martedì 29 novembre 2016

SI



Lo so che aspettate tutti con ansia che dia la stura alle emozioni ed ai racconti che mi sono portato a casa dalla mia ultima esperienza, ma al di là del fatto che più giorni passano e più maturano e a me non piace la frutta acerba, c'è anche la questione che appena tornato a casa mi sono ritrovato sotto un bombardamento di opinione a cui, l'essere rimasto lontano quasi un mesetto, mi aveva completamente disabituato. E la cosa è davvero fastidiosa. Ogni campagna elettorale è peggiore e sempre più becera di quella precedente. Pensavo che nei paesi civili non si sarebbe mai arrivati ai livelli americani e invece bisogna constatare che sempre più spesso li superiamo. Anche se si è convinti che chi vota diversamente da noi è un imbecille (è sempre stato così, inutile fingere), l'insulto libero che ha ormai sostituito l'esposizione delle proprie sacrosante ragioni, è diventato la norma. Certo i social sono responsabili di questa tendenza in massima parte. E' la sindrome dell'automobilista che, dall'interno del suo abitacolo vomita i peggiori insulti verso le auto viciniori, convinto di essere manlevato di responsabilità, anzi in qualche modo giustificato a farlo. 

Ho sentito cinesi che, dalla prorpia auto, addirittura arrivavano a rivolgere parole come "wang ba tan" (uovo di tartaruga), insulto pesantissimo e terribilmente volgare, quasi sinonimo di stronzo, che nessuno oserebbe mai ripetere vis à vis. La protezione della lamiera dell'abitacolo, così come la barriera dello schermo, fa il miracolo e come abbiamo visto nel caso della Boldrini, le più miti casalinghe di Voghera vomitano cose che ne qualificano poi il reale spessore. Comunque questo benedetto referendum, e sappiamo bene quanto dei referemdum sia mai importato agli italiani in passato, ha agitato le acque in maniera assolutamente anomale ed esagerata. Intanto sappiamo tutti che vincerà il NO, come è logico, in quanto tutti i partiti, incluso una parte di quello al governo spingono in questa direzione per liberarsi di Renzi, che non ha capito fin dall'inizio che in Italia, ma anche nella maggior parte del mondo, basta dire, "se mi votate contro me ne vado", perché ti tradisca anche la moglie. E' insito nell'animo bastardo dell'uomo, quello che si preferisce fare un dispetto anche se si fa un danno a se stessi. Topos così perfettamente rappresentato dal Tafazzismo. 

Inoltre gioca contro un'altro sentimento imperante, il benaltrismo, di modo che, dato che ben altri sono i problemi è meglio non fare nulla. Bocciare comunque le cose con la scusa che non sono perfettamente come le volevamo noi (cosa impossibile in democrazia, dove l'accordo è sempre ottenuto con la trattativa ed il compromesso, se no è dittatura). Dato che era meglio risparmiare 100, bocciamo la soluzione di risparmiare 20, così non risparmiamo nulla. Siccome era meglio dimezzare gli onorevoli e invece se ne eliminano solo più di 200, meglio non eliminarne nessuno. Poiché era meglio eliminare tutti gli enti inutili meglio tenersi anche il CNEL. Tutto il resto non conta. Conta solo l'odio verso il nemico che condurrà un popolo, in tempo di No tutto, a votare contro a prescindere. E' un peccato vedere i sostenitori di questa parte arrabattarsi a trovare qualunque scusa (ho sentito uno che tra le ragioni del No inseriva il fatto che l'elettorato non sapesse neanche cosa fosse il CNEL)  e negare invece a spada tratta, che l'unica ragione ammissibile per il NO è il voler far cadere il governo. Perché non ammetterlo seriamente, perché volersi giustificare anche con se stessi. 

Però non basta, bisogna anche vomitare insulti a manetta contro la parte avversa, casomai qualcuno ti dia del buonista, uno degli insulti che va per la maggiore. Già perché buonista è un insulto e viene usato come tale, perché è il contrario di facciadimerdista e anche qui devi scegliere a quale partito aderire, non puoi stare in mezzo e quello che sei viene fuori automaticamente da quello che dici. Non basta, di norma chi di più insulta, più è suscettibile e ritiene a sua volta di essere insultato, interpretando ogni dichiarazione altrui nel modo più malevolo e parziale. E sto parlando della gente comune, non dei politici in campagna che sono autorizzati a dire qualunque cosa evidentemente. Comunque, sia come sia, io il mio endorsement per il SI l'ho già fatto, anche se è perdente, un po' per convinzione, un po' perché molto meglio questo che niente, un po' perché dopo Renzi ci sono personaggi che mi terrorizzano e infine egoisticamente perché il No provocherà un certo contraccolpo economico, che poco o tanto, non abbiamo proprio bisogno di avere. Solo i pochissimi che traggono vantaggio dal tanto peggio tanto meglio hanno valide ragioni per votare NO a mio parere, ma di questi tempi è così, vince Brexit, vince Trump e così via. Bisogna farsene una ragione.


