giovedì 13 agosto 2009

Stella cadente.

I meccanismi della mente umana sono strani ed insondabili. Ma cosa può condurre un gruppetto di ultrasessantenni bisognosi di riposo dopo una giornata di dura camminata a riprendere le auto e salire in montagna a guardare le stelle cadenti? Ricerca del tempo perduto? Nostalgie un po’ fané di un passato lontano? Voglia di passare una serata all’aria aperta? Chissà. Il fatto è che ieri sera, memori del fatto che, come da cronache estive (non ci sono molte notizie in agosto oltre le vacanze del Certosino e un po’ di mogli ammazzate da coniugi nervosi), tra qualche decennio non ce ne sarà più traccia (abbiamo finito anche queste assieme al petrolio), saliamo in macchina attrezzati di tutto punto e via fino al Colle delle Finestre, punto d’eccellenza per avere una bella visione notturna. A nulla vale l’osservazione dei più concreti, che tutto il cielo era completamente coperto da una spessa nuvolaglia nera, ma come ci viene consigliato ogni giorno, prevale l’ottimismo e si va con qualunque tempo, alla faccia di Italia-Svizzera che comunque è un’amichevole estiva. Si sale pian piano e miracolo, le nubi si squarciano e quando arriviamo a Pian dell’Alpe, una stellata imperiale occupa tutto il cielo visibile tra le montagne. Alla luce incerta delle pile cerchiamo spazio in un prato evitando, se possibile di calpestare quanto il suono di allegri campanacci bovini che ci circonda, promette essere sparso qua e là per intrappolare gli incauti che si affidino alla scarsa luce del plein air. Si stendono i teli a terra, poi, imbacuccati per resistere al gelo che sale, tutti stesi a terra a pancia in su con lo sguardo a nord-est. Il grande carro tramonta a poco a poco dietro la montagna, mentre la grande doppia W di Cassiopea sorge dal varco del colle, la lunga striscia della Via Lattea attraversa tutto il nero del cielo. Sono quasi le 23, l’ora più propizia, infatti mentre gli occhi si abituano all’oscurità, ecco che lo sciame delle Perseidi comincia a fare il suo lavoro, solcando l’oscurità con strisce diritte e leggere. Sarà pure che la Hack non ci trova più niente di interessante, ma quell’attesa silenziosa dell’attimo fuggente, quel ohh di meraviglia trattenuta quando la riga luminosa attraversa tutto il cielo e subito scompare senza lasciarti il tempo di respirare, di completare il pensiero, di formulare il desiderio represso, quell’abbraccio in cui la tua ragazza si stringe a te per ripararsi dal freddo pungente, io, questi scampoli di emozioni, pur piccoli, non li butterei via così facilmente come la pelle del salame. C’è rimasto anche il tempo per stappare una bottiglia di champagne per festeggiare degnamente un compleanno in quota. Semplici sì, ma noblesse oblige. Poi quando il quarto di luna ha cominciato a far capolino dietro la grande massa scura del Pelvo, ci siamo alzati, intirizziti e contenti, per tornare a valle, domani sveglia alle 6:30, ci aspetta una lunga marcia al Sommellier. Sereni i più, qualcuno forse deluso perché le Perseidi sono così rapide, attraversano il cielo, il pensiero ed il desiderio in un attimo, non ti lasciano neanche il tempo di pronunciare per intero la parola Superenalotto, pazienza.

3 commenti:

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Io il più bello spettacolo di stelle cadenti l'ho visto proprio lì vicino, al passo della Gardetta sopra Borgo San Dalmazzo. Il cielo era così terso che, anche se non ci fossero state, la Via Lattea da sola valeva la gita e la notte in tenda. Con la stessa canadese eravamo stati al mare: al mattino fummo svegliati dalle linguate di alcune mucche che leccavano il sale sui teli.

ParkaDude ha detto...

Detto con sincerita': mi piacerebbe tagliare il traguardo dei 60 con uno spirito del genere.

blasblog ha detto...

c'e sempre la voglia d'evadere della routine, meglio all'aperto meglio guardando l'infinito cielo universale
un saluto
Blas

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!