mercoledì 2 giugno 2010

Il mio amico Arnold.

Mi faceva morir dal ridere. Sono passati già una trentina d'anni, eppure quella faccetta di gomma nera che aveva delle espressioni talmente accattivanti che mi sorbivo degli insulsi telefilmetti come fossero capolavori shakespeariani. Credo che tutti se lo ricordino, agli inizi di quegfli anni 80 della Milano da bere. Qualche giorno fa se ne andato per caso, perseguitato dalla maledizione che ha accompagnato tutti quelli che partecipavano a quella serie. Todd Bridges che interpretava il fratello, fuori e dentro le galere, tra droga e compagnia; Dana Plato, che la sorellastra biondina e simpaticissima, morta di overdose e suo figlio, suicida qualche anno fa e lui Gary Coleman, sfortunato da subito. Per una disfunzione renale non ha mai superatio il metro e trenta, caduto nel dimenticatoio è finito in galera per violenza, ha tentato la carriera politica contro niente di meno che Swrzenegger, ma è arrivato ultimo su nove concorrenti, come potevi dare credito a quel facciotto rotondo quando ti diceva che avrebbe calato le tasse. Così è caduto da una scala, coma irreversibile, gli hanno staccato la spina qualche giorno fa. Lo aveva già scritto in quegli occhi birichini, ma in fondo un po' tristi.



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Folla.
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Ipazia.

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