mercoledì 19 luglio 2017

Malaysia 41 - Sepilok park








Madre e figlio


Incontri ravvicinati
Accidenti un'altra svegliataccia. Questa volta sono le 3:30. Certo sei hai solo trenta giorni scarsi e vuoi vedere più che puoi, devi sfruttare le giornate al meglio e quindi scegliere gli aerei di primo mattino. Questo di Air Asia parte verso le sei e quando arrivi sei pronto ancor prima che se avessi dormito lì. Poi qui gli aerei arrivano in orario e all'arrivo, se il tizio che ti aspetta non si vede, si danno tutti da fare per trovarlo. Insomma una certa efficienza bisogna confermarla. Poi l'aeroporto di Sandakan è un po' come la stazione di Valenza Po, si conoscono tutti e si danno una mano. Sandakan. Qui siamo proprio nel cuore del sogno. Avrà letto questo nome sulla carta geografica prima di creare il personaggio, chissà? Certamente a guardarlo, scritto sulle insegne della stazione aeroportuale, io non rimango indifferente. La letteratura stessa è sogno ed ogni cosa viene colorata dal ricordo che dopa la mente più di mille immagini. Infondo questa era la vecchia capitale del Sabah e probabilmente il nome scritto più in grande sulle carte geografiche dell'epoca. Lo avrà preso così, con una piccola variante perché suonava bene, Sambiglion lo poteva scandire in maniera comprensibile, urlarlo dalla tolda del praho con la vela spiegata al vento, mentre la nave inglese si avvicinava. Che emozione. 

Macaco codacorta
In verità, oggi la città può dire molto poco, al visitatore in cerca di esotico, qualche memoriale della guerra e qualche museo polveroso, un villaggio di palafitte per mostrare come si viveva un tempo da queste parti, mentre invece il territorio che la circonda ti dà l'opportunità di gustarti molte delle attrattive più famose del Borneo. La città è circondata di foreste e le isolette di fronte alla sua baia, ospitano alcuni dei più famosi areali marini che consentono di vedere fondali e vita subacquea tra i più interessanti. La piccola Turtle island poi, offre la possibilità di vedere un centro per la protezione delle tartarughe marine tra i piùbelli al mondo e volendo potete pernottarci pure, anche se a prezzi di affezione, ma cosa non si fa per amore della natura! Ma per sentirsi molto ecologisti nello spirito e animalisti nel corpo, d'altra parte questa è la tendenza più modaiola che consente anche di accalappiare aree di voto insospettabili, tenetene conto se vi volete dare alla politica attiva, basta uscire dalla città ed a pochi chilometri il Centro di riabilitazione degli orangutang di Sepilok, vi aprirà le porte per consentirvi di vedere da vicino e con tutto comodo questi animaloni deliziosi. Vedere un orango e mettere in dubbio la teoria evoluzionista è impossibile. Ogni suo movimento e soprattutto ogni suo sguardo è assolutamente e totalmente umano, d'altra parte, come mi sembra di avere già detto il suo nome significa proprio Uomo dei Boschi. 
Scoiattolo
Cammini sulle passerelle in legno che penetrano la foresta fitta e arrivi alla nurserie del centro dove una decina di piccoli, alcuni dei quali raccolti orfani o trovati in cattive condizioni nella foresta vengono allevati ed allenati a ritrovare tutte quelle capacità che servono per vivere nella vita selvatica. Poi all'età di sette od otto anni vengono lasciati nel loro ambiente naturale per riappropriarsi del loro stato selvatico. In questo centro, un po' più grande del suo omologo visto a Kuching, si lavora molto su questo tema della reintroduzione e infatti non si vede soluzione di continuità tra la riserva vera e propria e la foresta circostante in cui vivono gli altri animali. Infatti durante le operazioni di foraggiamento, quando grandi ceste di frutta vengono portate sulle piattaforme tra gli alberi, ecco arrivare diverse femmine con i piccoli in braccio, che si riforniscono con calma, sbucciando con cura banane e papaye e lasciando poi spazio anche ai gruppi di macachi dalla coda lunga, seguiti dai cugini dalla coda corta che si siedono più comodi senza che il mozzicone che resta, dia loro troppo fastidio. E' un rincorrersi continuo per strapparsi i frutti, ma poi prevalgoono le gerarchie e dopo il capo, mangiano le femmine in ordine di importanza e rimane ancora molto per i piccoli. Poi arrivano dei grandi scoiattoloni neri con una enorme coda fulva che razzolano tra i resti incerca di semi. 

