domenica 12 dicembre 2010

Assange e l'inarrestabilità della rete.

E' davvero un po' patetico vedere come il potere, quello vero intendo, si senta in affanno terrorizzato quando sente il pericolo corrergli attorno. E il pericolo viene tumultuoso come un'onda inarrestabile da ciò che, nonostante,la forza assoluta di coercizione non riesci comunque a controllare. Oggi questa forza dirompente viene in assoluto dalla rete e dalla sua pervasiva capacità di sfuggire ad ogni controllo; come l'acqua che si insinua nelle fessure, cerchi di bloccala e te la ritrovi non si sa come tre piani più sotto. Questa è stata la vera rivoluzione dell'ultima parte del secolo scorso. Con la sua capacità di spostarsi in maniera immateriale istantaneamente in qualunque parte del mondo e sbucare inaspettata anche dove si pensa sia impossibile penetrare, ha colto di sorpresa anche chi l'ha creata e forse non pensava di aver generato una creatura di per sé stessa incontrollabile, un'Idra dalle cento teste che giocoforza gli è sfuggita di mano.

I regimi dittatoriali più rigidi hanno subito capito il pericolo e hanno cercato di bloccare il contagio, con la forza di tutte le dittature, come in Iran o a Cuba, oppure, per chi ce l'ha, con il potere della leva economica, come la Cina. I risultati sono stati tragicamente deludenti. Basti pensare ai blogger cubani dissidenti come Generacion Y, che ancor di più, per questo sono sotto i riflettori del mondo o come il fiume di informazioni che arrivavano da Teheran tramite Twitter nella macelleria postelettorale. In Cina con operazioni complesse e accerchianti si mettono filtri fantasiosi, si coerciscono i grandi motori di ricerca ad aderire obtorto collo, pena l'esclusione dalla torta, alle direttive del regime, si bannano i blog che sfiorano l'argomento Cina anche di striscio ed è tutto inutile, chi vuole legge facilmente quel che gli pare, i blocchi si scavalcanocon banalità che tutti conoscono e ci si può connettere col mondo e con chi ti pare con una semplicità impressionante.

Un amico italiano che vive laggiù, non ha nessuna difficoltà a farlo come tutti. Il potere si affanna disperatamente e con stizza ad impedire e l'acqua gli scivola tra le dita irridendolo, nessuno riesce a trattenerla, con la forza di una valanga travolge ogni divieto e ogni limite. Il povero Mao si rivoltrebbe nella tomba se sapesse, non gli rimarrebbe che vietare l'uso dei computer e riportare il paese nel medioevo. Ma questa forza terrorizza anche i regimi cosiddetti democratici. Continuamente e con le scuse più fantasiose, tipo la sicurezza per i minori (questa poi è da scoppiare dal ridere), si cercano di insinuare leggi bavaglio che mettano paletti e che possano porre limiti alla libertà di espressione, mascherandola magari con la scusa della difesa delle proprietà intellettuali, senza capire che lo scambio di file è inarrestabile e che la distribuzione delle opere, dalla musica, ai film, ai libri, è irrimediabilmente cambiata e chi si ostina a difendere un fortino assediato, senza sfruttare le nuove possibilità, perderà tutto invece di partecipare alle nuove occasioni di business. Così nell'ultimo caso eclatante, il gigante della democrazia, i paladini della libertà di parola e di espressione hanno avuto una reazione talmente scomposta e incredibile davanti alle punture di Assange da fare riflettere. Un comportamento degno di Nazarbayev o dei suoi sostenitori o dei personaggi che lo invidiano e vorrebbero trovarsi al suo posto, con le sue possibilità. Una reazione con una irosità feroce e impotente quanto quella di un Lukascenko di fronte ad un risultato elettorale inferiore al 99% dei consensi, come sarebbe nei sogni di altri, più immaginifici aspiranti dittatori.

