venerdì 9 aprile 2010

Il Milione 10: Il lago di Van.

Benché non sia trascorso ancora il primo anno di viaggio (ne restano solo altri 22), siamo già arrivati alla decima puntata e ormai la carovana ha girato decisamente verso Oriente, ma rimane ancora molta strada per arrivare alla Persia. I territori montuosi ed aspri allora chiamati Grande Armenia che occupavano tutto l'est anatolico fino al Caucaso, benchè sotto signoria Turcomanna, erano costellati di chiese e monasteri Armeni o Cristiani, dove la gente viveva pacificamente.
Cap. 22
…nella provincia hanno castella assai ed è tutta piena di grandi montagne…. e sonvi cristiani iacopini e nestarini con chiese assai…e quivi è lo monasterio di santo Leonardo, che d’una montagna viene uno lago dinnanzi a questo munisterio e lo lago non mena nissuno pesce se non di Quaresima (oggi il lago di Van).
Marco, che peraltro riporta le credenze locali, senza commentarle, da buon mercante che non vuole criticare troppo, non si stupisce certo di questa convivenza priva di problemi, allora c'era molto pragmatismo ed un senso di tolleranza forse oggi giudicato anomalo, ma di certo come me, sarà rimasto affascinato dalla bellezza del lago di Van, uno zaffiro blu incastonato tra le montagne, che nascondono in valli solitarie monasteri di straordinario fascino, abbarbicati agli anfratti dei costoni, seminascosti dal bosco per sfuggire a persecuzioni più antiche, quando erano i cristiani stessi a combattersi tra di loro per far trionfare l'una o l'altra delle fazioni, come quello di Sumela, che emerge tra gli alberi alto ed inaccessibile all'apparenza, con gli splendidi affreschi salvati in parte alla furia degli iconoclasti. Oppure il monastero di pietra dorata sull'isoletta al centro del lago, dalla cupola ottagonale, tipica dello stile armeno come quelle della vicina Ani, sul confine Georgiano (il regno di Giorgens per Marco). Nell'80 ci aggiravamo per questa città morta cosparsa di monumenti ben conservati. La vicinanza al confine, allora invalicabile, (che invidia nei confronti di Marco) rendeva obbligatoria la presenza di un militare armato che però sembrava soltanto interessato ad "aiutare" mia moglie a salire le strette scale spingendo sempre soltanto sulle stesse parti del corpo. Poi tornammo al lago dalle rive solitarie. Mentre riposavamo guardando lo spettacolo del sole che poco a poco scendeva tra le montagne, un ragazzo uscì dall'acqua, quasi completamente vestito e ci salutò con calore augurandoci buon viaggio ma aggiunse: "Ricordatevi che questo è Kurdistan e non Turchia". Ce ne andammo al vicino paese, in una piccola taverna. Non so se davvero, come riporta Marco, nel lago Van i pesci si pescano solo in tempo di Quaresima, ma noi mangiammo trote alla griglia saporitissime, melanzane e yogurth assieme a tutta la classica serie di mezé della cucina turca, prima di una monumentale fetta di anguria. Pagammo il solito conto irrisorio e uscimmo nella notte piena di stelle. Il mercante non deve mai mostrare stupore per il livello dei prezzi, solo valutare, paragonare e scegliere il meglio.


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3 commenti:

Angelo azzurro ha detto...

Leggo e viaggio con la fantasia immaginado l'incanto di quei tramonti!

chechimadrid ha detto...

queste foto tolgono il fiato!

Enrico Bo ha detto...

Grazie ragazze, ma l'est della Turchia è davvero un posto magico.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!