martedì 3 luglio 2012

Considerazioni sul Tai Ji Quan 7/8 : Lǎn què wěi

Eccoci arrivati al movimento Lǎn què wěi - 揽雀尾, che vale come settimo ed ottavo della forma 24 Yang, in quanto viene ripetuto prima a sinistra (左 - zuǒ) e poi a destra (右 - yòu). Ancora una definizione molto poetica per definire una tecnica più difficile da spiegare che da eseguire, come potrete osservare nel consueto video di www.taiji.de. Significa infatti Afferrare la coda del passero. Anzi Què rappresenta gli uccelli a coda corta (da non confondere con Niao, uccello a coda lunga). In realtà la coda del passero altro non è che il braccio dell'oppositore che sferra l'attacco. Ma vediamo i dettagli. La tecnica si compone di quattro momenti da eseguire in tre ritmi respiratori. Nel primo (Peng - 掤 - parare), non molto dissimile da Ye ma fen zong, spostando il peso sulla gamba destra con leggera torsione del busto verso destra si "prende il pallone" (inspirazione), quindi girandosi verso sinistra di 90° si porta il 70% del peso sulla gamba sinistra mentre il braccio sinistro si porta con arco dall'alto in basso col dorso della mano orizzontale rivolto verso il petto dell'avversario (espirazione); così ci si difende andando verso l'avversario con l'avambraccio che aderisce al suo petto, parando un colpo diretto. Lo sguardo passa dalla mano destra a quella sinistra. Si termina in posizione Gong Bu (passo arcuato). Nel secondo momento (Lu - 捋 - tirare indietro), dopo aver ruotato un poco il torso verso sinistra, si riporta il peso sul piede destro arretrato, ruotando verso destra. 

Questo movimento trascina quasi le braccia all'indietro facendo loro compiere due archi verso il basso (palmo sinistro verso il basso, palmo destro verso l'alto mentre lo sguardo ne accompagna il movimento fino in basso quasi fin dietro l'anca destra). Questa parte compiuta inspirando, simula la tecnica marziale con cui, rispondendo ad un attacco del braccio sx dell'avversario,  la mano sx afferra la sua spalla e la dx l'avambraccio ed usando la sua stessa forza d'attacco, lo si sbilancia verso terra (oppure afferrando l'avambraccio lo si sottopone ad una leva sull'articolazione del gomito). Durante l'azione il busto va mantenuto diritto. Nel terzo movimento (Ji - 挤 - premere) dopo una lieve torsione verso dx le braccia continuano l'arco verso l'alto, quindi tornano, mentre il busto ruota verso sx, nella direzione di sx. La mano dx con avambraccio quasi orizzontale (gomiti sempre un po' verso il basso), va a premere sulla mano sx (anche orizzontale) mentre tutto il peso si sposta verso sx di nuovo in Gong Bu (espirando). Adesso le braccia premendo contro l'avversario esercitano una azione di difesa. Con  il quarto movimento (An - 按 - respingere) rimanendo nella stessa direzione, il peso si sposta all'indietro sul piede dx ed entrambe le mani (palme in basso) si ritirano con un piccolo arco (basso-alto-basso) durante l'inspirazione. Il piede sx, completamente scarico di peso alza la punta. 


Quindi con tutto il corpo si esercita una spinta in avanti, in piena espirazione, il peso si riposta sul piede sx e le braccia respingono il corpo dell'avversario indietro, terminando in posizione Gong Bu con entrambe le braccia leggermente arcuate in avanti, palme in avanti, gomiti verso il basso, sguardo in avanti. Nella pratica si asseconda la spinta dell'avversario caricandosi della sua stessa energia per respingerlo indietro a nostra volta. Girandosi di 180° verso destra, si ripetono quindi i quattro movimenti verso un nuovo avversario alle nostre spalle. In tutta la tecnica è importante mantenere lo stesso ritmo senza spezzare i movimenti ma mantenendo una completa fluidità nel continuo bilanciare del peso tra le le gambe. Questi movimenti sono molto interessanti per l'enfatizzazione dei movimenti degli arti di cui viene rafforzata la muscolatura, in particolar modo le cosce, assieme a quella di dorso e addome. L'accentuazione del movimento respiratorio espande i polmoni e rafforza il cuore, migliorando la circolazione. Il punto importante da sottolineare sempre è il mantenimento dell'equilibrio, anche interiore, il contatto con il suolo, il trascinamento di tutti i movimenti che prende vita dall'interno dell'addome, mentre spalle, braccia e torso sono completamente rilassati. La respirazione deve dettare il ritmo come una musica interna che aiuti la coordinazione dei movimenti stessi, ritraendo leggermente il bacino durante l'inspirazione e contraendolo in avanti durante l'espirazione.

A conclusione di questo post, devo fare una precisazione in seguito alla corretta osservazione che mi fa in un commento l'amico Jag. Ho qui illustrato i movimenti Peng Lu Ji An solo dal punto di vista della tecnica del movimento. Questo mi è sembrato necessario, come per tutte le altre "tecniche" elencate negli altri post su questo argomento, in quanto per chi si avvicina a questa pratica è quanto meno obbligatorio acquisire una precisa esecuzione del movimento "esterno".  Ma il Tai ji, non è certamente solo questo, anzi se la pratica rimane ferma solamente all'esecuzione della serie di movimenti, anche se perfettamente eseguiti, sarà niente altro che un semplice esercizio fisico, di certo utile, ma molto lontano dal fine della pratica vera. Quando il principiante, dopo aver conseguito la corretta esecuzione dei vari movimenti, andrò oltre e inserirà i diversi concetti "energetici" che devono sottostare alle tecniche potrà dire di praticare il Tai Ji. La differenza tra Tai ji e le altre arti marziali sta forse proprio in questo.





Refoli spiranti da: Fundamental of Tai Ji Quan - Wen Shan Huang - S.Sky Book Co - Honk Kong -1973
Moiraghi : Tai Ji Quan - geo S.p.A. 1995
Kung Fu and Tai Ji  Bruce Tegner -Bantam book - USA - 1968
www.taiji.de
Huard - Wong . Tecniche del corpo - Mondadori Ed. 1971


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4 commenti:

Unknown ha detto...

Peng, Lu, Ji, An sono concetti, tipi di "energia", non sono tecniche come una qualunque altra arte marziale. Se sviluppati con la corretta pratica danno forza alle tecniche e portano benefici a livello psico/fisico. Analizzarli e praticarli solo dal punto di vista del movimento "esterno" non porta al vero obiettivo.

Enrico Bo ha detto...

Grazie mi sembra che tu abbia ragione. D'altra parte è proprio il fondamento base del Tai Ji andare al di là del movimento fisico, che bisogna considerare invece solo all'inizio della pratica

Unknown ha detto...

Sì, la struttura "esterna" deve essere funzionale allo sviluppo di quella interna, fondamentalmente per praticare correttamente Taiji si devono sviluppare e approfondire due qualità: Ting (ascoltare) e Sung (rilasciare la tensione da tessuti e articolazioni), sia negli esercizi "a solo" che in quelli in coppia, il lavoro in coppia è fondamentale per la comprensione del Taiji, all'inizio sarebbe meglio fare pochi movimenti/posizioni e molto più lavoro in coppia con oppurtuni esercizi. Buona giornata :)

Enrico Bo ha detto...

Verissimo, il tui shou ha una importanza fondamentale nel "sentire" l'energia esterna e bilanciarla con quella interna. Grazie

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