Riposo tra gli alberi
Gli animali non fanno più caso, ormai abituati agli umani appostati sulle passerelle tra i rami e la vita nella foresta prosegue tranquilla, rotta solo dalla pioggia che di tanto intanto ti ricorda il nome di questi ambienti. Se un orango invece di dondolarsi tra un ramo e l'altro preferisce camminare lentamente su una passerella, appoggiando le nocche sull'impiantito e strusciandovi il lungo pelo marrone, gli umani si scostato e lo lasciano passare, tenendo protetti occhiali, cappellini e soprattutto macchine fotografiche e lui va avanti buttandoti un'occhiata di lato come a dire: ma stai tranquillo che vado a farmi un po' di banane. Qualche volta si ferma, ti squadra un po' più da vicino, mentre tu rimani rigido in attesa senza repirare e lui magari ti allunga una carezza o, perché no, rovescia le labbra mostrando la chiosa dei denti, una specie di sberleffo come per prendere un po' in giro la tua supposta seriosità. Proprio a fianco, un altra riserva molto divertente dove fanno lo stesso mestiere con i cosiddetti orsi del sole, quelli di taglia più piccola esistenti al mondo, che un tempo anche qui erano oggetto di attenzioni interessate e malevole da parte dei raccoglitori di bile, materiale ricercatissimo nella farmacopea cinese e il cui prelievo sottoponeva questi animali a sevizie inenarrabili. 

Si rosicchia
Eccoli tra le frasche del sottobosco, o arrampicati su alberi dai grandi tronchi alla ricerca di una comoda forcella dove riposare sboccocenllandosi qualche pezzo di canna da zucchero, sembrano dei piccoli panda che si godono la vita. Deve essere una vera delizia rosicchiare, mostrando i canini aguzzi e tenendocon cura il pezzo con i due zamponi anteriori, tra i grandi cuscinetti grigi e gli unghioni bianchi mentre con la lunga lingua si leccano il dolce succo che ne esce, gli occhi socchiusi in atteggiamento sibaritico. Non c'è dubbio sono molto coccolosi, direbbe mia figlia sdilinquendosi, non puoi andartene senza fare un'offerta all'associazione che li protegge, vorrai mica che cadano preda di mercanti succhiatori di bile che li metterebbero in minuscole gabbie di rete metallica con cateteri beanti, fino alla loro morte? Non si può e le molte foto esposte all'ingresso, con musi disperati che neppure riescono più a uggiolare aiuto, contribuiscono a rendere più corposa la donazione. A stento riesci a digerire l'ottima omelette al formaggio che forniscono al bar all'entrata che è già ora di riprendere la strada. Ci aspettano due giorni in una delle foreste più belle dell'isola e non vorremo mica arrivare in ritardo. Qui la notte scende presto e dal fitto del verde che va sempre più scurendosi, già ti pare di vedere occhi gialli che ti guatano desiderosi di fare la tua conoscenza più da vicino.

In visita al centro
SURVIVAL KIT

Per raggiungere Sandakan - Air Asia ha diversi voli al giorno da Kota Kinabalu. Il primo volo vi consente di avere poi la giornata piena e dura 50 minuti. Costo 105 MYR con bagaglio in stiva e panino. (Taxi all'aeroporto 45Myr). Arrivati si può concordare un auto che vi aspetti e già alle 8 partire per raggiungere i punti di interesse intorno alla città.

Sun bear
Sepilok Rehabilitation Centre - Simile a quello di Kuching, qui sembra più scientificamente organizzato. Arrivando prima delle 10:00 la mattina potrete assistere al foraggiamento degli oranghi e alla fase di istruzione dei piccoli da parte dei volontari, in una bella sala fornita di grandi vetrate oscurate che consentono di vedere senza disturbare gli animali. Oltre all'ingresso si paga per la macchina fotografica. Si può mangiare all'ingresso del parco.

Bornean Sun Bear Conservation Centre - Come altri centri simili (ne avevo visto uno in Vietnam, lì si trattava degli orsi della luna), il centro sioccupa del salvataggio di questi che rappresentano la più piccola specie di orso esistente. Grandi poco più di un cagnone, se ne possono ammirare e fotografare parecchi attraverso una serie di passerelle che girano tra gli alberi con diverse aree di osservazione. Ingresso 32 Myr.




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Un piccolo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Povere bambine !!!!!!!!

Enrico Bo ha detto...

eh con tutto l'olio di palma che si devono cuccare!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!