venerdì 18 marzo 2011

Il Politico di Platone.

Il Politico è uno degli ultimi dialoghi scritti da Platone. Forse anche per lui questo argomento era difficile da affrontare e ha dovuto ragionarci a lungo prima di cercare di tratteggiare le caratteristiche di questa categoria. Tuttavia non può fare a meno di sottolineare l'importanza di questa figura che infatti viene tratteggiata come un pastore che deve guidare i suoi animali nel percorso della vita. Già nel dialogo Repubblica il ragionamento partiva dalla Città dei Porci, dato che il suino si definisce come l'animale più nobile ed adattabile, benché legato esclusivamente ai bisogni primari, ma il compito del porcaro è proprio questo, condurre una società a superare questi bisogni semplici per arrivare a quelli più elevati con l'aiuto dell'anthroponomikè o scienza di amministrare gli esseri umani che sarebbe come dire l'arte di pascolare gli uomini. Ma sorge spontanea la domanda: Chi è il vero politico? Come si può distinguerlo dal «più gran ciarlatano di tutti i sofisti"? dice il giovane Socrate al suo interlocutore.

E qui casca l'asino. Perché il bravo Platone ipotizzava che il politico avesse come compito primario quello di puntare al benessere dei suo gregge di maiali, qua invece mi sembra che le cose stiano diversamente. Basta sentire le dichiarazioni dell'odierno politico a distanza di pochi giorni. Solo una settimana fa le frasi erano intransigenti. "Abbiamo peasantemente sbagliato quando, sull'onda della emotività l'Italia scelse di abbandonare il nucleare. Adesso abbiamo capito finalmente e non demorderemo assolutamente. L'Italia avrà finalmente le sue centrali perchè siamo certi della sicurezza e ogni argomento contrario è pretestuoso e retrogrado". Passano pochi giorni e le stesse persone dichiarano che tutto è da ripensare e che l'argomento va rivisto, anzi i responsabili di ogni regione interpellata dichiarano: "Mai centrali a casa nostra". Appena il vento è cambiato, non quello che porta la nube radioattiva sulle città, ma quello del sentimento popolare, è apparso al porcaro l'oscurità della tempesta più temuta di tutte, l'unica per cui ogni dichiarazione, ogni atto e parola viene soppesata con attenzione, la raccolta dei voti, la cui perdita inibisce la rielezione. Nessuna altra cosa interessa il nostro politico ed unicamente in base a questo viene presa ogni decisione e pronunciata ogni parola. Chissà se la vicenda raccontata da Platone è ancora valida nel nostro mondo o se invece il porcaro, col passare dei secoli è stato democraticamente sostituito dai suoi animali.


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5 commenti:

Diego ha detto...

Berlusconi ha ordinato la ritirata strategica delle dichiarazioni e la musica è cambiata: la nuova parola d’ordine è “nucleare sì, ma solo se le Regioni lo vogliono”. Poi però in parlamento la maggioranza ha fatto passare la legge che prevede il contrario, cioè la possibilità di costruire centrali nucleari e depositi radioattivi anche con un atto di forza, contro il parere degli enti locali. Oggi si congela il nucleare ma domani, sondaggi piacendo, lo si estrae dal freezer pronto per l’uso.

amatamari© ha detto...

Oh sì, le dichiarazioni sono cambiate ma il procedere rimane lo stesso.
Un porcaro furbo, ne converrai.

Enrico Bo ha detto...

@Diego - Motivo di più per andare compatti a votare il referendum.

@Ata - Furbissimo, anche se coi millenni ha assorbito completamente l'essenza degli animali di cui si prende cura.

Annarita ha detto...

Chissà se la vicenda raccontata da Platone è ancora valida nel nostro mondo o se invece il porcaro, col passare dei secoli è stato democraticamente sostituito dai suoi animali.

Il Politico di Platone si è perso per strada e non ci sono nemmeno i porci al posto del porcaro...

La paura di perdere voti ha dissolto la nube nucleare.

Un abbraccione.
annarita

Enrico Bo ha detto...

@Annarita - Intanto entriamo in guerra poi si vedrà; grazie dell'abbraccio che ricambio, ne abbiamo bisogno!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!