lunedì 12 aprile 2010

Il barbiere del sud.

Non potete credere come possa essere divertente partecipare ad una riunione di ultranovantenni che si ritrovano una volta l'anno per rivedersi, raccontarsi un po' e contarsi anche. Si tratta di un gruppo di compagni di corso dell'Accademia Militare. Noi abbiamo portato il nostro che, tramite mail e telefonate varie è stato un po' l'organizzatore dell'evento (le mail se le fa da solo ovviamente, dopo aver preparato gli inviti con Power Point, aggiustato le foto con Photoshop e così via). Certo la cosa che più colpisce è la voglia che hanno di raccontare cose, fatti, eventi del loro percorso. Ovviamente la guerra la fa da padrona e come potrebbe essere diversamente visto che un fatto di una portata così devastante non può non avere segnato in modo decisivo chi l'ha vissuta in prima persona. Però vi assicuro che ascoltare i vari raccontini (certo se li sentite per la prima volta) è un vero spasso. Così il pomeriggio è trascoso tra scene da Mediterraneo nelle isole greche e lande desertiche del nord Africa dopo El Alamein. A titolo di esempio voglio riportarvene un fatterello che uno degli arzilli convenuti, ha infiocchettato con un buona attitudine affabulatoria nonostante i novantadue suonati. La scena si svolge in un paesino del sud durante l'avanzata degli alleati. Si sa che l'uomo è cacciatore e il militare in libera uscita ancora peggio. Dunque il prode capitano aveva un abboccamento fisso con una gentile signora del luogo che si era mostrata assai disposta a concedere i suoi favori, evidentemente stordita da fascino della divisa. Causa marito gelosissimo, gli incontri dovevano essere studiati con attenzione. Tra l'altro in quei tempi, non è che si andasse tanto per il sottile ed era facile che le pistolettate girassero con facilità. Per ingannare l'attesa, mancando ancora due ore al tete à tete che era stato preparato con cura in una accogliente e discreta casa fuori paese, decise di andare dal barbiere per presentarsi in perfetta forma. Il barbiere lo prese subito sotto le sue attente cure e nel classico chiacchiericcio che avveniva mentre la lama affilata del rasoio scorreva sulla sua gola offerta alla bisogna, estrinsecò la sua convizione di dover stare attentissimi alle proprie mogli, con un paese così popolato di soldati in cerca di facili avventure. L'occasione fa l'uomo, anzi la donna ladra, ma lui aveva quattro occhi e la sua la teneva ben guardata, ma di certo se l'avesse scoperta in una situazione appena discutibile, non avrebbe esitato a dare all'incauto la lezione fatale, ché da quelle parti così si usava. In quel mentre si aprì la porta della barberia ed entrò una signora di bellissimo aspetto, che altri non era che la moglie dello stesso barbiere che veniva a chiedere il permesso di poter fare visita ad una parente fuori paese nel pomeriggio. Subì un pressante interrogatorio, sulle reali necessità della visita, che troppo spesso era ripetuta, ma vista l'insistenza e le condizioni di salute della congiunta, il permesso venne concesso e la signora se ne andò a testa bassa. A tutti i presenti il buon barbiere fece notare il suo polso duro e indagatore, approvatissimo dal consesso; atteggiamento peraltro non rinunciabile dato il pericolo rappresentato da tutti quei militari in giro. Rassicurato riprese a passare con un sorriso soddisfatto, la lama sulla gola del nostro capitano che con la salivazione completamente azzerata non aveva fatto un cenno , né profferito parola. Infatti la signora, altri non era che l'oggetto delle sue attenzioni che stava recandosi con un po' di anticipo la convegno amoroso. La sorte aveva voluto che essendo di spalle non aveva avuto il tempo di rivolgerle un cenno di saluto e l'atteggiamento gelido e la scarna parlata della donna sull'attenti, era dovuta unicamente alla sorpresa dell'inaspettato incontro. Fuggì dal negozio quasi di corsa, appena tolto il grembiale bianco, ancora terrorizzato, ma poi, più dell'onor potè il digiuno e l'incontro giunse a buon fine, che, come si dice, la paura genera ancora maggiore soddisfazione. Certo che anche a questa età l'amore per i particolari non svanisce e devo dire che, avendo la certezza di arrivarci in questo modo, per altri trenta anni, firmerei subito.

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Che casino.

3 commenti:

Unknown ha detto...

molto divertente. Come si sa il marito è l'ultimo a sapere...
Non c'è dubbio che sia interessantissimo ascoltare i racconti degli anziani vispi, i miei figli pendono dalle labbra di mia madre quando racconta del fascismo, della guerra e del dopoguerra. E chiedono spesso di ripetere i particolari che non ricordano. Sono le famose radici, credo...

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Episodio gustoso che racconti bene (come tuo solito). Ha ragione Laura: la nostra storia, le nostre radici, ci regalano aneddoti che neanche il miglior romanziere...

AdriRips aka Ginevra ha detto...

Io son cresciuta fra nonni e prozii militari, le storie che mi han raccontato sono impresse indelebilmente nella memoria e nel cuore come nessun'altra. E che fossero vere o meno che importa, erano belle e sufficientemente verosimili, quindi vere per me. E per loro.

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