito da James Bond che ordina Marini agitato non mescolato. Tutto appare bello e piacevole, ma la presenza di uomini della security all'ingresso, generalmente non è un segnale rassicurante. 

Quartiere armeno


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Un locale a Gemmayze



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