martedì 21 settembre 2010

Recensione: Hyder - Fiume di fuoco.

Oggi voglio porre la vostra attenzione su un libro che mi è parso particolarmente interessante . Si tratta di Fiume di fuoco, pubblicato in urdu nel '59 da Quratullain Hyder, una delle più importanti scrittrici indiane del secolo scorso. Come tutti i libri scritti da Indiani, mostra gli aspetti più veri di quel continente da noi sconosciuto o più spesso travisato, che ci fa omologare un quinto dell'umanità attraverso stereotipi formali ed esotici sempre molto lontani dalla realtà. Dalla lettura di queste pagine e dalla straordinaria prosa barocca che ti avvolge subito, una sorta di cento anni i solitudine d'Oriente, come hanno ravvisato i critici, che spazia attraverso 2500 anni di storia indiana, i personaggi chiave, che si ripetono e ritornano in una trasmigrazione continua in linea con il pensiero filosofico indiano, vi appassioneranno di certo, come hanno coinvolto me con le loro ripetitive ma mutevoli storie.

Il principe, la bellissima ed affascinante Champa, l'innamorato Gautham la cui storia non riesce mai a concludersi in una ruota di avvenimenti che si ripresentano come un destino che non lascia spazio all'arbitrio personale, dipingono le loro vicende sullo straordinario sfondo di un'India vera e reale, in cui potrete capire meglio l'intreccio delle religioni che si fondono nei millenni in un continuo confondersi dell'unico vero senso di trascendenza comune, le cui variazioni non sono date che dall'insieme delle superstizioni e dalla necessità di dare una forma comprensibile all'incomprensibile, una spiegazione a quello che, per chi crede, non è necessario spiegare.

Forme religiose che hanno convissuto integrandosi perfettamente per millenni prima che la dominazione inglese, che da un lato ha formato l'India moderna, lasciasse il suo veleno che le ha rese nemiche feroci e violente tra di loro. Il dramma e l'orrore della partizione che questo contrasto ha fatto esplodere fino a portare alla nascita di due paesi disperatamente nemici e la sbalordita e straniante situazione di centinaia di milioni di uomini e donne che si sono trovati di colpo senza una patria, indiani guardati con sospetto se andavano in Pakistan, mussulmani odiosi se restavano in India, stranieri di serie B, disprezzati e derisi quando cercavano un nuovo vivere in una Inghilterra, che tutto questo aveva provocato. Una generazione perduta di apolidi che bene spiega gli odi ed i problemi geopolitici di oggi. Non perdetevi questa opera fondamentale che, sottolineo, mi è piaciuta davvero molto.






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