Lo vogliono morto a tutti i costi, tentano di fargli terra bruciata attorno con la spocchia di chi getta la maschera e ti dice che lui è tanto buono, ma se gli fate girare gli zebedei , ti cancella dalla faccia della terra, ti irrora di Napalm quando gli pare. Basta guardare la faccia sdegnosa della Clinton per capire. Eppure le terribili novità che sono uscite, sono di una banalità incredibile, cose che tutti pensano e sanno e di cui nessuno si sarà certo stupito. Ma è bastata la sensazione di impotenza di fronte all'impossibilità di bloccare qualcosa che si voleva comunque fermare a prescindere dai contenuti. E' questo il problema, che puoi essere forte e potente quanto ti pare, ma questa cosa non riesci a controllarla. Da qualche parte risalta fuori e rimbalza in ogni parte del mondo, in ogni punto sperduto del pianeta e più ti agiti e più ti fa male, come nel bunga bunga. E questo sì che non puoi sopportarlo. Probabilmente oggi Assange sta dimostrando che è davvero Vietato vietare.


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7 commenti:

Mia ha detto...

Ha colpito anche me il fatto che queste rivelazioni non siano rivelanti di nessuna verità che già non sapevamo.Ma finchè si è al livello di percezione di un'ingiustizia tutto fila liscio per chi la commette,è il vederla scritta e sapere che ognuno può leggerla e rileggerla fino a non poterla più ignorare...questo fa paura!

Anonimo ha detto...

non provo nessuna simpatia per Assange.I rapporti che le varie ambasciate sparse per il mondo inviano al proprio ministero degli esteri sono sempre riservate e confidenziali, vederle diventare di dominio universale non può certo far piacere ai personaggi che vengono di volta in volta citati.Sarebbe come registrare le conversazioni private di una famiglia nell'intimità della propria casa e poi renderle pubbliche.Sono molto sorpreso anche dal fatto che i più autorevoli quotidiani del mondo,proprio quelli che quotidianamente danno lezioni di moralità,di correttezza professionale ai loro governi in questa circostanza non fanno altro che crogiolarsi in questa spazzatura.GLM

Adriano Maini ha detto...

Assange ha fatto giornalismo. Tanto é vero che le notizie sono state filtrate, d'intesa con autorevoli giornalisti.

Valentina ha detto...

Alla fine, non per banalizzare, ma mi sembra sia solo tutto fumo e niente arrosto. Azioni e polemiche sterili, per confondere e distrarre ancora di più il cittadino (del mondo) medio. Bah!

Enrico Bo ha detto...

@tutti - Sul fatto che non ci fosse nulla di eclatante credo siamo tutti d'accordo. Inoltre è anche importante che lo spirito del giornalismo stia nel riportare cose vere, riservate o no, anche se quelle di questo caso non erano di tipo segreto o secretabile, e questo in un mondo dove altri sedicenti giornalisti costruisco appositamente casi con documenti falsi per rovinare le persone , già non è poco. Ma quello che io volevo puntualizzare invece, è da un lato la forza della rete come mezzo in sé, oggi forse unico vero mezzo di espressione libero, proprio per la vastità della sua base (il ché include anche la sua difettosità), una forza davvero unica ed importante ed incontenibile (ed il caso in questione lo dimostra) che terrorizza, proprio per questo, dall'altro lato, non solo i regimi totalitari, che sarebbe logico, ma anche quelli apparentemente democratici che però nella sostanza non ammettono che qualcuno non concordi con le loro posizioni. Se poi l'ambasciata dello stato di Picopallo comunica che il presidente della Buffonia, uno stato africano minore, si dedica solo più a orge e festini, il problema è nella Buffonia e di chi ha piacere che le cose continuino così, almeno credo. Ma alla Libertà di espressione noi non sappiamo più rinunciare. Quelli non interessati sono i Cinesi e quelli che hanno ancora la priorità di riempire le pance. Poi la Libertà comincerà a interessare anche a loro.

Sandra M. ha detto...

Il nocciolo della questione è proprio nell'ultimo periodo del tuo articolo. E' proprio tutto lì!
"...Ma è bastata la sensazione di impotenza di fronte all'impossibilità di bloccare qualcosa che si voleva comunque fermare a prescindere dai contenuti. E' questo il problema...".

Enrico Bo ha detto...

@Sandra - anche a me sembra il punto essenziale.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!