martedì 3 marzo 2009

Dài fu

Questi caratteri semplici sono l'ennesima opportunità di entrare nella mentalità e nel comune sentire del popolo cinese, che, non dobbiamo dimenticare, ha una profonda radice contadina e popolare ed un grande rispetto verso la sapienza e la conoscenza in generale. Il primo , se pur pronunciato Dài in luogo del comunissimo Dà, significa "grande", anche in senso morale, ed è la stilizzazione di un uomo con le braccia aperte a voler mostrare proprio la dimensione immateriale del concetto, il tipico esempio di ideogramma che rappresenta una astrazione descrivibile solo col gesto. Il secondo, "Fu", significa semplicemente persona, uomo, un pittogramma abbastanza riconoscibile. Quindi , persona grande, importante, di grandi doti. Ebbene, il significato effettivo è diventato "medico, dottore". Come non si può comprendere nell'antica Cina, il senso di ammirazione e rispetto che il contadino ignorante doveva provare per questo saggio uomo, che per decenni studiava i segreti del corpo umano, gli oltre 300 punti dell'agopuntura su cui esercitare pressioni al fine di riequilibrare le energie del corpo, i segreti della respirazione, i benefici delle erbe o semplicemente della corretta alimentazione e perchè no, degli effetti della filosofia sulla tranquillità mentale e quindi fisica. Ammirazione e quindi posizione di prestigio nella società, derivante non dallo status economico, ma dal potere della sapienza, della cultura. L'uomo importante, il grande uomo, ha cura della salute della sua comunià, fisica e morale, previene più che curare, è attento ai bisogni di tutti ed ha giusto diritto al rispetto ed all'ammirazione. Per inciso, il medico non veniva pagato dai malati che curava, ma solo dalle persone sane. Metodologia assicurativa ante litteram o punizione per chi non faceva bene il suo lavoro di prevenzione? Mi sa che i Cinesi avevano già proprio inventato tutto, anche la mutua.

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