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sabato 7 gennaio 2017
Mороз

lunedì 25 novembre 2013
Il vestito a pois.
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1948 |
giovedì 27 dicembre 2012
Quei bei freddi di una volta!
Gelo russo. - (f. Komaricev) |
sabato 12 maggio 2012
Plast 2012.
A volte basta un sentore, un profumo, un odore. Il cervello dell'uomo è davvero uno macchina strana. Entri in un luogo, senti rumori, movimenti e subito si accende qualcosa; avverti una fragranza particolare e immediatamente scatta la sensazione e la catena dei ricordi si mette in moto come quando schiacci lo start del computer e la macchina comincia a girare, a scavare nei meandri delle connessioni per ritrovare momenti dimenticati, ma che non erano perduti, solo accantonati, catalogati, archiviati e tutto questo mette a sua volta in moto l'onda del sentimento, che non è razionale e meccanica, ma che si nutre di dati per creare sensazioni, afflati, desideri, onde di nostalgia assolutamente irrazionali e non meccanicistiche. Così l'altro ieri, entrato negli alti padiglioni della fiera a Milano, mentre l'occhio correva a decrittare in automatico marchi vecchi e nuovi e lo sguardo vagava inutile sulle rotondità esibite delle standiste fasciate e strizzate dei classici tubini da fiera, alle spalle mi aggrediva un aroma silenzioso, malandrino e ammiccante, quel particolare ed inconfondibile e grato odore di plastica estrusa che aleggia nell'aria delle fiere del settore, e che accompagna inequivocabilmente i tonfi cadenzati delle presse, tamburo sacro di questa religione, battito zen imperturbabile del moderno demiurgo. Eccomi subito entrato in questo mondo come una Alice in una Wonderland piena di giocattoli grandi e luccicanti, macchine creatrici dalle cui bocche escono implacabili, tubi, fogli, fili; animali metallici giganti che aprono magicamente le loro fauci per fare apparire oggetti cavi, stampati, soffiati, riempiti, plasticamente modellati dalla fantasia del Creatore che ne ha plasmato le linee, curve e filanti, ripetibili all'infinito. Arte pura.
giovedì 26 aprile 2012
ностальгия.
mercoledì 11 aprile 2012
Scarpe rotte eppur bisogna andar.
martedì 27 marzo 2012
Mutande di lana.
lunedì 5 dicembre 2011
Il Milione 58: Ritorno a casa.
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Marco Polo - Immagine dal web |
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Basilica di San Marco |
Cap. 209
Ma credo che fosse piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessoro sapere le cose che sono per lo mondo, ché, secondo ch'avemo contato in capo del libro nel titolo primaio, e non fu mai uomo, né cristiano, né saracino, né tartero né pagano, che mai cercasse tanto nel mondo quanto fece messer Marco, figliuolo di messer Niccolò Polo. nobile e grande cittadino della città di Vinegia.
Venezia - L'approdo di piazza S. Marco
Cap. 1
Signori imperadori, re e duci e tutte l'altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti d'Erminia, di Persia e di Tarteria, d'India e di molte altre province. E questo vi conterà ordinatamente Messere Marco Polo, savio e nobile cittadino di Vinegia come egli medesimo le vide. Ma ancora v'à di quelle cose le quali elli non vide, ma udille da persone degne di fede, e però le cose vedute dirà per veduta e l'altre per udita, acciò che il nostro libro sia veritiero e sanza niuna menzogna.
Un indovino
Tibet misterioso.L'IVA della porcellana.
martedì 13 luglio 2010
Sono un tipo da chinotto.
domenica 13 settembre 2009
Ricami rossi.
giovedì 13 agosto 2009
Stella cadente.
I meccanismi della mente umana sono strani ed insondabili. Ma cosa può condurre un gruppetto di ultrasessantenni bisognosi di riposo dopo una giornata di dura camminata a riprendere le auto e salire in montagna a guardare le stelle cadenti? Ricerca del tempo perduto? Nostalgie un po’ fané di un passato lontano? Voglia di passare una serata all’aria aperta? Chissà. Il fatto è che ieri sera, memori del fatto che, come da cronache estive (non ci sono molte notizie in agosto oltre le vacanze del Certosino e un po’ di mogli ammazzate da coniugi nervosi), tra qualche decennio non ce ne sarà più traccia (abbiamo finito anche queste assieme al petrolio), saliamo in macchina attrezzati di tutto punto e via fino al Colle delle Finestre, punto d’eccellenza per avere una bella visione notturna. A nulla vale l’osservazione dei più concreti, che tutto il cielo era completamente coperto da una spessa nuvolaglia nera, ma come ci viene consigliato ogni giorno, prevale l’ottimismo e si va con qualunque tempo, alla faccia di Italia-Svizzera che comunque è un’amichevole estiva. Si sale pian piano e miracolo, le nubi si squarciano e quando arriviamo a Pian dell’Alpe, una stellata imperiale occupa tutto il cielo visibile tra le montagne. Alla luce incerta delle pile cerchiamo spazio in un prato evitando, se possibile di calpestare quanto il suono di allegri campanacci bovini che ci circonda, promette essere sparso qua e là per intrappolare gli incauti che si affidino alla scarsa luce del plein air. Si stendono i teli a terra, poi, imbacuccati per resistere al gelo che sale, tutti stesi a terra a pancia in su con lo sguardo a nord-est. Il grande carro tramonta a poco a poco dietro la montagna, mentre la grande doppia W di Cassiopea sorge dal varco del colle, la lunga striscia della Via Lattea attraversa tutto il nero del cielo. Sono quasi le 23, l’ora più propizia, infatti mentre gli occhi si abituano all’oscurità, ecco che lo sciame delle Perseidi comincia a fare il suo lavoro, solcando l’oscurità con strisce diritte e leggere. Sarà pure che la Hack non ci trova più niente di interessante, ma quell’attesa silenziosa dell’attimo fuggente, quel ohh di meraviglia trattenuta quando la riga luminosa attraversa tutto il cielo e subito scompare senza lasciarti il tempo di respirare, di completare il pensiero, di formulare il desiderio represso, quell’abbraccio in cui la tua ragazza si stringe a te per ripararsi dal freddo pungente, io, questi scampoli di emozioni, pur piccoli, non li butterei via così facilmente come la pelle del salame. C’è rimasto anche il tempo per stappare una bottiglia di champagne per festeggiare degnamente un compleanno in quota. Semplici sì, ma noblesse oblige. Poi quando il quarto di luna ha cominciato a far capolino dietro la grande massa scura del Pelvo, ci siamo alzati, intirizziti e contenti, per tornare a valle, domani sveglia alle 6:30, ci aspetta una lunga marcia al Sommellier. Sereni i più, qualcuno forse deluso perché le Perseidi sono così rapide, attraversano il cielo, il pensiero ed il desiderio in un attimo, non ti lasciano neanche il tempo di pronunciare per intero la parola Superenalotto, pazienza.
sabato 7 febbraio 2009
Tagliare o potare?

Solo ed in silenzio sull’alta torre ovest.
La luna è come un gancio appeso nel cielo.
In fondo al cortile il fresco autunno
Incatena il platano solitario.
Non è giusto spezzarne i rami, ma bisogna potarlo
Che sapore indicibile in fondo al cuore.