Un lavoro interessante questo libro-intervista di Moni Ovadia, l'artista bulgaro dalle straordinarie perfomances artistiche ed allo stesso tempo capace di profonde ed eruditissime analisi intellettuali sui grandi problemi del mondo moderno. Attore, scrittore e musicista, che di solito affronta il problema ebraico con l'incredibile autoironia di cui è capace questo popolo, qui prende in esame tutta la questione mediorientale con pagine di grande intensità, tenendo sempre ben fermo il suo punto di vista fortemente critico verso verso il governo israeliano e le sue azioni degli ultimi anni. Proprio lui che si sente fortemente un ebreo della diaspora di cui sottolinea la valenza positiva e l'importanza per il suo popolo di mantenerne vivo lo spirito. Vede con orrore il montante nazionalismo israeliano che sta divorando la parte migliore dell'ebraismo e lo denuncia con la commozione del pacifista vero che deve constatare l'irresolubile contrasto che continua ad acuirsi tra due popoli gemelli, molto più simili di quando vogliano essere lontani tra di loro. Continua a rimarcare quanto il nazionalismo mortifichi proprio gli aspetti più fondamentali dell'ebraismo, il concetto di terra mai di proprietà dell'uomo, l'invenzione del sabbath, inteso come consacrazione dell'importanza dell'uomo, per essere veramente libero e mai completamente schiavo dell'altro uomo, rimarcando infine come la terra non è stata data perché l'uomo si trasformi in fanatico nazionalista, ma proprio perché dimostri che l'unico modo per costruire la pace è saper vivere sulla propria terra da straniero tra gli stranieri. Un libro per conoscere un altro punto di vista, dall'interno, su una questione che rappresenta uno dei massimi punti di criticità del mondo attuale.
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
2 commenti:
Siamo sempre lì, gli intellettuali, le menti 'geniali' non possono appartenere ad una destra ottusa.
Cristiana
PS. Stimo Ovadia da sempre
@Cri-non posso che sottoscrivere
Posta un commento