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lunedì 28 novembre 2016

In morte del Lìder maximo

L'Havana - 2002

Beh, prima o poi tutti ce ne dobbiamo andare. E' toccato anche a lui dunque ed in questo caso, come accade per la maggior parte dei personaggi di spicco delmondo, le reazioni sono molto contrastanti, anche se ce le si deve aspettare in questi casi. Per la maggior parte borborigmi di pancia di fans o di nemici giurati, come si usa ormai nei tempi di social. Difficile leggere commenti che tentano di fare bilanci pacati, di esaminare la storia e la realtà. Forse è presto, queste analisi richiedono tempi lunghi che lascino smorzare appunto le reazioni di parte. Non basta di certo una generazione allo storico, d'altra parte poi, il tempo passa e la storia la scrivono i vincitori per cui neanche questa lettura dà certezze di verità. Erano così perfidi i Cartaginesi, chi può dirlo ormai. A caldo si possono solo esaminare, se si vuole mantenere una certa obiettività, i fatti più concreti ed evidenti, i numeri, i paragoni con situazioni analoghe sperando di fare le contestualizzazioni nel modo più corretto possibile, anche se ognuno poi non può fare a meno di portarsi dietro le proprie convinzioni. 

Nel nostro caso, partirei da alcuni punti fermi. Fidel è un personaggio che, forzatamente porta con sé luci ed ombre. Bisogna vedere se prevalgono le prime o le seconde. Non c'è dubbio che il carisma che lo ha sempre accompagnato, la forza del pensiero rivoluzionario, dell'opposizione ad un pensiero dominante con la ricerca di una soluzione che consentisse di non essere sopraffatti da un vicino scomodo e potentissimo, ne abbiano fatto una figura che ha acceso un'aura romantica e accattivante, bandiera per gli oppressi e i neocolonizzati di tutto il mondo. Tuttavia non si può negare che, come è accaduto in quasi tutti i casi, la spinta liberatoria e rivoluzionaria, si sia trasformata rapidamente in una dittatura che, come insito in ogni governo autoritario che non trova altro modo per autodifendere il proprio potere, ha sempre negato proprio quella libertà che affermava di avere conquistato. Non puoi non chiamare dittatore o tiranno chi imprigiona ed eventualmente, tortura e uccide anche un solo oppositore. 

Poi, però bisogna esaminare gli effetti che ha sulla vita reale di un popolo, un regime autoritario. Ad esempio non ci sono dubbi che a Singapore o nella Cina del dopo Mao, ci siano governi molto autoritari che negano una serie di libertà che il mondo occidentale non sarebbe disposto ad accettare, ma i risultati economici di questi governi sono tali da aver portato una serie di benessere materiale che per moltissime di quelle popolazioni, fanno passare assolutamente in secondo ordine, la richiesta di libertà che a noi appaiono  non negoziabili. Nel caso dell'esperimento cubano non è andata in questo modo. A Cuba è emerso per l'ennesima volta come l'ideale marxista di una società fondata sul socialismo distributivo del dare a tutti secondo i propri bisogni, nella pratica non funziona, forse perché nella genetica umana permane quel seme di egoismo inestinguibile che porta a far migliorare conomicamente la società in generale solo quando, ogni singolo individuo tenta di affermare la propria identità, spesso prevaricando il vicino, anche se rimanendo controllata in qualche modo dal sistema per non cadere nell'eccesso opposto, cosa che vediamo accade spesso nelle situazioni di liberalismo spinto. 

Il risultato è stato certo di eguaglianza generica, ma condita con un impoverimento totale e diffuso che chi è stato sull'isola non può negare in nessun modo. Il sistema socialista, ancora una volta ha dimostrato che non riesce a produrre ricchezza generalizzata o quantomeno un miglioramento degli standard di vita. Questo si accompagna poi sempre ad un aumento dello scontento interno, perché alla fine la gente tende a mettere davanti a tutto l'appagamento delle piccole necessità materiali, agli ideali di indipendenza, libertà e tutte le altre belle parole generiche che poi non riempiono la pancia. Quando ci sono stato per circa un mese, non ho potuto che registrare questo rumore di fondo continuo, nella stragrande maggioranza dei casi, in cui prevalevano sempre la sofferenza per la mancanza di beni conosciuti e desiderati o la voglia di andarsene in altri luoghi, idealizzati e sognati come un Bengodi favoleggiato. Solo la stupidità americana di un embargo spesso inutile, ha fornito una ottima scusa per giustificare completamente, da parte del potere, il fallimento economico di un sistema, oltre ad estremizzare una posizione internazionale che ha spinto il regime tra le braccia degli avversari di quel tempo. 

