Mandalay - Le mura del palazzo reale |
La notte è scura nelle strade delle città birmane, ombre cupe che non invitano ad avventurarsi su marciapiedi pieni di trappole, buchi e gradini nascosti. E poi quando sei in una città che non conosci, l'oscurità è sempre qualcosa di misterioso e avverso che ti spinge a chiuderti nel bozzolo sicuro rappresentato dalla tua camera di albergo. Ma qui è diverso, la sensazione di tranquillità che spira nelle botteghe semiaperte, dove gruppetti di ragazzi chiacchierano, tra i tavolinetti microscopici che occupano i marciapiedi; il flusso ininterrotto dei motorini, che non è aggressivo come in altre città del sudeast asiatico, ti invogliano ad uscire, a sfidare la notte. La magia delle mura della città reale di Mandaley colora così, con la sua pallida luce dorata, la tenebra appena sfiorata dalla luce dei fari. Una barriera regolare e perfetta di oltre due chilometri, interrotta solo a tratti da torri dal disegno complesso e barocco che si specchia nel largo, immenso fossato, in una luce pallida, quasi irreale, un fantasma di uno splendore passato. Rimani a guardare un attimo il riflesso nell'acqua, il tempo scolora ed è già ora di noodles e birra ghiacciata.
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