venerdì 19 ottobre 2018

Sindrome del ritorno

Oman - The white beach


Ed eccoci qua, arrivati a casa, viaggio terminato, cose, pensieri, emozioni, da catalogare, da archiviare negli scaffali della mente. Qualche giorno per assorbire la fatica fisica del divertirsi, eh sì, diventa sempre più faticoso divertirsi ad ogni anno che passa, e poi bisognerà, risolte le varie pendenze che ti trovi sul tavolo e nella buca delle lettere, pronte a frantumarti gli zebedei, appena riapri l'uscio di casa, cominciare, come ormai mi è consueto a mettere nero su bianco, almeno una volta si diceva così, quello che riesci a materializzare di quanto vissuto questa volta. Ho appena riletto; chissà perché la mia prosa è così intorcinata, piena di incisi e subordinate, quasi volesse essere fatta apposta per stancare l'eventuale lettore e allontanarlo dal proseguire? Esattamente l'opposto a quanto è prescritto nella stesura degli scritti per il web, dove sembra si riesca difficilmente a catturare l'attenzione di chi arriva sulla pagina, oltre il terzo paragrafo. Eppure, senza scomodare i soloni da tastiera, le stesse cose me le diceva già la mia prof di italiano: semplificare, spezzare le frasi, preferire le coordinate alle subordinate, tanto non diventerai certo Cicerone, caro il mio untorello da strapazzo. E se a me, piace esprimermi in questo modo o per lo meno questo è l'unico modo in cui sono capace a farlo? Io vado avanti per la mia strada come un giggino o un legaiolo qualunque, certo delle mie certezze insane, tanto non rovino il paese in questo modo, io! 

Insomma, riprendo il filo, anche questo viaggio è finito e bisogna metterlo nel cassetto. La considerazione che mi viene però per prima alla mente è che, più mi muovo per il mondo e meno riesco a trovare spunti per essere deluso da quello che vedo. Tutto mi sembra bello, emozionante, superiore alle aspettative. Eppure, andando a logica, esaurendo a poco a poco i luoghi più belli od interessanti del pianeta, che ovviamente si tendono a visitare per primi, ci dovrebbe essere più spazio per la delusione o quantomeno per un calo dell'entusiasmo dovuto da un lato ad una ovvia minore presenza di cose o situazioni uniche ed eccezionali, dall'altro da una comprensibile assuefazione al bello, all'esotico, all'empatico. Invece mi sembra che mi stia accadendo proprio il contrario. Una volta ero più critico, ora mi sembra che pochissimo turbi la mia soddisfazione, anzi l'apprezzamento di piccole cose sembra concedermi soddisfazioni sempre maggiori. Delle due l'una, o le cose migliori le sto lasciando per ultime o la vecchiezza, invece di incarognirmi sempre di più come capita di solito all'anziano invidioso della gioventù perduta, mi ha intenerito l'animo frollandomelo completamente. Non so, sta di fatto che anche questa volta sono tornato entusiasta dell'esperienza che consiglierei senza tare a tutti coloro che mi seguono. Direi una pausa di un paio di settimane perfetta ed esaustiva di quello che ti prefiggi quando prepari questo tipo di viaggio. Natura avvolgente e inusuale, mare, monti, wadi avvinti in un tutt'uno che si interseca continuamente. 

Una cultura di grande interesse, che devi essere disposto a penetrare per tentare di capirne le sfumature, certamente cercando una soluzione di viaggio che te lo consenta e che ti permetta un corretto contatto con le persone, sempre estremamente disponibili a coinvolgerti. Una gastronomia particolarissima, antica ed essenziale e finalmente, per me che non amo molto i sentori di Oriente (strano eh, per me che gli sono così legato), accattivante e convincente. E infine, la conoscenza di nuovi amici, persone interessanti e piacevolissime con i quali ti ha fatto piacere condividere tempo e risate. Sì mi sono davvero divertito. Questo Oman è un paese che va visto e conosciuto il meglio possibile. Per farlo bisogna comunque considerare di metterci un minimo di impegno, anche fisico, inutile pensare di risolvere la pratica passando quindici giorni su un lettino sotto l'ombrellone. Insomma se vuoi godere, come sempre, devi faticare, ma poi sei contento. Quindi esame passato a pieni voti con abbraccio accademico, perché il paese lo merita, anche senza aggiungere, ma questo è solo un mio criticabile vezzo personale che questo è stato il paese n. 108 della lista. Naturalmente cercherò nelle prossime settimane di raccontarvi al meglio quello che mi sono portato a casa, dentro di me, quella ricchezza inestimabile, che ti rimarrà comunque e che nessuno, né ladri, né compratori, potranno più portarti via in nessun caso perché ormai è diventata parte del tuo essere, salvo quel bastardo di Alzheimer, che sta sempre lì in agguato, goloso insaziabile e vorace di ricordi, inventato da quel dio malevolo che è riuscito ad creare la pena più grave di tutte, quella di cancellare le emozioni.


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bon , nous suivrons vos traces bientôt .Avant , grand plaisir de lire tes commentaires
Mais d'abord , l'Inde la semaine prochaine .
Jac.

Enrico Bo ha detto...

Bon voyage chèrs amis!

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