Dunque un regime che non ha dato risultati validi per il benessere generale di un popolo automantenendosi inoltre con forza e durezza inaccettabile. Però non si possono negare che ci siamo anche delle luci in questo processo. Per avere un giudizio obiettivo, il paese va paragonato agli altri dell'area nelle medesime condizioni. In questo caso non si può negare che tutti i vari staterelli centroamericani sono stati preda di situazioni opposte ed in quei luoghi la gente è parimenti poverissima e nella maggior parte dei casi sta anche peggio. Infatti non si possono negare al regime i risultati nel campo della sanità e nel sistema scolastico, di cui possono godere i cubani rispetto ai loro vicini. Spesso neppure gli stessi cubani scontenti si rendono conto di questo. Forse dovendo scegliere se nascere a Cuba o ad Haiti, Guatemala, Honduras, Belize, Nicaragua ecc. non avrei avuto dubbi e anche questa ritengo sia una realtà innegabile. 

Ora la morte di Fidel, anche se effettivamente era lontano dalla stanza dei bottoni da anni, segna un passaggio che sicuramente darà luogo a cambiamenti, attesi da molti con speranza, da altri con timore. La storia ha insegnato che in generale questo tipo di passaggi sono sempre forieri di sofferenza e pesanti disagi per la popolazione che vi viene sottoposta. Ci sono già feroci belve in lista di attesa, dalle zanne sguainate che non aspettano altro. Ritrasformare l'isola nel postribolo per americani come era precedentemente oppure per liberalizzare ghiotte opportunità predatorie per i neocolonialisti all'opera in tutte le parti del mondo, come sta accadendo alla grande in Africa è la bramosia generale che pervade chi è interessato dall'esterno. Difficile che lo status quo possa mantenersi a lungo adesso che la diga teorica rappresentata da Casto si è rotta. Troppo vecchi e consumati gli epigoni al potere attualmente per poter resistere a lungo su una linea di intransigenza. Un cambiamento graduale sarebbe certo, a mio parere il meno traumatico per i cubani, ma difficilmente questo avviene di solito. In ogni caso una cosa è certa, chi vorrà andare a vedere questa meravigliosa isola, di gran lunga il paese più interessante del Caribe, non la troverà più uguale a quella degli anni scorsi. Staremo a vedere.


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sabato 26 novembre 2016

Di nuovo a bagno?

L'acqua a pochi cm dal bordo dell'argine - Foto Alessandria news


Son tornato, son tornato, tranquilli. Sano e salvo come sempre e che mi capita appena prendo possesso delle avite mura? Che precipito in pieno pericolo di rialluvione. Così mentre stavo cercando di recuperare sonno, ecco megafoni e macchine della polizia che invitano tutti ad andare ai piani alti e a portare le macchine in piazza Garibaldi. Accidenti, pigiamato e già con l'occhio cisposo, salti giù dal giaciglio e corri a tirare fuori le macchine e ad immetterti in una folla terrorizzata che cerca di arrivare alla parte più alta della città già intasata di gente e mezzi. Nella concitazione si dimenticano i telefoni e a momenti le chiavi di casa. Sarebbe stato bello rimanere chiusi fuori. Comunque tutta la città è in piena emergenza, visto che questa volta anche la Bormida sta uscendo. Si rientra a casa affannati e di corsa e si rimane in attesa del peggio. Comunque la macchina preventiva sta funzionando bene e comunque vadano le cose sarà una bella e utile esercitazione, tipo quelle che fanno in Giappone per i terremoti. Certo che gli alessandrini partecipino compatti e disciplinati e senza criticare è già una gran cosa, ma quando c'è la strizza e l'hai già provata una volta l'alluvione, stai con le orecchie basse e corri. 

