mercoledì 28 luglio 2010

Il Milione 22: Cornuti e contenti.

Traversare le sconfinate praterie della Mongolia, popolate di pastori, di yurte e di immense mandrie di bestiame, fermandosi qua e là a gustare le carni delicate degli agnelli che vi pascolano (date un'occhiata alla ricetta di acquaviva), deve essere stato per i Polo un po' un ritorno alla civiltà, ma una civiltà completamente diversa da quella a cui erano abituati. Nuovi popoli e nuovi abitudini, magari difficili da capire, anche se in certi casi possono venire subito apprezzate, in particolare dal mercante, personaggio astuto e interessato ai guadagni, ma a cui, la lontananza da casa, fa spesso affiorare il suo lato più debole, in cui a volte induce e che rappresenta il suo tallone d'Achille: la femmina. Infatti vediamo il nostro Marco, ormai quasi ventenne e quindi sensibile a questi aspetti, lasciare la descrizione delle occasioni d'affari, delle merci pregiate e sconosciute che vengono man mano a disposizione, per lasciarsi andare a considerare le abitudini delle nuove genti incontrate a nord della muraglia.

Cap. 58

E se alcuno forastiere vi va ad albergare, questi uomini sono assai allegri e comandano alle loro mogli che li servano in tutto loro bisogno; e il marito si parte di casa e va a stare altrove due dì o tre e 'l forastiero rimane colla moglie e fa con lei quello che vuole e stanno in grandi sollazzi. E in questa provincia son tutti bozzi (cornuti) delle loro femmine e nol si tengono a vergogna; e le lor femmine sono belle e gioiose e molto allegre di questa usanza.
Anche senza porre in risalto l'allegrezza delle femmine in questione, come potremo ben vedere anche in seguito, questi aspetti delle occasioni di vita del mercante, non vengon sottovalutati, come direbbe lo stesso Marco, né punto, né guari, anzi fanno parte della guida di viaggio e van considerate, per chi ne è interessato, come opzioni da registrare. Ricordo a questo proposito il mio vicino di fiera, un cinese pacioso e grasso che, a Shanghai, mentre ci sorbivamo un delizioso thé Oolong, mi consigliava: - You have to test Mongolian girls, because they smell of cheese.- stringendo ancora di più le fessure degli occhi e con un sorriso beato sulla faccia rotonda.

Tuttavia, se le abitudini sono diverse, tutto il mondo è paese e in ogni luogo c'è la sicumera spocchiosa di essere gli unici a produrre e a lavorare, mentre altrove si vien mantenuti a suonare il putipù, il tricchetracche e a ballare la tarantella. Dopo averli classificati nella categoria dei cervidi, infatti non rimane che rimarcarne la natura di nullafacenti.

Cap. 58

...Vivono de' frutti de la terra e àn da mangiare e bere assai. Sono uomini di grande sollazzo che non attendono se non a sonare istrumenti e in cantare e ballare...

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3 commenti:

il monticiano ha detto...

Nel leggere questo tuo post si procede sempre più interessandosene
fino a rimanere ancora più colpiti
da quanto è scritto in corsivo.

Enrico Bo ha detto...

Caro Aldo, sono le parole stesse del buon Marco, che quando le ha dettate aveva quasi 50 anni , per l'epoca un povero vecchio , ma esperto assai dei fatti della vita

riri ha detto...

Molto interessante.
Ciao Enrico, un saluto.

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