sabato 21 novembre 2009

Cupole dorate.

Il termometro della stazione segnava -20° C e anche la notte era stata dura, sul tredo da Kharkhov non riscaldato, ma Kiev coperta di bianco spesso, mi apparve nel mattino ancora scuro, come uno di quei souvenir nella sfera trasparente. Bastava girare e scuotere un poco per vedere scendere la neve adagio, di tanto in tanto. Sembrava addormentata Kiev, intorpidita dalla mancanza di riscaldamento, con qualche tram che passava scivolando sulle rotaie anch'esse coperte di bianco, senza auto, senza passanti, con grandi parchi dagli alberi bassi coperti di galaverna, distesa sulle colline che scendevano verso il Dniepr ghiacciato, come un lago bianco senza neppure i puntini neri dei pescatori davanti al loro buco. Come un presepe, le cupole dorate del monastero di Santa Sofia popolavano il pendio. Uno spettacolo fiabesco appena offuscato dalla foschia azzurra. Man mano che ci si avvicinava, l'imponenza delle sue costruzioni coprivano la vista del fiume e passeggiando per i larghi spazi interni deserti, ti pareva di aggirarti per una antica città abbandonata per qualche cataclisma, una Cernobil del passato da cui gli abitanti erano scomparsi, vaporizzati o fuggiti, lasciando intatto il luogo, che respirava magia da ogni bagliore dorato dei campanili, dai portali socchiusi, dai chiostri segreti. Vidi solo un pope lontano, che subito scomparve dietro una porticina appena tentai di avvicinarmi. Una atmosfera ovattata ed irreale da cui non riuscivo a staccarmi e che mi impediva di sentire il freddo pungente sulle orecchie e sul naso. Sarei rimasto lì per ore; forse è questo il torpore che precede la morte bianca, anche se tutti i tuoi sensi sono accentuati ed ascolti anche le vibrazioni nascoste del luogo, non avverti le pulsioni più normali come i rumori, il caldo, il freddo. Così, perduto nella sindrome del luogo, quasi non mi accorsi dei richiami di Valery che mi spingeva a non ritardare il rientro. Valery era il nostro contatto di Kiev. Era un professore universitario che, non riuscendo più a quadrare il bilancio familiare con i 50 dollari dello stipendio, aveva pensato di mettersi nel business, assieme alla sua avvenente assistente con cui si accompagnava, come ci tenne subito a farci sapere, dopo aver mollato la moglie. Il monastero poteva aspettare, ci attendeva invece, dopo aver frettolosamente lasciato i bagagli in albergo, una importante riunione alla Camera di Commercio dove alcuni dei più importanti operatori economici stavano aspettando con ansia che portassimo loro il nostro evangelo. Raccogliemmo in fretta tutto quanto serviva per lo show della nostra presentazione ed arrivammo in tempo davanti al gran tavolo dove era schierato il fiore dell'economia ukraina del momento.

8 commenti:

Angelo azzurro ha detto...

Bello anche questo post. Mi par di vederlo quel presepe...Immagino le emozioni forti nel vedere il pendio con le cupole dorate e quell'atmosfera così irreale...

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

La bellezza della tua descrizione è testimoniata dal fatto che mi sembrava di vederla, la città deserta imbiancata e gelata, di sentire il suono sommesso dell'abbandono, di sentire sul naso il gelo bollente dei -20°C. Perché dire altro? Bravo.

Fabio ha detto...

Sono tanti anni che non vedo la neve da vicino, che non la tocco con le mie mani e questi paesaggi esercitano su di me una straordinaria attrazione. Un caro saluto, Fabio

FEROX ha detto...

E' passato tanto tempo.... e nel posto in cui eravamo, mio caro Amico, ora e' sorto un altro tempio: McDonalds....
FEROX

Enrico Bo ha detto...

Grazie a tutti . Si è rifatto vivo l'amico Ferox, che nella neve ci vive.Se non ricordo male, domani o dopodomani arriverai anche tu in quel viaggio che rappresentò per me il rodaggio della Russia futura. E mi ricordo che stavi malissimo.Eheheheh. Chissà che fine ha fatto il buon Valery?

Annarita ha detto...

Un racconto denso di suggestioni. Bello! Hai mai pensato di raccogliere i post in un unico documento pdf, una specie di ebook da pubblicare in un'unica soluzione?

Pensaci, se non lo hai fatto. Potrebbe essere una strada da percorrere!

Enrico Bo ha detto...

Cara Annarita, ceeeerto che ci ho pensato, ma l'anziano rimane irrimediabilmente ancora legato al cartaceo, sai quelsenso di piacere sottile nello sfogliare le pagine, per cui l'intenzione è quella di pubblicare al più presto con uno dei tanti sistemi che adesso ci sono a disposizione tipo Lulu o Il mio libro, anzi hai dei suggerimenti? Per ora pensavo di dividere i post per argomenti in modo da fare dei capitoli tematici.Eventualmente mi farebbe piacere una tua prefazione....

Annarita ha detto...

E' comprensibile! Il piacere di sfogliare un libro è insostituibile.

Consiglio allora, come affiancamento, la pubblicazione di un estratto in formato pdf per invogliare i visitatori occasionali.

Per la prefazione, si può fare, ma non nell'immediato. Diciamo durante la pausa natalizia;)

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