Le notizie si rincorrono e l'acqua arriva quasi ad una spanna dal bordo dell'argine vicino al Tiziano, cioè dietro a casa mia e non si può prevedere se continuerà a salire. Verso le 4 si ferma, poi lentamente comincia a calare. Insomma una bella nottata, ci siamo arrivati al pelo, poi per lo meno nel centro i nuovi argini hanno tenuto bene e ad una piena ben superiore a quella del '94. Basta vedere quanto c'è di acqua nella campagna attorno alla città. Che dire, per ora sembra che l'abbiamo scampata. Sinceramente mi interessa poco andare a vedere se le cause sono il clima sempre più aggressivo, la mancanza di manutenzione dei letti dei fiumi per colpa di un malinteso e falso ambientalismo d'accatto o che altro. Mi piace solo constatare che il nuovo ponte ha funzionato, che i lavori fatti a suo tempo sono stati efficaci e che la macchina di prevenzione emergenze ha funzionato molto bene con decisioni tempestive. Quindi ad ognuno la sua parte di merito per avere evitato una tragedia che nelle vecchie condizioni sarebbe stata ancora più grande di allora, a chi ha fatto bene le cose prima e a chi si è mosso molto bene adesso dando l'impressione netta che anche eventi piuttosto grossi ed improvvisi, possono in qualche misura, se non essere controllati, almeno essere messi nella condizione di ridurre al massimo i danni. Grazie ancora a tutti quelli che hanno trascorso tutta la notte per noi al servizio di questa emergenza.


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giovedì 24 novembre 2016

Taste of Rajastan 19

Royal palace - Samode


Gialle tageti
Per l'arrivo dell'ospite
Purché pagante

mercoledì 23 novembre 2016

Taste of Delhi 2

Chandhi Chowk - Delhi 



La melagrana

Piccole gemme rosse

Che dolce miele

martedì 22 novembre 2016

Taste of Delhi 1

Jama Mashid - Delhi 


Fresco tramonto
L'ora della preghiera
Battito d'ali

lunedì 21 novembre 2016

Taste of Rajastan 18

Mandawa - Rajastan


Antichi affreschi
La muffa del monsone
Mancano i soldi

domenica 20 novembre 2016

Taste of Rajastan 17

Keeshan - Rajastan


Gru demoiselle
Dopo un immenso volo
Tornate a casa 

sabato 19 novembre 2016

Taste of Rajastan 16

Puskar fair - Rajastan

Tornando a casa
Finita ormai la festa
Pronta è la zappa

venerdì 18 novembre 2016

Taste of Rajastan 15

Puskar fair - Rajastan

Cerca uno sguardo
Occhio bistrato morbido
Bellezza acerba

giovedì 17 novembre 2016

Taste of Rajastan 14

Hijra - Puskat fair - Rajastan

Il volto triste
Vivere en travesti
Anche se è festa

mercoledì 16 novembre 2016

Taste of Rajastan 13

Venditore di canna - Puskar - Rajastan

Prendiamo un poco
Prima d'andare a casa
Di canna dolce

martedì 15 novembre 2016

Taste of Rajastan 15

Puskar fair - Rajastan


Tra lunghe liane
Occhi profondi cercano
L'anima persa

Taste of Rajastan 12

Puskar market - Rajastan

Nell'ombra calda
Buona anche una ciabatta
Fritta nell'olio

lunedì 14 novembre 2016

Taste of Rajastan 11

Holi colours - Rajastan

Festa di Holi
Accenderà il tuo volto
Gioia e colore

domenica 13 novembre 2016

Taste of Rajastan 10



Sento un languore
Nel mese della festa
Pasto vegano

sabato 12 novembre 2016

Taste of Rajastan 9

Puskar Fair - Rajastan

A mezzogiorno
Concorso di bellezza
Occhi dighiaccio

venerdì 11 novembre 2016

Taste of Rajastan 8

Puskar fair - Rajastan

Cerca bellezza
Il giorno della fiera
Compra uno specchio

giovedì 10 novembre 2016

Taste of Rajastan 7

Fiera di Puskar

Lo sguardo fiero
L'unico che conosce
I cento nomi

mercoledì 9 novembre 2016

Taste of Rajastan 6

Il padre dello sposo



Se ne va un figlio
Bisognerà pensare
Alla sua gioia

martedì 8 novembre 2016

Taste of Rajastan 5

City palace - Jodpur - Rajastan

Al sole caldo
Brucia nel soffio ardente
La pietra antica

lunedì 7 novembre 2016

Taste of Rajastan 4

Ranakpur temple - Rajastan

Nel marmo bianco
Accende trine ardite
La fede pura

domenica 6 novembre 2016

Taste of Rajastan 3

Rajastan


Mesi di sete
Polveroso sentiero
Andando al pozzo

sabato 5 novembre 2016

Taste of Rajastan 2

Kumbalgarh - Rajastan 

Dall'alto muro
Sacrificio di sposa
Mantenne onore

venerdì 4 novembre 2016

Taste of Rajastan 1

Mothera temple tank - Rajastan

Cercando l'acqua
Scendere dai gradini
Stagione secca

giovedì 3 novembre 2016

Taste of Gujarat 1

White desert - Gujarat

Senza la pioggia
Morendo guarda il sole 
Specchio salato

martedì 1 novembre 2016

Haiku dei morti



Cimiteri di monte
Le foglie gialle e rosse 
Fan da corona




Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!